Era il lontano 2014 quando approdava, solo in Giappone, Shining Resonance in esclusiva per PlayStation 3. Il 10 luglio di quest’anno arriva, su PC, PS4 e Xbox One, Shining Resonance Refrain, pubblicato da Sega. Stiamo parlando della versione (più o meno) rimasterizzata del gioco originale e del DLC che rende disponibili due personaggi extra. Un jRPG action che però presenta non poche pecche. O meglio, che racchiude in sé tutto quello che (a parer mio) un gioco di ruolo giapponese non deve avere. Trama e personaggi a dir poco obrobriosi, missioni secondarie che non possono nemmeno essere chiamate ‘fetch quest’ e un numero considerevole di altri problemi. Ma siamo qui proprio per parlarne. Quindi bando alle ciance e tuffiamoci in questo massacro.
Qualcuno ha detto clichè a non finire?
Come sempre partiamo dal comparto narrativo. Shining Resonance Refrain si presenta con due livelli di difficoltà (facile e normale) e due modalità. Quella classica, uguale al gioco base uscito nel 2014, e quella Refrain, la quale rende disponibili subito dopo il tutorial due personaggi extra. Questi comprimari sono presenti nella quest principale come antagonisti (almeno fino a tre quarti del titolo) quindi se doveste optare per questa modalità e utilizzare i due vi ritroverete più volte in un paradosso. Ovvero combattere contro questi nemici mentre sono nel vostro party. Ma passiamo oltre a queste inezie, suvvia. Il problema vero della trama non è questo. E’, innanzitutto, quello di avere a che fare con un plot banale, personaggi scadenti, dialoghi raccapriccianti e, non plus ultra, un sacco di clichè e di fan service. Il protagonista, un certo Yuma, è un ragazzo molto problematico. Depresso, timido e con la maledizione/benedizione di avere al suo interno lo spirito dello Shining Dragon. Questo lo porterà ad essere il bersaglio di tutti. Sia dei suoi amici che dei suoi nemici.
Il mondo inizialmente vedeva draghi ed elfi vivere in armonia. Poi però Deus ed i suoi Dracomachina diedero inizio ad una guerra sanguinosa, dove molti persero la vita. Ma grazie allo Shining Dragon e ai Dragoneer, un gruppo di elfi in gardo di controllare dei draghi con le loro armi-strumenti, riuscirono a sconfiggere il nemico. La Terra cadde in un oblio senza fine salvo poi essere ‘ricostruita’ dagli umani. Il nostro Yuma Irvin ha al suo interno il potere di questa bestia e deve riuscire a domarlo. In questo momento, però, c’è un’altra guerra in corso. Quella tra Alfheim e l’Impero Lombardian. Il ragazzo è stato fatto prigioniero da questi ultimi e utilizzato per degli esperimenti. Verrà salvato da una bella, quanto letale, fanciulla. Da qui ha inizio la nostra avventura che vedrà mille colpi di scena (tutti rigorosamente capibili circa 10/15 ore prima che accadano) cercare di migliorare la qualità di una scrittura che potrebbe essere scambiata per quella di un quindicenne senza idee. Draghi, castelli, imperi in guerra, cavalieri, eroi e nemici sovrumani. Non manca proprio niente. Si, ci sono anche goblin e orchi tranquilli.
Non vi nascondo che la maggior parte dei dialoghi di Shining Resonance Refrain li ho skippati senza remore, capendo già dalla prima frase di ogni discorso dove si voleva andare a parare. Sono sicuro che però ci sia qualcuno lì fuori che sta adorando o che gli è piaciuto questo plot e a coloro vorrei chiedere: perché? Non c’è nulla di interessante, niente che non sappia di già visto. Nemmeno gli scambi di pareri tra i vari membri del gruppo riescono a risollevare la situazione. Si parla di gatti, del tempo, di intrighi amorosi, ma non è quello che, personalmente, mi aspettavo. Deludente e di bassa qualità. Bocciato assolutamente.
Almeno il gameplay si salva… O no?
Come già detto Shining Resonance Refrain è un action jRPG. Ma non un hack’n slash come Ys VIII: Lacrimosa of Dana. E’ più vicino ad un Tales of. I nemici sono presenti sullo schermo ma quando si inizia una batttaglia si forma un’arena e altri nemici vengono in aiuto del malcapitato. Il problema qui sta nel fatto che gli aiuti arrivano da dentro le montagne, corrono sopra i burroni, cadono dal cielo. Non molto scenografico. Dato il via allo scontro il gruppo sarà composto da un massimo di quattro personaggi, ognuno dei quali con statistiche e abilità differenti. Si può utilizzare qualsiasi membro del party attuale, ma per cambiare bisogna entrare nel menu, non c’è un tasto apposito (anche se l’L2 del pad della PS4 è inutilizzato). Un tasto per attaccare, uno per schivare, uno per difendersi ed uno per aprire la ruota delle skill. Presenti anche diverse barre. Una subito al di sotto del personaggio utilizzato che equivale alla stamina. Una sulla parte sinistra dello schermo che serve per gli attacchi B.A.N.D (ricordate il fatto che utilizzano armi-strumenti?) e due in basso che riguardano HP e MP di ognuno. Niente di più classico. Eppure ci ritroviamo con un sistema buono ma non troppo.
Il sistema dei livelli, infatti, riesce ad essere la parte peggiore di questo jRPG. fino a metà dell’avventura sembra di essere over livellati se si combatte con la maggior parte dei mostri presenti nelle varie zone. Poi però, tutto d’un tratto, vi ritroverete a dover affrontare mostri di 10/15 livelli in più. E riuscirete anche a batterli senza grossi problemi. Salvo poi essere disintegrati dal boss di turno. Questo può essere evitato in un solo modo. Facendo tutti i dungeon che vi proporrà un NPC che sbloccherete proprio in questo momento. Una cosa che allungherà semplicemente il brodo, in quanto i dungeon in questione sono privi di qualsiasi spiegazione. Nemmeno le missioni secondarie si salvano. O meglio, fetch quest peggiori di quelle di Final Fantasy XV. E ho detto tutto. Non vi daranno EXP bensì materiali ‘importantissimi’ come pozioni o piccoli oggetti di crafting. Niente o quasi che non potete acquistare o cerare da voi. Potrei parlare degli Aspetti e del Diagramma Bond, ma non sono altro che idee già viste con nomi diversi. Nel primo caso si parla di rune incastonabili nelle armi e nel secondo di un diagramma in gardo di aumentare l’affinità del gruppo.
Una remaster fatta abbastanza male
Nemmeno sotto il profilo tecnico Shining Resonance Refrain riesce a salvarsi. Su una PS4 Pro ho riscontrato cali di frame rate ogni qual volta un personaggio lanciava una magia ad area. E non credo fossero rallentamenti voluti per rendere il gioco più ‘cinematografico’. Animazioni che non si possono definere brutte, ma inutili si. Come quella che inizia quando si smette di correre. Il personaggio fa una piccola scivolata sul terreno che definire fastidiosa è un eufemismo. Non l’ho mai vista in nessun altro gioco e capisco il perché. O meglio, è presente anche in Ys VIII ma non è minimamente paragonabile a questa. Le musiche sono orecchiabili, ma a causa dei dialoghi passano completamente in secondo piano. Il doppiaggio in inglese è allucinante. Il lavoro di remasterizzazione, insomma, non è stato dei migliori. Oggetti e nemici che spawnano man mano che ci avviciniamo, hitbox sia degli ostacoli che dei colpi abbastanza imbarazzante. E per non farci mancare nulla è completamente in inglese.
In conclusione Shining Resonance Refrain non lo posso consigliare a nessuno. Il problema è che ho visto molti, se non tutti, pareri discordanti con il mio. Ho paura che sia io quello che sta sbagliando tra tutti. Ma in realtà non lo credo. Siamo semplicemente di fronte ad uno dei peggiori jRPG degli ultimi anni. E su questo io ci metterei la mano sul fuoco. Ripeto, a qualcuno potrebbe piacere e anche tanto, ma alla domanda: “me lo consiglieresti?”, la risposta è semplicemente: “NO”.
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