Nioh 2 è ormai alle porte. il 13 marzo si avvicina inesorabilmente e il Team Ninja ha deciso, come accaduto per il primo capitolo, di rilasciare una demo pubblica pochi giorni prima del lancio ufficiale del gioco. Adesso la demo non è più disponibile, ma noi abbiamo avuto modo di provarla e ne parleremo proprio in questo articolo, in attesa della recensione della versione completa. In questa occasione c’era la possibilità di cimentarsi in una missione di trama, una secondaria (semplicemente un boss) e una missione crepuscolo. Da questo punto di vista, Nioh 2 è uguale al primo capitolo.
I punti di forza non si toccano…
Loot a profusione, un gameplay rapido ed intuitivo ma estremamente complesso se si vuole approfondirlo in ogni minimo aspetto, velocità di gioco e ambientazione azzeccata. Sono questi i punti di forza del primo Nioh e il Team Ninja non ha minimamente voluto, o provato, a cambiarli in questa seconda iterazione. Ha “semplicemente” ottimizzato la formula aggiungendo armi e armature, rendendo il gameplay più vario ma non meno complesso e mantenendo l’ambientazione nipponica con riferimenti ai vari demoni della cultura classica (gli Yokai).
… Ma si migliorano…
Le armi aggiunte, tralasciando quelle “nuove” inserite nei vari DLC della prima opera, sono le doppie accette e la falce mutaforma. Entrambe sono molto divertenti da usare ma, almeno all’inizio, sembra che le abilità delle stance bassa e intermedia non siano efficaci quanto quelle della stance alta. Ma, ovviamente, all’inizio il costo in Ki (la stamina) risulta assai elevato e quindi sembrano di difficile utilizzo. Basterà raggiungere il livello 20/25 (e aver alzato le giuste caratteristiche in fase di livellamento) per capire tutto il potenziale di queste nuove armi.
Per quanto riguarda il gameplay, non avremo più la trasformazione tramite lo Spirito Guardiano, bensì quella in Yokai, aggiungendo poi due nuove abilità Yokai e il counter Yokai. La trasformazione in Yokai di Nioh 2 è praticamente uguale a quella dell’utilizzo dello Spirito Guardiano nel primo: saremo invincibili per un lasso di tempo e faremo maggiori danni. Tutto ciò in base alla nostra build, alla forza del nostro Spirito Guardiano (che comunque sarà presente e avrà varie caratteristiche e bonus) e ai bonus che otterremo tramite gli equipaggiamenti.
… O si evolvono
Le due nuove abilità Yokai si baseranno proprio su alcune mosse che questi demoni riserveranno al nostro protagonista, il quale si potrà creare da zero all’inizio dell’avventura — al contrario del primo Nioh. Ogni tanto, alla sconfitta di uno Yokai, questi ci lascerà la sua “Anima”, ovvero una mossa speciale che potremo eseguire combinando i tasti R2 e Triangolo o Quadrato. Queste mosse sono di vario genere: fisiche, basate principalmente sul danno inferto, di supporto e magiche che infliggono malus ai nemici. Anche in questo caso, come per la trasformazione in Yokai, potremo utilizzare le abilità usufruendo di un certo quantitativo della barra Amrita. Sono abilità potenziabili come se fossero armi, ovvero fondendo due abilità, ma solo quelle uguali. Bisognerà, comunque, scoprire il loro vero potenziale nel gioco completo.
Infine, il counter Yokai è un vero e proprio parry da utilizzare solo quando i nemici faranno uno specifico attacco identificato da uno sprite rosso. Si utilizza tramite i tasti R2 e cerchio e, se fatto con il tempismo perfetto, non solo infliggerà diversi danni all’avversario, ma gli ridurrà di molto, in modo permanente, il Ki. In questo modo, sarà più facile renderlo vulnerabile alle finisher presenti anche nel primo capitolo.
Ed è proprio da questo punto di vista che Nioh 2 sembra molto differente rispetto al “papà”, ovvero che sarà più importante prima di tutto diminuire il Ki agli avversari per renderli molto più vulnerabili, in quanto il danno da noi inferto fisicamente sembra essere poco. Poi, ovviamente, sarà solo il tempo a poterci dire la verità, così come l’endgame e le varie build da “meta” che i giocatori creeranno.
Anche i difetti sembrano essere gli stessi
Chi ha odiato il primo Nioh e, in generale, chi non sopporta i souls-like (anche se non stiamo parlando di un vero e proprio souls-like, in questo caso) non cambierà idea con Nioh 2. Ci troviamo sempre di fronte ad un gioco difficile, anche perché alcuni nemici all’inizio vi shotteranno con una semplice combo (almeno stando a quanto visto in questa demo), e letteralmente è basato su cosa è meglio equipaggiare e quando. Avendo due slot per le armi e le solite 3 stance, aggiungendo poi questi nuovi attacchi, il tutto sarà basato sulla bravura nel capire le situazioni (quando schivare, quando parare e quando attaccare) e che colpi sferrare.
Un altro punto dolente è sicuramente la grafica. Sembra di vedere Nioh, il primo però, uscito ormai 3 anni fa. Non sembrano esserci stati passi avanti, in praticamente nessun punto di vista. Anzi, sembra che su PS4 base il frame rate non sia ancorato ai 60fps, anche se lo stesso era capitato con la demo finale del primo capitolo, mentre poi nel gioco completo risultava stabile come una roccia. Comunque è un altro punto dolente, non fondamentale, ma vedere un gioco del 2020 uguale al predecessore datato 2017 fa un po’ storcere il naso. Ma anche qui, lasciamo il giudizio finale post-13 marzo.
Infine, i menu. Sono difficili da comprendere per un neofita, con moltissimi numeri e altrettante scritte, per non parlare poi di quelli presenti nel santuario. Tra fusioni, creazioni, infusioni, c’è veramente da perdere la testa. Ma questo punto, per i “maestri” del capostipite è solo un pregio e non un difetto, in quanto ciò vuol dire che il titolo non si è semplificato sotto il punto di vista della creazione della build perfetta per ogni giocatore. Insomma, se avete voglia (e tempo) di sperimentare, potrebbe essere il gioco adatto a voi, altrimenti potreste trovarlo un po’ noioso.
Le uniche vere novità
Le uniche vere e proprie novità di Nioh 2 sono proprio due: la creazione del personaggio e il nuovo albero delle abilità.
All’inizio della demo, e crediamo sarà lo stesso anche per il gioco completo, potremo creare il nostro protagonista, uomo o donna che sia. L’editor sembra veramente ben strutturato e con moltissimi particolari da poter scegliere. Dalla testa al busto, dalle cicatrici ai dipinti facciali, dalla corporatura fino alle sembianze nelle fasi Yokai. C’è veramente di tutto.
Non è propriamente giusto parlare di un singolo albero delle abilità, infatti ogni arma e ogni caratteristica (Samurai, Magia Omnyo, Ninjutsu, abilità Yokai) avrà il proprio skill tree. Utilizzando prevalentemente un’arma piuttosto che un’altra, otterremo punti abilità da spendere nello specifico ramo. Ognuno di questi avrà abilità passive, ma soprattutto attive per le varie stance (alta, bassa e intermedia). Per i quattro alberi principali, invece, otterremo punti aumentando di livello, incrementando specifiche caratteristiche e utilizzando le nostre abilità in battaglia apprese in precedenza. Insomma, sembra di vedere un po’ di The Elder Scrolls, dove utilizzando uno specifico strumento si migliorava solo ed esclusivamente lo strumento stesso.
Conclusione
Vedremo cosa (e se) cambierà nel prodotto finito, ma in questo stato sembra che Nioh 2 abbia tutte le carte in regola per siglare sia le ottime vendite che ha avuto il primo che il superbo feedback ottenuto dalla critica — ma soprattutto dal pubblico. Avere tra le mani un titolo che mescola alcune caratteristiche dei souls-like con un gameplay così curato e una possibilità di creazione di build completamente diverse, ma comunque potenti, rende Nioh 2 un possibile fantastico sequel di un già buonissimo titolo. Non vediamo l’ora di poterci mettere le mani sopra: aspettiamo dunque il 13 marzo. Potenzialmente un’ottima esclusiva (temporale o meno che sia) per i possessori di PS4.