Quando ho avviato Pile Up! per la prima volta, mi si è presentato davanti l’incrocio perfetto tra due giochi che ho apprezzato parecchio in passato (uno più dell’altro): Tearaway e The Touryst. Inizialmente la cosa si è mantenuta su un aspetto grafico, ma in seguito si sono presentati alcuni elementi in comune, come d’altronde succede con oltre il 90% dei videogiochi con forti elementi platform — o platform a tutti gli effetti in primis.
Pile Up! è infatti, a tutti gli effetti, un puzzle platformer fortemente consigliato come esperienza co-op dagli sviluppatori stessi, e tutto il materiale possibile relativo al gioco lo suggerisce: dalle locandine, ai trailer, a davvero qualsiasi altra cosa. Ho quindi sentito il dovere di giocare la prima partita interamente in cooperativa, aprendo poi un secondo slot per identificare le differenze tra il gioco in solo e quello in cooperativa. Vediamo un po’ com’è andata, e se Seed by Seed avrà giocato al meglio le proprie carte per portare a casa un ottimo esordio.
Non c’è poi troppo da dire su Pile Up!, ma non fraintendetemi, dato che dico questo in una maniera totalmente positiva: Seed by Seed, infatti, fa della semplicità la propria forza portante, offrendoci un gameplay mai noioso per l’intera durata del gioco con pochi mezzi, ma tutti ben studiati e ben accorpati. Di base, vi posso dire che in Pile Up! vestirete i panni di… scatole di cartone animate, e il vostro compito sarà il buon vecchio “andate all’avventura e aiutate i personaggi che incontrerete nel cammino”. Una situazione genuina ormai classicissima, ma che non fa e probabilmente farà mai sbuffare il giocatore, se giocata a dovere.
E proprio nell’aiutare i personaggi di Pile Up! vediamo l’intelligente metodo applicato dagli sviluppatori per differenziare il gameplay e non farlo mai risultare davvero monotono: il vostro obiettivo, infatti, sarà quello di esplorare 4 mondi diversi e aiutare altrettanti personaggi al loro interno, che avranno vari tipi di problemi. Ognuno di questi mondi sarà basato su diverse meccaniche, che possono andare dall’attivazione di elettricità per muovere piattaforme, a scatole esplosive con barriere da distruggere, ad altre cose che non andrò a spoilerare così, ovviamente. Quello che posso garantirvi è che ognuno dei 4 mondi di gioco sarà ben caratterizzato, e che sarete ben motivati a esplorarne ogni angolo.
4 mondi di gioco sono purtroppo davvero pochi, ma perlomeno sono tutti piacevoli, cosa che non possiamo sempre dire per tutti i colleghi del genere. La meccanica base, ovvero impilare i blocchi che dovrete impiegare per superare le varie sezioni di ogni livello, non è mai noiosa e offre diverse opzioni di soluzione, specialmente ai giocatori più fantasiosi e a quelli più propensi a collaudare sempre nuove mosse e strategie. Devo ammettere, a volte, “truffando” il gioco, ma in fondo non si accede quasi mai a queste scorciatoie senza il giusto ingegno, quindi lo vedo come un difetto più o meno sorvolabile. Anzi, nell’ottica dell’altissima fruibilità di Pile Up! per un’eventuale community di speedrunner, questo difetto tecnico diventa a tutti gli effetti un grosso pregio.
Come ho detto in precedenza, ho affrontato l’intera “blind run” di Pile Up! in co-op locale, e devo dire che abbiamo genuinamente apprezzato ogni singolo minuto di gioco, per quanto breve l’esperienza possa essere. La difficoltà non è mai stata davvero alta, e probabilmente la sezione di gioco che ci ha rubato più tempo non si è presa più di 1-2 minuti, ma a volte persino quando ci sono puzzle di mezzo la difficoltà non è tutto. E proprio in relazione a questo, ho poi iniziato una seconda partita in singolo, in modo da capire quanto la differenza con l’esperienza in co-op fosse marcata.
Devo dire che mi aspettavo più divario tra le due modalità, e questo è dovuto alla presenza di un limitatore alla fine di ogni sezione che richiede tutti i giocatori (fino a 4) su di esso, non solo uno. Di conseguenza, le stanze le dovrete non solo risolvere assieme, ma anche superare nel senso fisico del termine.
Una cosa che non ho apprezzato dei livelli — piuttosto ironicamente visti gli ultimi tempi — è l’assenza totale di segreti o collezionabili di qualsiasi tipo. Il vostro unico compito sarà quello di raccogliere i gettoni per sbloccare nuovi aspetti, assieme a un altro tipo di risorsa che, per ogni 15 raccolte, vi farà bloccare una porzione di livello utile a sbloccare la modalità speedrun. Il problema è che, spesso e volentieri, nelle vostre avventure vi ritroverete a esplorare ogni tipo di angolo in cerca — che in seguito si trasformerà piuttosto in speranza — di qualcosa di davvero nascosto, ma sarà tutto invano. Questo di base sarebbe sì un problema, ma piuttosto limitato: il problema, in questo caso, è che il level design dei livelli di Pile Up! sembra davvero fatto apposta per nascondere segreti, non dico in ogni singola sezione, ma comunque molto, molto spesso. E non poterne trovare neanche uno è, appunto, parecchio frustrante, specialmente in un prodotto così breve.
Una cosa, anzi l’ultima, che non ho ancora detto relativamente ai mondi di gioco, è che sono presenti delle arcade machine, una per livello, che sbloccheranno dei simpatici minigiochi a cui potrete accedere tramite la sala giochi situata nell’hub. La loro qualità non è esattamente bilanciata e alcuni sono nettamente migliori di altri, ma tutto sommato sono una gradevolissima aggiunta, specialmente per i giocatori che affronteranno Pile Up! in 4. Questo fattore, allo stesso tempo, è una prova solida che HandyGames non ha deciso di pubblicare un semplice “compitino”, per quanto i contenuti siano parecchio limitati in termini di tempo di gioco fruibile (speedrun a parte).
L’unico vero problema di Pile Up!, a parte la scarsa durata, è di stampo tecnico, e si chiama input lag. Purtroppo vi ritroverete non proprio raramente a cadere nel vuoto e non per colpa vostra, per quanto il vostro tempismo potesse essere perfetto. Specialmente con lo scatto aereo, dovrete purtroppo prendere le dovute contromisure e abituarvi alla differenza tra quel che vorreste fare e il tempismo che dovrete invece applicare per ottenere giocate di successo. Per il resto non c’è nient’altro di malsano dal punto di vista tecnico, se non qualche rara sezione superabile con un bug tramite il reset della stanza.
Dal punto di vista artistico, invece, non ci si può lamentare, e specialmente per essere un titolo d’esordio Pile Up! porta a casa un buon voto. Visivamente è sempre piacevole, con un’ottima gestione sia dei colori che delle forme, e una differenziazione grafica tra i mondi di gioco ben più che marcata. Sul piano del sonoro, per quanto voliamo ad altezze più modeste, non ci ritroviamo comunque a lamentarci: gli effetti sono semplici e piacevoli, perfetti per il concept, mentre le musiche sono molto tranquille ma limitate, a volte un po’ troppo “chill” e che migliorerebbero un po’ se ravvivate, specialmente non contando di base su suoni davvero interessanti o peculiari.
In sostanza, potete capire da soli che Pile Up! non brilla particolarmente nel panorama globale, ma allo stesso tempo porta a casa ben più che una sufficienza e si conferma un ottimo esordio per gli sviluppatori. Con un prezzo di lancio piuttosto onesto in relazione all’offerta di gioco, e una sempre più frequente carenza di titoli davvero meritevoli da giocare in co-op locale, HandyGames lancia sul mercato un prodotto piacevole e che ci fa ben sperare per i futuri lavori di Seed by Seed.
Pile Up! Box by Box è disponibile, al momento, solamente per PC al prezzo di 15,00 €.