Eccoci qui nuovamente a scrivere di un prodotto di serialità, anche se stavolta si tratta di un qualcosa che – vi anticipo – avrà sicuramente un continuo.
Se vi siete persi l’inizio di questa rubrica vi lascio qui il link della recensione di The Undoing: https://www.naturalborngamers.it/recerandom-the-undoing/
Si dovrebbe parlare un po’ più di lungometraggi e meno di serie televisive in questo caso ma trovo che la chiusura forzata – e prolungata – delle sale non giovi alla visione di nuovi contenuti filmici, per quanto mi riguarda. Arriveranno anche quelli, a tempo debito.
La serie qui in discussione è Firefly Lane, un prodotto originale Netflix uscito il 3 febbraio un po’ out of the blue. In italiano il titolo è stato malamente tradotto in L’estate in cui imparammo a volare: classico esempio, sempre più in disuso, di resa di un titolo che già va bene così com’è. Non c’entra nulla con la serie e i suoi temi, non delinea il tempo in cui si svolge l’azione e quindi userò il più consono titolo originale per raccontare di quest’opera.
Scorrendo il catalogo pochi giorni fa l’attenzione è caduta su questo prodotto con due volti noti alla televisione statunitense e non solo: Katherine Heigl e Sarah Chalke. Le due protagoniste, il caso ha voluto, sono diventate famose per due serie televisive che hanno il tema principale analogo – il medical – seppur declinato in due modi totalmente differenti. La prima ha fatto parte del cast di Grey’s Anatomy per molti anni e la seconda è stata una delle protagoniste di Scrubs. Da una parte il sentimento in chiave drammatica in un’opera ancora in produzione – siamo alla 17esima stagione in corso – che ha visto molti cambiamenti nel cast nel corso del tempo e dall’altra la comicità con momenti di tenerezza in una serie conclusa ormai anni fa.
Firefly Lane è tratta dall’omonimo romanzo di Kristin Hannah ed è una serie creata da Maggie Friedman in cui ha anche il ruolo di produttrice esecutive, insieme alla Heigl tra gli altri.
Trama
Due ragazze con famiglia, passato e carattere completamente diversi l’una dall’altra, si trovano vicine di casa negli anni Settanta. Tra loro si instaurerà un’amicizia lunga decenni e viene raccontata – tra alti e bassi – passando dagli anni dell’università, i primi lavori sino all’età adulta in pieno 2003. La storia si svolge su diversi piani temporali contemporaneamente, trattando gioie e dolori delle due protagoniste tenendo sempre come punto focale il loro legame così intenso.
Cast e personaggi: l’unione che fa la forza
Le vere protagoniste sono le due donne di cui si racconta il periodo che va dall’adolescenza ai quarant’anni. Tully Hart, interpretata da Katherine Heigl, è una ragazza con un passato infelice. Non ha mai conosciuto il padre e ha vissuto con la nonna fino alla prima adolescenza per poi trasferirsi – controvoglia – con la madre hippie che passa le sue giornate sul divano ad ascoltare musica mentre abusa di ogni tipo di droga. Cloud (Beau Garrett) – così si fa chiamare la madre – non è una persona su cui fare affidamento e non è assolutamente in grado di crescere una figlia e Tully dimostra sin dalla sua giovane età una forte consapevolezza oltre che un carattere deciso e travolgente.
È proprio la sua intraprendenza a renderla una donna in carriera – risoluta all’apparenza – molto brava in campo giornalistico e protagonista di un programma televisivo di successo: The Girlfriend Hour. Una macchina da guerra lavorativamente parlando ma estremamente fragile sul lato personale, tanto da dover trovare sempre rifugio nella sua migliore amica Kate.
Kate Mularkey (Sarah Chalke), diversamente da Tully, sembra essere la casalinga perfetta, dedita alla figlia e ai suoi doveri di madre. Anche da ragazza mostra una personalità mansueta, senza troppe pretese. Ha una vita da famiglia del Mulino Bianco: madre e padre insieme, brava studentessa, un fratello con cui bisticcia senza mai arrivare ad uno scontro vero. Come in tutte le famiglie “perfette” però, molte questioni rimangono in sospeso. Durante la sua prima esperienza lavorativa in una piccola emittente televisiva – impiego che trova grazie all’insistenza di Tully – rivelerà un lato del suo carattere più deciso che lascerà nel momento in cui smetterà di lavorare.
Una probabile causa della sua voglia di mettersi in gioco è Johnny Ryan, portato in scena di Ben Lawson, capo-redattore dell’emittente prima e produttore di The Girlfriend Hour poi. Si conoscono a lavoro e svilupperanno una relazione di amicizia/complicità che sfocerà nel matrimonio, sino al divorzio nel 2003. Johnny ha un forte accento australiano, anche se questo lato non viene approfondito nel corso della serie. È un ex-reporter di guerra che vede come sua vera vocazione. Questo personaggio non è di facile comprensione, è pieno di punti oscuri e di ambiguità. Per dirla banalmente: poteva essere costruito in maniera migliore.
Tematiche: “la strada delle lucciole”
Non pensate male: la strada in cui vivono le due ragazze, il luogo che segnerà il loro incontro si chiama proprio Firefly Lane – tradotto “la strada delle lucciole”. Un luogo che segna il tema principale della serie: l’amicizia. Un’amicizia voluta dal caso e consolidata nel corso del tempo. Questa unione tra le due ragazze/donne è molto forte e ha un che di romantico. Entrambe si cercano nel momento di bisogno, ci sono sempre l’una per l’altra ma una domanda sporge spontanea vedendo le diverse puntate: com’è possibile che due caratteri così diversi si siano trovati e nonostante i vissuti così differenti il legame non pare soffrirne?
I riguardi che hanno l’una nei confronti dell’altra appaiono talvolta esageratamente smielati. L’impressione è che ci sia altro e allo stesso tempo questa esasperazione di un’unione tutt’altro che verosimile risulta stucchevole. Tutti – probabilmente – ci auguriamo un legame così profondo ma non in queste condizioni.
Altri temi molto profondi – lo stupro, l’omosessualità, la guerra, l’amore per gli animali, la maternità – vengono portati a galla seppur in maniera non del tutto adeguata. In dieci puntate si parla di questo e molto altro e non c’è abbastanza tempo per metabolizzare ogni singola questione.
Come ho già anticipato, il finale mette in luce la possibilità di una seconda stagione e spero che questi dubbi vengano – in qualche modo – chiariti.
Conclusione: “Hello (Goodbye) Yellow Brick Road”
Consiglierei la visione di questa nuova serie Netflix? In parte sì. Uno dei motivi principali è ciò che mi ha convinta a iniziarla: i titoli degli episodi richiamano successi pop-rock del secolo scorso. Altra nota molto positiva è l’uso della colonna sonora che richiama l’epoca raccontata nelle diverse scene, con singoli che hanno fatto la storia della musica.
Firefly Lane è ora disponibile su Netflix.
Data di uscita: 3 febbraio 2021
Distribuito da: Netflix
Genere: Dramma
Soggetto: Firefly Lane di Kristin Hannah
Ideatore: Maggie Friedman
Cast:
Katherine Heigl
Sarah Chalke
Beau Garrett
Ben Lawson
Ali Skovbye
Roan Curtis
Yael Yurman