È uno dei film che più discussi del momento perché ha ben sei nomination ai Premi Oscar di quest’anno: è Sound of Metal, pellicola del 2019 che ha visto la sua distribuzione solo ora a causa dello scoppio della pandemia da Covid19.
Se vi siete persi l’ultimo articolo della rubrica “ReceRandom: i cinema chiusi, gli occhi aperti” lo trovate qui.
Presentato ed apprezzato a Toronto Film Festival e allo Zurich Film Festival, il film diretto da Darius Marder è stato brevemente distribuito nelle sale americane il 20 novembre 2020 per poi approdare su Amazon Prime Video.
Sound of Metal rappresenta l’esordio alla regia di Darius Marder, che lo vede coinvolto anche nella sceneggiatura. Una riflessione potente, con un Riz Ahmed – protagonista della pellicola – che riesce a creare empatia con lo spettatore, trovandosi nei panni di una persona con una disabilità che gli sconvolgerà la vita lavorativa e non solo.
Trama: perdita di una certezza
Ruben (Riz Ahmed) è un musicista e fa parte, insieme alla fidanzata Lou (Olivia Cooke) del duo Blackgammon. Lui suona la batteria, lei canta. Vivono in un camper, spostandosi quando occorre per i concerti in giro per gli Stati Uniti. Di colpo il silenzio, ogni suono cessa di esistere. Ruben si rende conto di non sentire più. La sua vita viene sconvolta dalla mancanza di qualcosa data per scontata fino a quel momento e così essenziale per la sua carriera artistica.
Una soluzione per riacquistare l’udito pare esserci: una costosa operazione che Ruben non può permettersi. Con Lou si reca in una comunità di persone non udenti, imparando – tra alti e bassi – ad apprezzare il “rumore del silenzio”.
Personaggi e tematiche: il (non) sonoro nella diegesi filmica
Un film del genere fa sentire ancora di più la mancanza della sala cinematografica. Sì perché l’importanza dell’immersione in Sound of Metal è tutto. Apprezzare il silenzio, abituarsi all’assenza di suoni e trarne piacere: cose alle quali non siamo più abituati e che la sala, per propria natura, riesce a far apprezzare senza distrazioni o interruzioni.
Ruben ha fatto del “suono” la sua vita: è un batterista e l’udito è probabilmente il senso di cui ha più bisogno. La complessità della rappresentazione della estetica della sordità è un qualcosa che nel cinema si è visto poco e Sound of Metal riesce a sdoganarla senza renderla irreale.
Fa tutto ciò rendendo la sonorità punto centrale di tutto il racconto: un minuzioso lavoro sul sound design crea una necessaria empatia con la situazione nuova e di estraniamento che Ruben sta vivendo sulla sua pelle. Il – non – suono entra nella diegesi del film, come filo conduttore della narrazione, portando con sé suoni disturbati, ovattati e il silenzio assoluto.
Il suono – la musica – entra di prepotenza sin da subito, con note aggressive e disturbanti. Le prime immagini mettono in scena un concerto di Ruben e Lou, rendendo l’idea di ciò che il duo fa sul palco e chiarendo allo spettatore il loro ideale di arte e di sonorità. Sono un gruppo di heavy-metal e – per loro – l’armonia di suoni anche discordante e il rumore calibrato di tamburi e strumenti elettronici rappresentano la loro esistenza, fatta di esibizioni qua e là e di una vita nomade che – francamente – li appaga.
I due protagonisti scelgono di salvarsi a vicenda: hanno entrambi un passato non facile alle spalle. La perdita dell’udito di Ruben rappresenta, per entrambi, uno sconvolgimento dei piani e della vita stessa. La devozione che l’uomo ha verso la musica è essenziale per lo svolgimento dell’esistenza stessa e la non percezione di essa rende la sua realtà un problema.
L’incapacità di esprimersi che Ruben ha – inizialmente – sia con la persona che gli sta accanto, Lou, e sia con la comunità in cui entra per imparare un nuovo stile di comunicazione è la colonna portante di tutto il film, ciò su cui la narrazione ruota. Riz Ahmed, con la sua espressività, riesce a trasmettere le difficoltà di Ruben senza scadere in cliché.
Il personaggio, intimamente, si crea l’illusione che tutto si sistemerà, che presto potrà tornare sul suo amato palco a suonare la batteria non accettando da subito la sua condizione e ponendo le basi per una sofferenza che lo accompagnerà per il resto del racconto.
Conclusione: semplicità complessa
L’interpretazione dei protagonisti accompagna chi li guarda a non perdere l’attenzione, nonostante la mancanza di momenti eclatanti, immergendo lo spettatore nella rappresentazione del dramma.
Una sceneggiatura solida e un lavoro incredibilmente accurato nel narrare un dolore latente oppresso da una caparbietà dura a morire, rendono Sound of Metal un film tanto delicato quanto potente, pieno di sfaccettature intense. Una storia non mastodontica ma personale, fatta di momenti da vivere nella loro complessità e nella consapevolezza di ciò che può succedere in situazioni simili.
Sound of Metal riesce nell’intento di creare appartenenza anche dove non c’è, dando speranza e allo stesso tempo rendendo concreta ed accettabile una situazione del tutto nuova per il protagonista. L’intensità espressiva del film è palpabile e basata tutto su un gioco di sguardi a cui l’assenza di suono non sottrae ma anzi, accresce il significato. Un silenzio rumoroso, un suono impercettibile che restituiscono la bellezza della quiete.
Sound of Metal è ora disponibile su Amazon Prime Video.
Data di uscita: 4 dicembre 2020 (il film è del 2019)
Durata: 120 minuti
Distribuito da: Amazon Prime Video
Genere: Drammatico
Regia: Darius Marder
Sceneggiatura: Darius Marder, Abraham Marder
Fotografia: Daniël Bouquet
Musiche: Nicolas Becker, Abraham Marder
Cast
Riz Ahmed
Olivia Cooke
Paul Raci
Lauren Ridloff
Matthieu Amalric
Tom Kemp