JRPG, un genere che piace ad una buona fetta di gamers, soprattutto in oriente. Alliance Alive prende spunto da alcuni noti successi dei tempi recenti, e non solo, della sua categoria. Uno di questi è un certo Final Fantasy VII, che oltre 20 anni fa fu capace di mettere insieme una trama profonda ed ispirata, un mondo di gioco immenso e personaggi ottimamente pensati ed approfonditi sia nella storia che nel carattere. Qualche anno fa i JRPG sono arrivati anche sul 3DS, e l’originale The Alliance Alive era tra questi. Il gioco ha riscosso un ottimo successo, ma i limiti della portatile Nintendo erano comunque tali da limitarne l’esperienza di gioco oltre all’ovvia grafica adattata al piccolo schermo. Ma ecco che Grezzo, Cattle Call e FuRyu rimediano con la versione rimasterizzata – l’ennesima dell’attuale era in cui spopolano remake, remastered e reboot – per le ben più potenti PS4 e Switch. Il risultato? Un pieno successo, che sbarca finalmente nelle nostre tv ultramoderne. Un titolo che già su 3DS era piaciuto a tanti, come dimostravano le classifiche dei giochi più venduti al lancio in quel periodo, soprattutto in Giappone.
Versione provata: PS4.
Una guerra millenaria
Circa mille anni prima delle vicende narrate, vi fu una guerra tra tre razze: Umani, Daemon e Beastfolk. I primi furono sconfitti, venendo relegati al ruolo di razza inferiore dedita al lavoro per assecondare il volere dei loro ben più potenti padroni. La vittoria delle altre due razze fu ulteriormente sigillata dalla creazione di una potente barriera magica, che impedisse agli umani di accedere agli altri mondi. Da quel giorno non è stato più possibile vedere il cielo azzurro. Negli anni sono nati piccoli gruppi di resistenza, che vorrebbero liberare l’umanità da questo ruolo di schiavitù e rompere il sigillo tra i vari mondi. E si è diffuso con insistenza il racconto di un potente mezzo in grado di viaggiare tra questi mondi, voci che però non avevano mai trovato conferme, fino ad oggi.
A questo punto, il gioco ci vede iniziare nei panni di due giovani umani adolescenti appartenenti alla resistenza, per poi spostarci in altre location e conoscere nuovi personaggi e le loro storie parallele alle altre, finendo con l’incontro tra tutti quelli incontrati e la possibilità – come da miglior tradizione del genere – di poter liberamente cambiare i membri del party, scegliendo ben 5 personaggi tra i 9 disponibili. Partiamo dalla piccola città dei due protagonisti, situata in un regno in cui piove incessantemente. Dopo le prime peripezìe e la conoscenza di alcuni personaggi chiave nella vicenda, lasceremo la città per svolgere determinati incarici e conoscere nuovi personaggi.
Ed è qui che inizieremo a prendere la mano col gameplay vero e proprio, su tutto i combattimenti. Inizialmente, la nostra missione ci porterà ad esplorare i dintorni e in generale il nostro mondo, entrando in alcune torri ben visibili anche da lontano – le Gilde – e conoscendone i personaggi che le gestiscono. Con l’avanzare del gioco saremo in grado di raggiungere anche i mondi inizialmente inaccessibili, torneremo a visitare e prendere accordi con le Gilde scoperte – formando un’alleanza sempre più grande, come da titolo del gioco – e addirittura sfruttare le capacità di uno dei protagonisti per costruirne di nuove, trovando alcuni punti favorevoli del terreno contrassegnati da un grande fascio luminoso.
Grafica re-Alive
Come sempre, in questi casi, il colpo d’occhio cade subito sulla grafica. Ed è davvero ottimo il lavoro svolto dagli sviluppatori. I personaggi sono ben definiti, ma anche riproporzionati rispetto all’originale, con teste meno super-deformed e meglio rapportate al corpo di ogni personaggio. Ma i miglioramenti sono soprattutto nel mondo di gioco, anzi, nei mondi. Questi possiedono una definizione molto più alta rispetto all’originale 3DS, e benchè alcune montagne abbiano ancora le classiche punte poligonali – non pretendevamo che si mettessero a ritoccare ogni singola montagna tra le tante presenti in ogni mondo – è ampiamente visibile una definizione molto più alta dei singoli elementi dello scenario, dalle montagne agli alberi. Ad una maggior definizione si aggiunge anche una maggior distanza di visibilità con montagne, torri e laghi in penombra quando siamo ad una certa distanza.
Mentre corriamo nel mondo di gioco, invece, i nemici compaiono quando sono nel raggio di circa una ventina di metri in-game dal protagonista. Questi si muovono in modo relativamente lento, scegliendo ogni volta una direzione per poi partire e fermarsi diversi secondi, girarsi da un altro lato e camminare nuovamente. Studiando i movimenti e la natura di ogni singolo nemico, possiamo decidere se affrontarlo a viso aperto o cercare di evitare il combattimento. In molti casi alcuni nemici ci vedranno, allarmandosi ed iniziando ad inseguirci con maggior velocità: alcuni sono lenti e possono essere seminati poichè cessano l’inseguimento dopo poco tempo, altri sono più veloci e ci raggiungeranno quasi sicuramente. Alcuni di questi, i Demoni dell’Acqua, si muovono velocemente sulle superfici come laghi e mari, e in caso riescano a prenderci, ci attaccano con possenti braccia nere, iniziando il combattimento. Sta a noi decidere per una tattica diretta oppure stealth tenendo conto che, specie all’inizio del gioco e prima di ogni boss fight, conviene combattere un bel po’ per potenziare i personaggi. Alla fine di ogni scontro, a sinistra esce un elenco di quanto guadagnato ed appreso da ogni personaggio: HP, SP, soldi e nuove tecniche.
Armi, tecniche speciali ed Ignition
Veniamo proprio ai combattimenti. Prima cosa da dire – e non tutti gradiranno pur conoscendo il genere – questi sono assolutamente a turni senza limiti di tempo: potete tranquillamente alzarvi dalla sedia, andare in bagno, correre in cucina a spegnere i fornelli, rispondere al telefono e riprendere il pad in mano, ed il vostro turno sarà lì ad aspettare un comando. A differenza di altri titoli, in Alliance Alive ad inizio turno si danno i comandi a tutti i personaggi del party, che li eseguiranno nell’ordine prestabilito e verso il nemico selezionato, salvo ovviamente cambiare target in caso questi fosse già morto. C’è un pulsante dedicato alla formazione da schierare: tutti in prima linea con potenza d’attacco massima ma subendo il massimo danno possibile, uno o più personaggi in seconda o terza linea di supporto a chi sta avanti, e tante altre tattiche alle quali se ne aggiungeranno di nuove dopo aver preso accordi con una certa Gilda. La scelta della formazione è importantissima e varia in base alla natura e potenza del nemico da affrontare, mettendoci in condizione di cambiarla ad ogni turno in caso quella scelta non fosse efficace. Spesso la scelta della formazione è un elemento determinante per l’esito della battaglia, ed è meglio sceglierne una più difensiva ed essere cauti in caso di scontro con un nemico particolarmente forte.
Vi sono diversi tipi di armi, alcune già in possesso dei personaggi, altre acquistabili nei negozi ed altre ancora si possono trovare nei forzieri sparsi in alcune location. Si va dalla spada normale, spadone, ascia, lancia, arco e così via. Ed è qui che le cose si fanno interessanti: siamo liberi di assegnare a ciascun personaggio ben due armi a nostra scelta, e sfruttare i Talent Points per insegnargli nuove tecniche correlate all’arma in uso e non solo, ad esempio quelle che diminuiscono i punti necessari all’uso di una tecnica speciale o che velocizzano l’apprendimento di nuove tecniche. Già durante il combattimento, dopo aver usato più volte alcune tecniche della stessa arma, scopriamo al turno successivo di averne appresa una nuova. Al fianco di ogni tecnica sono indicati i punti SP che consuma, obbligandoci a dosarne l’utilizzo contro i nemici più ostici e nelle boss fight. Non mancano comunque gli oggetti che ripristinano gli SP consumati.
Oltre alle tecniche individuali ve ne sono alcune speciali. Partiamo con le Awaken: in alcuni momenti dello scontro, il personaggio di turno potrebbe aprire gli occhi di colpo – tramite una brevissima sequenza animata – e scagliare un colpo particolarmente potente contro il nemico selezionato. Ma soprattutto vi sono le Ignition, potenti tecniche attivate automaticamente da un personaggio quando la situazione si fa complicata, specie dopo il ko di uno o più alleati. Usando una Ignition, il personaggio attacca con una potenza devastante, ma a schermo veniamo informati che l’attacco stesso distruggerà l’arma usata. Ovviamente è consigliabile usare questa tecnica quando rischiamo di perdere il combattimento e contro qualsiasi boss davvero tosto, pena il Game Over e dover ricominciare da capo lo scontro, se non addirittura arrendersi e ripartire dall’ultimo savepoint.
Ogni volta che un personaggio va ko nello scontro, viene automaticamente rianimato alla fine di questo (o tramite l’uso di particolari oggetti), ma con una riduzione del limite massimo di HP, comunque ripristinabile dormendo nelle locande. A proposito dei savepoint, è utile ricordare che possiamo riposare in qualsiasi locanda e Gilda, talvolta anche gratis, per ripristinare HP ed SP; progredendo nel gioco e dopo una certa alleanza, saranno anche ripristinate le armi distrutte nei combattimenti tramite l’uso delle Ignition. In assenza di una locanda vicina, possiamo creare manualmente un savepoint premendo contemporaneamente due tasti del pad: così facendo, alla partita successiva potremo riprendere dal punto di salvataggio selezionando Continua nel menù iniziale.
Un’assenza importante è quella dei punti esperienza, immancabili in quasi tutti i JRPG che si rispettino: per quanto in Alliance Alive ogni personaggio venga potenziato in HP, SP ed altri parametri, non vi sono punti esperienza a segnalare lo status raggiunto nè quanto manchi per il livello successivo.
Momenti drammatici? Presenti!
Un breve paragrafo lo dedico ai momenti shock. Quelli che, per intenderci, ci lasciano a bocca aperta nei pochi secondi in cui accade un determinato evento come la morte di un personaggio importante, un’esplosione devastante, un incidente spettacolare o l’apparizione di un potente nemico. Alliance Alive non fa eccezione, con alcuni momenti ad alta tensione che aggiungono un po’ di drammaticità in un gioco complessivamente dal livello di difficoltà non certo altissimo, anzi, relativamente più basso rispetto ad altre produzioni. Determinati momenti saranno ovviamente giustificati a livello di trama, rendendo i personaggi emotivamente più determinati a portare a termine la missione e tenere alto il nome di chi non c’è più.
Uno di questi momenti, possiamo dirlo, avviene dopo il primo dungeon di gioco ed in una situazione apparentemente senza via d’uscita. Un episodio che trasmette valori come amicizia e protezione reciproca, ma anche dolore e sacrificio. Ma sarà proprio un sacrificio a dare inizio alla vera svolta del gioco – l’alleanza citata nel titolo stesso – grazie alla quale i nostri personaggi diventeranno sempre più potenti, in preparazione alle fasi più avanzate di gioco in cui le cose si faranno sempre più serie.
Le Gilde
Come già accennato in precedenza, in giro per ogni mondo troviamo alcune strutture simili a torri che fungono da Gilde. Esistono 5 tipi di Gilde, e ciascuna si dedica ad una precisa tipologia di studi che ci torneranno utili più avanti nel gioco: potremo infatti trovare alcuni punti luminosi di cui ho già parlato e costruirne di nuove, decidendone la tipologia ed assegnando un Master a ciascuna di queste. All’inizio abbiamo a disposizione alcuni Master già conosciuti durante il gioco, ma dopo averli assegnati alle prime Gilde disponibili, saremo costretti a rivisitarle tutte per assoldare nuovi apprendisti da assegnare alle Gilde di nuova costruzione, in base alle specifiche abilità di ogni apprendista che sarà in gamba solo per alcune tipologie di Gilda.
Per la costruzione di una nuova Gilda, ogni tipologia chiederà sempre più membri assoldati per la stessa, rimanendo disabilitata finchè non ne avremo trovati di nuovi. Questa parte aggiunge un enorme valore tattico al gioco, e maggiore sarà il numero di Gilde create ed interconnesse tra di loro, maggiore sarà la nostra potenza in battaglia e l’assistenza di queste ultime. La sfida diventerà quindi trovare quanti più punti luminosi possibili in ogni zona – talvolta posti in altipiani raggiungibili soltanto lanciandosi da un punto ancora più in alto tramite l’Ornithopter, una sorta di deltaplano apribile a nostra discrezione, cercando di raggiungerli per poi costruire la Gilda di nostro gradimento.
Time Up!
Chi ha amato i Final Fantasy storici – in particolare i capitoli 7, 8 e 9 – apprezzerà Alliance Alive senza mezzi termini, specie dopo i miglioramenti portati da questa HD Remastered. Di contro c’è una difficoltà mediamente più bassa rispetto ad altri titoli dello stesso genere. Da aggiungere l’assenza della localizzazione in italiano: non vi è doppiaggio parlato, ma i testi sono completamente in inglese e quindi adatti solo a chi ne mastica la lingua. Sconsigliamo l’acquisto a chi non conosca l’inglese ma voglia comunque godersi il gameplay, poichè in molti casi dovrete seguire bene i dialoghi per capire cosa fare e dove andare. Lo consigliamo invece a tutti gli altri che, oltre all’Inglese, hanno un po’ di pazienza nel leggere i numerosi dialoghi – soprattutto più avanti nel gioco – per godersi nel dettaglio la trama e conoscere sempre la meta da raggiungere.