The Falconeer è uno dei primi giochi next-gen su cui mettiamo le mani sopra, ma oltre questa peculiarità c’è sicuramente un’altra cosa da mettere in risalto: il gioco è stato progettato e realizzato quasi interamente da una sola persona, Tomas Sala, che si è fatto aiutare solamente sul sound design andando quindi a realizzare la sua opera d’esordio come sviluppatore indipendente.
The Falconeer riesce immediatamente a rendere l’idea di quanto impegno è stato profuso per il suo sviluppo e quanto passione lo sviluppatore abbia messo all’interno della sua opera ma, nonostante questo, il gioco ha parecchie imperfezioni.
Un falco in mezzo all’Oceano
Partiamo dalla sua natura, The Falconeer nasce come un Open World in un mondo che ricorda un po’ Waterworld, totalmente incentrato sul un susseguirsi di missioni, secondarie e primarie, e dove tutto il gameplay è basato sui movimenti di un falco da combattimento. La storia invece è narrata in maniera un po’ frammentata, di missione in missione, senza troppe cutscene di spiegazione, con una fortissima propensione alla lore in game piuttosto che alle spiegazioni chiare e precise.
A livello di gameplay il gioco si rifà a classici del genere come Crimson Skies e StarFox e di fatti il giocatore dovrà principalmente svolgere le missioni che potrà scegliere liberamente di intraprendere sfruttando i movimenti del falco che può volare e sparare per tutta la grande mappa di gioco. L’unica limitazione sta nella barra della stamina che principalmente serve per evitare che il giocatore possa usare in continuazione le due abilità principale del falco ossia la schivata laterale ed il boost di velocità. Per poter recuperare stamina velocemente bisognerà far riposare il falco facendo andare in picchiata o buttarsi a capofitto all’interno di gigantesche nuvole temporalesche che grazie ai fulmini ricaricheranno gran parte della barra della stamina del vostro falco.
La cosa che più infastidisce di The Falconeer è probabilmente il fatto che il titolo vi butterà nell’azione senza spiegazione alcuna e le fasi di Tutorial sono principalmente ridotte a pochissimi messaggi che compariranno a schermo durante le prime fasi di gioco dando solo delle piccolissime indicazioni su come porsi al titolo. La cosa effettivamente può infastidire il giocatore proprio perchè il titolo ha un potenziale cristallino che però viene sfruttato in maniera non corretta tendenzialmente perchè non vi è una corretta introduzione.
In titoli di questo genere un altro aspetto fondamentale del gameplay è il sistema di shooting. Nel caso di The Falconeer si tratta di un sistema di shooting basato molto sulla predizione in quanto difficilmente si potrà sparare in linea diretta al nemico di turno ma si dovrà sempre cercare di anticipare i movimenti, al 90% aerei, degli avversari. Sicuramente una feature che alza il livello di sfida almeno per quanto riguarda i combattimenti.
Il sistema di avanzamento e di miglioramento del falco e del suo falconiere è il classico sistema a livelli con uno stampo ruolistico davvero molto semplificato e ridotto all’osso. Nonostante ciò sarà necessario, propedeuticamente ad alcune missioni principali, affrontare parecchie secondarie per “livellare” a dovere e non faticare più del dovuto nello svolgere le missioni principali.
Qui sorge purtroppo un altro problema di The Falconeer. Le missioni, in particolar modo le secondarie, risultano essere decisamente ripetitive e in gran parte composte da viaggi interminabili per i classici spostamenti da punto A a punto B. Oltre alla scorta a navi mercantili, alla difesa di avamposti da attacchi di pirati ed al recupero di oggetti sperduti nel Oceano che ricopre il 90 % della mappa di gioco.
Purtroppo, almeno a livello di gameplay, The Falconeer rimane davvero un titolo con un potenziale inespresso davvero importante; si intravedono, in alcune scelte, le abilità e le buone idee di Tomas Sala, ma purtroppo molto spesso vengono sovrastate da tutti i difetti descritti in precedenza.
Comparto Tecnico
A livello tecnico The Falconeer ha ragion d’esser visto come una piccola perla Next-Gen. Il comparto tecnico, nonostante lo stile sia completamente contrapposto al fotorealismo spaccamascella che siamo ormai abituati a vedere ultimamente, si difende davvero bene con un’ottima stabilità di frame rate ad un livello alto e un dettaglio nelle texture davvero eccellente. Le musiche e gli effetti sonori sono davvero azzeccati, mai fuori luogo e ben realizzati, riescono sicuramente ad immergere il giocatore nella particolare atmosfera che il gioco propone.
Conclusioni
In conclusione The Falconeer è da considerarsi davvero come la prima esperienza “one-man game” di Tomas Sala; esperienza oltretutto su Next-Gen con tutte le difficoltà che questa scelta ha portato allo sviluppatore. Sicuramente il talento e le possibilità di miglioramento ci sono. Consiglio il titolo agli amanti degli shooter aerei anche perchè purtroppo di titoli del genere ne si trova davvero pochi in circolazione. Rimane però purtroppo la sensazione che, con qualche accorgimento in più, il titolo sarebbe stato sicuramente più apprezzato ad ampio raggio di pubblico.
Versione Provata: Xbox Series X