L’inferno è vuoto, l’inferno è pieno
Eccoci giunti all’ultimo episodio di questa avventura prequel. Le vicende che hanno coinvolto Chloe e Rachel giungono così alla loro conclusione, almeno per quanto riguarda ciò che è stato affrontato in questi episodi. Episodi però che lasciano un po’ l’amaro in bocca, in parte per la consapevolezza di ciò che verrà, in parte perché lasciano dei grossi punti di domanda su diverse questioni. Senza però che questo infici le emozioni che Deck Nine Games è stata in grado di regalarci, costruendo sul lavoro di Dontnod un prodotto eccellente e che non si pone per niente in un rapporto di sudditanza con il capitolo principale, pur essendone appunto un prequel.
Ma andiamo con ordine.
Life is Strange, pubblicato da Square Enix nel 2015, è stato un fulmine a ciel sereno nel panorama videoludico. I giocatori si sono trovati davanti a un prodotto sorprendente, tanto semplice quanto spiazzante per l’eccezionale qualità narrativa e il mare di emozioni in cui li ha fatti tuffare. Qualcosa che andava al di là dell’aspetto tecnico, del gameplay e della qualità grafica. Nasceva, in sostanza, un nuovo genere. La storia di Max e Chloe, immersa totalmente in una realtà quotidiana in cui tutti possono rispecchiarsi, ci è rimasta nel cuore, anche per l’audacia degli sviluppatori nel metterci davanti a scelte tutt’altro che banali, evitando cliché fin troppo facili in storie che coinvolgono adolescenti e cercano di parlare il loro linguaggio e di immergersi nel loro mondo.
Non solo Max e Chloe tuttavia. Le ragazze sono circondate da un universo di personaggi vivi e dalle molteplici sfaccettature. Uno di questi, anche se non appare per nulla nel gioco e se ne intravedono solo delle foto, è quello di Rachel. Assente eppure presente in maniera fortissima, in particolare in alcune intense sequenze narrative che siamo sicuri vi abbiano spezzato il cuore, come hanno fatto col nostro.
Questo probabilmente ha spinto Deck Nine a concentrarsi sulla realizzazione di episodi che andassero a presentarci e a rendere giustizia a questo personaggio, che già ci era entrato nel cuore, senza forse che neanche ce ne accorgessimo.
Nell’incontrare Rachel Amber, ci siamo sentiti tutti un po’ Chloe. Molti possono dire di sapere cosa significa incontrare qualcuno che riesce a cambiare i nostri paradigmi, che ci regala una ragione per andare avanti, che – banalmente – riesce a renderci felici. Al di là del tipo di rapporto che si scelga, che sia amore o amicizia, poco cambia nelle dinamiche. E questo è quello che succede alle nostre ragazze.
Tuttavia Deck Nine in questo episodio non vuole affatto renderci le cose facili. Nonostante il terremoto improvviso con la rivelazione nel finale del secondo episodio, il rapporto tra le due sembra rafforzarsi sempre di più, con Rachel convita che Chloe sia l’unica persona di cui può fidarsi davvero. Ed è questo, in sostanza, il tema di questo episodio: dove arrivereste per proteggere chi amate? Sareste in grado di mentire per tutta la vita? Di agire in modo violento e illegale? Non c’è una risposta a questa domanda, e anche la scelta finale ci pone davanti, come da tradizione della serie, non ad una scelta tra bianco e nero, ma ad una scelta nostra, del tutto personale. Non c’è una risposta sbagliata, c’è solo la nostra risposta.
Stranamente, si potrebbe dire, in questo episodio Rachel è presente in maniera marginale. Nonostante tutti gli episodi ruotino in sostanza su una faccenda che riguarda direttamente la giovane Amber, la protagonista assoluta è Chloe che cerca in tutti i modi di aiutare la sua amica. Forse in modo anche sconsiderato, ma veniamo così in contatto con la parte passionale e leale di questo personaggio, che arriva a compiere azioni pericolose anche per lei stessa.
Diversi sono gli elementi in gioco in questo episodio, oltre al rapporto tra le due ragazze: la presenza/assenza del padre di Chloe, la vita di David e Joyce, che sembra nonostante tutto aver trovato un po’ di felicità, il rapporto con Eliot, che arriva ad una svolta forse inaspettata, la presenza di Frank, che nonostante tutto diventa una sorta di “angelo custode”, la faccenda di Drew e dei soldi, i genitori di Rachel, la Blackwell e i suoi studenti. Molta la carne al fuoco dunque, forse troppa da risolversi in così poco tempo.
Il climax degli eventi, in ogni caso, porta Chloe a chiedersi se tutti mentano, anche a chi vogliono bene. Non c’è una risposta neanche a questa domanda, l’unica è che l’amore può spingerti a fare di tutto, anche qualcosa che non faresti mai. Ma mi fermo qui, per evitare spoiler eccessivi.
L’unica certezza che permane al termine delle ultime ore di gioco, è una: Chloe e Rachel possono contare incondizionatamente una sull’altra, e così sarà per diverso tempo. Chi si aspettava da questi episodi un esplorazione degli avvenimenti fino a poco prima del ritorno di Max, rimarrà forse un po’ deluso. Restano dei punti di domanda su diverse questioni: in primis il rapporto di Rachel con Frank, oppure l’evoluzione – anzi l’involuzione – del personaggio di Nathan, oppure, forse il punto di domanda più grosso, un’approfondimento su uno dei protagonisti principali della vicenda, se così si può dire: l’incendio.
Possiamo dire però che Deck Nine conclude bene il suo lavoro, senza un finale ad effetto, che alla fine non risulta necessario essendo questo un prequel, accompagnandoci con immagini emozionanti anche nei futuri tre anni della vita delle ragazze, con la comparsa del look total blue di Chloe, dei primi tatuaggi, delle foto insieme, delle giornate passate alla discarica.
La conclusione finale dunque ci lascia con un sorriso, che però si spezza. Non esiste bianco o nero, esiste il grigio che a volte diventa oscuro e ci può risucchiare. La sequenza di scene finali, con quella conclusiva, è una vera pugnalata al cuore. Ci riporta nella realtà e ci ricorda ciò che succederà a entrambe le nostre ragazze. Tuttavia Rachel e Chloe sono nel nostro cuore, come stelle che, nonostante siano “morte”, risplendono con tutta la loro bellezza nel firmamento. Una a fianco dell’altra.