Dopo aver registrato un ottimo successo su PC, My Time at Portia è sbarcato finalmente anche su console PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. Il titolo, sviluppato da Pathea e pubblicato da Team17, è quello che si può definire un ibrido tra social simulator ed RPG, basato fortemente sul crafting. L’aspetto “cartoonesco” e semplice nasconde un mondo di gioco con delle sfaccettature molto interessanti, oltre che un’infinità di missioni da intraprendere e tantissimi materiali da raccogliere ed oggetti da creare, migliorando le proprie abilità e i propri strumenti. Abbiamo giocato a fondo la versione PlayStation 4 del gioco, e siamo pronti per raccontarvi le nostre impressioni.
Benvenuti a Portia
My Time at Portia ci mette nei panni di un personaggio (che potremo creare con un editor piuttosto semplice) che giunge nella cittadina di Portia per intraprendere la carriera di Costruttore, seguendo le orme del padre. Per fare questo, prenderemo possesso di una bottega a lui appartenuta, iniziando a compiere i primi semplici incarichi.
Fin dai primi passi, My Time at Portia pone davanti al giocatore la sua natura di “crafting game“, dandoci subito la possibilità di creare diversi oggetti. Il sistema di crafting è costruito ottimamente, rendendo il tutto sufficientemente complesso ma chiaro, e spingendo il giocatore alla continua ricerca di risorse e al cercare di migliorare le proprie postazioni. Ogni oggetto potrà infatti essere creato con una specifica postazione: abbiamo la fornace per fondere i metalli e creare i lingotti e mattoni, la sega per le assi di legno, la postazione per gli oggetti più semplici, e quella per creare i banchi di lavoro. Insomma, complessità e profondità in un sistema che sicuramente è in grado di soddisfare il giocatore. Il titolo di Team17 non si riduce naturalmente solo a questo. Il contorno narrativo presenta infatti elementi piuttosto interessanti. Portia si trova in un setting temporale particolare, che potrebbe ricordare un’ambientazione come quella di Horizon Zero Dawn. Sono presenti infatti intorno alla cittadina delle antiche rovine di quella che sembra una civiltà molto avanzata, e che ci viene raccontato essere stata spazzata via da qualche evento catastrofico. Rimangono però molte rovine e reperti misteriosi di quell’epoca, che vengono studiati da ricercatori, ma alcuni dei quali vengono addirittura distrutti o sequestrati da quella che è la Chiesa della Luce, un’organizzazione religiosa che guarda con timore alla tecnologia avanzata e “malvagia”. Il nostro personaggio, però, dovrà ripetutamente avventurarsi in queste misteriose rovine per poter ottenere risorse che possono essere trovate solo al loro interno, oppure particolari reperti che permetteranno di ottenere un upgrade delle proprie strutture di costruzione tramite i progetti ottenibili dal Centro di Ricerca.
Portia però è anche molto altro. La cittadina è popolata da moltissimi NPC e potremo parlare e fare la conoscenza di tutti loro, scegliendo o meno di approfondirla (qui emerge la natura di “social sim” del gioco). Potremo addirittura arrivare a sposarci con uno/a di loro. Molti ci proporranno incarichi o ci chiederanno aiuto, ma le missioni più importanti potranno essere ottenute dalla Gilda dei Costruttori che, a seconda della qualità del nostro lavoro, ci assegnerà un punteggio alla fine del mese, con tanto di classifica dei costruttori e premio. Non saremo infatti gli unici a fornire questo tipo di servizio, e dovremo impegnarci per arrivare ad essere i migliori. Inoltre, Portia è un luogo ricco di attività ed eventi a cui saremo invitati a partecipare: festività, celebrazioni e riunioni cittadine che siano, tutte si terranno in uno specifico orario, e parteciparvi migliorerà sempre di più la nostra reputazione tra gli abitanti. Nella cittadina sono presenti anche diversi negozi ed edifici che vi saranno utili, primo tra tutti il già citato Centro di Ricerca, che vi permetterà di ottenere progetti sempre più avanzati.
Il gameplay di My Time at Portia non si riduce però solamente alla ricerca di risorse, al crafting e ai rapporti con i personaggi. È presente infatti anche un combat system abbastanza semplice, (basato su un attacco e una schivata) che però vi permetterà – oltre che di “cacciare” determinati animali per ulteriori risorse – anche di intraprendere missioni di ricerca e debellare eventuali minacce. Sono presenti anche delle sorta di dungeon in cui affronterete veri e propri boss! È quindi importante sottolineare in questo senso che è presente anche una componente RPG, con un sistema di punti abilità che permetterà di migliorare diversi parametri del nostro personaggio, come la stamina o la quantità di risorse raccolte e così via. Quello che è “l’albero delle abilità” ha una struttura piuttosto semplice, e si divide in tre differenti categorie di skill che possono essere apprese tramite i punti accumulati salendo di livello. L’esperienza si ottiene soprattutto completando incarichi, raccogliendo risorse e combattendo. Mano a mano che avanzerete di livello potrete ottenere accesso a nuovi luoghi e rovine, con nuovi materiali per migliorare sempre di più le vostre abilità di costruzione. Il “bestiario” è davvero molto ampio, così come la quantità di oggetti da creare e costruire. Questo ci pone quindi davanti ad un titolo dall’ottima profondità e soprattutto potenzialmente quasi infinito. Nel gioco è possibile anche avere animali, ampliare il proprio terreno comprando i lotti circostanti, o inviare missioni di ricerca di materiali. Un’ampia quantità di attività che sapranno occupare il vostro tempo come poche, e che sarà importante gestire anche in relazione al ciclo giorno e notte e all’avanzare del tempo, che comporterà anche il cambiamento delle stagioni. Quello del passare concreto del tempo è uno degli elementi più interessanti in My Time at Portia, in cui il ciclo giorno e notte corrisponde effettivamente a 24 ore (che equivalgono a circa 30 minuti reali) e per cui avrete a vostra disposizione un calendario per tenere conto del giorno (e anche della settimana). Questo sarà importante soprattutto perché alcune missioni o incarichi avranno requisiti specifici di tempo o orario.
Il lato tecnico non è ovviamente la parte migliore di My Time at Portia, trattandosi di un titolo indie. Tuttavia, in generale la realizzazione risulta efficace, con un buona fluidità e solo qualche scatto ogni tanto nella versione console. Sono presenti alcuni elementi che fanno comprendere il budget più limitato, come ad esempio la totale assenza del rumore dei passi, ma si tratta di cose su cui, considerata l’appagante esperienza di gioco che questo titolo offre, non si ha difficoltà a “passare sopra”. Il design è un elemento invece indovinato, che ci regala un mondo di gioco dall’aspetto piacevole e leggero, e che tuttavia nasconde al di sotto una profondità che potreste non aspettarvi. La varietà dei personaggi, degli animali, dei “mostri” e dei materiali e oggetti è notevole. Da sottolineare anche il buon comparto sonoro che è stato realizzato, che ci permette di trascorrere piacevolmente le nostre giornate di costruttori.
Verso l’infinito e oltre
Un elemento che fa comprendere la vastità del mondo di gioco creato dai ragazzi di Pathea è l’esistenza online di una estesissima wiki dedicata proprio a My Time at Portia, con una quantità esponenziale di pagine dedicate a materiali, missioni, oggetti e ricette. Questo titolo è riuscito dunque, già su PC e ora lo farà senz’altro su console, a creare una community attiva e appassionata, che di certo durerà nel tempo. Insomma, non posso che concludere consigliandovi caldamente di dare un’opportunità a questo titolo, soprattutto se gradite la componente di crafting. Un lavoro davvero molto interessante, e un titolo che sarà certamente giocato a lungo su console, come già lo è su PC.