Abbiamo provato per voi il nuovo progetto di Madmind Studio, sviluppatore già celebre per il franchise survival-horror AGONY. Si tratta di SUCCUBUS: Prologue, un titolo eccentrico in grado di dare forma alle perversioni umane in un contesto infernale.
Un inizio diretto
Siamo alle porte degli Inferi: impersoniamo la protagonista del titolo, una sacerdotessa demoniaca assetata di sangue e pronta a dilaniare chiunque le si presenti a tiro. La premessa della trama è – bene o male – tutta qui: nelle due ore impiegate per completare questo prologo il titolo non ci ha proposto particolari spunti narrativi, lasciando spazio alla totale (e violenta) azione. Dopo un paio di semplicissimi quick time event in cui la nostra demonietta dovrà scalare parte della zona iniziale, il gioco presenta le varie meccaniche tramite alcuni tutorial particolarmente intuitivi. Veniamo dunque a conoscenza dell’arsenale a nostra disposizione: due tipologie di arma principale – è possibile passare dall’uso di una all’altra in qualunque momento tramite l’apposito comando – e ben tre tipi di attacco speciale, diversi tra loro in modo da adattarsi alle situazioni più disparate. O almeno, questo è quello che il tutorial cerca di farci credere…
Non abbiamo notato infatti una grossa differenza nell’uso dei tre spari speciali (un’esplosione, una deflagrazione e un colpo d’aria): in pratica entrambi sono da utilizzare contro un gran numero di nemici, così da danneggiarne il più possibile in poco tempo. È possibile che nella versione completa del gioco i vari attacchi saranno differenziati, certo… ma per ora non ci siamo.
Combattere all’Inferno
Il gameplay di SUCCUBUS si mostra semplice ed intuitivo. Con un’interfaccia che non urla certo alla novità e una visione in prima persona che risente degli echi Skyrimiani, l’esperienza di gioco risulta quasi plastica, a tratti rudimentale. I movimenti della telecamera e del personaggio non sono molto veritieri, così come la presenza fissa delle braccia armate della donna – immobili e indifferenti ad ogni sussulto – non migliora la situazione generale. Il tutto peggiora durante i continui combattimenti – al 90% costituiti da orde di dannati inferociti – in cui i fendenti sferrati dalla nostra sacerdotessa risultano meccanici e privi di vigore: inoltre i nemici non sembrano subire abbastanza il colpo inferto, limitandosi a riprodurre suoni e mostrandosi impassibili alle sferzate ricevute. Il framerate, d’altronde, soffre leggermente la presenza massiccia di tutti quei nemici e tende a calare moderatamente nelle sezioni più confusionarie, rovinando non poco l’esperienza di gioco. Unico elemento interessante del combattimento è da notare nella meccanica delle esecuzioni: un nemico ridotto a bassa salute brillerà di rosso, indicando al nostro personaggio che sarà possibile ucciderlo istantaneamente tramite una cruenta esecuzione, che ci ricompenserà ripristinando parte della salute perduta. Le animazioni d’esecuzione sono veloci per quanto dettagliate e donano un po’ di brio alle fasi d’azione: unica pecca, la loro monotonia. Non abbiamo individuato più di tre esecuzioni preimpostate, così come le frasi riprodotte in tale occasione non superano il numero di quattro. Insomma, l’idea di giustiziare teatralmente ogni nostro nemico è allettante e funzionale al gameplay – visto il dettaglio del ripristino salute – ma vedersi ripetere le stesse animazioni e le stesse frasi per cinque, dieci, quindici nemici ad ogni ondata è leggermente fastidioso, non trovate?
Perverso, ispirato, disturbante
Per quanto riguarda ambientazione e contesto, SUCCUBUS compie un ottimo lavoro nel dipingere le profondità degli Inferi. Le varie zone ispirano un continuo senso selvaggio e crudo, com’è possibile notare nei cancelli composti da ossa umane o da alcuni muri formati da tentacoli semoventi – e aggressivi – da rimuovere. Il sangue fa da padrone come in un horror che si rispetti, disposto in tutti gli ambienti e credibile al punto giusto. Ciò che però sorprende maggiormente è la pressante ostentazione sessuale presente in questo titolo: durante la nostra esplorazione sarà normalissimo assistere ad amplessi ben più che espliciti tra demoni, dannati o qualsivoglia aberrazione infernale. La nostra stessa protagonista si dà al nudo, assieme a tutti i restanti abitanti dell’oltretomba, e non si limiterà certo a guardare. Non anticipiamo troppo, ma è possibile recuperare una grande porzione di salute “interagendo” con alcuni dannati che di certo apprezzeranno la compagnia. Vi sono altre azioni simili da compiere per ottenere benefici – alcune di queste vanno oltre la morale umana, siamo ancora in parte scioccati – in linea col ruolo della succube mitologica, demone seduttore. In ogni caso, non disperate: se avete un animo impressionabile (o se non volete traumatizzare il fratellino entrato casualmente in stanza mentre giocate) potete attivare dalle impostazioni la modalità censura, che coprirà le vergogne con degli invasivi pixel.
Una base provocante e… basta?
SUCCUBUS: Prologue cerca di porre una sfida al giocatore medio diversa dal solito: non propone gameplay particolarmente complessi o enigmi da risolvere ma stuzzica l’inevitabile curiosità che un titolo senza taboo, dissacrante e violento come questo può sollevare. La presenza di elementi interessanti come un HUB centrale dove poter acquistare o potenziare l’equipaggiamento o selezionare la prossima missione aggiungono delle caratteristiche GDR al titolo ma non sembrano abbastanza valide per rendere più vario il sistema di gioco. Da tenere in considerazione è invece la presenza di un Bestiario, contenente informazioni sulle creature che abbiamo sconfitto durante le missioni precedenti: ogni esemplare ucciso aumenterà il danno da noi inflitto a quest’ultimo e allo stesso tempo ci renderà più resistenti nei loro confronti, unendo in modo ottimale gameplay e benefici come nel caso delle esecuzioni. Per i più curiosi, è persino possibile analizzare i modelli delle varie creature conosciute.
In conclusione, SUCCUBUS: Prologue è la prima parte del titolo completo – con data d’uscita ancora da destinarsi – che presenta maggiormente i difetti dell’opera. Basato su un’idea di fondo molto pittoresca e disturbante, il gioco non presenta abbastanza novità ma anzi, soffre di un bel po’ di pecche strutturali e meccaniche che rendono il complesso troppo retrogrado per un titolo del 2020. Con il rilascio della versione completa questi problemi saranno risolti? Noi speriamo di sì.