At the Gates è un gioco di strategia a turni di Jon Shafer, designer di Civilization 5. Il titolo è stato sviluppato, al momento, unicamente per PC. Andiamo insieme ad analizzare le caratteristiche di questo strategico che effettivamente è un “figlio illegittimo” di Civilization 5. Il gioco è ambientato nell’età oscura, esattamente quando l’Impero Romano sta iniziando il suo lento ed inesorabile declino. Qui il vostro compito sarà quello di interpretare al meglio il ruolo di signore di un villaggio barbaro, con delle indicibili mire di espansione ed un sacco di voglia di ribaltare le sorti dell’Impero Romano. Infatti, il gioco vi presenterà subito dei clan che si uniranno a voi. Ogni clan è stato caratterizzato da differenti peculiarità. Ognuno potrà tornare utile nei vari compiti che potrete imparare, compiti da insegnare poi agli altri clan per dar loro un lavoro ed un ruolo ben preciso nella società.
Gameplay
In definitiva, ecco il fulcro di tutto il gameplay. Dovrete imparare dei lavori, chiaramente più il lavoro è “avanzato” e più turni ci vorranno per impararlo. Fatto ciò potrete insegnarlo ad un clan ben specifico, anche se effettivamente bisogna “studiare” a quale clan insegnare cosa. Alcuni di questi sono a loro agio con la natura? Allora conviene insegnargli l’agricoltura, con tutto ciò che ne satellita attorno. Un clan con prerogativa di essere molto leale giunge nel vostro villaggio? Bene, conviene sicuramente far sì che quest’ultimo presidi costantemente il perimetro del vostro villaggio.
Ai clan si possono insegnare anche delle discipline, che differiscono dai lavori in quanto propendono a modificare le caratteristiche peculiari del clan stesso. Ad esempio, se un clan sembra essere un po’ schivo o privo di attaccamento al villaggio, impartirgli insegnamenti sull’onore potrebbe garantirvi un miglioramento della stabilità dei clan. Altro aspetto importante del gameplay di At the Gates è la convivenza tra i clan. Può infatti capitare che, in momenti di difficoltà, questi inizino faide tra loro. E quale potrebbe essere un buon modo per sedare due clan di barbari incavolati e rissosi? Sì, esatto: un po’ di alcool. Vi basterà far bere del vino ai clan in faida e tutto si risolverà, placando gli animi tra le 2 “famiglie” in lotta. Quindi in At the Gates ogni mossa va pensata e ripensata più e più volte, per evitare di fare scelte sbagliate e compromettere la vostra partita, che in caso di Game Over vi farà ripartire dal villaggio base dovendo quindi ripercorrere tutto dal principio.
Ad inizio gioco sarà quindi fondamentale, prima di ogni altra cosa, sopravvivere. A dirsi sembra semplice, ma bisogna raccogliere minuziosamente le risorse base come il legno e l’oro, così poi da potersi permettere di insegnare ai propri clan la produzione di pane che permetterà di mandare avanti il villaggio senza troppe preoccupazioni. Altro fattore che può influenzare, sia positivamente che negativamente, è il clima. Durante l’inverno, le risorse impegnate per sopravvivere alle intemperie aumenteranno, mettendo a dura prova la convivenza tra i vari clan. Comunque niente che un po’ di vino e un bel falò non possano risolvere. Nella bella stagione, invece, il raccolto sarà più sostanzioso e le vostre provviste, se saprete ben gestirle, potranno aumentare notevolmente.
Una volta stabilizzato il vostro villaggio, bisognerà occuparsi di un’altra attività fondamentale che sarà propedeutica all’espansione del vostro futuro impero: l’esplorazione. Mandare clan in giro per la mappa è pericoloso ma assolutamente necessario per poter trovare nuove risorse, incontrare altri villaggi (sia ostili che non), individuare nuove zone per la caccia o per l’agricoltura. Anche imparare lavori come il fabbro o l’artigiano saranno assolutamente fondamentali nel corso della vostra partita. Per addestrare i vari clan a differenti lavori saranno indispensabili risorse come armi, attrezzature per lavorare e chi più ne ha più ne metta.
In tutto ciò chiaramente i turni la faranno da padrone, in quanto risultano essere il metronomo del gioco. Il tempo in cui si imparerà un lavoro è scandito dal numero di turni che dovranno passare affinchè il training finisca. Qualsiasi attività del gioco comporta l’occupare uno slot del turno, permettendovi di pianificare il tutto al meglio e facendo esattamente i conti in modo che tutto fili liscio. Di contro, ma è la logica del gioco a turni di questo tipo, la libertà di gioco è limitata al turno stesso. Non si ha la possibilità di fare molte cose in un turno e quindi, in caso di battaglia, bisognerà stare estremamente attenti alle scelte. Portando un esempio pratico, se si fa andare un clan in una battuta di caccia poco prima di una battaglia (che a volte inizia senza molto preavviso), probabilmente non lo si avrà tra le fila dei combattenti rischiando di rimanere in svantaggio numerico.
Comparto Tecnico
Il comparto tecnico di At the Gates è davvero minimale. Graficamente non sono state cercate textures realistiche nè grafica spinta a livelli estremi. Il team di sviluppo ha invece deciso di sfruttare un’idea che ben rende in questo tipo di gioco: mappa, schede dei clan, menù e tante altre cose presenti in-game sono state disegnate a mano. Questa caratteristica rende At the Gates un gioco unico nel suo genere. Sarà infatti impossibile trovare un prodotto simile a livello artistico. Tutti gli elementi sembrano disegnati con colori ad acqua ed i tratti delle “figurine” dei clan, i menù e le scritte contenute in essi presentano un tratto artistico “manuale”. Le musiche riportano chiaramente al periodo storico in cui è ambientato il gioco, senza però coinvolgere più di tanto. Gli effetti sonori sono invece ridotti al minimo possibile, in quanto comprendono solo i click sui pulsanti e davvero poco altro.
Conclusioni
In conclusione At the Gates è un gioco davvero ambizioso nelle sue meccaniche e nella sua aleatorietà. È consigliato sicuramente a chi ama i giochi strategici a turni, difatti ha tutte le carte in regola per essere un must della scena indie di questo genere. Molto difficile consigliarlo a chi si sta avvicinando a questo genere per la prima volta: le meccaniche sono numerose e complesse, con una curva di apprendimento molto ripida che potrebbe complicarvi le cose fin dall’inizio. Nella sua “nicchia”, se così la vogliamo chiamare, At the Gates fa il suo e lo fa bene, rimanendo ben impresso per il suo particolarissimo comparto grafico. Sicuramente da Jon Shafer non potevamo aspettarci altro.
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