Lo State of play di Sony é stata l’occasione giusta per poter avere qualche nuova informazione su God of war Ragnarok, il nuovo atteso progetto di Santa Monica. Nonostante però l’attenzione sia stata probabilmente attirata in gran parte sul sequel dell’avventura di Kratos per Playstation 4 e 5, altri progetti interessanti hanno fatto capolino o si sono fatti rivedere dopo un po’ di tempo. E’ il caso, tramite un nuovo trailer, di Project Eve, dinamico hack ‘n slash prodotto dal Second studio dell’azienda coreana Shift up, già avvistato durante lo scorso anno, che per l’occasione ha cambiato nome in Stellar blade.
Un mondo complementare
Quello che salta maggiormente all’occhio nel filmato presentato, allo State of play sono ancora una volta la mise succinta (tuta attillata prima, e armatura poi) della protagonista, Eve, i suoi balli di morte e il suo lato b messo in risalto. Particolari accompagnati nel nuovo trailer anche da un’arma da fuoco. Tutti elementi che vanno a ricordare un altro personaggio femminile legato agli hack ‘n slash: Bayonetta.
Questa somiglianza, che potrebbe, a un occhio superficiale, essere solo un cavallo di Troia per poter attirare più utenti possibile sul gioco, in realtà sembra nascondere decisamente qualcosa di più profondo nella costruzione del prodotto. Difatti, facendo scorrere il trailer di Stellar blade, si fa largo l’ipotesi di come gli sviluppatori del Second studio di Shift up abbiano voluto creare un mondo complementare con quello delle avventure della prima avventura della strega di Umbra.
Insomma, se da una parte Bayonetta si muove in una ambientazione che ancora non é stato distrutto dalla minaccia di turno, usa la magia per avere la meglio sugli avversari, é accompagnata da una bambina e un uomo durante la sua avventura che hanno una relazione rilevante con la sua persona indipendentemente dall’avventura che si apprestano a vivere e si muove come una vera e propria pin up, con la camera che in certi momenti si avvicina durante l’azione ad evidenziare le sue grazie in un lavoro sul sex appeal che punta più evidentemente verso toni forti, che vanno a incastrarsi in una narrazione dai toni generalmente scanzonati, dall’altra parte il mondo di Eve prende una forma complementare.
Difatti la protagonista di Stellar blade dovrebbe agire in una ambientazione già distrutta dalla grossa minaccia di turno, pare usare la tecnologia per combattere, e sembra essere accompagnata nell’avventura da due individui come una bambina e un uomo con cui non condivide relazioni personali rilevanti, non vincolate dalla missione cardine che si appresta a vivere (i due paiono venire da un’altra parte del mondo rispetto a dove si trova Eve e sembra parlino solo della missione principale che deve essere compiuta, facendo presupporre che non abbiano il tipo di legame già citato).
Inoltre se ne possono ammirare, da quanto é dato vedere, le grazie mentre volteggia in mosse mortali che non calcano la mano nel sexy con i mezzi a disposizione (si può notare come la regia tenda a evidenziare in certi casi i glutei di una protagonista che però si muove in modo decisamente sobrio e funzionale all’azione), inserite in una narrazione a quanto pare molto seria.
L’ essere probabilmente complementare del mondo di gioco di Eve, alla luce di quanto detto risulta quindi importante, visto che dovrebbe donare al titolo una vasta logica e quindi un senso di palpabilità e di realtà decisamente maggiore rispetto a un lavoro con legami più contenuti e/o accennati ad altri prodotti.
Gameplay, grafica ed emozioni
Il sistema di combattimento di Stellar blade, inserito nel solco della tradizione degli hack ‘n slash, offre un insieme di schivate, attacchi e parate. Feature di gioco di cui é possibile anche apprezzare la precisione credibile del tempismo nelle animazioni (é osservabile ad esempio come una creatura meccanica attacchi la protagonista con delle spade e la schivata all’indietro che quest’ultima attua, avvenga poco prima della possibile collisione, in modo credibile e spettacolare).
Interessanti, continuando a parlare di battaglie, risultano le varie zoommate repentine, a quanto pare in tempo reale, a ogni colpo inferto o schivata effettuata, che avvicina molto il giocatore all’azione aumentando il pathos del momento e risultando azzeccate perché congruenti al tono che sembra proprio emotivo e spettacolare della narrazione. Buona l’attivazione delle armi da fuoco durante gli scontri, anche se avremmo gradito vedere anche una funzione veloce con attacco di opportunità con le stesse dopo una schivata per dare ancora più fluidità all’azione.
Non male la varietà sia visiva che di armi a disposizione dei nemici, pur non stupendo per originalità ed essendo un po’ troppo scuri nelle tinte. Particolare quest’ultimo che impedisce, per quanto é stato concesso di vedere, un godimento pieno del character design. Tra avversari dotati di ruota che caricano a “testa bassa”, mostri dall’aureola meccanica muniti di coerenti raggi di luce laser dal movimento circolare, e aberrazioni dotate di lanciagranate e spade pare ci sia il potenziale per poter adottare tattiche diverse ed avere probabilmente un motivo in più per poter acquistare il titolo.
Il tasto più dolente da quanto presentato del prodotto deriva invece dalle ambientazioni, in cui spiccano prepotentemente tinte grigie e marroni un po’ scialbe, che paiono un po’ troppo monotone nel loro fornire insistentemente rovine di un mondo cyberpunk e in un’occasione uno scenario roccioso e un’altro all’interno di una base tecnologicamente avanzatissima . I lavori probabilmente avanzati sul titolo non lasciano ben sperare nel poter vedere una varietà maggiore, ma ci auguriamo che la solidità del gameplay non li faccia incidere molto sull’esperienza finale.
Azzeccato e d’attualità, continuando, risulta il setting cyberpunk. In un’epoca come la nostra dove il telefono cellulare é diventato insistentemente una estensione della mano di una fetta importante della popolazione, potrebbe essere interessante per chi giocherà a Stellar blade immergersi in un mondo che comunica una fusione tra carne e teconlogia.
Graficamente, a corollario di ciò, il gioco appare soddisfacente, pur non raggiungendo picchi di complessità rilevanti. Ci si trova d’avanti, insomma, a un prodotto che richiama un classico 3d non molto complesso che ricorda una produzione anime, e il pubblico potrebbe trovare soddisfacente un aspetto simile.
Concludendo, il nuovo prodotto di Shift up pare poter offrire un intrattenimento valido nel suo essere tradizionale e costruito narrativamente in modo interessante. Non ci resta quindi che aspettare il prossimo anno per poter provare il gioco con mano. Appuntamento al 2023.