Ci siamo. Square Enix continua la sua opera di remasterizzazioni portando su PS4 uno dei Final Fantasy più criticati di sempre: Final Fantasy XII The Zodiac Age è la remaster del capitolo uscito originariamente nel lontano 2006 (2007 in Europa) per PlayStation 2, e, a causa di un combat system completamente rivisto ed un sistema di evoluzione dei personaggi differente rispetto agli altri capitoli, viene considerato come un titolo controverso, e quindi dimenticabile, rispetto alle altre fantasie finali create da Sakaguchi. Questa volta, a differenza della remaster del X/X-2, Square ha riproposto il titolo partendo dalla versione giapponese, più completa e mai arrivata in Occidente, aggiungendo altri piccoli dettagli; vediamo insieme se merita una seconda opportunità o se invece resta un gioco di nicchia.
Ivalice: città piena di amore… e guerra
Inizialmente il titolo ci offre la possibilità di comandare un soldato, chiamato Reks, che sta combattendo per la propria patria, Dalmasca, regione di Ivalice. Poco dopo però, raggiunto la sala dove il re stava per firmare un armistizio che gli si sarebbe rivolto contro, il giovane viene ucciso dal suo ufficiale, che sembra abbia ucciso lo stesso re. A questo punto l’attenzione si focalizza sugli anni conseguenti la sconfitta di Arcadia, raggiungendo, infine, il nostro eroe, Vaan, fratello del defunto Reks. Il ragazzo abita a Rabanastre, insieme a Penelo e altri bambini cresciuti ed aiutati da Migelo. Costui sta preparando il banchetto per l’arrivo del nuovo console della città che si scoprirà essere il figlio del re dell’Impero, nonché il villain del gioco, Vayne. Dopo le prime missioni che fungono da tutorial inizia ufficialmente l’avventura di Vaan, Penelo ed altri NPC di tutto rispetto, che lasceremo a voi l’onore di conoscere. La trama si focalizza su temi come l’amicizia, l’onore, il rispetto e la fratellanza, nonché sull’odio, la superbia, ed il superamento di un limite invalicabile. Tralasciando ormai alcuni aspetti che tutti gli appassionati di jRPG sono abituati a notare, vedi motivazioni forzate, coincidenze troppo situazionali momenti di assoluto mutismo e di torpore, per il resto il comparto narrativo è ben raccontato e scritto.

Final Fantasy XII The Zodiac Age: una scena di intermezzo con il motore di gioco
Chi più gambit ha più ne metta
Il combat system di Final Fantasy XII, come già detto, fu la parte più criticata da pubblico e critica all’uscita originale, ed in questa remaster, ovviamente, non è cambiato di una virgola. La possibilità di impostare delle azioni fisse per ogni personaggio, chiamate gambit, che si dipanano da attacchi melee, magie, tecniche, richiami e apoteosi fanno del giocatore solo un pubblico non pagante dei combattimenti, se impostati con cura e dedizione, in quanto i protagonisti faranno tutto automaticamente. Richiami e apoteosi sono delle tecniche che utilizzano una barra speciale (aggiunta solo in questa versione) per evocare un Esper (un mostro che si è sconfitto precedentemente e che è possibile richiamare solo da un personaggio dopo che è stato sbloccato sulla scacchiera) o per utilizzare una mossa finale che è possibile combinare con quelle degli altri eroi. Ho accennato ad una scacchiera: ebbene, questo sarà il menu di evoluzione dei personaggi. Ogni volta che si aggiungerà un membro al nostro party, in totale 6 ma solo 3 utilizzabili sul campo di battaglia, ci verrà data la possibilità di scegliere la sua scacchiera (scelta incontrovertibile, ma che potrà essere “aggiustata” con la difficile decisione di una seconda scacchiera, ottenibile solamente proseguendo nel gioco). Questo è il secondo punto su cui focalizzarci: le scacchiere sono tante e completamente diverse le une dalle altre, e proprio per questo è difficile utilizzarle tutte, alla fine si opterà sempre per le solite (mago bianco, nero, cavaliere, arciere). Inoltre in questa versione, c’è la possibilità di impostare il gioco a velocità normale, 200X o 400X, e vi devo confessare che quest’ultima velocità mi è stata utile per completare il gioco in un tempo relativamente normale (35 ore). Inoltre queste opzioni saranno una manna dal cielo per tutti coloro che amano fare grinding, risparmiando decine se non centinaia di ore. Una nota di merito al sonoro che è veramente da applausi, sia quello originale che il riarrangiamento nuovo.

Final Fantasy XII The Zodiac Age: scontro con un boss del gioco
Un nuovo splendore per Rabanastre… più o meno
Il comparto grafico in questo Final Fantasy XII The Zodiac Age a livello di texture e bellezza dell’immagine varia da luogo a luogo e da personaggio a personaggio. Se le scene in computer grafica riescono comunque a sorprendere (anche se un Horizon od un Uncharted 4 comunque sono superiori), sono le cutscene con il motore di gioco che scricchiolano un po’ di vecchio. I paesaggi, così come le città, sono tutti caratterizzati e realizzati in maniera eccellente, senza vistosi pop up o pop in, ma con alcune texture e personaggi secondari, come i cittadini, che sembrano usciti da una PS2. Un filtro antialiasing che riesce però a rialzare la qualità del titolo, riabbassato dalle animazioni legnose, sia dei visi durante il parlato così come quelle dei fendenti, dei nemici e della corsa. Insomma nessun miracolo sotto il profilo tecnico mantenendo, inoltre, i 30 fps.

Final Fantasy XII The Zodiac Age: visuale di un paesaggio
In conclusione Final Fantasy XII The Zodiac Age, sapendo che offre anche una modalità sfida ed è la versione internazionale del titolo, aggiungendo quindi contenuti inediti per noi occidentali, lo consigliamo a tutti gli amanti di jRPG, avvertendovi di un sistema di combattimento molto strano e di una trama che, in fin dei conti è raccontata bene, con temi molto interessanti, ma senza veri colpi scena degni di tale nome.