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Secret of Mana 2? Di più: Trials of Mana!
La tanto attesa demo di Trials of Mana arriva dopo l’ottimo remake del primo Secret of Mana e la Collection rilasciata per Switch lo scorso Giugno, contenente i primi tre capitoli della saga tra i quali il primissimo Seiken Densetsu uscito su Game Boy. Trials of Mana è il remake di Secret of Mana 2 che, negli anni ’90, vide la luce soltanto in Giappone col titolo Seiken Densetsu 3, obbligando i fan accaniti a reperirlo per vie traverse, cercandone una traduzione in Inglese per godersi appieno il sequel di uno dei pochi Jrpg paragonabile a mostri sacri come Final Fantasy e Chrono Trigger. A riportare alla luce Secret of Mana 2 ci ha pensato Square Enix, con un remake 3d che ricalca la strada intrapresa per un altro attesissimo remake: quello di Final Fantasy VII.
Questo remake presenta personaggi ed ambientazioni in cel-shading di ottima fattura, con tracce audio basate sui temi originali ma rifatte bene, davvero orecchiabili e mai ripetitive. Interessante la gestione della telecamera, piazzata alle spalle del protagonista il cui corpo viene inquadrato per intero, anche se con qualcosa da limare di cui parliamo più avanti. In alcuni specifici punti del gioco si passa all’inquadratura da una telecamera piazzata in alto in quello scenario, offrendo una visuale top-down vecchia scuola per strizzare l’occhio ai fan del Secret of Mana 2 storico, visuale gradita benchè piuttosto rara almeno in questa demo.
Versione demo: PS4.
Personaggi, comandi ed abilità
Questa demo ci ha tenuti impegnati per qualche oretta, risultando più lunga del previsto. All’inizio scegliamo uno tra i quattro livelli di difficoltà, ma soprattutto dobbiamo scegliere uno tra i 6 personaggi disponibili: il personaggio principale con cui iniziare la storia e due compagni da affiancargli, che non si uniranno a noi subito ma che incontreremo presto lungo il cammino. Ogni personaggio presenta parametri diversi, spesso bilanciati più verso caratteristiche fisiche piuttosto che mentali o viceversa, a seconda della loro propensione nel combattimento corpo a corpo o sfruttando abilità magiche. È importante tenerne conto sia nella scelta iniziale dei tre personaggi che useremo, sia nel potenziarne i parametri con i Training Point di cui parleremo tra poco. A seconda del protagonista scelto, iniziamo la storia dal suo punto di vista e l’andamento della trama può variare.
Per questa anteprima – ed ovvi motivi di tempo – vi parliamo della demo usando un solo protagonista. Abbiamo scelto Duran, affiancandogli Riesz e Hawkeye, anche se abbiamo finito la demo senza che quest’ultimo si unisse al gruppo, con i soli Duran e Riesz a combattere fianco a fianco per tutta la partita. Come nel gioco originale, oltre ai due compagni scelti, ne abbiamo incontrati gli altri in diverse locande. Divertente il siparietto con Angela che, mentre dorme in una locanda, viene svegliata dalla presenza di Duran e lo stende con uno schiaffo fortissimo, forse travisando le sue intenzioni.
Prima di addentrarci negli eventi della demo e nel gameplay vero e proprio, parliamo dei comandi. C’è qualche novità rispetto al Secret of Mana 2 originale. Abbiamo un pulsante per l’attacco veloce, uno per un colpo più forte – che, tenendo premuto, può essere caricato ulteriormente –, un pulsante per saltare ed uno per schivare (entrambe feature non presenti nell’originale). Tenendo premuto L3 possiamo correre, mentre premendo R3 blocchiamo il target sul nemico che ci interessa. Una volta trovati i personaggi che ci affiancheranno nel corso dell’avventura, possiamo switchare tra di essi velocemente con L2 o R2. È possibile mettere il gioco in pausa tramite il pulsante Options, anche durante le cutscenes. Interessante l’implementazione di un apposito menù in-game a rotazione per usare gli oggetti senza pause. E ce n’è uno anche per le supermosse, da usare nel momento giusto, attivabili tenendo premuto L1 più il pulsante assegnato all’abilità che vogliamo sferrare. Nel caso di Duran, la prima supermossa trovata gli fa caricare la spada e colpire con un paio di fendenti potentissimi, che uccidono o danneggiano enormemente i nemici vicini.
Abbiamo un interessante menù suddiviso in schedari. Ci sono gli oggetti, con le immancabili caramelle che ridanno energia vitale, o la corda per tornare all’ingresso di un luogo chiuso come un dungeon o una caverna. Importantissima la schermata in cui scegliere la strategia da adottare in battaglia: il target per dire ai nostri compagni quale nemico puntare, scegliere una tattica di squadra che va bilanciata tra attacco e difesa, ed impostare dei limiti per non scendere al di sotto di una certa percentuale di magia o uso di oggetti preziosi.
Ma la schermata più interessante è sicuramente quella delle abilità. Combattendo i mostri guadagniamo esperienza, ed accumulandola pian piano possiamo ottenere un Training Point per aumentare uno dei cinque parametri di ogni personaggio: Forza, Resistenza, Intelligenza, Spirito, Fortuna. Con l’esperienza si imparano anche nuove abilità che vengono aggiunte automaticamente ai parametri del personaggio, ad esempio un incremento degli HP. Come in ogni Jrpg che si rispetti, anche qui conviene soffermarsi un po’ nei combattimenti, almeno all’inizio, per ottenere qualche Training Point e potenziare i nostri personaggi, al fine di proseguire più tranquillamente nel gioco senza morire inutilmente e dover rifare da capo alcune sezioni.
Salvare la partita è possibile in diversi modi. Il gioco crea automaticamente un salvataggio quando passiamo da una zona ad un’altra, ma possiamo anche salvare parlando col gestore di una locanda, oppure di fronte ad una statua. Vi sono due tipi di statue: la statua di pietra in cui semplicemente salviamo la partita, e la statua d’oro in cui salviamo oltre ad ottenere il ripristino totale di HP e MP.
Gameplay
Veniamo al gameplay vero e proprio, che maniene molti aspetti dell’originale migliorandoli in alcuni dettagli. Tramite un pulsante possiamo accedere alla mappa della zona in cui ci troviamo, nella quale un’icona blu indica la nostra posizione e la direzione in cui guardiamo. Interessante è avere l’obiettivo da raggiungere sempre indicato con un’icona gialla contenente una stella, grazie alla quale sappiamo sempre che direzione prendere, in quale edificio dobbiamo entrare o con quale NPC dobbiamo parlare per poter proseguire nella storia o per ottenere info utili. E sempre a proposito di edifici, anche il cambiamento d’orario gioca un ruolo importante. Il gioco offre un ciclo giorno-notte ben realizzato, con i colori del cielo che variano in maniera molto lenta sia all’alba che al tramonto, senza però limitarsi ad una semplice questione visiva. Alcuni posti funzionano soltanto in precise fasce orarie: ad esempio, il gestore di una locanda ci ha detto di essere aperti soltanto di sera.
Dopo i primi minuti in cui troviamo tutorial, dialoghi e cutscenes, arriviamo finalmente al momento più atteso: l’ingresso nel mondo di gioco ed i primi combattimenti contro i mostri. Ritrovare i mitici Rabite ed altri nemici della saga, come i funghi malvagi o i goblin, è stato emozionante sia per l’empatia che hanno sempre trasmesso, sia nel vederli ed affrontarli a tre dimensioni. Un’esperienza nuova ed appagante. Quando ci avviciniamo ad uno o più nemici, inizia la battaglia vera e propria nella quale siamo confinati all’interno di un’area circolare color giallo – comunque molto grande – dalla quale possiamo uscire una volta sconfitti tutti i nemici al suo interno. Di ciascun nemico è ben visibile la barra d’energia vitale color rosso. Talvolta siamo riusciti a scappare dal combattimento saltando giù da una scala o simile, ma dipende molto dal posto in cui ci troviamo e dalla conformità del terreno. Proseguendo nel gioco incontriamo nemici nuovi, ma anche gli stessi Rabite ed altri nemici d’inizio gioco con livelli più alti e, di conseguenza, più forti e più resistenti. Un piccolo neo sta nella gestione della telecamera che, benchè funzioni piuttosto bene, a volte risulta troppo vicina al personaggio o non mostra un nemico dietro di lui, soprattutto se si tratta di nemici volante come i pipistrelli.
Una volta sconfitti i nemici, il cerchio giallo sparisce e in alto a sinistra compaiono i punti esperienza ottenuti, a cui spesso vengono aggiunti punti bonus ed ogni tanto un Training Point – di cui abbiamo già parlato – per aumentare a nostra discrezione uno dei parametri del personaggio. Una buona abitudine è quella di sfruttare la minimappa in alto per visitare anche strade senza uscita o sentieri paralleli verso la meta, combattendo contro i nemici incontrati per ottenere più esperienza possibile, oltre a trovare oggetti e forzieri da aprire talvolta nascosti in queste aree apparentemente inutili da esplorare. Ai forzieri si aggiunge il costante respawn dei nemici, che riappaiono tornando indietro dopo un po’, permettendoci di riaffrontarli quante volte vogliamo ed accumulare ancora più esperienza.
La storia fin qui
La demo di Trials of Mana si è dimostrata più lunga del previsto. Come già detto abbiamo intrapreso la storia con Duran, una delle guardie più forti del suo castello, affiancato da due personaggi tra cui Riesz, della quale accenniamo sotto la storia. Durante un turno notturno di sorveglianza, Duran si addormenta e sogna alcuni tristi eventi della sua infanzia riguardanti i suoi genitori. Suo padre, cavaliere al servizio del re, accompagnò quest’ultimo a combattere un potente drago, ma perse la vita per salvare il suo sovrano. Quando la moglie fu informata della sorte del marito, quest’ultima perse i sensi e si ammalò gravemente: in punto di morte, chiese ad un’amica fidata di prendersi cura del piccolo Duran e della sorella minore.
Anche la storia famigliare di Riesz è travagliata, e accade tutto poco tempo prima degli eventi del gioco. Riesz è il Capitano delle guardie del re suo padre. Un giorno suo fratello, il giovanissimo principe, cade nell’inganno di una coppia di loschi individui che, con false promesse di riportare indietro la madre defunta, lo convincono ad usare il potere di una chiave magica per disattivare un potente vento magico che protegge da sempre il regno, permettendo ai loro scagnozzi di entrarvi e conquistarlo. Reisz giunge sul posto troppo tardi e scappa col fratello ma purtroppo, nella fretta di correre a salvare il padre in pericolo, non si accorge che il fratellino resta indietro e viene catturato dai due nemici.
Torniamo a Duran. Ad un certo punto, il protagonista deve salvare alcune città dall’invasione dei Beastmen, ma è bloccato dal sigillo magico all’ingresso di una caverna e deve tornare indietro. Durante una notte trascorsa in una locanda vicina, Duran viene svegliato dal forte bagliore di una misteriosa luce che attraversa il villaggio, e decide di alzarsi e correre fuori per seguirla. Questa luce si rivela essere una piccola fata che, indebolita dei suoi poteri, chiede a Duran di portarla con sè ospitandola nel suo stesso corpo. La fata riesce ad aprire il sigillo magico che bloccava l’ingresso alla caverna, punto nel quale incontriamo Riesz. Un messaggio a schermo ci chiede se, prima di continuare, vogliamo rivivere gli ultimi eventi della ragazza, scelta da noi accettata che ci ha fatto vivere i tragici eventi di Riesz già descritti sopra. Una volta entrati nella caverna, i due accorrono in aiuto della giovane Charlotte, figlia del Sacerdote della Luce di Wendel, che stava per cadere da un dirupo. Nel nostro caso, non essendo uno dei personaggi da noi selezionati all’inizio, Charlotte non si unisce al gruppo nonostante la forte insistenza. I nostri eroi vengono a sapere di dover ottenere gli 8 Mana Seeds e recuperare la potente Mana Sword con la quale salvare il mondo.
Verso la fine della demo c’è finalmente una boss fight contro un ragno enorme, che si è però dimostrato meno forte delle aspettative. Possiamo colpirlo alle zampe, ma il punto focale sono gli occhi, che vanno distrutti entrambi per sconfiggerlo. Il mostro può attaccarci con fasci luminosi, oppure spiccare un balzo per atterrarci addosso. Grazie alla schivata non è stato difficile sfuggire a questo suo attacco dall’alto, colpendolo ed arretrando di continuo con la schivata, rivelatasi utilissima non solo qui ma in qualsiasi battaglia contro nemici che ci attaccano da più direzioni. Dopo la boss fight, siamo andati avanti ad esplorare per un po’ fino alla fine della demo stessa.
Negozi e locande
Le città sono molto grandi, con punti in cui trovare tesori o vasi da rompere per ottenere oggetti, e con diversi edifici riconoscibili da un enorme portone in cui entrare. Tra questi ci sono gli immancabili negozi, con i tipici commessi della saga, con tanto di turbante ed abiti bianchi, che ballano una danza molto particolare. Troviamo negozi di armi, di armature o di oggetti, talvolta anche assieme nello stesso posto. È importante valutare quanti soldi abbiamo e, soprattutto, quale personaggio abbia davvero bisogno di un’arma o un’armatura più forte in quel momento del gioco. Dopo aver comprato quel che ci serve, meglio vendere armi ed armature vecchie per non accumularle nell’inventario, recuperando una piccola parte dei soldi appena spesi. Nei negozi di oggetti è importante comprare caramelle e cioccolata per recuperare energia vitale, il calice per riportare in vita un alleato, ed altri oggetti importanti per recuperare vita e magia dei personaggi. In questi negozi ci sono anche dei vasi in cui possiamo piantare dei semi ottenuti dai combattimenti, ottenendo un oggetto per ogni seme piantato.
Non mancano anche le locande, in cui possiamo salvare ma anche dormire per recuperare HP e MP. Un fattore importante del dormire è che a volte, soprattutto in un momento preciso della demo, è l’unico modo per far accadere gli eventi successivi e proseguire nella storia. Il ciclo giorno-notte può sembrare solo un fattore visivo ma, come già detto, non solo è un modo col quale potremmo riuscire ad andare avanti quando crediamo di essere bloccati, ma permette anche di far passare velocemente il tempo per entrare in alcune aree che funzionano in momenti precisi della giornata.
Conclusioni
La demo di Trials of Mana non ha deluso le aspettative. Un comparto tecnico ottimo, un combat system molto dinamico, musiche piacevoli che ricalcano quelle di un tempo. Ci sono ben sei personaggi, ciascuno con una storia diversa che in parte modifica gli eventi della trama. Si potrebbe fare qualcosa in più per la telecamera che, benchè non sia troppo ravvicinata, a volte impedisce di vedere i nemici dietro al personaggio. Sarà interessante vedere come la scelta dei personaggi interferisce con gli eventi della trama, anche in base a chi dei tre faccia da protagonista mentre gli altri due restano semplici compagni d’avventura. Ottima la possibilità di usare i salvataggi della demo nella versione finale del gioco.
Una grande occasione persa da Square Enix è l’assenza della localizzazione in Italiano – mancanza che può ancora essere colmata tramite una patch – che permetterebbe ai fan italiani di apprezzare ancor di più questo titolo poichè, come i fan di Secret of Mana sanno bene, la trama del gioco è affascinante e va seguita al pieno della comprensione. Se ci si limitasse al solo gameplay, gran parte del fascino del gioco andrebbe perso. Un’esperienza positiva che è possibile migliorare ulteriormente, con piccole migliorìe alla telecamera e soprattutto con l’aggiunta dei sottotitoli in Italiano, in attesa dell’uscita del gioco nel mese di Aprile.