Nelle scorse puntate abbiamo parlato di prodotti seriali, oggetti con più episodi che si susseguono: ora giungiamo finalmente ad un film. Se vi siete persi l’ultima recensione – quella su Firefly Lane – trovate l’articolo qui.
Il lungometraggio in questione è I Care a Lot, scritto e diretto da J Blakeson. Il motivo che mi ha spinto a scrivere di questo film, piuttosto che di altri, è la protagonista Rosamund Pike e la sua vittoria meritatissima – dopo tanto, troppo tempo – ai Golden Globe.
I Care a Lot è stato presentato a settembre al Toronto Film Festival e distribuito a partire dal 19 febbraio 2021 in esclusiva su Prime Video, sempre in attesa che le sale possano riaprire in sicurezza.
Un thriller molto particolare, con spunti quasi comici e caratterizzato da note elettroniche disturbanti ma che riescono a costruire un quadro nuovo, stimolante ed accattivante. Un film che già dal trailer invoglia nella visione anche chi, come me, con il genere ha poca familiarità.
Trama
Marla Grayson (Rosamund Pike) è – sulla carta – una tutrice legale, colei che si prende cura di persone in difficoltà e di coloro che, per colpa dell’età avanzata, non possono più prendersi cura di sé stessi. Grazie ad una macchina ben oleata e di un “team” composto dalla sua compagna Fran e della dottoressa Karen Amos che esaspera le condizioni di questi anziani in modo da convincere il giudice a nominare Marla come loro tutrice, la donna si appropria di tutti i loro beni. Marla è scaltra, sa quello che fa e lo fa bene truffando intere famiglie.
Dopo tanti raggiri andati a buon fine si imbatte in Jennifer Peterson, una pensionata con un profilo perfetto: ricca, sola e facile da mettere in trappola. Ma non basta guardare la copertina per giudicare un libro: Jennifer non è quella che sembra e Marla ne farà ben presto le spese.
Cast e personaggi: una presenza ingannatrice
Tutto ruota attorno a Marla Grayson interpretata, come già detto, da Rosamund Pike. La protagonista – che sembra sempre fluttuare per l’eleganza che mostra nei movimenti e nell’esprimersi – ha una doppia faccia: apparentemente amorevole verso le persone che “tutela”, spietata nel ripulire i loro conti bancari. La scelta dell’interprete è oltremodo mirata: Rosamund Pike non è nuova ai thriller – se non avete visto Gone Girl recuperatelo, una mancata vittoria agli Oscar – e riesce anche in questo caso a mettere in scena un personaggio pieno di sfaccettature.
È una donna senza scrupoli e che ha deciso di vivere come una “leonessa” – come più volte lei stessa afferma – e ha studiato tutti i dettagli per agire nella quasi totale legalità, in modo da procedere ogni volta senza particolari problemi.
I don’t lose, I won’t lose
Marla è aiutata dalla compagna Fran (Eiza Gonzáles), personaggio secondario ma significativo per diversi motivi, innanzitutto poiché si introduce la tematica dell’omosessualità della protagonista che approfondiremo dopo. Fran è sempre al fianco di Marla, in qualsiasi occasione – vivendo anche per certi versi sulle sue spalle – e la aiuta con le questioni da sbrigare, mettendo in pratica tutto ciò che è necessario per la riuscita delle truffe. La sua presenza è essenziale per la protagonista ed è qui che si crea un problema: un personaggio così importante per la narrazione e così insulso per lo spettatore. Pensando al film Fran dovrebbe essere una delle prime persone che mi viene in mente, eppure non è così. La sua storia non viene approfondita, rimanendo relegata sempre e solo al ruolo di spalla.
Chi invece parte come un personaggio quasi insignificante all’inizio, per poi avere un crescendo nel corso del racconto – anche a livello caratteriale – è Jennifer, interpretata da Dianne West (l’intramontabile Peggy in Edward mani di forbice). Jennifer, inizialmente innocua e facilmente raggirabile, con l’aggravarsi della situazione diventa sempre più impietosa. La sua forza deriva anche dal fatto che suo figlio Roman (Peter Dinklage) è un potente membro della mafia russa ed è disposto a tutto pur di salvare la madre.
Tematiche: la scomparsa dell’antagonista
Marla e Fran sono a tutti gli effetti una coppia e ciò viene trattato con naturalezza, senza dargli troppa importanza. A mio parere è uno dei modi più giusti per parlare di temi ancora troppo poco esplorati nel cinema più commerciale. Tutto ciò deve essere narrato con semplicità perché nel 2021 non possiamo permetterci di non considerare normale una coppia omosessuale.
Attenzione: intendo “commerciale” per quanto riguarda la distribuzione che grazie a Prime Video può essere più capillare rispetto ad altre, per quanto poi la produzione del film è stata fatta non da major ma da indipendenti che sicuramente hanno meno problemi in questo senso.
Forte la critica nei confronti del sistema sanitario a cui è possibile appellare per mettere in atto imbrogli nella completa legalità.
Il vero fulcro del film sembra essere la natura dei personaggi rappresentati: sono disonesti – chi in un modo chi in un altro – e pretendono di essere dei “predatori” pronti a sottomettere chi vogliono, quando lo desiderano. Ci si ritrova a tifare per tutti e per nessuno, a seconda del momento raccontato. Questo aspetto è ciò che rende interessante I Care a Lot oltre ai molti colpi di scena – anche prevedibili – ma sempre efficaci.
Conclusione: la chiusura di un cerchio
Note principalmente elettroniche accompagnano le scene più intense di I Care a Lot, creando atmosfere ancora più disturbanti. Una regia ben fatta, con un ritmo capace di tenere l’attenzione dello spettatore rende il film intrigante. Un dark comedy strutturato, con interpreti che convincono e – come nel caso di Rosamund Pike – giustamente premiati.
I Care a Lot è ora disponibile su Amazon Prime Video.
Data di uscita: 19 febbraio 2021
Durata: 118 minuti
Distribuito da: Amazon Prime Video
Regia: J Blakeson
Cast
Rosamund Pike
Dianne West
Peter Dinklage
Eiza Gonzáles
Alicia Witt
Chris Messina