Dopo aver terminato il 2019 con il successo planetario della serie tv The Witcher, Netflix riparte con Locke & Key, una nuova serie tv davvero interessante (e una tra quelle che attendevo di più in questo inizio anno) che mescola l’horror sovrannaturale, il fantasy e il drama.
Il progetto avrebbe dovuto vedere la luce nel 2010 per conto della Fox e in seguito nel 2014 si pensò a una trilogia di film, ma neppure questi furono mai realizzati. Successivamente, l’emittente Hulu fece realizzare un nuovo episodio pilota nel 2017, che venne però scartato e al quale non seguì la serie inizialmente ipotizzata. L’anno successivo alla produzione della serie, è stata presa in carico da Netflix, e ora la prima stagione verrà rilasciata sulla piattaforma il 7 febbraio 2020. È composta da 10 episodi della durata compresa tra i 40 e i 56 minuti.
Tra i suoi creatori troviamo Carlton Cuse (noto per essere stato uno degli autori di Lost e il creatore della serie Bates Motel tratta da Psycho), Meredith Averill (co-autrice di Hill House) e Aron Eli Coleite, diretta da Michael Morris.
Non manca molto alla sua uscita ufficiale sulla piattaforma streaming, ma noi l’abbiamo visto in anteprima così da potervi raccontare al meglio questa prima stagione dello show di Netflix.
Prima di tutto dobbiamo dire che Locke & Key è tratto da una serie fumettistica scritta da Joe Hill (figlio di Stephen King), disegnata da Gabriel Rodriguez e pubblicata da IDW Publishing. Il primo volume è uscito nel febbraio del 2008, andando esaurito in un solo giorno, e il sesto e ultimo nel dicembre del 2013. Ogni volume è poi diviso in vari numeri. Alla base del racconto c’è una casa popolata da chiavi magiche che possiedono poteri stupefacenti. Joe Hill è anche tra i produttori esecutivi della serie, assieme ad Andy Muschietti (regista dei due recenti It) che ne ha diretto l’episodio pilota prodotto da Hulu, poi scartato.
La vicenda è incentrata su i tre fratelli Kinsey, Tyler e Bode che si trasferiscono, assieme alla madre Nina, nell’antica casa di famiglia dopo il drammatico omicidio del padre. Keyhouse, situata in una cittadina sul mare di nome Matheson, si rivela essere un posto inquietante e magico allo stesso tempo, un luogo che nasconde numerose chiavi magiche che possono donare poteri fuori dal comune e che possiedono misteriose e sorprendenti abilità.
L’idea di partenza, anche della graphic novel, era quella di “una casa che fosse quasi viva”, popolata da tutte queste chiavi incantate che aprono ognuna possibilità inaspettate. Talmente inaspettate da essere di complicatissima traduzione sullo schermo: è il caso della Chiave apritesta, per esempio, con la quale “il cervello si apre letteralmente come se ci fosse un coperchio”, ma che qui è stata resa come una stanza vera e propria, a cui si può accedere a tutti i pensieri racchiusi nella mente di una persona. Lo stesso Joe Hill ha dovuto in qualche modo aprire il suo cervello collaborando come consulente nella serie e lavorando con Cuse e Averill, affinché la sua narrazione altamente stratificata potesse risultare fruibile anche in questi episodi.
Per ovvi motivi quindi ci sono delle differenze qua e là tra la serie tv ed il fumetto, ma niente che stravolga completamente l’opera originale di Hill. Per quanto riguarda le atmosfere della produzione, siamo decisamente più vicini al brivido più morbido nello stile di Stranger Things, rispetto agli orrori di una serie come Hill House. Oltre agli aspetti magici e soprannaturali, la serie si concentra sulla crescita emotiva dei giovani protagonisti, soprattutto in relazione al superamento del lutto e al ricordo delle persone care. Infatti, per non far spoiler sulla trama (originale e con belle trovate narrative), possiamo dire che Locke e Key è sicuramente un racconto di formazione dove attraverso la scoperta dei poteri delle chiavi lo spettatore viene messo di fronte e questioni inerenti la famiglia, l’amore, la perdita degli affetti e la crescita dei legami più forti.
Nel cast troviamo Darby Stanchfield (Scandal) nel ruolo di Nina Locke, la madre di famiglia con problemi di abuso di alcool, Jackson Robert Scott (IT: Capitolo 1 e IT: Capitolo 2) nel ruolo di Bode Locke, il precoce figlio più piccolo e il più entusiasta nella scoperta delle chiavi, Emilia Jones nel ruolo di Kinsey Locke, la secondogenita che inizialmente si ritira in sé stessa per il lutto del padre, Connor Jessup (American Crime) nel ruolo di Tyler Locke, il figlio più grande che si auto-incolpa per non aver impedito allo studente di uccidere suo padre, Bill Heck (La Ballata di Buster Scruggs) nel ruolo di Rendell Locke, il padre della famiglia Locke che è stato assassinato da un suo studente.
Questi ovviamente sono solo i protagonisti della vicenda, ma ci sono diversi altri personaggi che imparerete ad amare o odiare, tra i quali è giusto citare Laysla De Oliveira, perfetta nel ruolo di antagonista di questa prima stagione. Tutti gli attori sono riusciti a rendere giustizia ai personaggi che abbiamo già amato nella graphic novel, persone in cerca di un nuovo inizio dopo il drammatico omicidio di Rendell Locke.
Anche se non possiamo classificarla come un vero e proprio personaggio, non possiamo non parlare dell’egregio lavoro nella realizzazione e caratterizzazione delle Keyhouse, una mastodontica villa piena di misteri ed oggetti straordinari che fa da sfondo perfetto alla maggior parte delle vicende di questa prima stagione. Ricorda sicuramente per certi tratti quella vista in Hill House, anche se non così terrificante e lugubre.
Per quanto riguarda gli effetti speciali, posso parlarne solo in parte, in quanto i lavori di rifinitura su diverse puntate dovevano essere ancora ultimati. In generale, comunque, sono di buon livello, con alcuni in particolare davvero di impatto ed ottimamente realizzati. Le musiche accompagnano ottimamente le vicende, senza risultare però memorabili. Anche se personalmente preferisco vedere film e serie tv in lingua originale, posso sicuramente dirvi che il doppiaggio italiano imbastito da Netflix per questo show è di altissimo livello.
In definitiva, come è questa prima stagione di Locke e Key? Sicuramente si tratta di un ottimo inizio, una buona base per una storia che va necessariamente ampliata e che ha lasciato diversi quesiti insoluti. Carlton Cuse ha dichiarato di essere già al lavoro sulla scrittura di una seconda stagione, nonostante questa non sia ancora stata commissionata ufficialmente da Netflix. I misteri, gli intrecci e l’ottimo cast di questa prima stagione riescono a tenere incollato lo spettatore allo schermo. Sicuramente si tratta di una scommessa vinta da parte di Netflix, dopo gli innumerevoli problemi che hanno attagliato questo adattamento della graphic novel di Joe Hill e Gabriel Rodriguez.
Difficilmente riscontrerà il successo con il pubblico ottenuto da Stranger Things, ma il valore produttivo e la qualità della scrittura sono davvero di altissimo livello. Quindi, in conclusione, vi consiglio di dare una chance alla famiglia Locke ed alla misteriosa Keyhouse: non ve ne pentirete.