Un arcobaleno tra una pioggia di proiettili!
Circa un anno e mezzo fa (1 Dicembre 2015) sugli scaffali dei negozi e sugli e-store vede la luce Rainbow Six Siege, ennesimo titolo della saga Tom Clancy, scrittore di fama internazionale che anche post mortem continua ad ispirare opere videoludiche di successo. L’hype per questo titolo era molto alto, complice la natura del gameplay; non il classico sparatutto “corri, uccidi, muori, ripeti” ma totalmente l’opposto, molta tattica e “disciplina”.
Dinamiche di gioco
Vediamo le modalità di gioco. La componente single player riguarda solo piccole missioni denominate Simulazioni, che sono poco più di un tutorial dove potrete provare i gadget e le abilità di alcuni Operatori (cosi vengono chiamati i vari soldati che potete scegliere prima di ogni round di gioco). Ovviamente è il multiplayer online a farla da padrone con “nessun respawn”, caratteristica comune a tutte le modalità che costringe il giocatore a tenere una soglia di attenzione maggiore rispetto agli sparatutto classici: se si viene abbattuti si aspetta il prossimo round ma senza essere passivi, chi è fuorigioco può continuare ad utilizzare le visuali sugli altri giocatori oppure sulle telecamere (ambientali se si è in difesa, droni se si è in attacco) e consigliare il proprio team. Possiamo fare due scelte, Caccia ai Terroristi o Multigiocatore. Nel primo si possono affrontare, in team o anche in singolo (seppur non proprio divertente), missioni contro i bot generati dal gioco; nel multigiocatore, dopo aver deciso tra partita libera o classificata (dove verremo premiati da un punteggio variabile in caso di vittoria che ci farà salire di grado nella valutazione generale), affronteremo missioni 5 vs 5 con altri giocatori online.
Suddivisione missioni
In entrambe le modalità le missioni sono divise in tre possibilità:
- Presidio – I 5 attaccanti cercheranno di ottenere un accesso ad una particolare stanza e, appunto, presidiarla tenendo fuori o eliminando i difensori che invece cercheranno di impedire che ciò accada.
- Salvataggio – Chi attacca proverà a recuperare un ostaggio tenuto prigioniero nella mappa, mentre chi difende cercherà di impedirlo (entrambi molto attenti a non uccidere l’ostaggio con i proiettili vaganti).
- Artificieri – Chi attacca porta con sè un disinnesco che proverà prima a piazzare sul sito di una delle due bombe presenti (solitamente in due stanze adiacenti), poi a proteggerlo fino a che non sia passato un lasso di tempo prestabilito; nel frattempo i difensori prima cercheranno di impedire il piazzamento del disinnescatore, altrimenti dovranno tentare di distruggerlo prima dello scadere del timer.
In tutte le tre possibilità la soluzione comune è eliminare tutti gli avversari ma non sempre è la scelta migliore, visto che si può completare la missione con strategie che non prevedono la ricerca di nemici nascosti nei vari punti della mappa. Molto importante è tenere d’occhio il tempo della missione e scegliere li operatori giusti in base a modalità e mappa.
Gli Operatori
Senza entrare nello specifico, lo faremo probabilmente in un articolo dedicato, basti sapere che ci sono vari operatori (30 al momento in cui stiamo scrivendo) metà dei quali sono attaccanti mentre il resto difensori e che, oltre alle loro storie personali che non influiscono nella dinamica di gioco, hanno la possibilità di utilizzare vari gadget ognuno diverso, spesso in contrapposizione con quello di un rivale. Queste abilità di ciascun soldato vi permetteranno di affrontare le missioni in modo sempre diverso cosa che, nonostante la ripetitività delle missioni, vi darà sempre nuovi stimoli e sfide da affrontare.

Schermata di inizio partita
Nonostante sia uscito da tempo, perché scriverne adesso un articolo?
La risposta si trova tra i pregi ed i difetti del prodotto Ubisoft. Inizialmente vi furono grossi problemi con i server (non che adesso non ci siano, ma sono notevolmente ridotti), continue disconnessioni con conseguente perdita di punti, difficoltà nel matchmaking ed un mancato sanzionamento dei players con comportamenti scorretti; tutti aspetti che avevano allontanato molti utenti dal titolo. Lo ammetto, anche io sono stato tra questi. Sembrava quindi che le velleità di successo per questo gioco fossero destinate già sulla via del tramonto, ma la compagnia franco/canadese non ha perso le speranze. Nonostante i molti titoli di loro produzione in procinto di uscire (The Division su tutti), ha continuato a lavorare sui server e, a distanza di quasi un anno, i miglioramenti si sono visti. Non sarà tutto rose e fiori, ma la stabilità offerta adesso permette di gustarsi ore ed ore di sano divertimento.

Alcuni degli operatori
Ed è cosi che arriviamo ad oggi, con Rainbow Six Siege sulla bocca (o meglio, nelle console e PC) di mezzo mondo, complice anche l’uscita a cadenza regolare di nuovi operatori con gadget ed abilità sempre diverse, provenienti dalle forze militari di tutto il pianeta (tranne l’Italia, almeno per adesso), con migliaia se non milioni di utenti che si inventano tattiche sempre nuove, YouTubers più o meno famosi che portano le loro partite sul web e, soprattutto, il mondo degli e-sports che ha accolto questo titolo con entusiasmo.