Adattamento cinematografico del romanzo Nightmare Alley del 1946 di William Lindsay Gresham edito in Italia da Sellerio, La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley è il nuovo film diretto da Guilllermo Del Toro. Un cast corale di prim’ordine, con Bradley Cooper che risulta essere colui che smuove l’azione attorno al quale ruotano attori e personaggi interessanti e dalle molteplici sfaccettature: Rooney Mara, Cate Blanchett, Toni Colette, Willem Dafoe e Richard Jenkins.
Una storia noir con il tocco favolistico che tanto piace a Del Toro quando si parla di gotico ed estraniante. La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley esce al cinema il 27 gennaio, ultima pellicola di Guillermo Del Toro dopo il successo internazionale di La forma dell’acqua, vincitore di molti premi tra cui Premio Oscar al miglior film.
Trama: mistero negli anni Quaranta
Quando si avvicina alla chiaroveggente Zeena (Toni Collette) e a suo marito Pete (David Strathairn), ex mentalista, in un luna park itinerante, il carismatico ma sventurato Stanton Carlisle (Bradley Cooper) vede spianata la strada per il successo, utilizzando le nuove abilità che ha imparato per truffare l’alta società newyorkese degli anni Quaranta. Con la virtuosa Molly (Rooney Mara) lealmente al suo fianco, Stanton pianifica di imbrogliare un pericoloso magnate (Richard Jenkins) con l’aiuto di una misteriosa psichiatra (Cate Blanchett), che forse potrebbe essere la sua avversaria più temibile.
Personaggi e tematiche: chi è il vero mostro?
La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley è un film oggettivamente diviso in due parti principali o – meglio ancora – sembra contenere al suo interno due film perfettamente coesi ma altrettanto diversi (per toni e problematiche messe in scena) tra loro.
Due atti ben definiti – anche a livello sonoro – che narrano momenti diversi della vita del protagonista Stanton Carlisle: prima intento ad imparare come ingannare le persone per trarne profitto conquistando la loro fiducia, poi mettendo in pratica tale raggiro che spinto troppo in là gli si ritorcerà contro.
Ma andiamo con ordine, analizzando la prima parte profondamente pregna di significati e rimandi molto cari al regista: la messa in scena dei freaks, dello straordinario in un mondo del tutto ordinario. Un circo di “fenomeni da baraccone”, uomini che promettono meraviglie e peculiarità uniche.
La cinepresa si muove scorrendo attraverso le attrazioni e soffermandosi sui vari personaggi che il protagonista incontra nel suo cammino, regalando scene visivamente fluide con toni allegri e cupi allo stesso tempo, dando idea sin da subito che l’inganno regna sovrano in tutto ciò che viene rappresentato.
Veri e propri mostri – come in tutto il cinema di Guillermo Del Toro – anche se qui hanno un aspetto ben diverso e più disincantato rispetto alle altre pellicole perché sono esseri umani che, senza scrupoli, si trovano a mostrare il loro lato peggiore con i loro simili. Un esempio lampante è il personaggio di Willem Dafoe con la sua “bestia”, un uomo su cui non viene risparmiata la crudeltà più meschina.
In questo contesto si forma ed impara l’arte del mestiere Stanton, a cui viene insegnato il mentalismo – e i trucchi per far sì che il pubblico cada nella trappola – a cui viene però ribadito più e più volte di non giocare con lo spiritualismo perché può finir male. Zeena e Pete vogliono sicuramente guadagnare ma dando risposte ai loro interlocutori che possano dar pace e tranquillità o almeno un qualcosa su cui sperare.
Tale scelta e la vita nel circo inizia a star stretta a Stanton che decide di intraprendere una vita nella New York anni Quaranta insieme a Molly, innamorata di lui. Insieme riescono a metter su uno spettacolo che convince e ad aver successo seppur Stanton cerca qualcosa in più. Da questo momento inizia il “secondo film”, più vicino al cinema noir di quegli anni a cui il regista messicano fa enormemente riferimento. Un cinema di genere ben delineato nell’uso della cinepresa, dei temi trattati e nelle movenze degli attori stessi.
Entra in scena una donna misteriosa ed eterea che capisce subito la natura del protagonista, entrando a far parte del suo gioco suo malgrado. La dottoressa Ritter (Cate Blanchett), psichiatra che “aiuterà” Stanton, si rivela essere un personaggio spietato e molto attento ad ogni mossa sua e di chi la circonda.
Anche i costumi di questo atto si adeguano al genere noir anni Quaranta, sia per collocare al meglio temporalmente la vicenda e sia per inondare lo spettatore di informazioni e rimandi ad un genere di cinema che ha segnato la sua storia in maniera inequivocabile.
Si riconosce sempre più lo stile dettagliato ed unico di Del Toro con tocchi mistery e colori in forte contrasto – tratti riconducibili anche ad opere come Crimson Peak o La forma dell’acqua – in cui però mostra un dettaglio inedito nella sua cinematografia, così ammaliata dalle figure mostruose: i veri mostri sono gli uomini con la loro avidità e voglia di avere sempre più anche a discapito degli altri.
Un film più maturo, più attento ad una fetta di pubblico adulta e che – grazie a dei buoni spunti – può ragionare al meglio su argomenti a cui i giovani devono arrivare con il passare del tempo e conoscendo il mondo che li circonda. Sono temi senza tempo e sempre attuali e questo “nuovo cinema” di Guillermo Del Toro inizia a riflettere non più su creature sconosciute e potenzialmente malvagie, quanto sulla natura umana e le sue sfaccettature.
Argomentazioni già abbozzate in La forma dell’acqua, dove vi era una presenza “mostruosa” apparentemente malvagia ma in realtà priva di cattiveria assoluta. La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley è una pellicola priva di creature non umane eppure intrisa di mostruosità.
Conclusione: una storia universale
La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley gioca visivamente e sonoramente con lo spettatore, addentrando lo sguardo in un mondo esplorato – neanche a farlo di proposito – anche dal cinema italiano con enorme (e meritato) successo in Freaks Out di Gabriele Mainetti, regalando una versione completamente diversa del particolare ma dando l’idea che c’è molto di cui narrare su un mondo che è un microcosmo di volontà ed illusione.
La scansione del tempo riesce ad essere definita grazie a molti espedienti sonori oltre che visivi, che aiutano l’immersione anche mentale in ciò che si ha davanti e nelle sensazioni che cambiano in un turbinio di diversità grazie all’azione dei personaggi e alle loro parole.
La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley mette in scena del vero e proprio cinema di genere e potrebbe non incontrare i gusti di chi è abituato ad opere più generaliste. Così come aveva diviso il pubblico La forma dell’acqua, non è così improbabile che lo possa fare anche questo nuovo film di Guillermo Del Toro. Non vederlo a cinema sarebbe però una grave mancanza.
La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley esce in sala il 27 gennaio distribuito da Searchlight Pictures.
Data di uscita: 27 gennaio
Durata: 150 minuti
Paese: Stati Uniti D’America, Messico
Anno: 2021Distribuito da: Searchlight Pictures
Produzione: Double Dare You, Searchlight PicturesGenere: Azione, Drammatico, Thriller
Regia: Guillermo Del Toro
Sceneggiatura: Guillermo Del Toro, Kim Morgan
Fotografia: Dan Laustsen
Musiche: Nathan Johnson
Cast
Bradley Cooper
Rooney Mara
Cate Blanchett
Toni Colette
Willem Dafoe
Richard Jenkins