All’inizio del mese corrente si è tenuta l’edizione 2018 della BlizzCon, la convention annuale nella quale Blizzard, tra le altre cose, ha dedicato ampio spazio ad uno dei suoi franchise più importanti e di vecchia data: Diablo. Nello specifico è stato annunciato, per la gioia (non proprio) dei milioni di fan del brand, un nuovo capitolo, Diablo Immortal, che uscirà – ahimè – su mobile. Al di là di questo ultimo argomento, concentriamoci sugli albori di questa storica saga, sul primo leggendario episodio uscito nell’ormai lontano dicembre del 1996 e troppo frettolosamente dimenticato. Stiamo parlando di un titolo che pur essendo ovviamente datato tiene testa a mio parere a giochi attuali e soprattutto ha il merito di aver per primo lanciato un genere poi ripreso da una sterminata marea di action-rpg, che però mai hanno raggiunto le vette della serie originale, come ad esempio Sacred o Titan Quest oltre ad altri come Path of Exile che invece non hanno deluso. Nel 1996/97 Blizzard gettava l’ancora per una nuova pietra miliare che avrebbe avuto anche un’espansione con tre classi differenti, Hellfire, fungendo di fatto da prequel ad uno dei maggiori successi commerciali dell’epoca: Diablo II.
La triste storia di una città ormai condannata
Inizieremo la nostra avventura nei panni di un povero eroe ignaro del destino crudele che lo attende. Costui o costei giunge infatti a Tristram, nel regno occidentale di Khanduras, e trova una città afflitta da una malvagità profonda e strisciante. All’interno della chiesa del paese ormai sconsacrata si è infatti annidata un’entità maligna molto potente che non mancherà di sguinzagliarci contro ogni mostro e orrore di cui dispone. Nel corso dell’avventura verremo a sapere la natura di questo male: il Signore del Terrore (altrimenti detto Diablo) è stato imprigionato negli abissi di Tristram grazie al sapiente uso di una soulstone da parte degli Horadrim, una setta di potenti stregoni posti a difesa dell’ordine contro i Tre Primi Maligni e la loro brama di potere. Tuttavia a causa della degenerazione del legame che lo teneva prigioniero, Diablo è riuscito a rendersi nuovamente pericoloso e ad usare i suoi poteri per schiavizzare prima l’Archbishop Lazarus e poi ad impadronirsi grazie a quest’ultimo dell’anima del figlio del re, il principe Albrecht. Il vile tradimento di Lazarus, ammaliato dai poteri oscuri del Signore del Terrore, ha portato alla morte di molti abitanti della un tempo ridente cittadina e alla pazzia dello stesso re Leoric, ucciso per mano del suo cavaliere Sir Lachdanan, ma poi riportato in vita dal suo nuovo malvagio padrone. Insomma un’epopea di inganni, tormenti e maledizioni che ci farà poi assumere il difficile compito di ricacciare nella sua prigione Diablo, attraverso un percorso particolarmente impegnativo, caratterizzato da ben sedici livelli di dungeon, gli ultimi dei quali posti direttamente nella bocca dell’Inferno. Dopo aver battuto Lazarus il nostro eroe si confronterà con il demone in persona e, sconfitte le sue spoglie mortali, cercherà di imprigionarlo nuovamente offrendo il proprio corpo come un vero e proprio contenitore.
Fondamenti del gameplay e classi
Il titolo è un gioco di ruolo improntato sull’azione (altrimenti detto hack’n’slash). Il vantaggio risiede soprattutto nel non sapere cosa ci sarà dietro l’angolo, dove troverete l’ingresso al livello successivo (non avendo tutta la mappa del livello a disposizione finché non l’avrete esplorato tutto) e dove si troveranno i forzieri o gli oggetti “lootabili”. Ad ogni partita le mappe saranno generate casualmente in struttura e disposizione dei mostri, quindi letteralmente ogni partita vive di storia a sé. Ovviamente il succo del gameplay non cambierà, continuerete ad uccidere schiere di mostri e creature a profusione (in tempo reale e non a turni). I livelli sono divisi in quattro aree, ognuna con una sua evoluzione architettonica e un mix differente di creature. Ogni zona poi ha uno sbocco verso la città, dove ci si può ovviamente riprendere dalle fatiche dei combattimenti, riparare l’equipaggiamento e comprare pozioni e oggetti. C’è da dire quindi che il gameplay è abbastanza semplice e non particolarmente strategico, ma fa il suo dovere. Per quanto riguarda l’item hunting, vero e proprio cavallo di battaglia del brand, avremo a disposizione una gamma di oggetti magici e unici abbastanza vasta che ci permetterà di personalizzare il nostro personaggio scegliendo tra una delle tre classi di partenza (altre tre sono state aggiunte successivamente nell’espansione): il prode e tenace guerriero, l’astuto e geniale mago ed infine la ladra, veloce ed abile nello scontro a distanza.
Ogni volta che, accumulando punti esperienza sconfiggendo mostri passerete da un livello all’altro, potrete distribuire 5 punti accumulati su quattro diverse statistiche: forza, destrezza, magia e vitalità. Non ci sono restrizioni all’uso di magie (che potremo imparare dai libri trovati durante la partita) da una classe all’altra, come invece avviene in altri RPG, ma il vostro unico limite sarà quello delle caratteristiche che l’incantesimo richiederà per essere imparato. Un’abilità per classe però è esclusiva: il guerriero può dedicarsi alla ripararazione degli oggetti, il mago può ricaricare la carica dei bastoni magici mentre il ladro è in grado di disarmare trappole.
Conclusioni
Che dire? Ci troviamo davanti ad un vero e proprio precursore, un gioco caratterizzato da un gameplay semplice ma accattivamente e da una storia e soprattutto un’atmosfera molto coinvolgente, con uno stile molto dark, particolarmente caro al sottoscritto. Diablo è stato davvero l’anticamera del farming/griding e deve essere chiaro a chiunque affronti questo gioco la necessità di ripetere i livelli per accumulare esperienza e soprattutto equipaggiamento: eliminare orde di mostri per fare esperienza e risorse ha di certo fornito delle ottime basi per un titolo del genere. I puristi potrebbero storcere il naso sul fatto che questo stile del gameplay può risultare a tratti ripetitivo, ma sta di fatto che gli action-rpg e il 90% dei MMO attuali pescano a piene mani dai “concetti” e dalle idee promosse dalla Blizzard. Chiaramente i gusti sono soggettivi, ma Diablo rimane un punto fermo nel panorama videoludico di ogni tempo. Volenti o nolenti.