Da grandi giochi derivano grandi responsabilità. No, non è proprio la citazione nella sua versione originale, ma ci siamo capiti: se vogliamo davvero godere appieno delle capacità di un titolo che è passato alla storia per la simpatia che ha suscitato nell’animo delle genti a fine anni Novanta, difficilmente possiamo farlo su una piccola console come Nintendo Switch. Dal 3 settembre infatti sbarca su Nintendo Switch Spyro: Reignited Trilogy, lo stesso titolo già uscito lo scorso novembre per PlayStation 4 e Xbox One, ora relegato nelle piccole dimensioni della portatile giapponese. La trilogia del draghetto viola, iniziata nello studio “insonne” nel lontano 1998 e ancora attiva dopo oltre vent’anni grazie al lavoro di Toys for Bob, gli stessi sviluppatori di Skylanders, affiancati da Sanzaru Games per il terzo capitolo e pubblicata da Activision.
Dopo aver messo le mani sulla versione per console fissa, come sarà andata la prova del porting sull’ibrida portatile del tris di avventure?
Nessuno può mettere Spyro in una Switch
No, nemmeno noi, a meno che non possediamo una memoria espandibile per la nostra console di una certa capienza. Cominciamo da questo presupposto: pensare a ben tre capitoli così ricchi di contenuti e dalla qualità grafica e tecnica di un certo livello rispetto a molti altri contenuti pensati per Switch, condensati in un solo gioco per portatile, non è affatto cosa da poco. Tenendo conto della dimensione del software, che richiede uno spazio libero oscillante tra i 15 e 16 GB, capiamo fin da questi dati meramente tecnici che si tratta di qualcosa di grosso e che tale pesantezza potrebbe avere riscontri di qualche tipo durante la partita. Ma non disperiamoci e proseguiamo nell’esperienza di gioco, la quale inizia dopo un lungo disclaimer sulla privacy e altri dati che ci dividono dalla partita. Prima di questa però dovremo riscontrare un certo tempo di attesa dettato da una schermata nera che stenta a lasciare il posto al menu principale; un aspetto che ci lascia un po’ perplessi, ma giustificabile appunto dalla pesantezza dei dati di gioco.
Questo è una delle problematiche maggiormente riscontrate durante il gioco: i tempi di caricamento non sono molto fluidi e spesso, tra una schermata e l’altra, ci ritroviamo a dover attendere che il draghetto torni tra noi aspettando alcuni secondi. Un primo tema che emerge a fronte dei limiti tecnici di hardware e software della console, ma non sarà l’unico. A fronte della limitata dimensione dello schermo, il grande mondo di Spyro con tutti i suoi regni non avrà l’ampio respiro che si merita: infatti, il piccolo rettangolo che incornicia l’intero ecosistema naturale del draghetto ci permette a malapena di osservare con soddisfacente spazio e prospettiva quanto ci circonda, limitando non solo il nostro campo visivo, ma di conseguenza anche le azioni che potremo compiere e osservare i nemici in arrivo, così come dover prendere bene le misure per planare e compiere virate durante il volo (a meno che non conosciamo ormai a memoria i tre episodi della trilogia e riusciamo a completarli anche a occhi chiusi). Oltre a questo, segnaliamo purtroppo solo un parziale sfruttamento del rumble della console, così come anche nel caso della Trilogy non vi è sfruttamento delle potenzialità touch della portatile.
Camera e…azione (?)
Giunti a questo punto esploriamo dunque proprio gli aspetti tecnici relativi a movimenti e telecamera: i primi risultano parecchio fluidi, senza interruzioni o difficoltà del software a girare a dovere su questa piattaforma, garantendoci quantomeno una certa continuità nel movimento, parecchio rilevante in un gioco dove è fondamentale lo scatto, il salto, le fiamme emesse dalle narici e soprattutto le rincorse ai ladri blu d’uova. Anche la telecamera è parecchio, talvolta troppo fluida, con il risultato di darci un leggero senso di malessere dovendo seguire il draghetto a distanza ravvicinata e senza poter appunto godere di un campo visivo abbastanza largo.
Da un punto di vista della grafica andiamo a sollevare un’altra questione abbastanza delicata e relativa alla modalità di gioco prescelta: i difetti riscontrati in modalità portatile sono decisamente ridotti grazie a un buon lavoro di anti-aliasing, fatto salvo per qualche temporanea riduzione del frame rate, dettagli non sempre messi a fuoco e qualche altra sporcatura di piccolo conto, ma nulla di esagerato agli occhi del giocatore. I difetti un po’ più evidenti emergono maggiormente sullo schermo televisivo, dove tra cromie di colori meno vivaci e dettagli davvero meno definiti ed elaborati, il risultato non è al massimo delle aspettative e delle capacità di questo gioco, che meritava sicuramente una migliore rielaborazione della texture nel suo complesso.
Ansia da prestazione
Come anticipato, abbiamo scelto di installare la nostra console anche in modalità TV, se nemmeno giocare a distanza con i soli Joy-Con alla mano ci può tornare utile per limitare il senso di fastidio dovuto ai movimenti troppo veloci e subitanei. Notiamo però in questo modo che la qualità del porting è davvero variabile a seconda della modalità scelta tra dock (TV) e portatile. Lo dicevamo poco sopra, e nel complesso possiamo ribadirlo: al draghetto non piace troppo stare in televisione. Questa “timidezza” porta a rendere i problemi di aliasing maggiori, oltre che aver riscontrato una minore fluidità soprattutto nei momenti in cui lo scatto fa la differenza.
Al netto delle ore di gioco, che ovviamente restano invariate rispetto alla precedente versione per console, abbiamo a che fare con un titolo che risulta in definitiva problematico, non per le sue qualità, quanto per la capacità limitata e limitante di Nintendo Switch. Una serie di difetti che in definitiva disturbano più del dovuto poiché, come diceva il buon Totò, “è la somma che fa il totale”, peccato però che in questo caso sia in negativo. Non sconsigliamo ovviamente l’acquisto di questa raccolta, ma teniamo a ricordarvi quali siano gli ostacoli in cui si può incappare durante questo gioco che, come i tesori raccolti durante il gioco, risulta essere un diamante un po’ più grezzo del dovuto.