Nel 2012, MGM ha acquisito i diritti di Metro 2033, romanzo post-apocalittico di Dmitry Glukhovsky. Lo scopo era quello di trarne un film. Gli autori avevano pensato il progetto ispirandosi al primo libro, modificando alcuni dettagli per ingraziarsi il pubblico americano. In primis l’ambientazione, che si sarebbe spostata da Mosca a Washington DC.
Tuttavia è notizia recente che la produzione è stata fermata e i diritti sono tornati a Glukhovsky, il quale ha dichiarato:
Il progetto con MGM ispirato a questo libro e per lo sviluppo di una sceneggiatura non ci ha portato a nulla e i diritti mi sono stati restituiti. Così attualmente stiamo parlando con un nuovo gruppo di produttori su un possibile adattamento, ma questo è un processo molto lungo e difficile. Sono ancora ottimista. Vedremo se il rilascio di Metro Exodus potrà spingere l’interesse nei confronti dell’IP.
Insomma lo scrittore si è sempre dimostrato favorevole ad adattamenti dei suoi romanzi. Tuttavia non aveva apprezzato l’idea del cambio di ambientazione, affermando:
Un sacco di cose non avrebbero funzionato a Washington DC. I nazisti non avrebbero funzionato, i comunisti non avrebbero funzionato affatto, e gli oscuri altrettanto. Fondamentalmente, Washington DC è una città abitata da molti afroamericani. Non è affatto l’allusione che voglio avere, è una metafora della xenofobia generale, ma non è affatto incentrata solo sugli afroamericani. Quindi non avrebbe funzionato.
Il punto di scontro riguarda proprio l’accoglienza del film da parte del pubblico americano. Infatti mentre il produttore avrebbe avuto dei dubbi ad ambientarlo a Mosca, l’autore difende a spada tratta questa ambientazione. Dal punto di vista di Glukhovsky, il successo dei libri e dei videogiochi potrebbe tranquillamente giustificare la maggiore fedeltà al libro. Infatti, sempre a detta dell’autore, il pubblico che ama il genere sarebbe così educato e comprensivo da accettare il mancato cambiamento.