L’esordio è sempre delicato in tutti i campi e a maggior ragione in quello dei videogames, perché in un mercato così variegato, ma al tempo stesso legato a certe richieste precise da parte dei fan, non è semplice cogliere subito nel segno. Con questo in mente i ragazzi del team canadese Cradle Games hanno deciso di giocarsi il tutto per tutto con Hellpoint, una nuova IP appartenente ad un genere sempre più sdoganato: quello dei soulslike.
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Un elemento chiave dei giochi di questo genere è da sempre l’ambientazione, basti pensare alla coinvolgente e oscura città di Yharnam di Bloodborne o ai regni perduti dei vari Dark Souls, quindi è bene cominciare da questo punto per discutere di Hellpoint.Il titolo è caratterizzato da un’ambientazione sci-fi tutto sommato ben realizzata, con livelli che forse non fanno gridare al miracolo a livello tecnico, ma che sono comunque una gioia da esplorare per raccogliere tutta una serie di interessanti ricompense. Da segnalare l’assenza di un editor del personaggio iniziale, definito una “progenie senz’anima” creata con tecnologie molto avanzate e risvegliata in un mondo ormai in rovina nell’anno 2560, da un’entità misteriosa chiamata l’Autore.
Interagendo con le varie postazioni e macchine veniamo presto a sapere quello che è il nostro scopo: indagare sul tragico evento passato che ha quasi portato alla distruzione del mondo, liberando pericolose creature demoniache che faranno di tutto per ostacolare la nostra missione. In pieno stile souls, Hellpoint racconta la sua storia attraverso una narrazione silenziosa costituita principalmente da documenti e computer con i quali interagire: sicuramente non un modo particolarmente coinvolgente per attirare l’attenzione, nonostante il mondo di gioco non perda mai quella intrigante aura di mistero che sicuramente male non fa per produzioni di questo tipo. Come dicevamo poc’anzi, il mondo di gioco risulta molto più complesso di quanto possa sembrare e raccomandiamo di esplorare i livelli il più possibile, dato che non mancheranno le aree facoltative e trovare alcune armi o progetti per realizzarle potrebbe davvero fare la differenza tra il proseguire o meno, specie se lo state giocando da soli e non con un amico.
Coop o non coop?
Uno degli aspetti più importanti nonché uno dei veri e propri “selling point” del titolo è proprio la possibilità di giocarlo in coop sia online che locale in split screen. Si tratta indubbiamente di un’aggiunta molto gradita ed è innegabile il piacere che si prova esplorando con un amico tutte le varie aree di gioco ed affrontando insieme i pericolosi boss. Proprio parlando di questi ultimi, è bene precisare tuttavia che risultano veramente troppo semplici in coop, dal momento che ogni boss si focalizza in genere su uno dei due personaggi lasciando l’altro libero di colpire: la sensazione in definitiva è che questa modalità non sia stata bilanciata del tutto, nonostante comunque sia un piacevole diversivo. Per questo motivo vi consigliamo di farvi anche una run in solitaria per avere un’idea più precisa sui boss e sull’effettiva difficoltà del gioco, che risulta abbastanza falsata in coop. Lascia qualche perplessità anche la meccanica per rianimare il vostro compagno caduto: dovrete fare un vero e proprio harakiri sacrificando parte della vostra vita, quindi occhio ad averne abbastanza perché se così non fosse andrete incontro a morte certa. Ricordate inoltre che se dovesse morire l’host della partita (il giocatore 1 sostanzialmente) dovrete ricominciare dall’ultima breccia, quindi fate attenzione.
I veterani dei soulslike troveranno sicuramente molti aspetti tanto cari alla serie (come ad esempio le brecce, del tutto simili ai classici falò) ma troveranno anche diverse differenze, come il fatto che le cure non si ricaricano riposandosi ma bensì colpendo i nemici, come anche la barra del mana (qui chiamata PSI). Nonostante alcune differenze, il gameplay risulta abbastanza classico per produzioni di questo tipo, ma è bene precisare che la difficoltà non è particolarmente elevata (per chi volesse è possibile aumentarla ad una breccia qualunque) ed è comunque più legata ad aspetti come la necessità di collegare le brecce tra loro o la scarsità di cure disponibili piuttosto che l’effettiva potenza di boss e nemici, che comunque si fanno notare per una buona varietà e una discreta caratterizzazione. Un altro aspetto importante da analizzare è la ruolistica e per quanto riguarda Hellpoint c’è di che essere soddisfatti: nulla di trascendentale, intendiamoci, ma questo gioco si fregia di un classico sistema di statistiche da potenziare livellando (grazie agli Assioni) e il giocatore potrà avvantaggiarsi con una grande quantità di armi da corpo a corpo e/o da distanza che possono essere potenziate o addirittura create trovando speciali progetti e i materiali necessari, una volta raggiunta la classica hub di gioco qui chiamata l’Osservatorio.
Il sistema RPG incita quindi a provare un po’ di tutto e, nonostante non si possa parlare di un’enorme numero effettivo di build diverse, la presenza di tante statistiche da aumentare, i requisiti delle armi e il buon numero di equipaggiamenti segreti da scoprire, fanno sì che il titolo abbia una buona profondità e anche una discreta rigiocabilità, specialmente tenendo conto della presenza di diversi finali tutti da scoprire.
Non tutto è oro quel che riluce, purtroppo…
Ma veniamo al vero lato dolente del titolo, quello che sostanzialmente gli impedisce di raggiungere l’olimpo del genere: l’aspetto tecnico ed in generale le performance di Hellpoint sono sicuramente da rivedere. Al netto dei classici problemini tipici (alcune hit box un po’ fasulle, nemici che si bloccano nelle porte) sono presenti davvero troppi bug e problemi tecnici: progenie che alla morte volano dappertutto in maniera innaturale, frame rate in alcune circostanze a dir poco ballerino, nemici che talvolta si girano in tondo senza motivo e chi più ne ha più ne metta. Da segnalare in coop il grosso problema della morte per caduta: il malcapitato che cadrà in un fossato lascerà il proprio epitaffio per la rianimazione direttamente dove non è possibile arrivare senza morire e questo richiederà obbligatoriamente di far ripartire il gioco!
Nella nostra partita è addirittura capitato due volte che uno dei giocatori fosse bloccato senza possibilità di fare qualsiasi azione a parte il semplice movimento; peccato perché il sonoro non sarà superlativo, ma fa il suo lavoro e la grafica globalmente è dignitosa anche se senza squilli. Su questi due ultimi aspetti ci potremmo anche accontentare, ma quelli sopra citati sono grane non da poco che potrebbero essere sicuramente sistemate nei mesi successivi con varie patch, ma allo stato attuale il gioco è minato da troppi problemi tecnici e di prestazione (anche su alcune meccaniche chiave che a volte funzionano e altre volte no) per poter aspirare ad essere considerato tra i migliori della categoria. C’è molto da limare e da correggere insomma, ma qualora venissero rilasciate le tanto sospirate patch correttive, se non addirittura DLC con nuovi contenuti, il titolo potrebbe migliorare ulteriormente diventando potenzialmente una vera e propria gemma nascosta da spolpare per bene.
Conclusioni
In definitiva ci sentiamo globalmente di promuovere questo Hellpoint, un titolo comunque divertente da giocare da solo o in coop, caratterizzato da una buona ambientazione sci-fi che ricorda abbastanza la serie Dead Space. Rimane solo l’amaro in bocca per la presenza di parecchi bug e problemi a livello tecnico, ma considerato che il gioco è disponibile per la modica cifra di 29,99 € su PC e 34,99 € su console, potrebbe valere sicuramente la pena giocarlo specie per gli amanti del genere ma anche per chi vuole farsi un’avventura intrigante, votata all’esplorazione e al combattimento.
Versione provata: PlayStation 4