Dall’inizio dell’umanità, il desiderio dell’uomo è sempre stato quello di esplorare. Dapprima sulla stessa superficie terrestre e poi, quando questo non bastava più, abbiamo iniziato ad esplorare lo spazio, con il primo sbarco sulla Luna nel 1969, ma non ci siamo fermati lì. Con varie sonde mandate nello spazio, ora l’obiettivo più “vicino” per l’uomo sembra essere il pianeta rosso: Marte. Sembra l’inizio di una puntata di Superquark, ma non è così. Oggi parliamo d’altro. Oggi parliamo del nuovo titolo di Haemimont Games (i nomi “Tropico” e “Imperium” sicuramente vi ricordano qualcosa).
La software house bulgara, a ben 4 anni di distanza da Tropico 5, prova a ripetere il successo con Surviving Mars, forte della presenza di un publisher importante come Paradox Interactive (gli stessi di Pillars of Eternity e Cities: Skylines).
All’avvio del gioco, ci accoglie un menu alquanto spartano, più improntato su una produzione indie a basso budget che altro. Lo sfondo già ci introduce al setting di gioco, con una slideshow di immagini alquanto suggestive di Marte. Le opzioni selezionabili per iniziare una nuova partita sono, essenzialmente, due: Easy Start e New Game. Da questo dettaglio si evincono due cose:
- Il gioco non è localizzato in italiano;
- Gli sviluppatori hanno l’intenzione di permettere di giocare a Surviving Mars anche chi non mastica abitualmente titoli gestionali.
La modalità Easy Start, come facilmente presumibile, facilita molto il “compito” del giocatore, con aree già piene di risorse e avversità meno frequenti.
Una partita normale prevede il settaggio di tutta una serie di parametri che andranno inevitabilmente a influenzare positivamente o negativamente la nostra partita, in base a quanto vogliamo complicarci la vita. Ci verrà infatti data la possibilità di scegliere la missione. Saranno disponibili numerose missioni, da quelle più semplici (offerte da International Mars Mission o dagli USA) a quelle più ardue (Russia e Cina, chi l’avrebbe mai detto). Tutte le missioni avranno, comunque, come obiettivo finale la colonizzazione di Marte. Ciò che le distingue saranno i fondi per le infrastrutture e la ricerca e i mezzi inizialmente messi a disposizione. Altri parametri da scegliere saranno il profilo del comandante, che porterà benefici diversi a seconda di ciò che riteniamo ci sia più utile per la nostra missione spaziale.
Il comandante (cioè noi) potrà essere un ingegnere aerospaziale, un dottore, un politico, un inventore e così via. Quello predefinito è l’ingegnere aerospaziale che ci permetterà di partire con un razzo extra e di sbloccare la tecnologia “bonus” della propulsione jet ad anidride carbonica. Continuando nella preparazione della partita, sceglieremo anche il logo della colonia, che non ha altre funzioni se non quella estetica e, infine, il “mistero”. Quest’ultimo ci propone una selezione di aforismi che determinano quest “aliene” nel corso della partita, che se risolte verranno ricompensate in base al bonus difficoltà, segnalato in percentuale.
Una volta scelti tutti i parametri, potremo decidere come dividere il budget a disposizione per la nostra missione, tra polimero, rover per i droni, cibo per i futuri colonizzatori e chi più ne ha più ne metta. Dopodiché, il gioco ci darà la possibilità di selezionare il sito di atterraggio. Occhio però alle minacce: le probabilità di tempeste di sabbia, piogge di meteoriti e ondate di freddo saranno determinanti nella nostra scelta. Non vorremo certo rischiare vedere un centinaio di colonizzatori saltare in aria a causa di frequenti piogge di meteoriti!
Selezionato il sito di atterraggio, ci toccherà selezionare il settore. Qui la nostra scelta sarà influenzata solo ed esclusivamente dalla possibilità di trovare questo o quel materiale, indispensabile alla nostra crescita sul pianeta rosso. Una volta atterrato il razzo, dovremo mettere le basi per una colonizzazione a regola d’arte! Dunque inizia la prima parte della partita.
Prima vi parlavo di colonizzatori. Ebbene, questi arriveranno solo in un secondo momento. Passerete svariate ore di gioco ad acquisire materiali, organizzando i vari estrattori di cemento e di metalli, oltre a vari pannelli solari, pale eoliche e accumulatori di energia. Ed è proprio qui che risiede, a mio avviso, la parte più debole del titolo. Il fatto di avere una fase iniziale in cui ci si dedica alla raccolta di materiali vari, in modo da creare un ecosistema quanto più favorevole alla sopravvivenza umana è una cosa logica, una scelta molto credibile e realistica. Il punto è che questa fase risulta troppo lunga e quasi logorante.
La raccolta dei materiali procede a rilento, ancor di più quelli che serviranno ai colonizzatori. Ai colonizzatori servirà una cupola (“Simpson Il Film”?) all’interno della quale vivere (oltre a ossigeno, acqua e cibo, ça va sans dire). E la costruzione di questa cupola sarà uno dei milestone del gioco. Uno dei numerosi obiettivi proposti dal gioco, che dovremo raggiungere nel corso della nostra missione; portarli a termine provoca una certa soddisfazione, l’effetto c’è, funziona.
Un’altra funzionalità molto curiosa è la possibilità di studiare varie tecnologie nel corso della partita. Ogni campo (social, fisica, robotica, ingegneria e biotecnologie) avrà dei suoi settori da studiare, che porteranno sempre e comunque a nuove scoperte o nuove tecnologie da poter utilizzare nella missione. Vi sarete resi conto, nella lettura di questa incredibile mole di feature e di parametri da tener d’occhio che è Surviving Mars, che può essere davvero dura gestire tutto al meglio. Un ruolo a dir poco fondamentale in questo senso lo gioca l’enciclopedia. In quest’ultima il giocatore trova tutto ciò di cui necessita per poter capire al meglio ogni singolo aspetto del titolo: edifici, risorse, veicoli, suggerimenti, meccaniche di gioco e persino disastri. Ogni elemento del titolo è spiegato in modo preciso ed esaustivo e ciò non può che essere un punto a favore del titolo, gli sviluppatori sono meritevoli di aver evitato in qualsiasi modo di rendere Surviving Mars un titolo ostico e difficile.
A questo proposito, però, c’è da evidenziare un altro difetto. Il titolo non è localizzato in italiano. E se in un FPS o in un platform, ad esempio, questo è un difetto più che trascurabile, in un gestionale purtroppo non è così. La mancanza di una localizzazione in un titolo gestionale è grave, in quanto i gestionali si basano fortemente sull’aspetto testuale. In questo modo, Surviving Mars risulta meno immediato di quanto dovrebbe essere per coloro che hanno una buona conoscenza dell’inglese, incomprensibile o quasi per tutti gli altri, trattandosi di una mole di testo non indifferente e con una notevole presenza, ovviamente, di linguaggio settoriale. Ad ogni modo, il titolo è stato rilasciato da appena un mese e le lingue supportate non sono poche: francese, spagnolo, tedesco, polacco, portoghese e russo (oltre, ovviamente, all’inglese). Tutto fa quindi presagire che un aggiornamento che implementerà anche la lingua italiana arriverà, prima o poi.
Il sonoro del titolo accompagnerà in modo piacevole le ore trascorse a costruire e progettare edifici e meccanismi su Marte. Surviving Mars offre la possibilità di scegliere tra quattro stazioni radio da ascoltare nel corso della vostra partita. Queste ultime offrono generi musicali diversi ma tutti molto piacevoli da ascoltare e molto azzeccati per un gestionale. La soundtrack di un gestionale di certo non deve mai essere il suo punto più importante, ma anche in questo campo Haemimont Games ha fatto un buon lavoro, offrendo al giocatore un’ottima compagnia su un pianeta desolato come Marte.
Dal punto di vista grafico non c’è molto da obiettare, anzi. L’ambiente sul pianeta rosso è credibile e ben realizzato. I modelli di edifici e droni sono ben strutturati e non sfigurano neanche aumentando lo zoom al massimo. Le animazioni del lavoro dei droni sono coerenti e alquanto realistiche. Voglio dire, non ho mai visto un drone al lavoro su Marte ma credo che si muoverebbero proprio nello stesso modo.
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Qui, ad esempio, c’è un piccolo drone in procinto di ricaricare le sue batterie presso l’RC Rover… la sua mamma.
È importante segnalarvi anche la presenza di una photo mode, dettaglio importante che permette di approfittare del paesaggio suggestivo offerto da Marte, dando anche la possibilità di modificarlo con vari settaggi. Potrete regolare il campo visivo, modificare l‘orario, aumentare l’esposizione, la nebbia, la profondità di campo e tanti altri parametri, in modo da poter raggiungere lo scatto perfetto in qualsiasi condizione atmosferica.
Il rischio che potrete correre giocando a Surviving Mars, tuttavia, è quello di veder passare pomeriggi come se niente fosse, iniziando a contare in cicli solari più che in giorni, adottando in tutto e per tutto lo scorrere del tempo calcolato dal pianeta rosso. I margini di miglioramento per il titolo di Haemimont Games certamente non mancano, ma gli sviluppatori stanno mostrando una certa attenzione ad aggiornamenti, patch e bugfix a rilascio regolare (l’aggiornamento più recente, l’Opportunity Update, è stato anche il più corposo), dialogando in modo esaustivo con i giocatori ed ascoltando attentamente i loro feedback. È inoltre già acquistabile un Season Pass, vedremo quali sono i DLC che includerà e come andranno ad espandere l’esperienza di gioco, già ottima e ben levigata.