Sicuramente uno dei franchise più iconici e conosciuti nel mondo dei videogame è quello dei Pokémon, e la sua stella più luminosa è Pikachu. Parliamo di prodotti, e di un personaggio, che hanno accompagnato in questi venti e più anni diverse generazioni di bambini e adolescenti. Inoltre ricordiamo che, soprattutto per quanto riguarda l’anime, proprio il piccolo topo giallo divenne il più iconico dei mostriciattoli tascabili. Di conseguenza, anche se si tratta di spin-off, la creazione di un videogioco e di un live action dedicati totalmente a questo personaggio sembra una scelta obbligata.
Così, il 9 maggio 2019 arriva nelle sale italiane Pokémon: Detective Pikachu, film che si distacca dalla narrativa canonica, legata ad Ash e compagni. Si tratta di un film in live action che racconterà una trama ispirata all’omonimo gioco per 3DS. Non vi resta quindi che scoprire se, a mio parere, sia andato tutto per il verso giusto.
TRAMA
Il film racconta l’avventura di Tim Goodman (Justice Smith), figlio del detective Harry Goodman, nella città di Ryme City durante le indagini sulla scomparsa del padre. Nel suo viaggio sarà accompagnato da un Pikachu parlante (doppiato da Ryan Reynolds). Ryme City viene presentata come l’emblema della collaborazione tra umani e Pokémon. La città, infatti, è il paradiso dove esseri umani, e Pocket Monsters possono vivere insieme in armonia, aiutandosi gli uni con gli altri. Quindi potremo vedere degli Squirtle pompieri o, come già nella serie animata, poliziotti che hanno dei Growlithe e dei Charmander come compagni.
All’interno di questa ambientazione si svolgono le vicende che, nel corso del film, ci faranno conoscere un protagonista in tutte le sue sfumature, e in poco meno di due ore si comporranno tutti i tasselli del puzzle costituente la trama. In entrambi i casi si poteva ottenere un risultato finale leggermente migliore, ma comunque il prodotto rimane più che discreto.
Seppure la trama non risulti tra le più memorabili, riesce sapientemente a conciliare la forza di un brand storico, il potere attrattivo di un personaggio come Pikachu e la voglia di presentare un prodotto con la sua personalità. Per questo motivo il film tenta di rivolgersi sia ad un pubblico di nuove leve, che ai vecchi amanti del brand. Proprio le situazioni presentate ne sono l’esempio calzante: da una parte abbiamo una trama significativa, ma che è presentata in maniera leggera e semplice in modo che possa arrivare a tutti. Dall’altro lato troviamo molti riferimenti, alcuni diretti e altri più nascosti, alle serie animate e ai videogiochi del franchise per il piacere dei fan storici. Inoltre, molte delle citazioni presentate avranno come protagonisti proprio i Pokémon appartenenti alle origini del brand, ossia quelli che hanno fatto innamorare questa fetta di pubblico. Insomma, non si può che ritenere valido il lavoro sulla sceneggiatura e sulla regia di Rob Letterman, già noto per quello su Piccoli Brividi, Shark Tale, e Mostri contro Alieni.
Cast ed effetti speciali
Analizzando il lato tecnico, bisogna sottolineare l’ottimo lavoro svolto con la CGI, utilizzata per trasportare il design di ogni mostriciattolo tascabile all’interno di una produzione live-action. Ogni singolo Pokémon mantiene tutte le sue peculiarità, venendo però trasposto in una rappresentazione dotata di un realismo incredibile. Tutto questo viene tradotto in una completa corrispondenza uno a uno tra il mondo Pokémon e quello umano. In sintesi, le due realtà si fondono e lo fanno senza grandi passi falsi, presentando una realtà verosimile seppure inventata.
Troviamo un cast formato dalle seguenti personalità: i già citati Smith e Reynolds, Kathryn Newton (Lucy Stevens), Chris Geere (Roger Clifford), Ken Watanabe (Detective Yoshida), Bill Nighy (Howard Clifford) e la cantante Rita Ora (nei panni della dottoressa Ann Laurent). I più convincenti, sempre al netto di piccole imperfezioni, si rivelano i protagonisti, ossia Smith, Newton e sopratutto Ryan Reynolds. Quest’ultimo si è messo davvero alla prova, donando al Detective Pikachu non solo la voce (in italiano è stato confermato Francesco Venditti, già voce dell’attore per Deadpool), ma anche le movenze facciali. Beh, non ci si può proprio lamentare del risultato, visto che Pikachu converge l’attenzione su di sé in ogni singolo fotogramma in cui è presente. Proprio per questo, quindi, le lotte Pokémon non domineranno la scena. Al contrario, la produzione si è dedicata maggiormente nel presentare il rapporto paritario tra il protagonista umano e il suo Pikachu.
Conclusioni
Pokémon: Detective Pikachu non punta a raggiungere né i livelli di profondità che aveva il primissimo film Pokemon, né alla spettacolarità di altri. Tuttavia riesce a convincere, e a ricavarsi un suo piccolo spazio tra i tanti adattamenti cinematografici a tema Pokémon, essendo anche il primo in versione live action. Ci viene presentata una pellicola che riesce a divertire, coinvolgere, e a tratti anche rapire, pur presentando tematiche già ampiamente sviscerate. Insomma, Pokémon: Detective Pikachu è un film che sa fare tesoro dell’esperienza di un brand con più di vent’anni alle spalle, che convincerà sia i più piccoli che i grandi appassionati.