Non sarà facile scrivere una recensione di un gioco di carte rogue-like, ma sicuramente provare non costa nulla. I ragazzi di MegaCrit hanno dato vita a Slay the Spire, e noi abbiamo avuto modo di provarne la versione PlayStation 4. Non è certamente un titolo come gli altri, infatti la sua peculiarità è quella di essere un gioco di carte dove dovremo, man mano, formare il nostro mazzo “esplorando” però location create proceduralmente. Ci sarà un motivo per il quale ha venduto così tanto su Steam, no? Ma andiamo con ordine.
Una storia senza trama
Slay the Spire non ha storia né trama. O almeno, così mi è parso di capire nelle 25/30 partite che ho fatto. Verremo catapultati immediatamente alla scelta del personaggio (in tutto saranno 3), parleremo con una balena, e poi via all’avventura. Si, è veramente tutto qua. Credo che lo scopo finale sia proprio “Slay the Spire“, ovvero sconfiggere la Guglia, ma purtroppo non ce l’ho mai fatta. Direi quindi di passare alla parte fondamentale, il gameplay.
Rogue-like, carte e strategia… Trittico perfetto
Il gameplay, come detto, è il fulcro dell’esperienza di Slay the Spire, e il team ha voluto creare un mix perfetto di vari generi per rendere il titolo quasi unico. E direi che ci sono riusciti.
Dopo aver scelto uno dei tre personaggi (inizialmente ne avremo solo uno, ma sarà praticamente immediato lo sblocco dei restanti), ognuno con una propria abilità iniziale, si inizierà a combattere e a pianificare le proprie mosse. Per prima cosa, dovremo scegliere quale percorso seguire per raggiungere il boss di fine stage: quello con più “?” o quello con più scontri? O magari una via di mezzo sperando di non incontrare troppi miniboss lungo il cammino? Già da qui si intuisce che Slay the Spire si basa sulla tattica e sul decidere al meglio le proprie mosse, in battaglia e non. Fatta questa prima scelta, si inizia a combattere. Ogni personaggio avrà delle proprie carte specifiche, alcune da sbloccare, altre solo da “trovare”, e carte “Grigie“, ovvero disponibili per ogni avatar. Si inizierà con 10 carte nel mazzo (5 in mano), ma il numero aumenterà ad ogni scontro vinto. Potremo decidere tra tre scelte, ed è qui che ha inizio il cosiddetto “deckbuilder“. In base al pool delle carte da scegliere e quella accettata, creeremo il nostro mazzo, che potrà essere più difensivo, offensivo, equilibrato o pieno di Poteri. Il punto però è quello di creare un mazzo che abbia molta sinergia, altrimenti si rischia di avere 20/30 carte nel mazzo tutte forti, ma inutili insieme.
Divisioni delle carte
Le carte si suddividono proprio in Attacco, Difesa o Blocco e Poteri. Le prime causeranno danni ai nemici e le seconde ci proteggeranno fino alla fine del turno dell’avversario, mentre le ultime sono le abilità più imprevedibili. La nostra mano inizierà con 5 carte (a meno che non abbiamo Reliquie o altro, che aumentano o diminuiscono questo numero) e potremo giocare tutte le carte che vorremo, almeno finché avremo l’Energia necessaria. Si parte con 3 di Energia, ogni turno si ripristinerà, e non aumenterà con i passare dei turni. Esistono carte che la aumentano momentaneamente, o Reliquie che la incrementeranno fino alla fine della partita ma, solitamente, questo avrà anche uno o più malus.
Altra varietà
Ma cosa sono queste Reliquie? Ebbene, sono dei potenziamenti passivi che si ottengono sconfiggendo i miniboss e i boss finali degli stage. Nel primo caso dovremo accettare quella scelta casualmente dal gioco, mentre nel secondo avremo la possibilità di sceglierne una tra tre.
Sono presenti anche i mercanti dove comprare carte, Relique o pozioni, oppure anche eliminare qualche carta indesiderata che abbiamo nel deck. Il tutto avrà un costo in monete d’oro ottenibili sconfiggendo i nemici. I falò serviranno per riposarsi, in modo tale da ripristinare parte della nostra vita, o per potenziare una delle nostre carte. Come detto, Slay the Spire si basa sulla strategia, e serviranno molte partite per entrare veramente nel mood del gioco. Non è un titolo semplice, quindi prima lo comprenderete e lo farete vostro, meglio sarà. In generale, comunque, il titolo è stato bilanciato al meglio.
Anche per la componente tecnica non c’è molto da dire tranne che…
Da un punto di vista tecnico Slay the Spire è bello da vedere e da ascoltare. Ogni background, ogni personaggio e tutti i nemici, mostri base, miniboss e boss, sono stati realizzati con dovizia nei particolari. Le musiche accompagnano perfettamente gli scontri, e la traduzione completa in italiano aiuta anche i più pigri a leggere ogni effetto per fare la scelta migliore. Slay the Spire è disponibile su PC, PS4 e Switch al costo di circa 25€, forse un po’ troppi, ma sappiate che avrete tra le mani un’opera che potrebbe tranquillamente tenervi impegnati per centinaia d’ore. Proprio grazie alla sua semplicità nel gameplay, e alla sua difficoltà nel farlo proprio al massimo. Un piccolo gioiello che mi fa ben sperare per i prossimi lavori targati MegaCrit.
