Alla fine del mese scorso ha debuttato su PC (e prima su Nintendo Switch) SteamWorld Quest: Hand Of Gilgamech, ultimo lavoro di Image & Form Games. Lo studio di sviluppo è diventato famoso in questi anni grazie al lavoro sulla serie a cui appartiene il titolo che andremo ad analizzare. Gli sviluppatori hanno voluto sperimentare con i vari SteamWorld, presentando meccaniche diverse e titoli appartenenti a generi differenti. Non fa eccezione SteamWorld Quest, che per la prima volta nella serie unisce alla meccaniche da gioco di ruolo un sistema di combattimento a turni basato sull’uso di carte. Questo elemento può essere accostato in un primo momento a card game come Hearthstone o Gwent, ma giocando si rivela in realtà molto più simile ai giochi come Slay the Spire. Tuttavia non perdiamoci in chiacchiere, e buttiamoci nell’analisi del titolo.
Trama
Con gli altri videogiochi della stessa serie SteamWorld Quest condivide il mondo della sua storia, ambientata nel remoto passato di SteamWorld Dig. Nello specifico, sono raccontate le disavventure di un terzetto di amici meccanici che si troveranno coinvolti nel loro viaggio in una missione per salvare il mondo. La protagonista è Armilly, una ragazza di umili origini, il cui sogno è quello di entrare nella Gilda dei Guerrieri, anche se periodicamente rifiutata per la sua provenienza. Al suo fianco abbiamo l’inseparabile maga Copernica e l’ingenuo Galleo. Alla combricola dei tre eroi, nelle loro disavventure contro l’esercito del Nulla, si aggiungono altrettanti personaggi: Orik, Thara e Thayne.
Seppure gli eroi seguano dei modelli alquanto stereotipati, il gioco ci presenta una storia coinvolgente e interessante anche se non originale. I temi proposti sono il coraggio, l’altruismo e l’amicizia. La narrazione nello specifico viene usata come elemento che si intervalla all’esplorazione delle ambientazioni, senza risultare troppo invadente. Il tutto è presentato tramite degli atti, divisi in capitoli (corrispondenti ad un livello), e caratterizzati da dialoghi ironici, divertenti e tradotti in italiano.
Un lungo cammino ma dritto
La struttura di SteamWorld Quest è estremamente lineare e basa la sua meccanica principale sull’esplorazione di una ventina di livelli, ognuno diviso in piccole stanze collegate in diverse direzioni. All’interno di esse sarà possibile muovere uno dei personaggi, facendolo interagire con gli elementi presenti su schermo. Quest’ultimi sono assai minimi e si riducono per la maggior parte dei livelli in forzieri, nemici, e oggetti che posso essere frantumati per ottenere denaro. A garantire però una maggiore attrattiva è la presenza di stanze nascoste non segnalate sulla minimappa disponibile.
Viene anche offerta la possibilità di rigiocare i vari capitoli per trovare i forzieri mancanti o acquisire ulteriore esperienza e/o soldi per potenziare i personaggi. In linea con questa caratteristica, una volta giunti in una fase avanzata dell’esperienza, SteamWorld Quest permette in una modalità arena che ci consente di confrontarci con cinque ondate consecutive di nemici. Naturalmente esistono più leghe, ognuna con un livello di difficoltà e premi più interessanti in caso di successo.
Inoltre bisogna approfondire la gestione del denaro, che risulta non delle migliori. In realtà esistono più metodi per ottenere monete, ma anche se è offerta questa varietà, spesso risulterà insufficiente in relazione ai prezzi per forgiare o potenziare le nuove carte, e a quelli per coprire l’acquisto di nuovi equipaggiamenti o oggetti curativi. Ad onor del vero si può anche decidere di limitare l’acquisto di questi consumabili, visto che il gioco offre la possibilità di curarsi tramite delle statue. L’unico costo previsto per usufruire di questa meccanica è la rigenerazione dei nemici nelle zone circostanti.
Credere nel cuore delle carte
Come dicevamo, SteamWorld Quest impiega un sistema di carte durante i combattimenti, caratterizzato da meccaniche di base semplici. Si possono schierare fino a tre personaggi, ognuno dotato di un mazzo personale di massimo otto carte che consistono nelle abilità utilizzabili durante gli scontri. Questo si traduce in un mazzo complessivo di ventiquattro carte, delle quali se ne possono tenere in mano al massimo sei per turno, dopo averle pescate casualmente. Il giocatore potrà cambiare fino a due carte nella sua mano, per poi comunque arrangiarsi con quello che otterrà e ha già ottenuto. Nello specifico, le carte si dividono essenzialmente in tre categorie: quelle che generano vapore, indicato da degli ingranaggi nella parte superiore dello schermo, quelle che lo consumano, legate ad abilità speciali, e quelle che nè creano nè consumano vapore.
Di conseguenza va applicata un minimo di strategia sia nel generare che consumare vapore, tenendo a mente il limite delle tre carte per turno. Addirittura, se queste ultime appartengono allo stesso personaggio, verrà usata automaticamente una quarta carta speciale determinata dall’arma del personaggio, senza consumare né generare vapore. Altre carte, inoltre, premiano combinazioni miste, e se giocate dopo quelle di un altro personaggio specifico aumentano i loro effetti. Sarà possibile reperire le varie carte aprendo forzieri, comprandole/potenziandole dal venditore apposito, o ottenendole alla fine di alcuni intermezzi narrativi.
Visto che ogni personaggio può portarne in battaglia un massimo di otto, gestire i singoli mazzi resta intuitivo ma mai banale. Di conseguenza, il titolo di Image & Form Games riesce a offrire una certa varietà di situazioni, combinazioni e strategie a prescindere dai personaggi schierati. Di contro, sebbene modificabili attraverso la personalizzazione dei mazzi, alcuni di essi rispettano modelli predeterminati, come Galleo nel ruolo di guaritore o Copernica in quello della maga elementale.
Comparto tecnico e bestiario
Purtroppo SteamWorld Quest pecca nell’offrire una varietà convincente per il proprio bestiario. I combattimenti sono assai presenti, ma spesso ci mettono contro gli stessi nemici. Le differenze consistono principalmente in colorazioni diverse, nuove carte nel loro armamentario, resistenze e debolezze differenti. In alcuni casi questa ripetitività riguarda anche i boss, ma rimangono comunque assai più curati. Proprio questi scontri risultano più stimolanti e spingono maggiormente il giocatore ad adottare nuove combinazioni e strategie per avere la meglio.
Un altro elemento per il quale il videogioco non spicca è una colonna sonora non memorabile. In maniera differente continua a convincere il comparto tecnico, ma soprattutto estetico. Lo stile è di fondo molto simile alle precedenti produzioni della casa di sviluppo. Nonostante questa somiglianza, il neo SteamWorld riesce a presentare un dimensione fiabesca personalizzata e mai banale, arrivando a caratterizzare ogni elemento presente su schermo.
In conclusione
Insomma, il lavoro di Image & Form Games merita sicuramente di essere promosso – anche se non a pieni voti. SteamWorld Quest è un esperimento riuscito che riesce a divertire per tutta la sua durata, controbilanciando alla ripetitività dell’esplorazione un sistema di combattimento stimolante e ben strutturato. Inoltre, la commistione tra quest’ultimo e le meccaniche da gioco di ruolo è sicuramente uno dei pregi del titolo. In conclusione, perfino coloro che non apprezzano particolarmente i giochi di carte potrebbero essere convinti da questo prodotto, per la semplicità con cui è facile gestire il proprio mazzo e le varie combinazioni degli attacchi.