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Resident Evil Village – Recensione del nuovo horror show di Capcom

a cura di Luigi Orazzo 11 Maggio 2021
a cura di Luigi Orazzo 11 Maggio 2021
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1,5K

Un villaggio innevato nel mezzo dell’est europeo, macchiato dal sangue dei suoi abitanti. Un enorme castello che lo sovrasta, sospeso nel tempo, capace di suscitare una profonda sensazione di inquietudine, viscerale e antica come il suo aspetto. Sono stanco e ferito, sconvolto dall’aver assistito alla distruzione della mia nuova vita, appena tre anni dopo essere sopravvissuto ad un incubo che non potrò mai dimenticare. Hanno rapito mia figlia. La mia piccola Rosemary è tutto quello che mi rimane e non posso smettere di combattere finché non riuscirò a riaverla tra le mie braccia. Sono Ethan Winters e questo è il seguito della mia terrificante avventura.

Resident Evil VILLAGE - Videorecensione

Ritorno al Male

Resident Evil Village è l’ottavo capitolo di una delle saghe più famose della storia dei videogame. Il passaggio alla visuale in soggettiva, avvenuto nel precedente episodio, ha solo in parte stravolto le meccaniche base di una serie che necessitava di un punto di svolta, dopo discutibili remaster e capitoli poco riusciti. Capcom ha rischiato grosso nell’abbandonare Raccoon City e suoi zombie. Ha avuto coraggio nel mettere temporaneamente da parte Leon, Claire, Jill e quasi tutte le icone che hanno contribuito al successo del brand. Lo sforzo è stato premiato da questa inedita “strada alternativa”, capace di intraprendere un percorso narrativo diverso e di abbracciare un immaginario orrorifico più vasto e articolato, foriero di vecchie paure e di un terrore che si insinuerà, come sempre, sotto la nostra pelle.

Questa volta non vi annoieremo nel descrivervi il gameplay di un prodotto del tutto simile al suo predecessore. Resident Evil Village funziona esattamente come il settimo episodio, senza apportare significative variazioni ai comandi, alla gestione dell’inventario e delle risorse, né tantomeno alla struttura complessiva dell’esperienza. In poche parole dovremo esplorare, risolvere (pochi) enigmi e combattere contro orribili creature che faranno di tutto per fermare la nostra corsa. Esattamente come avvenuto nel passaggio dal secondo al terzo capitolo della serie, la componente action è sensibilmente più marcata rispetto a quella enigmistica, con una drastica riduzione dei puzzle in favore di un sensibile aumento del ritmo di gioco, basato spesso su angoscianti fughe da avversari (apparentemente) invincibili e frequenti scontri contro creature aggressive e implacabili. A partire dalla sequenza iniziale fino ai titoli di coda, il titolo vi trascinerà in un vortice di sangue, privo di pause e di momenti introspettivi, da vivere tutto d’un fiato. Inevitabilmente la libertà del giocatore viene ridotta e quest’ultimo risulta “intrappolato” in un percorso estremamente guidato e lineare che ha come unico obiettivo quello di raccontare una storia cupa, drammatica ed emozionante che riesce a stupire ed appassionare per tutta la sua durata.

Per giungere al sorprendente finale dovremo essenzialmente sopravvivere e per farlo avremo bisogno di proiettili, cure e di materiali utili a crearli. La ricerca di questi elementi, unita a quella dei tasselli dei vari, semplici enigmi, sono gli unici momenti nei quali prendere fiato, prima di lanciarvi nuovamente nella mischia. Le poche deviazioni concesse dal “binario” prestabilito vi premieranno con graditi premi per il nostro sventurato eroe e con la scoperta di testi che arricchiranno l’ottimo intreccio narrativo. L’unica vera novità riscontrabile nel gameplay è costituita dalla presenza del venditore Duca che, oltre a rifornirci di armi, consumabili e potenziamenti (in cambio della moneta presente nel gioco), potrà cucinarci delle pietanze che aumenteranno in modo permanente le nostre statistiche. Per ottenere queste ultime ci dovremo procurare la carne necessaria alla composizione dei piatti, reperibile spesso in aree segrete della vasta ambientazione del gioco. Un’aggiunta gradita che purtroppo non riesce ad avere il giusto impatto nel proseguo dell’avventura, per la quale saranno necessarie bocche da fuoco sempre più potenti e i relativi accessori disponibili dal corpulento mercante.

Resident Evil Village risulta sicuramente meno spaventoso del settimo capitolo. Sia chiaro, i jumpscare continueranno a procurarvi degli incubi nelle ore notturne e gli orrori che dovrete affrontare resteranno impressi a lungo nella vostra memoria. Nello stesso tempo non riuscirete a ritrovare quella profonda inquietudine provata nella terrificante casa dei Baker. Non sarete più timorosi nello schiudere una porta con il timore che Jack, oppure uno dei membri della sua famiglia, vi balzi alle spalle, né tantomeno percepirete quella sensazione di continuo pericolo che Resident Evil VII ha regalato a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di giocarlo. Un aspetto che potrebbe scontentare alcuni dei fan della saga, ma che in realtà è il frutto di un’inevitabile evoluzione del suo attore principale.

Ethan Winters non è più il timoroso “uomo comune” che si ritrova prigioniero di un incubo senza fine. Il nostro eroe ha acquisito coraggio dalle esperienze pregresse ed è pronto ad affrontare qualsiasi pericolo con maggiore forza e convinzione. Il risultato è la conseguenza più logica di un’avventura vissuta attraverso gli occhi del protagonista, nella quale lo spettatore è per certi versi più abituato a fronteggiare l’ignoto e maggiormente consapevole delle proprie possibilità nel superarlo. L’angoscia, la pazzia e gli orrori ai quali andrete incontro continueranno ad offuscare la vostra mente, sconvolta da una violenza feroce ed esplicita. Nulla vi priverà del gusto di riprovare nuovamente a superare una boss fight in cui avete fallito, né a ritentare la fuga da una trappola mortale che vi ha condotti ad un inaspettato game over. Sarete sempre sospinti da un’irresistibile curiosità di scoprire l’evolversi di una vicenda dai tratti fortemente cinematografici. Nel complesso siamo rimasti stregati da un’opera che ha tutte le carte in regola per divertire ed appassionare il giocatore, ricca di sequenze al cardiopalma che gli amanti del genere non possono assolutamente lasciarsi sfuggire.

Orrore in 4K

Resident Evil Village è dotato di un comparto tecnico di altissima qualità, nel quale è difficile trovare imperfezioni. Il RE Engine offre uno spettacolo visivo memorabile, grazie a scenari mozzafiato ed ad una cura delle texture magistrale. Tutto quello che viene mostrato sullo schermo rende l’esperienza viva e spettacolare, dagli straordinari effetti luce fino all’incredibile realismo delle animazioni. I controlli brillano per precisione e tempi di risposta, così come il gunplay risulta immediato e appassionante (proprio per la sua natura “arcade”). Gli unici difetti che abbiamo notato, sono riscontrabili nei modelli poligonali presenti nelle zone limitrofe al villaggio e in alcune delle sue abitazioni, apparsi alquanto trascurati rispetto alle location “principali”. Una sorta di compromesso dovuto probabilmente alla natura cross-gen del prodotto. Un neo che non inficia in alcun modo l’esperienza, sostenuta dai 60fps raramente in difficoltà e da caricamenti inesistenti.

Per quanto riguarda il comparto sonoro siamo probabilmente di fronte alla migliore realizzazione della serie. La tracklist vanta tracce che difficilmente riuscirete a dimenticare, capaci di accompagnare la narrazione sempre nel modo giusto con il grande pregio di non essere mai invasive, lasciando il meritato spazio agli effetti sonori. Il campionamento di quest’ultimi sfiora la perfezione e contribuisce il larga parte all’atmosfera ansiogena del titolo. I passi pesanti dei licantropi, il fastidioso ronzio degli insetti che anticipano l’arrivo delle vampire e un ampio campionario di versi e fruscii sono solo dei piccoli esempi, a cui va aggiunta l’ottima qualità dei rumori ambientali che costituiscono l’aspetto più terrificante del gameplay e vi costringeranno spesso a guardarvi attorno, timorosi di non aver scovato il nemico nascosto nell’ombra. Cogliamo l’occasione per complimentarci con l’interpretazione dei doppiatori nostrani, capaci di mostrare la loro indiscussa abilità interpretativa in ogni singola voce presente nel gioco.

 

Resident Evil Village può essere considerato come uno dei migliori survival horror presenti sul mercato. La magnificenza grafica è al servizio di una storia ispirata e intrigante, rafforzata da una violenza visiva capace di far inorridire anche lo spettatore più scafato. Il sangue è l’elemento predominante, unito a un gameplay dal ritmo furioso, basato su combattimenti, boss fight scenografiche e momenti di puro terrore. Dopo il gradito “antipasto” dei due remake, Capcom è tornata a fare centro con un prodotto intenso ed emozionante che non mancherà di accendere svariate dispute tra i fan della serie. In molti non gradiranno l’approccio fortemente action del capitolo, così come non dubitiamo che ci saranno critiche da parte degli “zombi-dipendenti”. Il nostro consiglio è quello di visitare senza riserve il “villaggio degli orrori” e vivere in prima persona tutta la sua straordinaria crudeltà e follia: non ve ne pentirete.

Versione provata: PlayStation 5

Resident Evil Village - Recensione

Resident Evil Village - Recensione

Naturalborngamers.it
  • Voto finale
    8.8
Pro
  • Trama sorprendente e ricca di colpi di scena
  • Gameplay divertente e frenetico
  • Tecnicamente maestoso
  • Buona Longevità
Contro
  • Eccessivamente lineare
  • Enigmi un po' troppo semplici
8.8

capcomResident Evil 8 Recensioneresident evil villageResident Evil Village Recensione
Luigi Orazzo

Appassionato di cinema, hard rock e narrativa contemporanea. Letteralmente malato di videogames, passione ultratrentennale che non accenna a diminuire. Proud to be Nerd!

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