Non esistono due film di Matrix uguali. Ricordiamo l’originale come un rivoluzionario film d’azione cyberpunk che ha introdotto il pubblico al “bullet time” e alle sequenze d’azione “wire fu” dell’est. Ma i sequel di Matrix non erano solo più o meno gli stessi: The Matrix Reloaded è per molti versi un misto tra fantasy e superhero movie con altissimo uso di CGI che diamo per scontato nell’era Marvel. Invece Matrix Revolutions potrebbe essere meglio descritto come un film horror ispirato a manga e anime, una conclusione assolutamente contorta della storia che sembra la risposta dei Wachowski all’altrettanto controverso The End of Evangelion.
Ora, quasi 20 anni dopo la fine della trilogia originale, come descriviamo Matrix Resurrections, un sequel che è allo stesso tempo uno sguardo nostalgico al 1999 e una continuazione autonoma di Revolutions? In poche parole: questa è una storia d’amore, all’interno di un film d’azione, all’interno di una meta esplorazione della nostra ossessione per la nostalgia. La lettera d’amore di Lana Wachowski a Neo, Trinity e Morpheus è colpevole di qualche magagna, è che a volte è troppo ambiziosa per il suo bene e non riesce a mantenere tutto in linea nel terzo atto. Ma ambizioso è ciò che dovrebbe essere un film di Matrix, e Wachowski ci porta a fare un giro su delle montagne russe nel corso delle due ore e mezza di durata del film. Il risultato è un sequel tanto deliziosamente strano quanto soddisfacente, specialmente per quelli come me che amano Reloaded e Revolutions tanto quanto l’originale, se guardati ovviamente nell’interezza della trilogia.
Resurrections è rimasto sorprendentemente inviolato attraverso la sua campagna di marketing durata mesi, una vera rarità in un anno che ha visto anche l’uscita di Spider-Man: No Way Home, probabilmente il film con più leak nella storia dei blockbuster. Ma a poco più di una settimana dalla sua uscita nelle sale italiane, i più grandi segreti di The Matrix Resurrections sono stati mantenuti. Certo, probabilmente aveste voluto potevate benissimo leggere molte teorie dei fan online e pezzi con speculazioni varie che sembrano corretti, ma vi garantisco che nessuno ha indovinato correttamente. Questo è il mio modo indiretto per dire che è davvero difficile parlare della trama di questo film senza rovinarvi la sorpresa di scoprirla voi stessi…
Ma ecco qui: una nuova generazione di ribelli è in una disperata missione per trovare Neo (Keanu Reeves), che in qualche modo è tornato nella simulazione nonostante la sua morte in Revolutions. L’unico problema è che Neo è in realtà Thomas Anderson, un guscio di se stesso che è ancora in Matrix a causa della pillola blu e non riesce a ricordare la sua vita passata. Con le Macchine che si avvicinano all’umanità, tocca agli eroi Bugs (Jessica Henwick) e a un nuovo e più giovane Morpheus (Yahya Abdul-Mateen II) liberare la mente di Neo prima che sia troppo tardi.
Eppure, la tana del bianconiglio va molto più in profondità di così. Il film non perde tempo a darci risposte ad alcuni dei suoi più grandi misteri, ponendo anche domande ancora più grandi nel primo atto che ripagano in modi per lo più interessanti. Nonostante la lunghezza del film, la sceneggiatura di Wachowski, scritta insieme ai romanzieri David Mitchell (Cloud Atlas) e Aleksandar Hemon (Nowhere Man), beneficia del ritmo sostenuto del film, anche se a volte è troppo pesante per la trama, soprattutto dopo una grande svolta a metà.
In effetti, la prima ora del film è la più forte, un capovolgimento strabiliante attraverso ciò che è reale e ciò che non lo è che fa anche i conti con l’eredità della saga in modi inaspettati. The Matrix Resurrections potrebbe essere l’operazione nostalgica più consapevole mai messa sul grande schermo, offrendo un sacco di easter egg e riferimenti in maniera intelligente. Questo aspetto del film è tanto selvaggio quanto vi aspettereste da un progetto legato a Wachowski, che si sta chiaramente divertendo un sacco con il materiale che è per metà un commento sociale e per metà la volontà di portare su schermo il desiderio di quei fan che hanno sempre voluto vedere Neo e Trinity prendere a calci qualche culo ancora una volta.
Sfortunatamente, Resurrections affronta anche il non invidiabile compito di seguire, ed a volte spiegare eccessivamente, gli eventi dei suoi predecessori, in particolare Revolutions, che è spesso descritto come il capitolo più contorto e alienante della trilogia. Per quanto volessi amare le sezioni del film che riprendevano da dove la storia si era interrotta nel 2003, sono di gran lunga le parti più deboli del film. Wachowski, Hemon e Mitchell cadono nella stessa trappola di 20 anni fa, con il film che rallenta vistosamente per un lunga sezione piena di informazioni e ricca di nuovo gergo Matrix a metà della storia che appesantisce solo il film. Pensavo che sarei stato felice di vedere Wachowski riprendere coraggiosamente i fili di Matrix in questo sequel, ma quando la prima metà del film è così strana e brillante, l’approccio più diretto più avanti delle scena risulta un po’ una delusione. Diciamo solo che non mi aspetto che Resurrections trasformi in fan coloro che non hanno apprezzato i primi due sequel.
Quello che funziona assolutamente è la chimica tra Reeves e Carrie-Anne Moss, che riprende il ruolo di Trinity ma (di nuovo) non nel modo in cui vi aspetterete. Quattro film in cui Reeves e Moss riescono a mostrare e farci apprezzare nuovi lati di questi personaggi. La loro riunione in Resurrections non sembra tanto una ricostruzione che deve colpire lo spettatore, ma qualcosa di molto più rinfrescante e romantico. È attraverso di loro che Wachowski è in grado di esplorare del materiale molto più personale sul tempo perso e le seconde possibilità, il tutto portando a un terzo atto molto catartico che è puro kung fu e appagamento del desiderio.
Sì, c’è un sacco di azione in The Matrix Resurrections per gentile concessione di Neo, Trinity, Morpheus e Bugs, da inferni di proiettili al rallentatore pieni zeppi di acrobazie che sfidano la gravità, a caotici inseguimenti in auto, a un balzo della fede particolarmente sorprendente da un altissimo grattacielo. Le sequenze d’azione sono divertenti da morire, ma non aspettatevi nulla di innovativo come l’originale. Ho trovato le parti di kung fu un po’ deludenti rispetto a quelle precedenti, ma i fan saranno felici di sapere che queste sequenze di combattimento comportano effetti più pratici e molto meno CG. In definitiva, tutti questi set sono vetrine di come Wachowski si è evoluta come regista d’azione, con inquadrature che sembrano più radicate anche se sullo schermo accadono cose incredibili. Sono finiti gli effetti pesanti di Reloaded – sicuramente un passo avanti che si nota specialmente nei momenti in cui Neo e Trinity si fanno strada tra i cattivi.
Anche le sezioni con Henwick e Abdul-Mateen II regalano delle belle scene, ma non posso fare a meno di sentire che la risoluzione del film non sono alla loro altezza per ragioni che non approfondirò qui. Detto questo, alla fine del film, sia l’acrobatica Bugs che il sorprendentemente divertente Morpheus hanno più che guadagnato uno o due spin-off. Voglio davvero rivedere questi personaggi sul grande schermo. Menzione d’onore va fatta anche per le performance di Jonathan Groff e di Neil Patrick Harris, davvero sorprendenti e di grande impatto.
Niente nel film supera completamente la sua premessa iniziale, ma non c’è dubbio che The Matrix Resurrections alla fine giustifichi la sua esistenza. Questa non è una cinica volontà di fare di denaro da parte delle major holliwoodiane, come tanti altri sequel legacy che sono stati rilasciati nei decenni da quando Neo ha salvato per la prima volta Zion. Invece, questo film sembra una storia che Wachowski, gli scrittori e gli attori avevano bisogno di togliersi dal petto. È girato magnificamente, con colori accesi (le scene sono intrise di verde, blu e rossi densi e opprimenti), un po’ disordinato e molto strano. Questo, per me, è un film Matrix degno di essere visto.
The Matrix Resurrections uscirà nei cinema italiani il prossimo 1 Gennaio 2022.