Era il lontano 2005 quando tre ragazzi giapponesi crearono un freeware per Windows chiamato La-Mulana. Il team denominato GR3 Project riuscì a creare un titolo che richiamava perfettamente i videogiochi dell’epoca MSX, sia in termini grafici che di gameplay (e difficoltà). Ben 6 anni dopo, nel 2011, in Giappone i tre ragazzi sotto il nome di Nigoro ne crearono un vero e proprio remake che fece talmente scalpore da approdare ufficialmente anche in occidente nel 2012, solo su PC. Data l’ottima accoglienza di pubblico e critica il team riuscì a realizzare una campagna su Kickstarter e a superare enormemente la quota richiesta, riuscendo quindi a realizzare La-Mulana 2, un sequel in tutto e per tutto.
Sono passati altri 8 anni e i ragazzi di NIS America hanno deciso di portare entrambi i prodotti su console di attuale generazione (PS4, Xbox One e Switch) sia in versione digitale che in un’edizione fisica da collezione comprendente entrambi, chiamata La-Mulana 1&2 Hidden Treasure Edition.
Prima di iniziare ufficialmente la recensione è meglio farvelo capire subito: sia La-Mulana che il suo sequel sono due dei giochi più difficili e intransigenti che vi troverete ad affrontare nel caso in cui avrete il coraggio di iniziare questa sfida. Ogni nemico potrebbe uccidervi, ogni boss sarà infame, tutti i puzzle saranno ostici e molte, moltissime volte, vi ritroverete spaesati, persi, frustrati, demoralizzati e tantissimi altri aggettivi negativi. Non sarà propriamente divertente giocarli, ma estremamente soddisfacenti nel caso in cui riusciate a superare una determinata zona o avversario, magari senza nemmeno chiedere consigli ad amici o guide. Per farvi capire il livello di complessità dei giochi vi informo che gli stessi sviluppatori hanno reso disponibile una guida ufficiale per aiutare i poveri giocatori. Usatela, è un consiglio da amico.
La-Mulana
Il porting di La-Mulana che ci ritroveremo di fronte sarà quello del remake del 2011/2012, e si avete letto bene. Stiamo parlando di porting e non remastered. Ogni cosa sarà identica a quelle presenti nella versione PC, dalla grafica ai comandi, dal gameplay ai puzzle.
La trama vede come protagonista l’archeologo Lemeza Kosugi arrivare alle rovine di La-Mulana sia per spirito d’avventura che per svelare un mistero nascosto proprio all’interno di quelle mura. Come si può intuire il riferimento palese è quello dedicato ad Indiana Jones ma il tutto è intriso di gag e commenti umoristici, forse per stemperare la tensione che avrete una volta capito il vero mood del gioco.
Il gameplay è basato su combattimenti tramite la nostra frusta e la risoluzione di enigmi e puzzle, il tutto aiutandoci dal nostro computer portatile. Su questo strumento potremo innestare diversi software, sempre stando attenti a non sforare il limite consentito dall’hardware. Una scelta assai intrigante che va poi ad aggiungersi alle diverse abilità che otterremo per poter esplorare più efficacemente le rovine. La-Mulana, così come il suo sequel, è infatti un metroidvania abbastanza classico nell’impostazione, con segreti, aree diverse e molto, molto, molto backtracking.
Ciò che lo discosta dal resto dei prodotti sono i puzzle/enigmi e una difficoltà fuori dall’ordinario (si, continueremo a dirvelo fino allo sfinimento). Ogni passo dovrà essere calcolato non una ma almeno mille volte, ogni azione potrebbe essere anche l’ultima, portando ad un game over che, se vi siete dimenticati di salvare, vi farà ricominciare dall’ultimo save fatto, richiudendo tutti i possibili scrigni trovati e facendovi essenzialmente ripartire da capo. La mappa di gioco è enorme, piena di bivi, zone segrete, boss, nemici, tesori, gioie (poche) e morte, tanta morte. Non lo porterete a termine in poco tempo e, forse, non lo porterete proprio mai a termine. Il team sa di aver creato una piccola (nemmeno troppo) trappola di morte.
I controlli sono ostici, volontariamente ostici, soprattutto se siete “videogiocatori nuovi” e non troppo navigati. Ogni singolo salto, anche quelli fatti sul posto, vi faranno venire il cuore in gola, ne sono sicuro. Bisogna prenderci la mano e anche dopo ore e ore di gioco (se riuscirete a farle senza rompere il pad e/o la console) non vi senirete propriamente a vostro agio. Insomma La-Mulana, ma il discorso non si discosta poi molto anche per La-Mulana 2, vi farà impazzire. Non è per tutti, ma solo per quei pochissimi temerari che vogliono affrontare un’ardua sfida, sapendo che molto probabilmente la perderanno, ma che, al tempo stesso, nel remoto caso in cui riusciranno a vedere i titoli di coda (o anche solo a battere il primo boss) si sentiranno decisamente meglio con loro stessi e più maturi. In tutto. Un’esperienza unica per il mercato odierno, estremamente complessa ma altrettanto stimolante.
La-Mulana 2
Come detto pocanzi La-Mulana 2 non differisce molto dal primo capitolo. Molto difficile, forse anche più del primo, ma appagante qualora vinto. L’entrata ad Eg-Mulana è più semplice, con un tutorial degno di questo nome ed un primo boss molto più fattibile rispetto a quello del capostipite, ma comunque demoralizzante per quei giocatori non preparati. Ovvero quasi tutti. La protagonista, questa volta, è Lumisa, figlia di Lemeza. Decisa a seguire le orme del padre torna a La-Mulana scoprendo essere diventato un luogo turistico con Xelpud (presente anche in La-Mulana) diventato il direttore. In queste rovine, però, si scopre esserci un’apertura per un nuovo luogo, Eg-Mulana per l’appunto. E quindi via di altre rovine con nuovi nemici, boss, segreti, tesori, enigmi, trappole e morte.
Un’altra volta saranno la nostra frusta ed il nostro PC portatile ad aiutarci nel nostro percorso, con nuovi e vecchi software per quest’ultimo. Se, come detto, La-Mulana ha un ingresso più fluido e facile rispetto al papà, andando avanti capiremo facilmente che il team non si è rammollito. Preparatevi a morire il doppio delle volte almeno, con qualche puzzle veramente indecifrabile se non tramite guide (come quella linkata ad inizio recensione).
Altro metroidvania che fa del backtracking il fulcro dell’esperienza, con qualche nuova abilità e gadget/armi inediti. Non c’è nulla di veramente nuovo o innovativo, se non un’interfaccia resa più fruibile. Sarà più facile leggere i vari messaggi e cambiare i software. Ma salvataggi, level design e mood generale del titolo estremamente derivativi del primo. Questo non rende La-Mulana 2 peggiore del capostipite, ma non è decisamente consigliato giocarli uno di fila all’altro, sempre che riusciate a finire il primo (cosa improbabile).
Grafica
Dal punto di vista tecnico La-Mulana e La-Mulana 2 si lasciano guardare ancora oggi, con una pixel art bellissima da vedere. Le musiche sono sempre azzeccate e mai stancanti e le riascolterete molteplici volte considernando l’altissimo backtraking. Le animazioni non fanno gridare al miracolo ma alcune trovate sono veramente interessanti, presenti sia nel primo capitolo che nel successivo.
In conclusione i due La-Mulana sono dei metroidvania 2D con parti platform, d’azione e di esplorazione estremamente difficili. Non prendeteli sottogamba e, se state impazzendo, utilizzate la guida resa disponibile dagli stessi sviluppatori. Potrebbero essere considerati dei capolavori indiscussi da una parte di giocatori e immondizia dall’altra ma la verità sta nel mezzo: giochi da 9 per i primi e da 5 per i secondi, quindi un 7 che accontenta tutti. I porting non presentano aggiunte, l’italiano è sempre assente e la difficoltà rimane altissima. Ma sotto tutto ciò si nascondono dei prodotti realizzati con amore e che vi faranno saltare di gioia come poche cose nel caso in cui riuscirete a portarli a termine. Se volete provarne solo uno forse il consiglio cade su La-Mulana 2 per la sua introduzione più semplice ma il fascino e la scoperat del primo è imbattibile. Insomma dove cadrete cadrete male ma bene. Se vi volete male buona fortuna, ve ne servirà molta, moltissima.