Il Team Pulsar eSports ASD ha team e player praticamente su tutti i titoli del panorama esportivo italiano ed internazionale, e evil46 è uno dei principali giocatori in ambito italiano per quanto riguarda Tekken. Il player nei mesi scorsi ha partecipato a diverse kermesse, a cominciare dal torneo tenutosi a Birmingham in Inghilterra qualche mese fa, fino ad arrivare al recente torneo tenutosi a Napoli, che rientra nell’ambito delle competizioni di qualificazione per i mondiali di Tekken che si terranno il prossimo anno.
Siamo riusciti a scambiare qualche parola con evil46, il quale ci ha raccontato le sue esperienze nei tornei, ma ci ha anche risposto in merito ad altri ambiti legati all’ambiente degli eSports.
Raccontaci la tua esperienza al torneo di Birmingham.
“Per me è stata davvero una bella esperienza, e ringrazio da subito il Team Pulsar eSports per avermi aiutato nell’organizzazione di tutto. Il torneo si è svolto in un ambiente molto particolare, all’interno di una struttura che fa parte del college della città, che è strutturata in maniera molto simile ad un grande centro commerciale. Per me è stata la prima volta in un torneo così grande ed importante, e posso ritenermi soddisfatto di come sono andato. Ho avuto il modo di affrontare anche Jon Ding, che è uno dei player coreani ritenuto tra i più forti al mondo, e ce la siamo giocata ad armi pari quasi fino alla fine, quando è stato lui a spuntarla. Però, nonostante la sconfitta, questo match è stato utile per far vedere a tutti il mio livello, anche a confronto con i giocatori asiatici, dato che finora avevo partecipato solo a tornei con giocatori europei”.
Tekken è un titolo che vede tra i migliori player principalmente giocatori provenienti dall’Asia. Pensi che il divario con i giocatori europei possa ridursi?
“Negli ultimi anni, soprattutto con Tekken 7, non c’è più il dominio dei giocatori giapponesi e coreani che era presente con gli altri capitoli. Al momento il Paese che domina la scena mondiale esportiva di Tekken è il Pakistan. Questo cambiamento è arrivato sia perché si è allargata la base di giocatori, ma anche perché ora i capitoli di Tekken vengono rilasciati contemporaneamente in tutto il mondo, non più come prima, quando i giocatori asiatici potevano avere accesso al titolo diversi mesi prima degli altri, e quindi potevano costruirsi un vantaggio con maggior tempo di allenamento. In più Tekken 7 ha avuto un ciclo vitale particolarmente lungo, e quindi a lungo andare il livello si sta uniformando tra i diversi giocatori. Non è infatti più una eccezione vedere giocatori americani o europei che riescono ad avere la meglio sui giocatori asiatici. Sarà interessante vedere l’evoluzione della scena mondiale con Tekken 8“.
A proposito di Tekken 8, hai già avuto modo di provare il titolo?
“L’ho provato ma non così tante ore come altri player che giocano a Tekken, questo perché sin dal primo momento è stato piuttosto evidente come la Beta che ci è stata proposta fosse ancora ben lontana dal rilascio finale. Ho già potuto notare però che il gioco presenta diverse differenze con il settimo capitolo, e sto aspettando la Closed Beta che ci sarà il prossimo mese, che dovrebbe essere molto più vicina alla release finale, sulla quale passerò diverse ore per iniziare a studiare al meglio il titolo”.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
“Il mio obiettivo è quello di cercare di partecipare e ben figurare nei prossimi grandi tornei del circuito di Tekken 7 che si terranno nei prossimi mesi. Il primo è il Clash Of The Olympians che si terrà ad Atene ad inizio Ottobre, ma poi parteciperò anche ai tornei del circuito della European Tekken Cup, oltre ad alcuni tornei del circuito italiano che si terranno a Milano e a Torino. Il mio sogno sarebbe quello di riuscire a partecipare alla Last Chance Qualifier, che si terrà a New Orleans a fine Dicembre, che è l’ultima tappa del Tekken World Tour, e darà accesso ai Mondiali di Tekken che si terranno il prossimo anno”.
Birmingham, Atene, Milano, Napoli, New Orleans, un bel tour per partecipare ai tornei. Come funziona l’organizzazione degli spostamenti per essere presente a queste competizioni?
“In generale organizzo quasi tutto in autonomia. Sono abituato a girare molto, ho vissuto per diversi anni in Giappone e in Cina, oltre al fatto di aver fatto tanti spostamenti, quindi a livello di organizzazione me la cavo piuttosto bene in autonomia. Ovviamente il tutto ha dei costi di gestione, e per questo voglio ringraziare ancora una volta il Team Pulsar per il supporto, perché senza di loro non sarei riuscito a stare dietro a tutto e soprattutto non avrei avuto modo di partecipare a tutti questi eventi in giro per il mondo”.