Quando ho letto dell’arrivo di un nuovo action-adventure a livelli procedurali, ho smesso di fare tutto il resto per correre su YouTube a guardarmi un trailer del titolo in questione. Inizio questa recensione così, raccontando in modo del tutto sincero quanto fosse alto l’hype per questo Sparklite – specie dopo aver giocato e rigiocato Moonlighter, altro roguelite rilasciato da Merge Games che gli somiglia sotto molti aspetti. Il team di Red Blue Games ci presenta Sparklite con un gameplay ed un level design tipico dell’epoca d’oro 16 bit, quando titoli come Zelda: A Link to the Past, Chrono Trigger e Secret of Mana ci tenevano incollati alla tv per giornate intere e non solo, considerando le nottate nel weekend. Durante la creazione di titoli come questo, la sfida risiede nell’offrire qualcosa di davvero innovativo ai giocatori, evitando un prodotto che sappia troppo di già visto e possa stancare presto oppure che, per sentito dire, possa allontanare molti gamers dall’idea di dargli una possibilità.

Un mondo di gioco procedurale
Sparklite è ambientato a Geodia, un mondo messo in pericolo dall’attacco dei Titani comandati dal misterioso Barone. Per salvare la situazione entra in scena Ada, giovanissima eroina dai capelli rossi, che si imbarca in questa nuova avventura armata di spada, un martello e tanto coraggio. Scopriamo subito la prima vera novità offerta da Sparklite: la creazione procedurale del mondo di gioco. Esso è formato da cinque zone, ciascuna delle quali avrà ad ogni partita una mappa diversa nella struttura e nelle singole aree che la compongono, come nel già citato Moonlighter. Ogni zona presenta un clima ed una conformazione del terreno specifica, partendo dalla classica e verde zona tropicale per passare ad un bosco autunnale, una notturna palude piena di pozze d’acido, ed una zona desertica. La quinta ed ultima, la zona polare, è delimitata da un antico e mistico portone che mostra i simboli di ognuna delle altre zone – illuminando quelli già completati – e sarà accessibile soltanto dopo aver sconfitto i Titani delle prime quattro zone.
Ogni volta che scendiamo dalla nave volante per sbarcare su Geodia, ognuna delle cinque zone presenta una mappa generata in modo casuale, anche se un piccolo schema strutturale non manca mai: ad esempio, alcune aree come le miniere sono sempre presenti, altre come il tendone col gioco dei forzieri appaiono soltanto a volte. La zona tropicale è anche l’unica dalla quale si possa accedere alle altre, e queste sono indicate da un cartello marrone ed inizialmente delimitate da un muro da disattivare tramite appositi interruttori i quali, come spesso capita, possono essere trovati in una caverna sottostante, scavando nel terreno o risucchiando la melma rossa sparsa nei dintorni, trovandovi sotto lo switch che cercavamo disperatamente.
All’inizio del gioco ci troviamo subito di fronte ad un boss al momento troppo forte per noi, e per quanto ci si possa impegnare e ripetere l’impresa più volte tentando di sfuggire al suo risucchio – cercando di sfruttare un forte rush in avanti tramite un apposito pulsante – il boss ci sconfiggerà per forza di cose. Ada viene salvata e recuperata dai membri di un gruppo di resistenza a bordo di una sorta di nave volante, ognuno dei quali ha una specifica funzione ed occupa una parte diversa della nave. Ogni NPC chiede l’aiuto di Ada per creare e potenziare la propria attività tramite l’uso di Sparklite, la valuta locale che si presenta sotto forma di piccole pietre dalle tonalità azzurre e che nel mondo di gioco possiamo trovare in svariati modi. Il modo più comune è quello di raccoglierli dai nemici sconfitti; si possono colpire alcuni alberi, dai quali cadrà un enorme frutto rosa contenente piccole quantità di Sparklite; affrontare le miniere sparse in ogni area, aprendone il forziere vicino all’uscita che contiene 50 Sparklite; o ancora, si possono vincere in un gioco di fortuna all’interno di un tendone che appare solo ogni tanto, gestito da un personaggio che ci invita a scegliere uno dei tre forzieri chiusi, aprendo addirittura uno dei due vuoti per darci un aiuto in stile “50:50” di Chi Vuol Essere Milionario. In quest’ultimo caso abbiamo scoperto un piccolo modo per guadagnare Sparklite velocemente: entrando ed uscendo dal tendone riappaiono i frutti rosa negli alberi, spesso presenti fuori da esso, cosa che ci permette di raccogliere Sparklite velocemente. Senz’altro, un piccolo aiuto per far soldi velocemente, anche se non consono all’impostazione stessa del gioco che, fin quando ci troviamo in quella stessa area, si “ricorda” dei nemici sconfitti e dei frutti già presi senza respawn, a meno che non entriamo in aree chiuse come il citato tendone, una miniera o una caverna.
Inventario… da incastrare
Il Centro Medico in mezzo alla nave è anche il posto nel quale, d’ora in avanti, Ada si risveglierà ogni volta che saremo sconfitti nel mondo di gioco, mantenendo gli Sparklite ma perdendo tutti gli altri oggetti raccolti nell’ultima sessione di gioco. Qui si crea automaticamente un salvataggio, e possiamo tranquillamente spegnere la console per poi ripartire con gli stessi Sparklite in nostro possesso. Il Centro funge anche da negozio in cui acquistare oggetti da mettere nel nostro inventario come quarti di cuore, strumenti per potenziare l’attacco dell’arma o del gadget in nostro possesso, potenziatori di energia ed altre cose. Comprando un oggetto, il prezzo di quello successivo sale inevitabilmente. Ma la vera difficoltà arriva dopo l’acquisto: accedendo da un apposito terminale, dobbiamo aggiungere gli oggetti comprati al nostro bagaglio personale da portare nelle nostre avventure, bagaglio che però possiede inizialmente uno spazio molto limitato, da aumentare potenziando il Centro Medico con un numero sempre più ingente di Sparklite.
La gestione dell’inventario è una chiave fondamentale del gioco, poichè dobbiamo posizionare i singoli oggetti in modo da portarne con noi quanti più possibile, diventando più forti grazie al numero sempre maggiore di cuori, energia, potenziamenti ed oggetti che indicano le specifiche location di miniere ed altri punti chiave di ogni zona. Alcuni occupano una singola casella, altri ne occupano due in orizzontale, altri ancora – i potenziatori delle nostre armi principali – occupano addirittura una porzione quadrata di ben quattro caselle. Ci viene incontro la possibilità di fondere alcuni pezzi uguali, ad esempio due potenziatori di armi che creano un solo tassello con un piccolo triangolo dorato indicante l’unione di due tasselli normali, e successivamente due di questi che ne formano uno solo con due triangoli dorati, fondendo così ben quattro potenziatori in un solo tassello e risparmiando spazio.
Mentre gli oggetti dell’inventario forniscono ad Ada abilità permanenti come vita, forza ed energia, vi sono oggetti consumabili – ottenibili sconfiggendo i nemici, da trovare in alcuni forzieri o regalati da un certo NPC dell’aeronave – che possono essere assegnati al tasto L1 e ci forniscono un aiuto ulteriore sul campo di battaglia: illuminare l’area circostante per un tempo definito, aumentare la nostra difesa fisica, recuperare una piccola porzione di cuori, rivivere istantaneamente in caso di morte, lanciare esplosivi attorno a noi ed altre cose. Prima di ogni viaggio, specie quando entriamo in una miniera e ci apprestiamo a scontrarci contro il boss di quella zona, conviene equipaggiare L1 con l’oggetto in nostro possesso che potrebbe esserci più utile. Consigliamo vivamente di equipaggiare i cuori per recuperare vita quando serve, oppure l’oggetto che fa rinascere Ada in caso di morte.
I gadget: dal prestito all’invenzione permanente
Oltre al potenziatore dell’arma principale, ce n’è uno specifico per i gadget: vediamo quindi cosa sono e dove trovarli. Ogni zona presenta un piccolo dungeon riconoscibile da un antico simbolo, nel quale possiamo entrare grazie all’uso di un ciondolo in nostro possesso. Appena entrati otteniamo il gadget in questione, che ci viene “prestato” per usarlo solo in questo specifico dungeon, sfruttandone le capacità per risolvere il puzzle – solitamente molto semplice e veloce – ed aprirci la via d’uscita, “riconsegnando” il gadget su un apposito ripiano per aprire l’uscita. Otteniamo così il progetto per il gadget da usare sull’aeronave nella struttura di un nostro amico inventore il quale, dietro il solito pagamento di Sparklite, ci fornirà un tavolo da lavoro per costruire un nuovo gadget, ottenendolo in modo permanente nel nostro inventario. Alcuni gadget danno ad Ada la possibilità di esplorare nuove aree e raggiungere alcuni forzieri dapprima irraggiungibili, mentre altri fungono da armi a distanza.
Abbiamo lo Spark Slinger, una specie di balestra per sparare colpi a distanza – precisi anche se un po’ lenti. Il Boom Balloon, un mini pallone aerostatico da telecomandare tramite il nostro pad, indirizzandolo verso alcuni interruttori altrimenti irraggiungibili; al minimo contatto con un muro, però, questi viene distrutto costringendoci a lanciarne un altro dall’inizio. Lo Shrinkinator 5000 (non pronunciabile da tutti al primissimo tentativo), che rimpicciolisce Ada quando vuole entrare in alcuni tubi e farla uscire in piccole aree isolate con un forziere da aprire. Il Bubble of Breath, che ci dona la capacità di nuotare in acque profonde. Lo Spark Pulser, una sorta di fucile ad energia per sparare da una certa distanza ai boss o ad alcuni nemici troppo forti per essere affrontati da vicino. Lo Spark Blitzer, che accende alcune lampadine-switch indispensabili per poter procedere oltre. Come già detto, alcuni di questi possono fungono da armi a distanza e consumano una parte dell’energia disponibile che funge da vero e proprio caricatore di proiettili, il cui numero dipende dai tasselli d’energia che abbiamo messo nell’inventario nel Centro Medico; per ricaricare la barra d’energia bisogna colpire i nemici con l’arma principale, e ovviamente è consigliabile fare questo tipo di procedura contro i nemici più deboli.
Vi sono poi alcuni gadget per il Wingnut, un piccolo drone nonché nostro compagno d’avventure: il Flare Bang per illuminare alcune torce ed aprire l’uscita di una caverna, il gancio Claw Digger per estrarre dal terreno alcuni interruttori o Sparklite, o il Muck Buster per aspirare la melma sparsa in alcune aree. All’inizio del gioco, Wingnut si sacrifica permettendo ad Ada di fuggire dall’aeronave sotto attacco, ma lo ritroveremo dopo aver battuto il primo boss – vendicandoci così della sconfitta iniziale – ed abilitando finalmente il gioco in co-op locale.
Quest secondarie, bug e curiosità
Come ogni titolo che possiede elementi rpg, anche Sparklite offre quest secondarie che possono migliorare l’esperienza di gioco. Nell’aeronave c’è un NPC amante del canto che ci chiede di trovare i suoi piccoli amici canterini, sparsi in ognuna delle cinque zone visitabili e spesso nascosti sotto il terreno o vicino qualche albero. Sempre in ogni mappa possiamo trovare un NPC simile ad un avventuriero, che ci dona un medaglione per ritrovare la propria compagna dopo essersi persi di vista in una delle zone del mondo. Viceversa potremmo trovare la compagna stessa che ci chiede di ritrovare il suo lui. Riuscendo nell’impresa e consegnando al secondo il medaglione del primo, come prova dell’incontro avvenuto, riceveremo un premio come ricompensa.
Stessa cosa accade quando incontriamo un altro NPC che ci sfida ad una corsa da un’area all’altra all’interno della stessa zona: dopo un breve countdown la gara ha inizio, e mentre lui si sposta – fin troppo lentamente – col suo jet personale, noi possiamo correre seguendo la freccia che ci indica la direzione giusta, raggiungendo l’area col traguardo contrassegnato da un cerchio sul terreno, ricevendo anche qui un compenso. In realtà abbiamo vinto il 100% delle gare fin troppo facilmente, a segnalare un livello di difficoltà di queste gare fin troppo basso per rappresentare una sfida, come se l’NPC in questione facesse di tutto per farci vincere. Quindi una quest facoltativa che avrebbe potuto essere meglio gestita.
Tra i nemici che affronteremo più spesso vi sono i goblin, dei quali esistono diverse versioni. Alcuni di questi possiedono purtroppo un IA sviluppata in modo un po’ frettoloso, ad esempio quando ci corrono incontro facendosi colpire ripetutamente con facilità azzardando solo ogni tanto un affondo con la loro sciabola, o quando vengono verso di noi cadendo ingenuamente nel vuoto ben visibile di fronte a loro. Peggio ancora – e qui si tratta di un vero e proprio bug da sistemare, benchè solo in specifiche aree sotterranee – quando quelli più grossi si buggano incastrandosi in un muro pur continuando a camminare, oppure tentano di saltare verso di noi finendo addirittura fuori dallo schermo, cosa che accade quando in quella stanza ce ne sono due assieme, rendendo impossibile sconfiggerli ed aprire il passaggio successivo, con l’obbligo di riavviare il gioco perdendo gli ultimi progressi.
Ultima nota è l’assenza della localizzazione in Italiano, ma considerando che chi scrive iniziò ad imparare l’Inglese scritto giocando a Zelda, forse non tutti i mali vengono per nuocere: se amate questo genere, Sparklite può essere l’occasione buona per iniziare ad impararlo, considerando che il gioco non ha un doppiaggio né così tanti dialoghi scritti come altre produzioni. Perché non provare? In linea di massima, il testo totalmente in Inglese potrebbe essere messo tra i difetti, ma francamente non me la sento: quando un gioco piace, bisogna affrontare le proprie mancanze per imparare qualcosa di nuovo. Cosa che non fa mai male, anzi, apre le porte a molti altri titoli non localizzati nella nostra lingua.
The final challenge
Benché alcuni nemici siano un po’ ostici e richiedano una certa abilità per essere schivati o affrontati, come gli insetti volanti nel bosco o gli enormi mostri dai potenti pugni che scuotono il terreno, la sfida sul campo è rappresentata dai boss di ogni zona, da studiare ed affrontare con astuzia ma soprattutto con grande abilità di movimenti e tempismo perfetto. Ogni boss possiede uno schema d’attacco abbastanza ripetitivo, ma è comunque ostico da affrontare poiché spesso attacca con un mix di rapidi e potenti attacchi fisici, missili, fasci energetici ed altre cose difficilmente schivabili quando avvengono insieme o nell’arco di pochi secondi. Essenziale è il tempismo col quale schiviamo determinati colpi e contrattacchiamo, essendo obbligati a colpire il nemico in precisi punti del corpo e in momenti specifici tra un suo attacco e quello successivo, momenti nei quali ogni minima distrazione ci fa perdere tempo se non addirittura farci colpire in maniera evitabilissima.
Prima di ogni scontro è importante ricordarci di equipaggiare i due gadget che useremo – uno per ognuno dei due pulsanti a disposizione – e l’oggetto consumabile più utile in quello specifico scontro da assegnare a L1, il tutto intercambiabile anche durante la battaglia. Una volta capiti gli schemi d’attacco di un boss, sarà più facile evitarne colpi e proiettili ma soprattutto riusciremo a colpirlo con una frequenza sempre maggiore, talvolta attirandolo in una specifica direzione per poi aggirarlo e colpirlo dal suo lato vulnerabile. Queste tecniche sono indispensabili per affrontare i boss riducendo al minimo le difficoltà impartite dai suoi attacchi multipli e veloci, ma come già detto, con un adeguato equipaggiamento iniziale – cuori e potenziatori su tutti, oltre ad una certa quantità di qualche consumabile in nostro possesso – non dovremo affrontarlo decine di volte per batterlo.
[spoiler title=’Piccolo spoiler sul boss finale’ style=’default’ collapse_link=’false’]La sfida più grande arriverà dal boss finale, che affronteremo in fasi ed approcci diversi, rendendoci la vita difficile.[/spoiler]
Sulla falsariga di Moonlighter e dei vari Zelda, dai quali riprende alcuni elementi, Sparklite offre un mondo di gioco affrontabile un po’ alla volta con tanti elementi rpg, come da copione del genere a cui appartiene. Un metodo da sempre adottato dal sottoscritto è quello di rallentare o accantonare temporaneamente le quest per esplorare il più possibile il mondo di gioco fin da subito, scoprirne i segreti e raccogliere quanti più oggetti e soldi possibili per potenziare il personaggio, cosa qui essenziale per continuare nel gioco. Non offre decine e decine di ore di gioco, bensì una quest principale non lunghissima affiancata da alcune secondarie utili al fine di potenziare Ada e proseguire nell’avventura, per un totale di una manciata di ore di gioco. Se vi fermate ad esplorare con molta calma può durare ancora un paio di giorni, ma niente di più. Personalmente lo consiglio non per la sua longevità, quanto per il piacere di esplorare un mondo procedurale con mappa di gioco rinnovata ad ogni partita, oltre al piacere di chi ama perdersi nell’esplorazione per trovare oggetti e strumenti al fine di potenziare il proprio eroe – o eroina, nel nostro caso – e sconfiggere facilmente mostri e boss che mezz’ora prima sembravano essere impossibili da abbattere. Se vi piacciono queste cose, Sparklite fa sicuramente per voi.