Agenti, siete pronti per salvare Washington D.C.?
Abbiamo provato la Beta di The Division 2: riuscirà il titolo Ubisoft a soddisfare il palato di noi videogiocatori? Scopritelo nella nostra anteprima.
Innanzitutto, per chi avesse vissuto lontano dal pianeta Terra negli ultimi anni, The Division 2 è un TPS online pubblicato da Ubisoft e sviluppato da Massive Entertainment, arrivato alla sua seconda iterazione. In questo secondo capitolo torneremo a vestire i panni di un agente della Divisione, questa volta però in quel di Washington D.C., sette mesi dopo gli eventi narrati nel predecessore. Durante quel maledetto Black Friday, un clamoroso attacco terroristico cambiò definitivamente il mondo per come lo conoscevamo, gettando nel caos New York.
Da parte sua, la Beta di The Division 2 ci ha portato ad esplorare la wasteland di Washington. Ciò che abbiamo notato subito è un’ambientazione drasticamente rivista, rispetto al primo capitolo. Siamo lontani dalla N.Y. perennemente innevata, la quale aveva fra i meriti, quello di restituire al giocatore un’atmosfera autentica ed immersiva, nonostante non brillasse dal punto di vista contenutistico. Washington ha dalla sua un’ambientazione lussureggiante, ricca di dettagli, che traduce la sua essenza in una vera e propria giungla urbana. Il nostro timore era quello di ritrovarci di fronte ad un The Division “1.5” e anche se il riciclo di alcuni asset risulti evidente – complice un motore grafico non opportunamente migliorato – il primo impatto con la Beta ha placato questo spauracchio, anche se non completamente.
Ci vuole tattica
Infatti, se da una parte il comparto grafico non fa gridare al miracolo, il lavoro di revisione del sistema di combattimento da parte di Massive Entertainment, ha mostrato i suoi frutti. Ci troviamo di fronte ad un approccio profondamente diverso, particolarmente più tattico, che predilige le coperture e il posizionamento strategico, per portare a casa la pelle. Una delle “novità” – effettivamente ereditata dall’ultimo aggiornamento del primo The Division ma opportunamente rivisitata – è la considerevole diminuzione del time-to-kill, tanto per il nostro alter ego quanto per le minacce che dovrà affrontare. Ciò si traduce in sparatorie più tattiche, ma anche più mobili. A complicare la mobilità, però, ci pensano un movimento e delle animazioni che abbiamo trovato più lenti e legnosi rispetto al predecessore. Ciò vale anche per i nemici, che a volte s’incagliano in oggetti invisibili, complicando così il pathfinding.
Dal canto suo l’I.A. ci è sembrata molto meno statica, e ci siamo trovati contro nemici molto più intelligenti, sempre pronti a circondarci. I nemici non si limiteranno a crivellarci di colpi, ma sfrutteranno a loro volta diverse abilità, tra cui il dispiegamento di droni da combattimento, perfetti per stanarci dalla nostra posizione di copertura.
Ad enfatizzare questo cambio di regia nel combattimento è l’introduzione della Corazza, che combinata ai nostri parametri vitali della barra di salute, è la nostra prima difesa contro i colpi nemici. Sono stati completamente rimossi i Kit Medici che ripristinavano la salute anche in movimento, a favore dei Kit Corazza usufruibili unicamente da fermi. Una volta distrutta la Corazza è opportuno rimpiazzarla con un nuovo Kit, altrimenti basteranno pochi colpi per mandarci K.O.
Una scorpacciata di attività
Ubisoft ha promesso una scorpacciata di eventi e attività, disponibili immediatamente dal day one. Effettivamente il primo The Division soffrì di una vistosa carenza in quest’ambito, sopratutto nell’end game. In questa fase di Beta abbiamo potuto apprezzare diverse attività che saranno presenti al lancio – dalla classiche missioni principali e secondarie, agli eventi dinamici, la nuova meccanica degli insediamenti, all’esplorazione di una delle tre Dark Zones e alla modalità schermaglia PvP.
Sebbene le palpabili novità nel complesso, la struttura delle missioni in The Division 2 richiama molto quella del predecessore. Nonostante incoraggino un’esplorazione verticale e una discreta interazione ambientale, l’incedere delle missioni è scandito dall’eliminazione sistematica di ondate nemiche, sostanzialmente tra un checkpoint e l’altro. Indubbiamente si tratta di una Beta, ma al netto di ciò che abbiamo potuto provare, la sensazione rimane quella di “già visto”. Diverso è invece l’approccio PvP, precisamente nella modalità schermaglia. Si tratta di un death-match a squadre, dove due team composti da 4 giocatori dovranno combattersi all’ultimo sangue. Non è di certo una modalità innovativa, ma qui abbiamo toccato con mano quanto la legnosità delle animazioni – a questo punto voluta dal team di sviluppo – sia limitante nel PvP, favorendo sì le coperture, ma anche un gameplay un pò più statico.
La novità più intrigante rimane quelle degli Insediamenti. Questi non sono altro che zone sicure dove i sopravvissuti di Washington si sono radunati per ristabilire un clima di civiltà, lottando contro le incessanti minacce del mondo esterno. Ogni Insediamento è dotato di quattro livelli di sviluppo, ognuno dei quali è sbloccabile attraverso missioni principali e secondarie. Ogni step d’avanzamento garantisce dei bonus, tanto ai sopravvissuti quanto al nostro alter ego. Questi si presentano sotto forma di progetti per armi ed equipaggiamento oltre che ad un visual update dell’Insediamento, che cambierà a vista d’occhio, aggiungendo sempre più nuovi dettagli e zone da visitare.
Il nostro agente
L’avventura del nostro agente inizia nel pressi della Casa Bianca. Il gioco infatti ci chiede fin da subito di farci strada a suon di piombo fino all’ingresso di quella che una volta era la sede istituzionale più importante degli Stati Uniti. Ed è proprio questa location che fungerà da sede operativa per la Divisione, in lotta per la riconquista di Washington D.C.
Questo è solo un pretesto per buttarci nuovamente nella mischia a caccia di punti esperienza per potenziare il nostro personaggio. Fondamentalmente ciò che abbiamo imparato dal primo capitolo rimane valido in termine di xp, ma ciò che salta subito all’occhio sono il menù ricco di nuove informazioni e i potenziamenti ottenibili tramite i punti tecnologia SHD. Se da una parte è vero che per sbloccare le nuove abilità sarà necessario salire di livello, le varianti delle stesse si potranno sbloccare unicamente tramite i punti SHD. Questi si ottengono completando missioni ed incarichi secondari e setacciando le aree di gioco alla ricerca di alcune casse particolari. Infatti in The Division 2 avremo a disposizione ben otto abilità, ciascuna con tre diverse varianti. Nella fase di Beta non le abbiamo potute provare tutte, in quanto non disponibili, ma abbiamo testato la potenza delle nuove torrette, delle mine a ricerca e dei droni. Ad esempio, la cara vecchia torretta ereditata dal primo capitolo, investendo punti tecnologia SHD, potrà scagliare bombe contro i nemici, oppure il Drone sarà in grado di riparare la nostra armatura in combattimento. Questo sistema non solo garantisce una vasta gamma di build disponibili, ma anche la necessità di completare vere e proprie parti di storia per ottenere questi potenziamenti.
Di altro spessore è invece l’esperienza end game, seppur ridotta alla sola missione “Invasione”, che abbiamo potuto provare. Infatti, una volta raggiunto il level cap (livello 30), il nostro agente potrà usufruire di tre diverse specializzazioni ognuna dotata di un’arma che la contraddistingue: esperto di sopravvivenza, cecchino e demolitore. Queste armi vanno a rimpiazzare le ultimate del precedente capitolo.
L’esperto di sopravvivenza ha in dotazione una balestra esplosiva, sfruttando le alterazioni di status del nemico per infliggere danno e aggirarne le resistenze. Il cecchino è equipaggiato con un fucile di precisione calibro .50, per tutti quei giocatori che prediligono il combattimento dalla lunga distanza. Il demolitore ha a disposizione un lanciagranate dalla potenza devastante a corto e medio raggio, ottimo per fare breccia nelle difese nemiche, sconvolgendo il campo di battaglia. Le specializzazioni sono dotate di un ramo di abilità proprio, modificabile a piacimento e la possibilità di apportare ulteriori modifiche alle abilità base.
Conclusioni
Al netto di ciò che la Beta di The Division 2 ci ha offerto, non possiamo che confermare le sensazioni contrastanti che nutrivamo dal principio. Se da un lato Ubisoft sembra aver compreso l’importanza dei contenuti in un TPS online, d’altra parte non sono pochi gli asset ripresi dal vecchio capitolo, e la sensazione di novità, dopo le prime fasi di gioco, va un pò alla deriva, verso un sonoro “caspita proprio come in The Division..”. E’ pur vero che il gunplay è stato rivisto, ma il gioco sembra a tratti decisamente più lento e lontano dalla frenesia che contraddistingueva il primo capitolo. Questa è una chiara scelta di gameplay che da un lato apprezziamo, se si considera il grande valore strategico delle coperture. Ma se ciò è vero per il PvE, per il PvP troviamo che tutta questa macchinosità possa inficiare negativamente sull’esperienza. Sfortunatamente il comparto grafico non grida al miracolo, ma non possiamo non menzionare l’ottimo lavoro reso dal punto di vista artistico per quanto concerne l’ambientazione. Di New York conserviamo ancora un bellissimo ricordo, ma Washington è decisamente uno spettacolo per gli occhi.
E voi, cosa ne pensate? Quanto hype avete per The Division 2?
Vi ricordiamo che The Division 2 sarà disponibile su PC, Xbox One e Playstation 4 dal 15 Marzo 2019.