Tanto Swag…
In un mondo videoludico sempre più caotico e ricco di generi o presunti tali, si sta facendo largo negli ultimi anni quello dei cosiddetti “idle games“, titoli caratterizzati da una progressione lenta ed incrementale, capace di far convivere l’esplorazione alla crescita e sviluppo di una vera e propria base. In questo contesto gli sviluppatori di Lazy Bear Games, lo studio che ci ha portato tra le altre cose Punch Club e soprattutto Graveyard Keeper, hanno dato vita ad una nuova produzione che si pone come obiettivo quello di narrare senza troppe pretese la storia di un gruppo di avventurieri buffi e strampalati che, suo malgrado, sarà costretto a rischiare la vita per recuperare il vestito preferito (e ritenuto magico) del re del loro regno. La prima cosa che colpisce del titolo è proprio il suo stile molto scanzonato, ironico ed irriverente (in particolare nello stile grafico dei personaggi e nelle poche cutscene presenti) che, pur non essendo niente di memorabile, riesce comunque a strappare qualche risata, in particolare grazie all’istrionico gatto del re che ne sa pure troppo.
Stile umoristico a parte, anche la grafica tutto sommato fa il suo, come anche il mondo di gioco che pur essendo naturalmente bidimensionale è caratterizzato da una buona varietà di locazioni, nemici e musiche orecchiabili, seppur a volte un po’ ripetitive. Lo stile insomma non manca, come l’umorismo a volte fuori luogo che accompagna piacevolmente il giocatore durante tutta l’avventura, ed è chiaro che questo sia un modo intelligente di intrattenere ovviando anche al fatto che sotto sotto non ci sia tanta carne al fuoco, come appare evidente dedicando tempo a questo indie.
….ma poca Sorcery
Ma veniamo al vero cuore del gioco, il gameplay. La particolarità del genere e soprattutto del titolo è la presenza di due anime ben distinte ma allo stesso tempo sempre connesse: da un lato la parte strategica di ampliamento della nostra base con tutti i suoi edifici, dall’altro l’esplorazione e i combattimenti veri e propri. In Swag and Sorcery è imperativo prestare attenzione ad entrambe le cose, andando ad inviare uno o più degli eroi del nostro party per accumulare denaro e risorse in uno dei vari livelli disponibili, per poi cercare di investire quanto ricavato nell’upgrade delle diverse strutture. Potenziare il grado delle strutture della nostra città di riferimento consentirà di migliorare di riflesso anche l’equipaggiamento dei nostri eroi, grazie ad un classico sistema di crafting di nuove armi e progetti per elaborarle, nonché nuovi incantesimi da ricercare nella biblioteca.
Il sistema tutto sommato funziona, dato che è presente una grande varietà a livello di armi (ben caratterizzate con le loro abilità) e il titolo risulta molto divertente specie all’inizio: purtroppo però questa prima impressione non dura tanto, una volta compresa l’eccessiva ripetitività e soprattutto linearità del gioco. Il problema più grosso risiede nel fatto che per non “scontrarci contro un muro” saremo costretti a seguire tutte le quest proposte dal gioco per accumulare il denaro necessario, tra le altre cose, a livellare i personaggi (dato che solo combattendo ci metterebbero troppo tempo), oltre che a curarli e ad ampliare il nostro arsenale o il nostro party. Quindi il giocatore si ritroverà presto imboccato in un tunnel basato sul grinding, all’interno del quale sarà quasi sempre il computer a prendere le varie decisioni per noi piuttosto che, per esempio, darci la libertà di decidere su quali edifici puntare tra tutti quelli disponibili. Quest’aspetto negativo è parzialmente mitigato dal fatto che è possibile ritirare le quest generate casualmente, ma rimane comunque evidente la troppa monotonia del gameplay che richiede più che altro pazienza, non bravura o abilità. Delude molto anche il comparto delle stregonerie, dato che per utilizzarle è necessario, oltre a possedere il bastone apposito, ricercarle nella libreria; ma una volta fatto potranno essere castate solo una limitata quantità di volte (il mana si esaurisce molto velocemente) e tutto considerato risulteranno pressoché inutili. Scoprirete presto che le utilizzerete poco o nulla, affidandovi quasi sempre alla forza bruta, puntando su un guerriero da corpo a corpo e su uno o più arceri/fucilieri per completare il party. Quale che sia la vostra scelta, ricordate che la sezione dedicata agli scontri è a scorrimento orizzontale, e per questo motivo soltanto il personaggio interno potrà colpire in corpo a corpo i vari nemici, quindi non commettete l’errore di equipaggiare due o più personaggi con armi a corto raggio, o sarete verosimilmente costretti a svignarvela e ricominciare da capo il livello.
Verso l’infinito ed oltre
Sempre restando in tema di gameplay, è importante spendere qualche parola anche sulle sezioni di esplorazione e di combattimento, che risulteranno essenziali per accumulare le importanti materie prime necessarie per il crafting. Anche in questo caso, il tutto sarà in mano all’IA, in quanto non sarà il giocatore a dare gli input: ad eccezione del lancio delle magie, infatti, gli scontri avverranno tutti in automatico, dando anche in questo caso la sensazione di essere troppo presi per mano e troppo “spettatori paganti”, piuttosto che protagonisti.
Va sottolineato comunque che è se non altro possibile, grazie ad all’icona apposita in alto, tornare al villaggio per sfruttare questi tempi morti per portarsi avanti nella fabbricazione degli oggetti, lasciando andare avanti da soli i combattimenti: cercate però di non distrarvi troppo, dato che in caso di sconfitta andranno perse le risorse accumulate durante il livello (ritirarsi permette di tenerne una parte). Un’altro aspetto importante di Swag and Sorcery che merita attenzione è la presenza di un certo numero di Boss di fine livello.
Ogni scenario infatti sarà caratterizzato da una barra di completamento che sarà possibile riempire ripetendo il livello un certo numero di volte senza morire (e se possibile senza ritirarsi); una volta fatto sarà possibile ripetere lo stage nuovamente, per poi avere la possibilità di confrontarsi con un boss speciale. Nonostante anche queste boss fight siano come gli altri combattimenti decise dal computer, queste nemesi sono ben caratterizzate e presentate con simpatici siparietti: una presenza importante che può spronare il giocatore a superare gli ostacoli messi davanti al suo cammino. In caso di vittoria contro un boss, oltre ad accumulare un bottino considerevole sarà possibile sbloccare una nuova (o più) locazione di gioco, e la progressione proseguirà linearmente facendoci accedere a nuovi nemici, nuovi tier di materie prime, nuove ricette, nuove magie e i nuovi relativi upgrade per gli edifici della nostra hub.
Non importa se vai avanti piano, l’importante è non fermarsi
Non c’è niente di più frustrante (in giochi di questo genere) del rimanere bloccati senza avere la possibilità di andare avanti, ed è quindi essenziale come non mai gestire le risorse e soprattutto i denari accumulati al meglio delle nostre possibilità, completando quante più quest possibili nel minor tempo possibile. Uno dei metodi più efficaci per accumulare soldi è paradossalmente quello di vendere gli equipaggiamenti inutili o doppi al mercato, quindi può essere una buona strategia quella di fabbricarne un certo numero in eccesso (possibilmente dando priorità a quelli non troppo dispendiosi in termini di materiali) per poi rivenderli per finanziare ricerche, progetti e nuovi livelli dei personaggi che potranno essere addestrati anche solo per aumentarne alcune precise statistiche. Anche ampliare il party può risultare essenziale, in quanto è possibile, andando avanti, avere fino a tre personaggi per ognuna delle tre linee disponibili (si può anche decidere di lasciare qualche eroe alla base a produrre oggetti) ma bisogna ammettere che i nuovi avventurieri tendono presto a costare veramente troppo, e dato che ripartono dal livello uno capita a volte che il gioco non valga più di tanto la candela, anche se a lungo andare è altrettanto vero che risulta necessario fare questo tipo di sacrifici per raggiungere la massima efficienza. Risulta chiaro, infatti, che è proprio questa la croce e delizia del titolo: sembra chiaro fin da subito che la cosa più importante sia fare più in fretta possibile e portare a termine gli obiettivi nel minor lasso di tempo disponibile, per non bloccarsi e perdere risorse inutilmente. A questo proposito, per mantenere alte le prestazioni dei nostri eroi, sarà importante anche dare un’occhio, oltre che alla loro vita, anche alla loro stanchezza: non dimenticate di utilizzare spesso le terme, in quanto in caso di barra semivuota i vostri paladini della giustizia saranno molto più lenti nel combattere e nel produrre i vari equipaggiamenti!
Conclusioni
Swag and Sorcery in conclusione è il più classico dei titoli a due facce: le discrete premesse a livello di stile, sense of humour e divertimento si scontrano con una struttura di gioco troppo lineare e a tratti noiosa, di quello che proprio in qualità di GDR strategico o presunto tale dovrebbe scoraggiare. Peccato, perché si poteva davvero avere a che fare con una vera e propria gemma, con un gameplay profondo in certi campi. Ma con gli standard attuali, il giocatore dev’essere molto più padrone delle operazioni, specialmente in un gioco che non può contare su una robusta e appagante storia. In definitiva, per chi dovesse essere un fan dei titoli idle e volesse semplicemente farsi qualche risata e rilassarsi, potrebbe non essere una scelta sbagliata dare una chance a questo gioco, ma per qualunque altro giocatore non molto paziente che in particolare non apprezzi il grinding, meglio starne alla larga.