It Came from Space and Ate Our Brains – Massacrare alieni in compagnia non è mai stato così divertente
Alcuni giochi offrono belle storie. Altri regalano emozioni. Altri videogames ci permettono di compiere massacri di zombie o alieni senza pensieri. Ed è proprio in quest’ultima categoria che rientra il divertente It Came from Space and Ate our Brains.
Si tratta di un twin stick shooter che elimina la necessità di qualsivoglia tipo di retroscena riguardo a questa invasione aliena e che in nessun momento vi farà pensare al motivo per cui state eliminando ondate di alieni. Tutto quello a cui penserete è da dove sbucherà il prossimo “muso verde” e se riuscirete a sopravvivere ad un’altra ondata di questi pericolosi invasori. È sicuramente un videogioco dalle idee semplici, con livelli abbastanza articolati che metteranno alla prova le vostre abilità, che offre molte opportunità di aggiornamento e che vi assicurerà un’azione frenetica data dalla costante necessità di uccidere qualche alieno.
In It Came from Space and Ate our Brains abbiamo due modalità disponibili (Campagna e Sopravvivenza) che tuttavia si riducono entrambe a un obbiettivo unico: sparare senza troppi pensieri agli alieni.
La campagna si svolge in sei diverse aree come fogne, vicoli, campagne ed altri luoghi. I livelli sono progettati come fossero dei labirinti, sono pieni di ostacoli che devono essere distrutti e percorsi che devono essere liberarti e infine di solito contengono un uovo alieno che deve essere scoperto ed annientato.
Gli stage della campagna sono molto più lunghi ed elaborati di quanto molti possano immaginare, con rifugi funzionanti ed vari checkpoint. In effetti è sicuramente un aspetto positivo vedere un indie con una buone dose di contenuti ma, da un certo punto di vista, i livelli sono forse un po’ troppo lunghi, in particolare se si considera il discreto livello di difficoltà in certe sezioni. Questa mia considerazione viene anche da fatto che It Came from Space e Ate our Brains necessita di un alto tasso di concentrazione data la grande quantità di nemici a schermo. Questo non è certamente un gioco “pick up and play” che vi permetterà di fare partite veloci da pochi minuti.
Oltre alla campagna c’è la modalità Sopravvivenza che è leggermente più veloce. E quando dico un po’ più breve, intendo dire che dovrete dedicare comunque una buona dose di tempo se desiderate vincere. Si tratta di una buona alternativa anche se non riesce a fornire davvero troppo in termini di varietà nella formula di gioco.
Uno dei problemi principali di It Came from Space e Ate our Brains infatti è che avrete visto gran parte di ciò che il titolo ha da offrire entro i primi cinque minuti da quanto iniziare a giocare. Ovviamente nelle varie ore a seguire dovrete abbattere varie tipologie di nemici, fare esplodere casse per scoprire potenziamenti e essenzialmente tentare di resistere a diverse ondate mentre provate ad ottenere combo di uccisioni e punteggi alti. Sicuramente abbiamo una buona varietà di elementi ma la routine alla base è sempre la stessa.
In nessun momento vi annoierete, anche grazie alla scoperta della discreta varietà di armi. Le bocche da fuoco che potremo imbracciare passano dalla pistola standard fino ad un fucile da caccia, una mitragliatrice, una pistola laser, una pistola al plasma e un lanciarazzi. Ovviamente c’è anche la possibilità di potenziare ognuna di questi armi (alla fine di ogni livello) grazie alla valuta guadagnata nel gioco. Un ottimo menù radiale permette al giocatore di scegliere rapidamente l’arma ideale in ogni occasione.
Detto questo, il ritmo concitato di It Came from Space and Ate our Brains e il numero di avversari che sono costantemente in arrivo a volte può rendere complicato passare da una pistola ad un’altra arma. Forse non sarebbe stata una cattiva idea quella di implementare un rallentamento del tempo mentre si attiva la ruota delle armi.
I nemici che dovrete fronteggiare sono abbastanza vari, sia di aspetto che di pattern. Di colore rosa (per lo più), vi ritroverete a combattere mostruosità di ogni dimensione. Alcuni alieni vi prenderanno di mira con rapidità, altri scorrazzeranno e schiveranno i proiettili.
Il videogioco creato da Triangle Studios quindi è una discreta esperienza per giocatore singolo, ma il vero divertimento con questo titolo lo si ottiene con sessioni multigiocatore. Il multiplayer di It Came di Space è solo in forma locale, per un massimo di quattro giocatori. Avere un gruppo di amici con cui ammazzare alieni, rianimarsi a vicenda, condividere bottini e pickup di armi e utilizzare armi diverse per formare una forza inarrestabile è sicuramente il modo migliore per giocare a questo titolo. Con lo schermo diviso secondo i numeri dei giocatori, l’esperienza complessiva migliorerà a dismisura.
Anche se divertente e spensierato non posso dire che si tratta di un videogame perfetto. Anche se non mi dispiace lo stile grafico a blocchi, devo dire che si nota una certa mancanza di dettagli e varietà degli ambienti. Tutto il gioco sarà su fondali esclusivamente di tonalità scure; solo la vostra torcia e le luci al neon degli alieni, i diversi power-up e i colpi emessi dalle vostre armi spezzano la palette di grigi. Ciò significa che nei momenti più intensi, quando si scatena l’inferno, It Came from Space si trasforma in un piccolo spettacolo pirotecnico, con la luce che esplode da ogni angolo. Ma nei momenti di tranquillità si percepisce una certa monotonia di fondo anche a livello tecnico.
Sfortunatamente, ci sono piccoli problemi anche nel sistema di gioco. Prima di tutto, non saprete mai in anticipo quale oggetto state raccogliendo. Tutto è così minimale che persino gli oggetti si presentano come cubi di colore diverso. Ogni colore diverso rappresenta la categoria dell’oggetto: power-up, salute, oggetti schierabili, ecc. ma non avremo mai la certezza dell’oggetto raccolto. E poiché non potete rilasciare oggetti, dovrete usare l’oggetto attualmente equipaggiato per raccogliere l’oggetto misterioso per sapere di cosa si tratta.
Anche il recupero della salute è legato a questo sistema. Subire un colpo nemico può avere effetti a lungo termine poiché la salute sembra essere posizionata casualmente nei contenitori degli oggetti. Dal momento che puoi contenere un solo oggetto alla volta, siete costretto a usare quell’oggetto se volete avere la possibilità di trovare la salute.