Nonostante quello dei Soulslike sia un genere ormai sdoganato da parecchi anni c’è da dire che non è solo la FromSoftware a produrli anzi tutt’altro, basti pensare a titoli più o meno riusciti come i NioH, Lord of the Fallen, the Surge, Code Vein solo per citarne alcuni. Per questo motivo sta diventando sempre più difficile distinguersi in questa giungla di titoli ed è in questo contesto che si inserisce l’ultima fatica di Neowiz che si configura come un action-RPG intrigante e frenetico che si ispira al Pinocchio del nostro Collodi. In Lies of P ci ritroveremo dunque a dover manovrare un burattino che spesso mostra sprazzi di umanità e dovrà provare a destreggiarsi nella cupa città di Krat cercando di scoprire il mistero che c’è dietro la sua improvvisa caduta in disgrazia.
Nel paese della bugia, la verità è una malattia
In realtà a Krat la situazione non sembrava così male, anzi la città aveva raggiunto una rapida espansione grazie alla scoperta dell’Ergo – un nuovo minerale molto ambito e conteso in Lies of P – in grado di infondere la vita ai burattini che possono successivamente essere usati per lavorare o anche semplicemente portare avanti attivamente la quotidianità andando anche ad aiutare chi più ne ha bisogno. Per dare ulteriore stabilità alla situazione si era deciso di stipulare un accordo chiamato ‘Grande Patto’ mettendo giù alcune regole come non fare male alle persone e non mentire mentre tutti gli ingegneri, capitanati dal noto Geppetto, si adoperavano per rendere i burattini sempre più tecnologicamente evoluti e potenti.
Non è tutto oro quel luccica però ed infatti all’improvviso un oscuro morbo pietrificante inizia a farsi strada tra i burattini di Krat i quali si ribellano agli accordi e iniziano ad uccidere brutalmente chiunque capiti loro a tiro. Nel momento della massima difficoltà si risveglia da un lungo sonno il nostro eroe Pinocchio, la miglior creazione di Geppetto, il quale avrà il compito di raggiungere un grande hotel al centro della città che fungerà da Hub. A quel punto dovrà collaborare con i vari personaggi del gioco – tra cui la bellissima Sophia che ci aiuterà facendoci salire di livello – per salvare Geppetto e riportare Krat agli antichi splendori. Il titolo si ispira dichiaratamente ai lavori della FromSoftware, in particolar modo a Sekiro: Shadows Die Twice e soprattutto Bloodborne: con quest’ultimo capolavoro ad essere onesti Lies of P si avvicina forse un po’ troppo, quasi al limite della scopiazzatura, soprattutto per alcune idee della storia.
Intendiamoci, gli sviluppatori coreani di questo gioco sicuramente si sono presi un rischio a riprendere da Bloodborne e ci hanno comunque messo del loro ma se conoscete bene le atmosfere e la trama del capolavoro di Miyazaki non potrete fare a meno di notarlo. Non aspettatevi comunque una storia memorabile e nemmeno legata indissolubilmente all’opera di Collodi ma sicuramente ne riconoscerete alcuni personaggi importanti.
Gameplay e ruolistica
Al di là della storia che in questo genere solitamente non viene messa al centro dell’attenzione passiamo a parlare del gameplay e della ruolistica che sono quasi sempre l’aspetto primario di produzioni di questo tipo. Per quanto riguarda il gameplay Lies of P ricorda molto lo stile di Bloodborne più votato all’aggressività non solo per la quasi totale mancanza di scudi ma anche perché è possibile non soltanto ripristinare la vita parzialmente dopo ogni colpo subito ma anche perché la parata (soprattutto se perfetta) recita un ruolo magari non indispensabile come in Sekiro ma comunque importante. All’inizio del gioco dovremo scegliere una tra tre build di partenza – forza, destrezza o bilanciata – ma come spesso succede in questi casi si tratta solo di una configurazione di partenza che influenza i parametri iniziali ma è possibile naturalmente modificare le cose in corsa senza troppi problemi quindi non dovete preoccuparvi troppo su questo.
Parlando proprio degli arnesi che potremo utilizzare qui troviamo la prima vera novità di Lies of P, ovvero un sistema di crafting delle armi molto profondo e interessante: sostanzialmente potremo combinare una delle tante lame che troveremo con un elsa in modo tale da variare il più possibile non solo gli attacchi ma anche le tecniche – qui chiamate arti della Favola – a nostra disposizione. Ovviamente potrete smontarle quando volete ma comunque ogni scelta ha diverse ripercussioni anche ad esempio nello Scaling dell’arma stessa quindi dal canto nostro vi esortiamo a fare più tentativi possibili per trovare quale sia la combinazione con la quale vi trovate meglio. Lo stesso vale anche per il braccio del nostro protagonista, quindi non abbiate paura a spendere un po’ di tempo su questo, è importante. Quel che è certo è che sarà molto importante stordire gli avversari e soprattutto contro i boss – spesso ossi duri – dovrete fare del vostro meglio per scamparla cercando anche di sfruttare come sempre le loro debolezze. Gli sviluppatori di Lies of P hanno inserito una nutrita gamma di boss che sfortunatamente non sono sempre memorabili ma svolgono comunque il loro ruolo dignitosamente: ricordatevi che se li trovate troppo difficili potete comunque evocare uno spettro per affrontarli più agevolmente.
Dal punto di vista della difficoltà in rete alcuni si stanno lamentando che Lies of P sia troppo facile ma onestamente nella mia esperienza l’ho trovato piuttosto in linea con gli altri esponenti del genere e non penso che le 30 ore circa che vi occorreranno per finirlo vi andranno lisce come l’olio. Per chiudere il cerchio è doveroso menzionare che ritornano anche altre idee tipiche dei Dark Souls come i classici Falò (qui si chiamano Stargazer) o gli Ergo dei boss che si possono convertire in armi di rara potenza mentre i preziosi quarzi vi aiuteranno a potenziare il vostro personaggio andando ad esempio ad aumentare le cure disponibili. Cercate insomma di trarre il massimo da tutto ciò che trovate e non sentitevi in difetto appunto se contro certe nemesi ricorrerete agli spettri, il divertimento viene prima di tutto!
Lato tecnico dell’opera
Chiudiamo parlando brevemente del lato tecnico di Lies of P che devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso: per essere il primo lavoro perlomeno sotto i riflettori di questo studio di sviluppo non c’è molto di cui lamentarsi anzi. I bug sono praticamente inesistenti e il titolo gira benissimo anche in termini di frame rate sia su PC che su PS5 dove noi l’abbiamo giocato; tanta roba anche il comparto sonoro soprattutto per quanto concerne le musiche che potrete raccogliere sotto forma di dischi e ascoltare quando volete alla casa base. L’Unreal Engine è sempre una garanzia insomma e Choi Ji-Won e soci meritano sicuramente elogi per come hanno portato avanti questo lavoro, non solo per quanto riguarda le ambientazioni ma anche i personaggi che in Lies of P sono quasi sempre caratterizzati molto bene.
Conclusioni
Purtroppo il titolo non è scevro da difetti ma anzi si porta dietro alcune classiche magagne degli altri Soulslike come l’immancabile compenetrazione dei poligoni e anche un’IA dei nemici normali non propriamente eccelsa: soprattutto le macro-aree quasi mai vi daranno problemi ma come dicevamo all’inizio forse la nota più negativa è che Lies of P non è molto innovativo come forse alcuni giocatori si aspettavano e in alcuni frangenti appare un po’ arretrato e impacciato. Sicuramente ci sentiamo di consigliarvelo e nonostante il gioco tenda a calare un po’ alla distanza non raggiungendo le vette dei titoli FromSoftware di certo merita di essere giocato fino in fondo se non altro per il suo bellissimo stile che nonostante non sia del tutto originale rimane sempre tetro e affascinante. Dopo Lies of P comunque gli sviluppatori di Neowiz hanno attirato la nostra attenzione e non vediamo l’ora di vedere quale sarà il loro prossimo progetto dopo aver raggiunto solo uno dei tanti finali di questa oscura avventura nella quale Pinocchio dovrà decidere se rimanere o meno fedele alla sua natura.