Kalypso Media e Gaming Minds tornano alla riscossa nel campo dei titoli stategico/gestionali con la nuova incarnazione di un franchise molto apprezzato: Port Royale 4. La serie finora “relegata” (per ovvi motivi, che ritornano purtroppo anche in questa recensione) alla fazione PC, con il quarto capitolo sbarca anche su console PS4, Xbox One e Switch. Ho testato quindi la versione Xbox One su Xbox One X, ritrovando un buon esponente del genere, castrato purtroppo dai limiti dei controlli. Ma andiamo con ordine.
In Port Royale 4 sarete chiamati ad entrare nei panni di un commerciante al soldo di una delle potenze coloniali del XVII secolo nei Caraibi dell’America Centrale, trovandovi a dover gestire inizialmente una ristretta attività di compravendita, per poi arrivare a fondare un vero e proprio impero commerciale, il tutto condito con combattimenti navali a turni. Intervengono, nel gameplay, anche sezioni puramente gestionali, nel momento in cui ci troveremo a gestire direttamente gli insediamenti, arrivando quindi a deciderne il tipo di produzione e nel contempo le necessità.
Tutto questo insieme potrebbe facilmente spaventare, per lo meno all’inizio, e stordire il giocatore, soprattutto se neofita della serie, ma fortunatamente interviene a suo vantaggio un dettagliatissimo (e lungo) tutorial che spiega approfonditamente ed efficacemente tutto quello che è necessario sapere per avere successo nella propria avventura. Sono disponibili più campagne, a seconda della potenza coloniale che sceglierete, che andranno però sbloccate mano a mano: la prima disponibile è la Spagna, a cui seguono l’Inghilterra, la Francia e l’Olanda. Tutte le potenze hanno caratteristiche differenti forniscono bonus e malus a seconda di quale si sceglierà. Lo stesso vale nella fase di selezione del vostro personaggio: sono disponibili 4 personaggi pregenerati, ognuno con il suo background specifico e le sue caratteristiche. Ad esempio, scegliere il Bucaniere avrete un bonus di 5 punti fama, ma anche una perdita di fama doppia se indulgerete in attività di pirateria. È possibile naturalmente affrontare anche una partita “libera”, senza particolari obiettivi specifici, andando semplicemente a costruire il proprio impero commerciale.
Sarebbe quasi controproducente andare ad approfondire ogni singola meccanica presente del gioco, risultando in un lungo ed esageratamente ripetitivo catalogo. Quello su cui preferisco soffermarmi parlando di Port Royale 4 è il risultato dell’esperienza di gioco, valutando il suo risultare o no appagante e qualitativamente soddisfacente. Partiamo quindi dicendo che, come tipico della serie, il sistema di simulazione economico e commerciale funziona piuttosto bene, risultando non di immediata comprensione per i neofiti. I più veterani ritroveranno invece il sistema che ha reso la serie popolare, trovandosi quindi estremamente soddisfatti. Anche il lato gestionale più legato al building è interessante, anche se rimane poco profondo, con la possibilità, una volta ottenuta la gestione di una delle città, di decidere in quali edifici e produzioni investire, costruendo nel contempo navi per ampliare i propri convogli commerciali. Esiste però anche un lato più bellicoso, che interviene nel momento in cui andremo a scontrarci con pirati o fazioni nemiche con cui siamo in competizione. Il sistema diplomatico, in questo senso, non è particolarmente complesso, anzi poteva risultare decisamente più approfondito. Nello stesso tempo anche le battaglie navali avrebbero potuto essere realizzate in modo più studiato per risultare più soddisfacenti. Ci viene proposto infatti un interessante combattimento strategico “a scacchiera”, come una vera e propria classica battaglia navale, in cui potremo muovere una nave alla volta attaccando grazie all’arsenale di cannoni a bordo e utilizzando alcune specifiche “abilità” extra. Ci sono naturalmente diversi tipi di navi e di potenza di fuoco variabile e i combattimenti risultano in questo modo abbastanza tattici. Il problema fondamentale è però la ripetitività di fondo, oltre che un’IA non propriamente all’altezza della situazione. Esiste per fortuna un’opzione per “saltare” i combattimenti, dando una sorta di risultato “a tavolino” in base alle statistiche dei contendenti. Si va a togliere però uno degli aspetti più interessanti promessi da Port Royale 4, ossia la possibilità di guerreggiare nei mari.
Dal punto di vista tecnico, Port Royale 4 risulta abbastanza soddisfacente: fluido e piacevole alla vista, con pochi caricamenti e un buon impatto generale. Dall’altra parte però va considerato il tallone d’Achille di questo tipo di produzioni quando sbarcano su console: i controlli su pad. Se da una parte è stato fatto tutto sommato un buon lavoro di mappatura, l’esperienza con mouse e tastiera risulta infinitamente superiore e più fluida, in confronto alla macchinosità della navigazione nei menù e nella mappa tramite il controller, che sia di Xbox, PlayStation o Switch.
Aggiungo all’equazione la buona localizzazione italiana di tutti i testi.
In conclusione
Tirando le somme Port Royale 4 risulta una più che discreta esperienza di simulazione commerciale e gestione, condita però da una poca profondità di alcuni aspetti che potevano essere molto più intriganti. Se la valutazione della versione PC potrebbe essere certamente più elevata, per quanto riguarda il lato console non posso premiarla eccessivamente e sono costretta a non superare di troppo la sufficienza a causa della già citata macchinosità dei controlli, che va purtroppo ad inficiare l’esperienza di gioco rendendola decisamente più lenta e frustrante di quanto non sia. In sostanza, vi consiglio di considerare Port Royale 4 su console solo se è la vostra unica possibilità e smaniate dal desiderio di giocarlo. Altrimenti guardate decisi verso la controparte PC, senza esitare.