One Piece è una delle serie manga e anime più famose e conosciute, che negli anni ha conosciuto un successo straordinario sia in Giappone che in Occidente. Come è accaduto con altre saghe famose del Sol Levante, da Dragon Ball a Naruto, anche la creatura di Eiichiro Oda è stata oggetto di diverse trasposizioni videoludiche, senza che però nessuna di esse brillasse particolarmente. Con One Piece World Seeker i fan e i giocatori speravano quindi che fosse la volta buona in cui un titolo videoludico rendesse giustizia all’universo narrativo della serie. Posso però dirvelo in partenza: non è questo il giorno (cit.), perché il gioco di Bandai Namco è tutto fuorché memorabile, a causa di una serie di problemi non trascurabili né giustificabili in una produzione di questo tipo. Ma andiamo con ordine.
Ciurma, all’arrembaggio!
Sapete più o meno tutti chi è Rufy Cappello di Paglia, capitano della Thousand Sunny e di una delle ciurme di pirati più ricercate e famose del mondo. La storia di World Seeker vede inizialmente proprio Cappello di Paglia e la sua ciurma impegnati nell’infiltrarsi all’interno della Prigione Celeste alla ricerca dei tesori che si vocifera siano nascosti al suo interno. Presto però i nostri eroi scopriranno che si tratta di un tranello della Marina e, dopo una dura battaglia, si ritroveranno bloccati tutti insieme su Prison Island. Il nostro Rufy farà subito la conoscenza di Jeanne, giovane leader dell’isola, a cui fornirà il suo aiuto per risolvere i vari problemi che tormentano gli abitanti, dalle incursioni di crudeli pirati, fino alle vessazioni della Marina. Il tutto però condurrà a scoprire una minaccia ben peggiore, che naturalmente il nostro eroe dovrà affrontare e debellare. L’isola, luogo ricco di risorse e noto per la presenza di un particolare minerale molto prezioso (noto come pietre Dyna), è infatti divisa in due diverse fazioni, gli anti-Marina e i pro-Marina, che si trovano in costante contrasto, e qualcuno sembra volerne approfittare…
La storia di World Seeker, seppur non particolarmente originale e piuttosto breve (circa una dozzina di ore), vede la partecipazione dello stesso Oda, e questo si nota soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi, che risulta sempre eccezionale e ben curata. Lo stesso però non si può dire dell’aspetto prettamente videoludico del prodotto.
Isola
Quello di One Piece World Seeker è un open world a tutti gli effetti: una mappa aperta relativamente grande, completamente esplorabile in lungo e in largo, con luoghi diversi e la possibilità di sfruttare le particolari caratteristiche “elastiche” del nostro personaggio per lanciarci alla scoperta dei luoghi più disparati. Il mondo di gioco però presenta diversi aspetti negativi, che in una produzione di questo tipo e risonanza non mi sarei certamente aspettata. Partiamo dicendo che graficamente il risultato è discreto, seppur non particolarmente entusiasmante. I problemi emergono non appena ci si accorge che la mappa risulta genericamente vuota e, soprattutto, completamente non interagibile. Sì, avete capito bene: nessun oggetto o persona che vi troverete davanti subirà alcun effetto dai movimenti, salti, colpi del nostro Rufy, con la sola eccezione di alcune casse e barili ogni tanto, che potrete rompere per trovare, a volte, qualche oggetto all’interno. Inoltre non sarà possibile entrare in nessun edificio, nemmeno in quelli che avranno la porta aperta e di cui potrete osservare l’interno, con tanto di personaggi presenti. Le esplosioni, le lotte, gli scatti, nulla di tutto ciò avrà effetto né sulla vegetazione né sugli edifici o su qualsiasi altro elemento. Insomma, un mondo aperto ma freddo e, in un certo senso, che respinge il giocatore e qualsiasi sua voglia di esplorare o sperimentare. Inspiegabile, inoltre, il fatto che per aprire un forziere sia necessaria un’interazione di DIECI SECONDI.
Esiste naturalmente il viaggio rapido, che però arricchirà semplicemente la vostra partita di noiosi e non brevi caricamenti. Nota positiva: viaggiare nella mappa risulta comunque piacevole grazie alla capacità del nostro Rufy (sbloccabile praticamente subito dal menù abilità) di utilizzare il Gom Gom Razzo, quindi proprio il braccio elastico, per afferrare (quasi) qualsiasi superficie e lanciarsi in aria per una buona parte di strada.
Ci sono inoltre numerose missioni secondarie da affrontare, classificate tra missioni Standard e Addizionali, che potrete individuare grazie alle icone corrispondenti. Purtroppo, come è facile da intuire, queste risultano incredibilmente ripetitive e poco ispirate, oltre che molto brevi. Il più delle volte richiederanno una ricerca in un’area, con conseguente combattimento finale.
Combattere come un pirata
Specifichiamo subito una cosa: in One Piece World Seeker controlleremo solo il personaggio di Rufy. Il nostro capitano ha quindi la possibilità di accedere ad un discretamente profondo schema di abilità sbloccabili, che riguardano diverse categorie: Battaglia, Esplorazione, Parametri, Kenbunshoku, Busoshoku e Gear Fourth. Il Kenbunshoku e il Busoshoku sono due diverse modalità di combattimento che potremo scegliere: la prima (modalità “osservazione”) predilige la velocità e vi darà modo di schivare gli attacchi nemici, la seconda (modalità “armatura”) è più incentrata sulla difesa e sul blocco. Il Gear Fourth riguarda invece il momento in cui Rufy può trasformarsi e sferrare attacchi più potenti. I Punti Abilità sono naturalmente ottenibili vincendo i combattimenti e completando le varie missioni, sia principali che secondarie.
Il nostro personaggio è dotato di alcuni indicatori: in primo è naturalmente quello della vita, che può essere aumentata tramite alcune voci particolari sbloccabili nel menù abilità. Inoltre possiede la cosiddetta barra della tensione, che si riempirà mano a mano che sferrerete attacchi ai nemici. Una volta piena, potrà essere utilizzata per sferrare attacchi speciali o assumere la forma Gear Fourth. La barra Kenbunshoku permette invece, una volta piena, di entrare in modalità percezione, che vi permetterà di individuare i nemici e gli elementi importanti dello scenario in cui vi trovate.
Insomma, il nostro Cappello di Paglia ha diverse frecce nel suo arco, che però purtroppo risultano mal sfruttate a causa di un sistema di combattimento non bilanciato né tantomeno ottimizzato correttamente, risultando di conseguenza frustrante in alcuni tratti e poco soddisfacente, nonostante la quantità di abilità disponibili. Innanzitutto ci sono dei momenti in cui il nostro personaggio, a prescindere da come ci muoveremo, sarà colpito ripetutamente senza la possibilità di reagire. Inoltre, il sistema di combo è purtroppo realizzato male, poiché una volta che una combo sarà innescata non sarà possibile interromperla – ad esempio per schivare l’attacco in arrivo da un altro nemici-, il che vi farà probabilmente finire con l’essere inevitabilmente colpiti. Come se non bastasse, alla difficoltà più elevata negli scontri più difficili, la cosa risulta alquanto fastidiosa e frustrante. Aggiungo inoltre che, solitamente, nel compiere una mossa speciale ci si aspetta di avere qualche frame di invincibilità: questo però non accade per Rufy, ma per i nemici sì, rendendo quindi necessario l’essere parchi nell’utilizzo di questi attacchi e il tenersi lontani dai nemici dopo che questi avranno sferrato un attacco speciale o saranno stati colpiti, poiché nei secondi successivi risulteranno completamente immuni ai colpi. Aggiungo inoltre che il sistema di lock è davvero realizzato male, poiché non permette di ruotare la visuale tenendo d’occhio la posizione del nemico, e vi ritroverete quindi in continuazione a ruotare la telecamera alla sua ricerca.
Gli scontri con gli avversari “normali” risultano generalmente piuttosto simili tra loro, con la presenza ogni tanto di qualche nemico più grosso e resistente. Risulta comunque evidente una notevole monotonia nei modelli: i nemici sono tutti uguali. Le cose cambiano abbastanza quando si passa alle boss fight che risultano sì abbastanza spettacolari, ma comunque relativamente monotone e poco sorprendenti considerati i moveset ripetitivi degli avversari.
Karma e crafting
Ci sono alcuni ulteriori elementi da analizzare: partiamo parlando del sistema Karma pirata. Quest’ultimo è un particolare sistema di rapporti con i vari personaggi con cui Rufy può interagire. Ogni “fazione” o personaggio avrà un grado di Karma che potrà essere aumentato completando le missioni secondarie ad esso legate. Il “premio” legato all’aumentare di questi livelli sono dialoghi e quest secondarie aggiuntive. L’idea non è malvagia, peccato che il più delle volte le “missioni karma” consistano nel recarsi in un luogo specifico ed assistere a circa 10 secondi di dialogo di quello specifico personaggio.
Nell’open world di One Piece World Seeker possiamo naturalmente visitare anche la nostra cara Thousand Sunny, sulla quale potremo interagire con i vari membri della ciurma, che potranno permetterci alcune possibilità riguardanti il crafting e la raccolta di materiali. Questi ultimi saranno utili quindi sia per realizzare equipaggiamenti, sia per permettere a Sanji di cucinare deliziosi manicaretti. Franky e Usop, nello specifico, ci permetteranno di creare equipaggiamenti e tenute, che potranno migliorare alcune delle nostre statistiche, come i PV massimi o i danni inferti ai nemici.
I materiali per realizzare i progetti (ottenibili tramite missioni secondarie) possono essere raccolti nella mappa o ottenuti da alcuni personaggi. Inoltre sarà possibile, tramite un menù disponibile sulla Sunny, inviare uno dei membri dell’equipaggio in esplorazione per trovare specifici ingredienti.
Purtroppo devo sottolineare anche stavolta la leggerezza con cui si è realizzato questo elemento del gameplay: gli equipaggiamenti infatti risultano talmente poco impattanti nel combattimenti, che non è particolarmente producente impegnarsi nel realizzarli e trovare i progetti.
Insomma, in generale ci troviamo certamente di fronte a numerose idee, che però risultano il più delle volte mal implementate.
In conclusione
One Piece World Seeker era un bel sogno: portare gli straordinari personaggi di Oda in un mondo aperto, esplorabile e ricco di attività, proponendo una storia inedita. Tuttavia il risultato è alquanto al di sotto delle aspettative, dimostrando una superficialità di fondo che rende il titolo insufficiente. Un open world vuoto e totalmente non interagibile, unito ad un sistema di combattimento non soddisfacente ed implementato a mio parere molto male, sono i più evidenti difetti di un titolo che in generale mi sentirei di consigliare solamente a qualcuno con un tale amore per la saga da essere in grado di superare tutti questi problemi. Le potenzialità enormi dell’universo di One Piece rimangono dunque ancora inespresse, perlomeno nel mondo videoludico. Insomma, in conclusione: una vera occasione sprecata.
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