Domani uscirà finalmente La Terra di Mezzo L’Ombra della Guerra e noi di NaturalBornGamers.it ci siamo accorti che non avevamo ancora recensito il primo capitolo di questa serie, ovvero La Terra di Mezzo L’Ombra di Mordor, uscito nell’autunno del 2014 riuscendo a convincere tutti, sia pubblico che critica, anche grazie ad un sistema di intelligenza artificiale molto innovativo, il Nemesis System. Scoprite se L’Ombra di Mordor è riuscito a convincere anche noi con la nostra recensione, aspettando impazienti il nostro giudizio su L’Ombra della Guerra.
Il Senzamorte in cerca di vendetta
Conosciamo un po’ tutti le due famose trilogie cinematografiche realizzate da Peter Jackson, il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, e L’Ombra di Mordor trova il proprio spazio ideale a cavallo tra le due saghe. Il nostro protagonista, il Ramingo Talion, è stato posto come capitano al Nero Cancello e, mentre è alle prese con l’addestramento di suo figlio, il campo viene attaccato dagli uomini di Sauron, i quali uccidono lui e tutta la sua famiglia. Grazie ad un Wraith, però, il nostro alter ego non viene ucciso bensì resuscitato nella terra di Mordor dove sono presenti moltissimi Uruk (orchi molto più forti e cattivi) che hanno schiavizzato buona parte degli uomini per poter preparare l’arrivo del loro Oscuro Signore. Talion e lo Spettro, ormai legati indissolubilmente, decidono così di utilizzare tutti i loro poteri per fermare l’avanzata dell’esercito capitanato dagli scagnozzi di Sauron e, contemporaneamente, cercheranno uno vendetta e l’altro i propri ricordi. Tutto il resto lo lasciamo scoprire a voi e, per chi se lo stesse domandando, vi assicuro che non ci sono fan service troppo evidenti e anche uno non appassionato delle trilogie o dei libri può tranquillamente seguire la storia senza perdere nessun riferimento importante. Peccato solamente per una realizzazione dei personaggi secondari veramente sottotono rispetto ai due protagonisti, e ad un finale troppo sbrigativo e deludente sotto alcuni punti di vista. Per coloro che hanno e che compreranno la versione Game of the Year il problema del finale viene in parte risolto, grazie ad alcuni DLC che riescono a completare una narrazione che altrimenti risulterebbe troppo scialba a confronto delle controparti cinematografiche. Insomma i ragazzi di Monolith avrebbero potuto osare un po’ di più, ma conoscendo i fan e le loro reazioni forse è meglio che abbiano iniziato con il piede leggero, aspettando di vedere come hanno continuato la storia del nostro Ramingo nel secondo capitolo.
Spada, Pugnale, Arco: la trilogia perfetta
Per quanto riguarda il gameplay, L’Ombra di Mordor ha preso spunti evidenti da diverse saghe, senza rinnovare nulla se non uno degli aspetti più discussi del momento: l’intelligenza artificiale. Se infatti il free roaming ideato da Monolith Productions è ripreso evidentemente dalla saga di Far Cry, con missioni primarie, secondarie e terziarie, e con la scoperta della mappa lasciata alla scalata (in salsa Assassin’s Creed) di diversi torrioni, il combat system è stato recuperato dalla saga di Batman di Rocksteady. Nel gioco, fin dopo il tutorial iniziale (veloce ma intenso e ben ideato), nessuno ci dirà cosa fare e il giocatore potrà subito andare ad esplorare la Terra di Mezzo, scalando pareti, oppure potrà andare ad uccidere quanti più Uruk possibile, sfruttando sia le missioni secondarie, sia l’esplorazione libera, oppure potrà proseguire con la storia principale. Tutte queste attività hanno un fine: ogni missione darà dei punti esperienza, così come uccidere gli orchi; i comandanti alla loro morte rilasceranno delle rune che sarà possibile applicare ad una delle nostre tre armi, ed inoltre conferiranno Punti Potere, i quali sbloccheranno altre abilità. Ci sono inoltre missioni che miglioreranno il nostro arsenale e, nella seconda metà del gioco, potremo anche formare un nostro esercito che ci aiuterà nella battaglia finale. C’è un po’ di tutto, e trama e free roaming sono uniti veramente in modo superbo; solamente le missioni principale avranno delle cutscene, sempre molto curate, con missioni aperte ma comunque abbastanza chiuse nella risoluzione, mentre il resto delle attività lasceranno al giocatore la possibilità di sbizzarrirsi. Il Nemesis System, infine, è il fiore all’occhiello della produzione, in quanto, tramite un sistema completamente procedurale, crea una gerarchia tra gli Uruk, dove ad ogni uccisione o morte provoca una promozione od una sostituzione. In questo modo ogni scontro sarà diverso, anche grazie al fatto che questo sistema genererà anche dei punti forti e dei punti deboli ad ogni avversario, in modo tale da poter sfruttare questa o quella abilità. Come già accennato, ad ogni comandante ucciso riceveremo una runa specifica per la spada, l’arco o il pugnale, casuale e con un certo livello, cosicché, anche trovando un doppione lo si può o sostituire o convertirlo in una delle tre monete di scambio. Perché, oltre agli EXP ed ai Punti Potere è presente anche una terza moneta, la quale servirà per acquistare più slot per le rune (il massimo è 5) o altri potenziamenti per le armi. Non manca proprio nulla: un ottimo sistema di combattimento, tra attacchi veloci, di stordimento, colpi di grazia e schivate, un’esplorazione sempre viva e fruttuosa, un drop casuale, livelli, abilità da sbloccare e collezionabili di ogni tipo. E per concludere un sistema di nemici nuovo e procedurale. Peccato per una seconda parte sottotono, con un cambio di ambientazione praticamente inutile perché il paesaggio sarà sempre lo stesso e nessun nuovo albero delle abilità o variazione delle missioni.
Fango, pioggia e morte
Per quanto riguarda l’aspetta grafico no si può dire nulla a L’Ombra di Mordor, in quanto, con il numero degli FPS stabilmente a 60, si ha un colpo d’occhio veramente sopraffino; una realizzazione poligonale più che discreta, animazioni fluide e ben articolate (soprattutto per quanto riguarda Caragor e Graug) , buona varietà tra i nemici (seppur si possono notare i doppioni), ottimo uso delle luci e degli effetti speciali e nessun effetto (se non i pochi casi) di pop up o simili. Peccato solo per un’espressività praticamente inesistente, un riutilizzo di texture ed una ambientazione sempre tutta uguale. Ottimo invece il doppiaggio e la colonna sonora, soprattutto per quanto riguarda i rumori mentre si esplorano le due regioni.
Non c’è molto altro da dire de L’Ombra di Mordor se non che, se siete in possesso di una PS4, PS3, Xbox One, Xbox 360 o di un PC è caldamente consigliato il recupero di questo titolo, pensando che ormai tutti gli amanti de Il Signoore degli Anelli lo abbiano già giocato. Non ci resta che aspettare domani e provare il suo attesissimo sequel: L’Ombra della Guerra.