Dopo il successo del primo capitolo agli Italian Video Game Award 2019, Stormind Games torna alla carica con Remothered: Broken Porcelain. Il sequel di Remothered: Tormented Fathers riparte più o meno dalle basi del predecessore, espandendo la storia del Phenoxyl e dei suoi creatori. Affianco, però, a ciò che di ludico può offrire il videogioco, è possibile cogliere riferimenti a pellicole famose nel genere horror che ne hanno fatto la storia. Personalmente, prima o poi mi sarei aspettato di incontrare un certo guardiano che bussa alle porte con un’ascia, pronunciando frasi del tipo “Wendy, amore, sono a casa”. Di conseguenza, vista l’ispirazione a certe pellicole, ci accoglie un videogioco che punta maggiormente su un’atmosfera, fatta di ansie e paure, piuttosto che sul meccanismo del jump scare, comunque presente. Ebbene, dopo una prova in anteprima non proprio esaltante, Remothered: Broken Porcelain impacchetta lo spirito appena descritto per proporlo agli utenti PC, Xbox One, PS4 e Nintendo Switch. Sarà andato tutto per il verso giusto?
Trama
Prima di addentrarsi nella trama di Broken Porcelain, è bene godersi con attenzione il riassunto delle vicende del primo capitolo, così da cogliere tutti i collegamenti tra i due videogiochi senza averli giocati entrambi. La storia inizia nell’inverno del 1973 e vedrà coinvolta Jennifer, una ragazza che dopo essere stata espulsa da un collegio femminile, si ritrova a lavorare come cameriera nell’albergo siciliano Ashmann Inn. La struttura è “incredibilmente” legata agli insuccessi degli esperimenti sul Phenoxyl, una medicina somministrata alle persone affette da disordine post traumatico che rimuove i ricordi legati all’evento che ha scatenato il trauma. Questo sinistro legame alla struttura non tarderà a manifestarsi, accompagnato da una sinistra melodia che risuona per tutti gli altoparlanti dell’albergo, scatenando comportamenti aggressivi in tutti gli abitanti dell’hotel.
Corri, scappa, c’è…
Inizia così una spietata “caccia al topo” di cui la protagonista, suo malgrado, sarà la vittima dato che è l’unica a non subire gli effetti della strana melodia. Questo espediente narrativo comporta l’inserimento di meccaniche stealth, assai tipiche di queste produzioni, accompagnate da altre, come ad esempio creare strumenti di fortuna per contrattaccare, prendendo alle spalle l’inseguitore di turno o sfruttare dei nascondigli per sfuggirgli. In particolare, combinare degli oggetti, può rivelarsi utile, ad esempio unendo un normale carillon con dell’insetticida nell’apposita sezione dell’inventario, si ottiene un ottimo diversivo capace anche di rallentare l’aguzzino alle calcagna della protagonista. L’introduzione di questa meccanica, oltre a spingere il giocatore all’esplorazione degli ambienti nel tentativo di trovare il giusto strumento, fa sembrare gli inseguimenti più ragionati e meno passivi.
Naturalmente in queste sezioni uno degli aspetti fondamentali è l’intelligenza artificiale dei NPC, la quale nel caso di Remothered Broken Porcelain, nonostante si caratterizzi per una certa aggressività, non si dimostra completamente rifinita. Infatti, si alternano delle situazioni in cui i nemici si dimostrano più reattivi, quasi spietati, ad altre in cui evitarli o ingannarli, risulta fin troppo facile. Tuttavia, è presente una meccanica che di fatto va attenuare i casi di eccessiva aggressività dei personaggi, ossia la possibilità di divincolarsi, una volta catturati, azzeccando un piccolo quick time event. Ad accompagnare le meccaniche finora descritte, troviamo la presenza di alcuni enigmi e un sistema di crescita della protagonista. Nello specifico quest’ultimo è strettamente legato alla raccolta di oggetti, chiamati chiavi delle falene, che possono essere spesi per migliorare alcune caratteristiche di Jennifer, interagendo con specifici “bauli”. Infine, gli enigmi, per lo più legati alla progressione della storia, risultano coerenti con la struttura ludica che con quella degli scenari.
Lato tecnico
Dal punto di vista estetico, Remothered: Broken Porcelain, sfruttando l’Unreal Engine, riesce a registrare un buon risultato, dando vita a degli ambienti reali, con dettagli ben definiti e funzionali alle meccaniche ludiche. Tuttavia, passando al versante tecnico, il gioco mostra il fianco a diverse critiche, infatti è ormai di dominio pubblico che la comunity ha prontamente segnalato, fin dal lancio, una serie di problemi tecnici. Addirittura, nella mia partita ho riscontrato alcuni bug in circa sette/otto ore di gioco, che mi hanno costretto sempre a ricaricare un vecchio salvataggio o un autosalvataggio e riiniziare daccapo una sezione specifica, con relativa frustrazione. Ad onor del vero, va sottolineato che gli sviluppatori sono al lavoro tuttora per pubblicare delle patch che vadano a risolvere, aggiornamento dopo aggiornamento, i problemi segnalati, ma alcuni al momento ancora permangono.
Conclusioni
Remothered: Broken Porcelain, all’atto finale, risulta purtroppo una bella fotografia sbiadita, magari nel breve periodo potrà arrivare ad esprimere il potenziale latente che ha mostrato finora. In fondo, il comparto tecnico rappresenta il più grande difetto della produzione, controbilanciato da una storia coerente con il primo capitolo, qualche meccanica interessante e un’atmosfera azzeccata, supportata anche da un buon comparto sonoro. In sostanza, il videogioco non presenta delle idee particolarmente sbagliate o mal progettate, ma sembra essere solamente afflitto da quello che potremmo considerare un lancio troppo frettoloso. In conclusione, è stata messa in atto una pratica che probabilmente nasce dal periodo storico che viviamo e dai mezzi a disposizione del team sicuramente inferiori rispetto ad altre produzioni. Tuttavia, dato che queste motivazioni non posso giustificare minimamente un acquisto alla cieca, vi consigliamo, soprattutto se siete amanti del genere, di tenere d’occhio la produzione e acquistarla quando sarà veramente al suo massimo potenziale.