Questo è tutto: abbiamo visto gli ultimi sei episodi della serie di fantascienza “The Expanse“. Lo show ha avuto un bel viaggio, salvato da Prime Video quando Syfy lo ha cancellato dopo la sua terza stagione per dare ai fan altre tre stagioni in un universo futuro basato sui libri di Daniel Abraham e Ty Franck, il duo di scrittori dietro lo pseudonimo James SA Corey.
Nell’universo della serie, anche il sistema solare ha attraversato un bel viaggio (ecco il nostro avvertimento obbligatorio per l’arrivo di spoiler sulle prime cinque stagioni di “The Expanse”). L’introduzione della protomolecola, una tecnologia aliena che alla fine ha aperto un anello di accesso a migliaia di altri mondi, ha fornito opportunità incommensurabili all’umanità causando anche sconvolgimenti geopolitici tra la Terra, Marte e la Cintura. Quel tumulto ha contribuito a fomentare l’ascesa di Marco Inaros (Keon Alexander), un cinturiano determinato a distruggere i cosidetti “Interni” (Terra e Marte), riuscendo a colpire addirittura la Terra con una serie di asteroidi che uccidono miliardi di persone.
La fine inizia con il sistema solare in grande tumulto
È all’incirca da dove inizia la stagione 6: sono passati ormai sei mesi dopo gli avvenimenti che abbiamo visto nella stagione scorsa e la Terra è nel caos mentre continua ad abbattere asteroidi mandati da Inaros, una fazione di Marte è nel mentre scomparsa dopo aver aiutato Marco a salire al potere dandogli la tecnologia stealth, tra le altre cose, e la Cintura è in gran parte sotto il controllo della Marina Libera di Marco.
Il sistema solare è in guerra ed è, in breve, un gran disatro. E alle prese con tutto questo c’è l’equipaggio sopravvissuto della Rocinante: James Holden (Steven Strait), Naomi Nagata (Dominique Tipper), Amos Burton (Wes Chatham) e il nuovo membro dell’equipaggio, la neo-redenta Clarissa Mao (Nadine Nicole).
Questa stagione ha solo sei episodi, una scelta comprensibile dato che questi episodi sono senza dubbio molto costosi. Ma è una delle rare volte in cui vorrei che una stagione avesse più episodi invece di meno – molto avvenimenti sono racchiusi in ogni puntata, specialmente per quanto riguarda lo sviluppo della storia geopolitica. Ma ogni episodio lascia spazio anche a momenti intimi con i personaggi che abbiamo imparato ad amare negli ultimi anni.
Grandi avvenimenti geopolitici mescolati a piccoli momenti di carattere umano
Sulla Rocinante, il cambiamento più grande è la morte del pilota della Roci, Alex, un avvenimento che si è verificato alla fine della stagione 5 perché le accuse di aggressione sessuale contro l’attore Cas Anvar hanno fatto sì che lo show non lo includesse negli episodi finali della serie. La morte di Alex è stata brusca e si è sentita intrappolata alla fine della scorsa stagione, ancora una volta, qualcosa di comprensibile date le circostanze.
Il team creativo, guidato dallo showrunner Naren Shankar, ha avuto il tempo di considerare come affrontare l’assenza di Alex nella stagione 6, tuttavia, e lo fa attraverso diversi personaggi che affrontano la perdita di Alex in piccoli momenti: Naomi si sente strana a pilotare il Rocinante per la prima volta dopo la sua morte; Bobbie (Frankie Adams) canta la musica country di Alex mentre pulisce la sua armatura potenziata. Si potrebbe obiettare della mancanza di un sentito e caloroso addio ad Alex, con l’equipaggio che piange assieme mentre lo ricorda. Però i cenni a lui sei mesi dopo la sua morte, tuttavia, sembrano autentici e non forzati: il dolore è ancora presenti in tutti i membri della Rocinante, e il modo in cui l’equipaggio lo affronta è simile a come chiunque affronterebbe una tale perdita nel tempo.
La stagione 6 ci permette anche di passare del tempo con i personaggi della Cintura. Marco, ora capo della Marina Libera, si pavoneggia sulla Pella, cercando di sembrare forte mentre mostra crepe di vulnerabilità con il figlio suo e di Naomi, Filip (Jasai Chase Owens). Anche Filip non sorprende che abbia le sue lotte interiori: dopotutto, insieme a suo padre, ha ucciso miliardi di persone. E ovviamente vediamo anche come Drummer (Cara Gee) affronta Marco ed il crollo della sua famiglia indirettamente causato dalle azioni dello stesso cinturiano. E naturalmente, dalla parte dei Terrestri, abbiamo anche l’indomita leader delle Nazioni Unite Chrisjen Avasarala, abilmente interpretata come sempre da Shohreh Aghdashloo.
I soli sei episodi riescono comunque a ritagliare lo spazio che meritano tutti questi personaggi e creano anche momenti per vedere come sono cambiati dall’inizio della serie. È soddisfacente vedere dove sono finiti tutti? Sì. I loro archi narrativi sono stupefacenti: potete comprendere come cambiano continuano a crescere mentre la civiltà umana si modifica insieme a loro.
La fine della serie, ma una forte speranza per futuri progetti
La sesta stagione si conclude con la risoluzione di parecchie faccende, ma non tutte. Sì, i ragazzi della Rocinante meritano una pausa, ma ci sono ancora grandi problematiche per quanto riguarda la protomolecola, per non parlare di alcune curiosità sui personaggi rivelate senza apparentemente alcun impatto sulla conclusione della stagione.
Ogni episodio della stagione inizia anche con una vignetta estratta dalla novella “Strange Dogs”, una storia che si svolge dopo gli eventi del sesto libro e una storia nello spettacolo che anticipa cosa accadrà nell’universo di The Expanse. Per coloro che non hanno letto “Strange Dogs”, queste scene potrebbero confondere all’inizio. Ma alla fine, pongono una domanda: ci saranno altre puntate di “Expanse” in futuro, magari sotto forma di film? Il team creativo ha sicuramente posto le basi per questo, tanto che non sarei sorpreso se un progetto fosse già segretamente in lavorazione. Spero proprio che sia così, e non credo che sarò solo quando dirò che sarò molto triste se questa è l’ultima volta che vedremo il mondo di “The Expanse” sul piccolo o grande schermo.