Il seguito degli shooter multigiocatore ha registrato un considerevole aumento nell’ultimo quinquennio. Indipendentemente dalla natura gratuita o meno delle produzioni, sempre più giocatori si divertono a confrontarsi online con gli altri utenti, un trend trainato dalla diffusione esponenziale dei battle royale.
Rocket Arena di Final Strike Games si pone l’obiettivo di proporre una variante nel genere a metà strada tra gli sparatutto in terza persona e i brawler, inscenata in un mondo cartoonesco e colorato. Il titolo era stato inizialmente presentato come un free to play per poi essere proposto a 30€ su PC, PlayStation 4 e Xbox One. Meriterà i vostri sudati risparmi o potrete evitarne l’acquisto? Troverete una risposta nella recensione che segue.
Cocktail Missilistico
La formula proposta in Rocket Arena è basata su un 3 vs 3 nel quale i partecipanti alle sessioni dovranno raggiungere una serie di obiettivi eliminando gli avversari a colpi di buffi lanciamissili. Dopo aver sostenuto un breve tutorial sui comandi base, è possibile provare ognuno dei nove personaggi presenti nel roster, tutti differenziati da un’arma primaria e da una coppia di abilità attivabili periodicamente. Ogni figura è dotata di un gameplay sensibilmente diverso dall’altra e prima di affrontare le battaglie in rete è consigliabile scegliere quella più vicina al proprio stile di gioco. Le modalità proposte sono quattro: Arena, Knock Out, Partita Classificata e Attacco Razzobot, (una battaglia contro degli androidi controllati dalla CPU). La prima playlist offre tre varianti: il classico “deathmatch a squadre”, una versione alternativa di “cattura la bandiera” e una sorta di “dominio” nel quale bisogna conquistare una determinata zona della mappa prima dell’impatto di un missile. Dopo un rapido matchmaking si viene proiettati in una piccola guerra che, seppure incentrata su meccaniche tipicamente arcade, non disdegna una leggera componente strategica.
Gli eroi sono muniti di un salto triplo, possono sfruttare la propria bocca da fuoco per raggiungere le posizioni sopraelevate e usufruire di alcune casse di potenziamenti per migliorare l’efficacia in battaglia o tendere trappole agli avversari. Quello che ne consegue è un gameplay molto frenetico e “verticale” con numerosi conflitti aerei incentrati su sparatorie dalla lunga e dalla media distanza. La fase di shooting si mostra bilanciata e coinvolgente, grazie al buon feedback delle armi e dalla fisica dei proiettili che assumono traiettorie diverse a seconda del peso e dei danni inflitti. In poche parole più il missile è letale e minore sarà la sua gittata, con “archi” tendenti verso il basso abbastanza credibili. Il risultato è una netta differenziazione tra i soldati più lenti e potenti, adatti ai conflitti “terrestri” e quelli dotati di maggiore agilità, la cui cadenza di fuoco elevata è controbilanciata da una minore efficacia.
Abilità Deflagranti
L’esito delle partite è determinato in ugual misura tanto dalla precisione nella fase di mira, quanto dall’utilizzo delle abilità. Le “mosse speciali” possono essere raggruppate in due categorie (offensive ed elusive) e anche in questo aspetto la varietà presente è notevole. Potrete attirare il nemico, colpirlo con devastanti attacchi caricati o aumentare la vostra agilità per fuggire dai pericoli. L’unico aspetto in comune è il tempo di ricarica necessario all’utilizzo delle skill che potranno essere combinate tra loro per ottenere delle efficaci combo. Ogni eroe potrà equipaggiare un massimo di tre artefatti, piccoli oggetti collocabili negli appositi slot che fungono da abilità passive. Quest’ultimi forniscono dei bonus permanenti durante le battaglie e hanno un sistema di progressione legato all’utilizzo reiterato. Purtroppo l’incidenza di questi elementi nell’esperienza di gioco risulta spesso squilibrata, a causa di un potenziamento delle statistiche troppo limitato o eccessivo. Un aspetto che necessita di un sensibile perfezionamento da parte degli sviluppatori.
Super Smash….Rocket!
La caratteristica che accomuna Rocket Arena a titoli ad esempio come Super Smash Bros Ultimate di Nintendo è costituita dalla “barra di stordimento”. In pratica i colpi subiti riempiono un indicatore che, una volta completato, comporterà l’eliminazione del giocatore. Il fatto che quest’ultimo venga proiettato violentemente fuori dall’area giocabile ricorda molto il brawler della grande N, con tanto di personaggi spiaccicati sullo schermo. Le uniche scorciatoie che potrete adoperare per evitare di essere abbattuti saranno quelle di trovare riparo dietro uno degli elementi dello scenario (impresa non semplice viste le dimensioni ridotte delle ambientazioni) o di utilizzare la schivata.
Quest’ultima vi consentirà di eludere un proiettile avversario permettendovi di guadagnare tempo utile allo svuotamento della barra sopracitata. Purtroppo anche questa funzione è subordinata ad una fase di ricarica, apparsa eccessivamente lunga e controproducente al gameplay. Un vero peccato, visto che un periodo di “pausa” meno consistente avrebbe giovato all’esperienza, implementando la componente ludica nelle sparatorie ed evitando la fastidiosa impotenza nel subire inermi le raffiche di fuoco incrociato. Le dimensioni ridotte delle arene costituiscono un’arma a doppio taglio visto che, pur incentivando gli appassionanti confronti tra giocatori, li rendono spesso estremamente caotici. Come in tutti i prodotti appartenenti alla categoria, anche l’opera di Final Strike Games è dotata di un sistema di microtransazioni che, oltre al canonico battle pass stagionale (in uscita il prossimo 28 Luglio), propone un’infinità di elementi estetici con cui personalizzare i propri lottatori.
Un Mondo Esplosivo
Pur essendo una produzione indie, Rocket Arena è dotato di un discreto comparto tecnico. Sia gli scenari che i personaggi sono impreziositi da un ottimo design che, pur non brillando in originalità, offre una resa visiva assolutamente gradevole. I modelli poligonali appaiono puliti e curati e le scelte cromatiche degli sviluppatori contribuiscono a dare al tutto un aspetto fiabesco e accattivante. La buona realizzazione dei protagonisti è purtroppo penalizzata da animazioni in molti casi approssimative, con figure che saltellano in giro per gli scenari in una postura “bloccata” da movimenti poco articolati e verosimili. Gli effetti sonori svolgono sufficientemente il proprio compito, appiattiti dal continuo e predominante rumore delle esplosioni. Discorso diverso per l’ispirato accompagnamento musicale composto da tracce epiche in “stile Overwatch” e da piacevoli composizioni celtiche. Purtroppo il sistema utilizzato per il matchmaking non tiene conto del livello dei partecipanti e dà spesso vita a sfide totalmente squilibrate e frustranti. Un difetto importante che necessita di un’intervento repentino da parte dei programmatori.
La discutibile scelta di EA
Rocket Arena è un titolo coinvolgente e frenetico che, pur senza aggiungere praticamente nulla al suo genere, riesce a divertire e appassionare il giocatore. Il gameplay, nonostante alcune scelte discutibili, propone un sistema dalle meccaniche bilanciate, dotato di una leggera componente tattica che non ne inficia l’immediatezza. Gli aspetti che impediscono al titolo targato EA Originals di raggiungere l’eccellenza sono: la scarsa offerta contenutistica (tre playlist con altrettante varianti di gioco) e i problemi del matchmaking appena analizzati. Restiamo dubbiosi sulla scelta del colosso canadese di rilasciare il gioco in una versione a pagamento (seppure non a prezzo pieno) palesemente incompleta, vista l’agguerrita concorrenza free to play e le poche modalità di gioco. Una decisione che potrebbe penalizzare un prodotto qualitativamente valido che non mancherà di farsi apprezzare da tutti gli appassionati del genere.