Live a Live
Negli ultimi anni, specie dall’avvento della Nintendo Switch in poi, molti publishers hanno portato sulle consoles odierne tantissimi remake e remastered di titoli usciti 20 o 30 anni fa, al tempo con gli ovvi limiti tecnici delle piattaforme su cui giravano, ricreandoli con i moderni motori grafici pur mantenendone intatte le caratteristiche più importanti tra cui trama, atmosfera e gameplay. Tra queste c’è Square Enix, che ha rivitalizzato titoli come Final Fantasy VII, Secret of Mana, il suo sequel Trials of Mana ed altri. È il turno di Live A Live, Jrpg uscito nel 1994 per SNES e all’epoca mai rilasciato fuori dal Giappone.
Da noi poco conosciuto nell’era pre-Internet, in Giappone il titolo ottenne un buon successo. Nintendo ha quindi deciso di portarlo su Switch, con un remake più che convincente di cui parliamo oggi. Il gioco è uscito il 22 Luglio 2022 e, dopo aver giocato con calma tutti i capitoli creati dagli sviluppatori, possiamo valutarne al meglio i vari aspetti.
Il gioco ricalca lo stile già adottato per altri titoli, sfruttando l’Unreal Engine per ricreare le ambientazioni in 3d cammuffandole da 2d grazie alla visuale studiata per mantenere lo spirito originale. La tridimensionalità degli ambienti si nota particolarmente durante zoomate e panoramiche varie, con un buon uso di messe a fuoco degli elementi sullo schermo che ci interessa osservare in ogni istante. Come già visto in produzioni come Octopath Traveler, questo mix di tecnica moderna e nostalgica sembra essere una delle armi vincenti per i remake di giochi bidimensionali, mantenendosi fedele all’originale ma con quel tocco in più per migliorare il tutto visivamente parlando.
Fatta eccezione per il capitolo che offre esclusivamente battaglie, in ciascuno di questi abbiamo sempre una minimappa che mostra diversi punti chiave con specifiche icone di diversi colori. Il colore blu indica un passaggio già visitato, il grigio indica un passaggio non ancora visitato, l’arancione indica la direzione da seguire per raggiungere la meta di quella specifica missione, mentre la bandierina arancione indica il punto esatto da raggiungere per proseguire nella trama di quel capitolo.
Premendo il pulsante dedicato all’inventario, possiamo guardare e cambiare l’equipaggiamento per ogni personaggio attualmente nel gruppo, scegliendo cosa fargli indossare osservandone eventuali aumenti di statistiche indicati in color azzurro. Ogni personaggio può anche equipaggiare fino a 5 accessori, che ne migliorano ulteriormente i parametri.
Tante storie, un solo destino
Live a Live non offre un singolo protagonista con una trama da seguire. Si presenta con un breve trailer che alterna spezzoni di gioco con i vari protagonisti, mostrando a tutti gli effetti che il titolo è una compilation di diverse storie con personaggi ed ambientazioni diverse tra loro. All’inizio del gioco dobbiamo scegliere quale storia iniziare, selezionando uno tra i 7 protagonisti disponibili accanto ai quali viene indicata l’epoca di appartenenza tra cui il presente, l’antico Giappone, la Cina imperiale, il vecchio west, il futuro ed altri ancora.
Riguardo ai capitoli, ci sono alcune importanti caratteristiche da mettere subito in evidenza. Ciascuno di essi si differenzia dagli altri non solo per epoca d’ambientazione e personaggi, ma anche per la tipologia di gameplay offerto. E dopo aver completato almeno un paio di capitoli, ci si rende conto che questo è uno dei punti di forza – se non il punto di forza in assoluto – di Live a Live. In parole povere, ci troviamo di fronte ad un mix di svariati generi videoludici i quali, nonostante siano accumunati da grafica stile 16 bit e visuale a volo di rondine, spesso hanno poco a che vedere l’uno con l’altro.
In Live a Live possiamo affrontare i capitoli nell’ordine che preferiamo, passando così da una trama incentrata sui combattimenti tra robottoni giganti, un gameplay basato sullo stealth, un survival horror nello spazio ed altri. Presto ci renderemo conto che, iniziando un capitolo, le cose apprese nei capitoli precedenti ci serviranno a poco. Fanno eccezione i movimenti dei personaggi e le meccaniche apprese nei combattimenti che, benchè con alcune differenze a seconda del personaggio usato e delle armi o magie a sua disposizione, sono in comune a tutti i capitoli di cui vediamo una rapida panoramica connessa con ciascuno dei protagonisti.
Akira
Capitolo ambientato in una città in cui finiremo per prendere il controllo di un robottone gigante, per poi affrontare un avversario – in tutti i sensi – alla nostra altezza. Ispirato a serie di successo come Mazinga o Power Rangers.
Cubo
Siamo in una nave spaziale nel futuro, e controlliamo un buffo androide occhialuto. Si tratta di un chiaro omaggio alla saga cinematografica di Alien, in cui dobbiamo inizialmente indagare su un giallo avvenuto a bordo per poi muoverci nella nave evitando un rapido ed invincibile avversario in continuo movimento, in stile survival horror. Nel finale viene omaggiata anche la saga di Terminator.
Oboromaru
Nei panni di uno shinobi, dobbiamo infiltrarci in un pericoloso castello dell’antico Giappone per liberare un uomo tenuto prigioniero. Possiamo affrontare i nemici a viso aperto oppure, tramite un apposito pulsante, sfruttare un’abilità furtiva per renderci temporaneamente invisibili ai nemici.
Pogo
Ambientato nella preistoria, indossiamo i panni di un cavernicolo adolescente accompagnato da un fedele gorilla. Faremo la conoscenza di un’attraente ragazza, ma dovremo difenderla da un rivale in amore che vuole farne la sua donna a tutti i costi. Troviamo riferimenti ai Flintstones e qualcosa di Joe & Mac.
Shifu Cuore di Terra
Ambientato nella Cina imperiale, nei panni del maestro Shifu dobbiamo reclutare alcuni allievi ed insegnare loro le nostre potenti tecniche di arti marziali, scegliendo di volta in volta chi potenziare durante gli allenamenti. È uno dei capitoli con i maggiori colpi di scena.
Sundown The Kid
Nel vecchio west, il bandito The Kid arriva in una piccola cittadina. Inizialmente non visto di buon occhio, finirà per diventarne l’eroe nel tentativo di proteggere i suoi abitanti dall’attacco di un gruppo di banditi, facendosi aiutare dagli stessi cittadini per trovare oggetti e piazzare trappole entro il tempo limite di 8 rintocchi di campana nella notte.
Masaru Takahara
Sicuramente il capitolo più anomalo di tutti, poichè ci propone un picchiaduro ad incontri molto simile a Street Fighter 2. Ci sono 6 avversari iniziali e possiamo affrontarli nell’ordine che preferiamo, ma presto ci renderemo conto che alcuni possono essere sconfitti soltanto tramite l’uso di tecniche speciali apprese da altri avversari specifici. Molto gradito uno dei personaggi, chiaramente ispirato alla leggenda del wrestling anni ’80 Hulk Hogan, sia nell’aspetto che nel modo di parlare.
Oersted
È il protagonista del primo dei due capitoli sbloccabili, ambientato nel Medioevo. Altro capitolo con dei colpi di scena incredibili, oltre che piuttosto lungo grazie a diversi personaggi con cui interagire e locations da visitare. Una volta concluso questo capitolo, sbloccheremo il capitolo finale di cui però non sveliamo nulla.
Come detto poco fa, la vera sorpresa arriva una volta completati tutti i capitoli a disposizione, in quanto ne sblocchiamo uno nuovo. E sorpresa nella sorpresa, una volta completato anche quest’ultimo, se ne sblocca un altro che stavolta funge da capitolo conclusivo, unendo in un unico intreccio i vari personaggi visti nei capitoli precedenti, facendoci anche scegliere il protagonista con cui affrontare l’ultima grande sfida e concludere la storia.
I combattimenti
Le modalità con cui in Live a Live si affrontano i nemici sono diverse per ciascun capitolo, ma sostanzialmente divise in due grosse categorie: gli incontri con nemici ben visibili, che sfidiamo o dai quali veniamo sfidati, oppure gli incontri casuali come avviene in tanti Jrpg puri.
In entrambi i casi, non appena inizia lo scontro, lo schermo si annerisce per poi mostrare il campo di battaglia formato da una griglia rettangolare suddivisa in molte caselle. Ogni personaggio ne occupa una, e ad ogni turno può muoversi in una di quelle adiacenti. Premendo l’apposito pulsante Abilità, possiamo scegliere l’attacco da compiere tra quelli presenti nella lista, oppure usare un oggetto per recuperare energia vitale o guarire da uno status alterato. In caso di un attacco che richieda più turni per essere caricato, è possibile che un nemico ne sferri uno che interrompa il caricamento del nostro attacco, obbligandoci a ritentare.
Alcuni nemici occupano due o più caselle, dandoci un vantaggio tattico poichè alcuni nostri attacchi hanno un raggio così ampio da poter colpire più nemici contemporaneamente. È importante non attaccare a caso, bensì sfruttare il turno di ciascun personaggio per avvicinarsi all’avversario che vogliamo e capire a quali attacchi sia più vulnerabile, parola che viene chiaramente indicata con un testo rosa sopra la sua testa. Nel caso esattamente opposto, invece, un nemico può essere particolarmente resistente ad un nostro attacco, e ciò viene indicato con la medesima parola in verde sopra la sua testa.
Attivando un’apposita opzione nelle impostazioni di gioco, ogni personaggio può ricordare l’ultimo attacco usato per velocizzarne nuovamente l’uso senza doverlo cercare ogni volta nella lista, cosa molto utile quando dobbiamo usare più volte lo stesso attacco per sconfiggere i nemici di una specifica battaglia.
In molte battaglie, inoltre, uno dei nemici – spesso non sappiamo quale, ma talvolta è facile riconoscerlo poichè diverso dagli altri – funge da capo: eliminato lui, vengono sconfitti automaticamente tutti i nemici rimasti nel campo di battaglia. Questa meccanica di gioco è interessante, ma a volte viene resa difficile poichè alcuni nemici ci ostruiscono volutamente il passaggio per raggiungere il loro capo, obbligandoci a sconfiggere prima qualcuno di loro per poter passare. Il tutto senza contare che, così come possiamo muoverci noi, possono muoversi anche i nemici.
Troviamo una pecca quando, al termine di un attacco che ha sconfitto uno o più avversari, un altro personaggio esegue un attacco memorizzato in precedenza, senza “accorgersi” che quegli avversari non ci sono più. Il risultato è un attacco del tutto inutile su caselle ormai prive di nemici, cosa che potrebbe essere evitata con un miglior utilizzo dell’IA.
I capitoli più riusciti
Senza tanti giri di parole, questo remake dell’originale Live a Live è assolutamente da promuovere. Il gioco gode di una realizzazione tecnica odierna che sposa alla perfezione grafica, animazioni ed il senso nostalgico di un tempo, il tutto condito da un’ottima localizzazione in Italiano. Ottima anche la colonna sonora, che raggiunge l’apice con alcune tracce nelle locations esplorabili all’aperto.
Le trame dei capitoli sono tutte interessanti, così come i protagonisti. A dover stilare una classifica, secondo un gusto puramente soggettivo del sottoscritto, tra i migliori capitoli giocati è d’obbligo citare quello di Cubo, in cui non dobbiamo combattere bensì dapprima far luce sulla morte di un membro dell’equipaggio, per poi risolvere enigmi sfuggendo ad un potente mostro che corre liberamente per la nave ed è molto più veloce di noi, ricordandoci che essere presi equivale ad un game over istantaneo.
Merita tanto anche il capitolo in cui usiamo Sundown The Kid per piazzare trappole contro la banda, correndo contro il tempo scandito da rintocchi di campana che ci avvicinano inesorabilmente alla resa dei conti. Dovremo usare il cervello, leggere bene i dialoghi di ogni NPC e capire chi di loro sia più adatto per piazzare un certo tipo di trappola, chi più veloce di altri, e così via.
Benchè mi sia piaciuto un po’ di meno come sviluppo della trama, il capitolo di Shifu Cuore di Terra tiene in canna almeno due grossi colpi di scena verso il finale, che chiaramente non sveliamo. Il capitolo di Masaru Takahara offre solo combattimenti senza alcuna mappa, prevede l’intuito di affrontare gli avversari in un certo ordine ma è forse uno dei capitoli meno interessanti. Così come non metterei in prima posizione il capitolo ambientato nell’antico Giappone, di cui ho apprezzato soltanto i tanti labirinti al chiuso, nè quello ambientato nella preistoria in cui i personaggi non si esprimono a parole ma con piccole icone ben visibili.
Ritengo che il capitolo ambientato nel Medioevo, quello di Oersted, sia il migliore. Vengono coinvolti più personaggi, alcuni imprevedibilmente più forti di quanto possano apparire, ma è un colpo di scena ad aumentarne incredibilmente l’interesse verso la metà dell’avventura, evento che cambierà del tutto la vita del protagonista.
Per concludere
Il remake di Live a Live fa centro, proponendo una versione modernizzata di uno dei migliori Jrpg dell’era 16 bit mai rilasciati nel mercato occidentale. Lo stile dei combattimenti a turni non piace a tutti e, di conseguenza, questo potrebbe essere il vero limite del gioco. De gustibus. Ma tra i tanti punti di forza, come già detto, vi sono le numerose trame dei vari capitoli e, cosa non da poco, diversi colpi di scena che ci lasceranno senza fiato in più di un’occasione. Da non dimenticare i tanti riferimenti a noti film e serie tv, ed il pregio più grande di tutti: l’incredibile varietà offerta dagli approcci diversi con cui affrontare i capitoli.