Il mio innamoramento per Outriders è iniziato sin dal suo primissimo trailer, che inizialmente lo poneva tra i titoli che sarebbero stati lanciati con l’avvento della next-gen di console. Square Enix e People Can Fly hanno poi cambiato i loro piani, rimandando il gioco al 2021, dapprima al 2 Febbraio rinviandolo poi alla sua data di rilascio effettiva, ossia lo scorso 1° Aprile.
Nel corso dei mesi che ci hanno accompagnato verso questa fase gli sviluppatori hanno saputo davvero stuzzicare la mia personale curiosità, con vari broadcast che ci hanno dato sempre maggiori informazioni su questo looter shooter drop in drop out, con informazioni legate alla presenza di classi, ma anche sull’endgame del titolo. Curiosità poi che sono sfociate nel disintegrare la demo, rilasciata un mese prima del lancio della sua versione completa.
Outriders quindi, ai miei occhi, è risultato essere il classico “outsider” (sì, il gioco di parole è voluto), che però mi avrebbe fatto passare delle ore in compagnia a sparare a qualsiasi cosa avesse vita. L’obiettivo, per quel che mi riguarda, è stato ampiamente raggiunto.
Ho avuto modo di giocare ad Outriders su Xbox Series S grazie al codice fornitoci, ma avrei comunque optato per questa console grazie al fatto che il titolo è disponibile su Xbox Game Pass dal day one.
Vi ho parlato abbastanza di quanto fossi in attesa di questo Outriders, ma adesso è giunto il momento di parlarvi della mia avventura su Enoch!
“Che ci frega della trama, spara o muori!”
Ho avuto modo di giocare ad Outriders sia da solo che in co-op (se volete, potete recuperare il nostro fallimentare tentativo di una live al Day One del gioco), ma fondamentalmente la sensazione che mi ha sempre accompagnato nelle 30 ore di gioco della Campagna, più le Spedizioni (ossia la parte dell’endgame) è quella che vi ho descritto nel titolo di questa sezione. Outriders è un titolo che punta decisamente sulla quantità, fondendo lo stile di The Division ad un mondo strutturato alla Destiny, ma distinguendosi da essi, ibridandosi con altri elementi che rendono il gameplay sicuramente più vario, ma soprattutto tamarro al punto giusto.
Partiamo col definire Outriders: abbiamo già detto che si tratta di un looter shooter drop in drop out, in cui potrete completare tutte le missioni in sessioni da 1 a 3 giocatori, sia con amici sia sfruttando il matchmaking casuale. Per chi fosse effettivamente interessato alla trama (ho fatto lo sforzo di seguirla il più possibile) il nostro Outrider, una sorta di commando d’élite, si ritrova su Enoch, un “Nuovo Eden” dove la razza umana sta cercando di stabilirsi dopo la morte della Terra, per colonizzarlo prima di poter far scendere proprio gli umani sul pianeta. Sebbene Enoch sembri poter essere effettivamente la nuova casa dell’umanità, ben presto i nostri si trovano a fronteggiare l’Anomalia, una tempesta che affligge il pianeta causando mutazioni genetiche. Questo è il destino che tocca al nostro personaggio. A questo punto parte quindi la scelta della classe, che ci permette di “indirizzare” la mutazione ricevuta.
Sono 4 le classi disponibili: Piromante, Tecnomante, Mistificatore e Distruttore. Queste sono tutte ben caratterizzate e diverse, e in battaglia hanno una valenza specifica: il Distruttore è ad esempio il tank della situazione, il Mistificatore colpisce a corto raggio e così via. Per quello che mi riguarda, la scelta non poteva che ricadere sul Distruttore: in questi giochi la mia mente ha solo un pensiero, che è “tanta vita, tanta potenza, spara e distruggi“.
Una volta terminate le prime missioni, si aprirà il mondo di gioco davanti a voi: la nostra Mutazione infatti è stata ibernata per 30 anni ed Enoch nel frattempo è molto cambiato. Gli umani infatti si sono stabiliti in diversi insediamenti, ma sono sempre in guerra con i Ribelli e le bestie selvagge che popolano il pianeta e ovviamente, come sempre accade, il nostro arrivo sconvolgerà tutto. Qui si fermano le nostre indicazioni sulla trama del gioco, onde evitare di incorrere in spoiler poco graditi, ma vi posso dire che quest’ultima è anche piuttosto interessante, con qualche colpo di scena inaspettato e una sana dose di trash. Per portare a termine le missioni della campagna, magari soffermandosi anche sulle diverse secondarie (incluse anche le taglie e le cacce di nemici particolarmente potenti) che il titolo propone, ci vorranno all’incirca 30 ore. Ma poi ovviamente il gioco non è affatto terminato.
Quello che può far storcere il naso a qualcuno è un elemento che, a lungo andare, si denota un po’ troppo ma che è anche una caratteristica intrinseca di questa tipologia di gioco: la ripetitività. Salvo rarissimi casi infatti le nostre avventure su Enoch si ridurranno al processo “entra in un’area, uccidi e devasta, vai all’area successiva, ripeti”. Anche quando le missioni propongono di svolgere attività diverse dall’andare dritti in faccia al boss, comunque si deve passare da questa struttura di gioco. Sicuramente la cosa non è dispiacevole perché, vi ripeto, Outriders è questo, ossia spazzare via chiunque ti si pari davanti, però un po’ di varietà avrebbe giovato, magari con qualche incontro casuale nei diversi passaggi tra le aree.
Il gameplay
Dopo aver parlato degli aspetti generali, arriviamo ora però a definire meglio in cosa consiste Outriders. Il titolo, come detto, prende ampia ispirazione da altri capolavori del genere, quali The Division e Destiny, con anche qualche bella spruzzata di Mass Effect (se guardiamo la trama, siamo praticamente alla stregua del sempre maltrattato Mass Effect Andromeda). Questo si riflette anche sul gameplay: se non lo avete capito, l’obiettivo è sparare a tutto ciò che si muove. Come per The Division (o anche Gears Of War, il cui sistema di coperture è stato creato proprio da People Can Fly), avremo a disposizione coperture dietro alle quali ripararci per avere una protezione contro i nemici. Ma queste vi serviranno ben poco: in Outriders è infatti presente la meccanica del kill to heal: uccidere e danneggiare nemici infatti ripristina la vostra salute. Non potrete quindi prendevi un attimo di pausa dalla battaglia e invece continuare a muovervi e infliggere danni per non soccombere.
In Outriders avrete anche a disposizione delle abilità, fino ad un massimo di 3 equipaggiabili e assegnate ai tasti dorsali su pad, che sbloccherete avanzando di livello (il level cap è fissato al 30 per quanto riguarda la Campagna, e arriva poi al 45 nell’endgame). Diciamo la verità, forse potevano esserne messe di più, visto che alla fine della fiera ogni classe ha 7 abilità, che possono essere cambiate e potenziate a scelta. Queste skill si sbloccano avanzando mano a mano di livello, cosa che nello stesso tempo vi permetterà di ottenere dei Punti Classe da utilizzare nell’albero delle abilità e che vi faranno ottenere diversi vantaggi.
Ad ogni modo, Outriders è come detto un looter shooter, quindi il nostro obiettivo è uno solo: farmare. Uccidendo nemici, sia quelli base che quelli più potenti, questi ci lasceranno del loot, che comprende armi, vestiti, ma anche materiali. Il loot si distingue in 5 classi, in altrettanti colori: bianco, verde, blu, viola ed infine giallo, che sono le armi leggendarie, che però vengono droppate e ottenute come ricompense solo in alcuni momenti specifici. Ben presto il gioco, aumentando di difficoltà, comincerà a droppare solamente le armi più rare.
Questa è infatti una delle caratteristiche specifiche di Outriders: invece di avere una difficoltà “canonica”,People Can Fly ha adottato un sistema a difficoltà crescente: il Livello del Mondo. Enoch diventerà una landa sempre più pericolosa man mano che si progredirà, con esperienza che permetterà di aumentare (o anche diminuire) questo livello che cercherà di mettervi sempre più in difficoltà. Partendo dall’1, Livello massimo è il 15 e questo, vi possiamo garantire, sarà una vera spina nel fianco: i nostri avversari infatti arriveranno ad un livello +12 rispetto al nostro. Una volta arrivati al level cap potremo solo far aumentare il livello del nostro equipaggiamento,fino al livello 50. Questa scelta rende certamente il tutto molto più interessante, perché garantisce un livello di sfida sempre crescente e che vi porterà a porre sempre molta attenzione al loot che andrete a trovare in giro.
Un elemento estremamente apprezzabile, che serve a rendere davvero profondo tutto questo sistema di gioco, è costituito dalla gestione dell’inventario, ma anche dalla possibilità di migliorare ogni singolo pezzo di equipaggiamento e armi che troverete nel corso delle vostre imprese. Eliminando nemici, ma anche scovando casse e raccogliendo materiali, oltre al loot classico troverete anche cuoio, ferro e soprattutto titanio, i tre elementi necessari all’evoluzione delle vostre armi. Con il ferro si modifica il livello delle armi e le mod di queste ultime, con il cuoio si modificano le armature, il titanio influisce sull’aumento di grado di ogni elemento e dal livello 47 in poi solo la combinazione titanio+materiali ottenuti dalle Spedizioni permette di aumentare il livello dell’equip. I materiali possono anche essere acquistati nei vari shop che trovate all’interno delle diverse aree. Recandovi da Zahedi, uno dei personaggi della nostra combriccola, potrete migliorare l’equipaggiamento ma anche modificare le caratteristiche della vostra arma e poi inserire le mod equipaggiamento sia delle armi che delle armature più adatte alla vostra build. La personalizzazione di armi e armature è di cruciale importanza.
Infatti uno degli aspetti più interessanti di Outriders è proprio la meccanica utilizzata per la costruzione delle build. Oltre a poter investire a proprio piacimento i punti ottenuti in uno dei tre rami dell’albero delle abilità, che può essere azzerato in qualsiasi momento senza alcun costo per poter reinvestire i punti, People Can Fly ha creato un sistema estremamente stratificato, capace di fornire decine di varianti diverse. Quest’ultimo è interamente basato sulle già citate mod che possono essere distinte in due categorie: corazza e arsenale. Tutti gli elementi di grado “raro” (contraddistinto dal colore blu) fino ai “leggendari” sono dotati di particolari abilità capace di modificare sensibilmente lo stile di gioco e l’efficacia del soldato in battaglia. Smantellando gli oggetti dotati di questi elementi, aggiungeremo le mod contenute alla nostra collezione. Ognuna di queste proprietà possiede a sua volta un grado di rarità (da 1 a 3) che ne migliora sia la frequenza di utilizzo sia la quantità di bonus ricevuta.
Ad esempio il Tecnomante può tramutare la sua torretta infettiva in uno spara ghiaccio, cosi come trasformare il lanciarazzi in una devastante minigun. La quantità di combinazioni tra le modifiche delle bocche di fuoco, delle skill e delle caratteristiche delle protezioni è davvero incredibile, tanto quanto l’impatto che quest’ultime hanno sul gameplay. A seconda del vostro stile di gioco potrete dotare l’arsenale di effetti elementari, aumentare la percentuale dei colpi critici, fornire il personaggio di attacchi ad ampio raggio o di supporto per la squadra. La caccia ai leggendari e alle relative proprietà viene esaltata soprattutto nell’endgame del titolo, dove passerete svariate ore alla ricerca del set più idoneo al superamento delle ostiche Spedizioni. Per raggiungere il massimo grado di quest’ultime (livello 15) dovrete eliminare un’enorme quantità di avversari nel più breve tempo possibile, in modo da aumentare la percentuale di ottenimento degli elementi più rari. Una volta ottenute le mod più efficaci, dovrete sperimentare la combinazione tra queste e gli equipaggiamenti che preferite, vincolati dal limite di modiche che potrete apportare all’oggetto che vi interessa. Infatti una volta che avrete creato e livellato al massimo la vostra arma o la vostra corazza preferita, vi sarà consentito di sostituire solo una delle due mod disponibili, mentre un’altra resterà bloccata nell’elemento. Un fattore importante che vi porterà a prendere in considerazione anche oggetti apparentemente poco performanti, la cui efficacia potrebbe aumentare in base alle vostre esigenze. Il sistema di progressione e personalizzazione è sicuramente uno degli aspetti più divertenti e appassionanti di Outriders, in grado di fornire al prodotto una longevità davvero notevole.
Per concludere questa sezione, dobbiamo parlare necessariamente di una cosa che personalmente ritengo la più importanteper questa tipologia di esperienza videoludica: la soddisfazione pad alla mano. Se, come me, adorate giocare di ignoranza, sparando senza pensare e buttandovi nella mischia, Outriders potrebbe davvero essere l’esperienza definitiva per voi. Falcidiare orde di nemici regala una soddisfazione personale quasi al limite dell’apoteosi, soprattutto quando le cose cominciano a farsi toste, vale a dire ai livelli del mondo più alti in cui non solo i nemici sono più forti, ma sono anche numericamente di più. Tutto questo si traduce in un gameplay frenetico in cui non si ha un attimo di tregua, e quindi viene anche a richiedere una rapidità di pensiero e di mano per riuscire a sopravvivere a tutte le situazioni. Particolarmente spettacolari anche le diverse boss fight che il gioco propone, sufficientemente varie, anche se alcune tendono a ripetersi, ma con personaggi diversi.
Una cosa che potrebbe far storcere il naso è la gestione della mappa e soprattutto del sistema di Vaggio Rapido. Outriders non è un open world, anche se concede una discreta libertà di esplorazione, ma è costruito come un susseguirsi di mappe chiuse tra cui è possibile spostarsi tramite caricamenti. Esplorare è di vitale importanza, in quanto vi permetterà di trovare missioni secondarie, casse e altri collezionabili, ma riuscire ad orientarsi risulta molto spesso difficile. Il radar, situato in alto a destra sullo scherma, non mostra una minimappa di gioco, ma solo delle indicazioni sommarie sulla direzione da seguire. Per quanto la progressione nelle missioni possa risultare lineare, molto spesso vi capiterà di perdervi ad esempio a causa una serie di bug della mappa, che molto spesso non vi indicherà dove andare, ma vi riporterà praticamente al punto di trasferimento rapido. Una cosa che può risultare tediosa, ma che mi auguro venga corretta.
Online ed endgame
Arriviamo però adesso, dopo aver sviscerato praticamente quasi tutti gli aspetti di Outriders, a quello che è il vero nocciolo della nostra recensione: il comparto online. Il gioco, come detto, può essere affrontato nella sua interezza in compagnia ed è sicuramente un metodo per aumentare esponenzialmente il divertimento. Negli scorsi giorni è arrivata finalmente la patch che ha migliorato alcuni problemi da questo punto di vista dopo il disastro dei primi giorni dal lancio, con server più stabili e netti miglioramenti per il matchmaking. Ma come spesso succede in questi casi però, per tante cose risolte sono nati molti problemi, come ad esempio il (gravissimo) bug che cancella completamente l’inventario e non permetter più di utilizzare il personaggio (problema su cui gli sviluppatori stanno lavorando). Questo ovviamente pesa molto sulla valutazione dell’esperienza, poiché non riuscire a giocare online, pur avendo una buona connessione, oppure ritrovarsi con crash dell’applicazione e della console ogniqualvolta si ritorna nella lobby a causa di un errore di rete, non va bene. Sono convinto che lo studio riuscirà celermente a sistemare questa cosa, ma davvero, questo netcode in queste condizioni rende il gioco online ancora più complesso.
L’endgame di Outriders si compone della modalità che riguarda le già citate “Spedizioni” e che prende il via al termine della campagna principale: questa si compone di veri e propri raid di difficoltà crescente, da completare nel più breve tempo possibile, al fine di ottenere il miglior loot possibile. Queste missioni sono ancora più caotiche di quelle della campagna principale e non esiteranno a riversarvi addosso un enorme numero di nemici: sarà quindi di vitale importanza coordinarsi al meglio con i propri compagni o, se si va in solitaria, bisognerà essere più che ben preparati. L’endgame è nel complesso più che ben strutturato e aggiunge parecchia carne al fuoco.
Il comparto tecnico
Arriviamo ora al comparto tecnico, un aspetto per nulla marginale per quanto riguarda Outriders. Partiamo come sempre dal comparto grafico. Outriders, al netto dei numerosi bug grafici che spesso affollano il gioco, sa davvero regalare degli ambienti e degli scorci mozzafiato. Il mondo di Enoch prevede la presenza di moltissimi biomi diversi, spaziando dalla neve delle montagne fino al deserto, assieme anche a scenari urbani atipici, che però sono resi in maniera davvero ottima grazie all’ottimo uso dell’Unreal Engine 4 e con la potenza delle console next-gen a supporto. Molto ben definiti sono i modelli dei personaggi e dei tantissimi e diversi nemici: questi sono tutti ben caratterizzati, e ognuno presenta dei livelli di dettaglio molto buoni. Lo stesso vale per il mondo di Enoch. A livello di prestazioni Outriders è piuttosto solido, con pochi problemi di framerate e freeze (quasi tutti derivanti dalle problematiche dell’online). Solo ogni tanto abbiamo notato qualche piccolo problema di caricamento delle texture e in un paio di casi o poco più animazioni facciali quasi al limite del comico.
Il comparto audio presenta una soundtrack non propriamente memorabile, che però ha i suoi momenti intensi. Il campionamento di suoni facilità il sentirsi in un vero e proprio campo di battaglia, tra esplosioni, spari ed effetti spettacolari della abilità. Sicuramente importante e nel complesso ben realizzato il doppiaggio in italiano. Una cosa che mi permette di parlare anche della localizzazione in italiano, che risulta non completa: alla fase attuale è ancora possibile incontrare messaggi di testo, oppure anche dialoghi, non localizzati (se avete giocato la missione “L’eredità degli Outrider” saprete a cosa mi riferisco). Si tratta di un’inezia ed è comunque qualcosa di facilmente risolvibile.
In conclusione
Dare un giudizio definito e completo su Outriders, appena pubblicato, è un’impresa davvero complessa. Sicuramente la base da cui sta partendo People Can Fly è molto buona, perché il gioco si appoggia su un gameplay solido, appagante ed estremamente divertente, anche al netto delle problematiche che abbiamo sopra descritto. Di certo, una volta sistemate le noie legate soprattutto al multiplayer, il gioco potrà davvero iniziare ad esprimere in maniera completa il proprio potenziale. Che, a mio modo di vedere, è davvero grande. La varietà regalata dal sistema di progressione, dalla differenza piuttosto marcata tra le classi e dai Livelli del Mondo aggiunge profondità e rigiocabilità al titolo: sicuramente più di qualche utente si divertirà a rigiocare il tutto creando un personaggio per classe, per sperimentare e trovare il proprio stile di gioco e le migliori build.
Insomma, anche al netto dei problemi Outriders resta un titolo potenzialmente valido, che in compagnia può riservare tantissime ore di divertimento. Il gioco, al netto dei miglioramenti che speriamo siano in cantiere a brevissimo, si presenta comunque come un must-have per i fan dei looter shooter, che cercano un’esperienza frenetica e appagante a livello di farming e costruzione delle build, oltre che di difficoltà. Il fatto di avere il titolo nel catalogo Xbox Game Pass su console può essere un ottimo motivo per fare quanto meno una prova e per capire se è un gioco che fa per voi.
Outriders è disponibile su PC, PS4, Xbox One, Google Stadia, PS5 e Xbox Series X | S.