Ci siamo presi molto tempo per ottenere abbastanza materiale ed esperienza di gioco per poter recensire V Rising. Quando ci càpita tra le mani un titolo dal gameplay così solido, combattimenti emozionanti ed impegnativi, un mondo enorme da esplorare, unito a meccaniche rpg e soprattutto di crafting, è doveroso prenderci il tempo necessario per poterne parlare in maniera esauriente.
I ragazzi di Stunlock Studios hanno concentrato in un unico titolo tante cose messe insieme, a partire dalla componente crafting che è essenziale per salire di livello e progredire nel gioco. A primo impatto ci sembrava di giocare a Diablo, anche perchè la visuale e molte locations lo ricordano ampiamente. E come chicca, in alcune edizioni del gioco c’è anche una collaborazione con Konami per aggiungere qualcosa di Castlevania. Ma andiamo con ordine.
V per Vampiro, V per Vendetta
Secoli fa, una guerra portò allo sterminio della razza dei vampiri per mano degli umani. Nel presente, questi sono tornati e giurano vendetta. Il gioco ci vede proprio nei panni di un vampiro senza una precisa identità – dobbiamo crearlo noi da zero, aspetto fisico ed attributi compresi. Il gioco inizia col nostro vampiro che resuscita in una bara, per poi uscirne ed esplorare le primissime locations che fungono da tutorial del gioco. Una volta raggiunto un piccolo cimitero e presa la mano con le basi del combattimento, raggiungiamo la parte sud della vera mappa di gioco – immensa – che va esplorata con molta calma.
Senza bisogno di girare a caso, bisogna seguire il tutorial in alto a sinistra per craftare i primi materiali e costruire il nostro primo castello, che fungerà da base per tutto il gioco. Ogni volta che si completa un obiettivo, una notifica ci chiede di premere un pulsante per completare quello step e passare al successivo. Inizialmente siamo alla ricerca di materiali base come pietra e legno, facilmente reperibili distruggendo rocce ed alberi presenti ovunque. Con questi possiamo già iniziare a costruire un castello semplificato, con tanto di mura e pavimento.
Il primo elemento da inserire è il Castle Heart (il cuore del castello), una specie di fontana di sangue. Ad esso va aggiunto il prima possibile molta Blood Essence (essenza di sangue), facilmente ottenibile sconfiggendo i nemici normali presenti ovunque. Il Castle Heart inizia dal livello 1, ma indica sempre cosa serva per un upgrade al livello successivo: una volta ottenuto quanto richiesto, possiamo quindi farlo salire di livello ed aumentare le possibilità offerte dal nostro castello tra cui la dimensione, il numero di servi e molto altro, di cui parleremo tra poco.
Il Castle Heart consuma lentamente il sangue, quindi inizialmente dovremo aggiungerne in abbondanza e tener sempre d’occhio il countdown – giorni, ore e minuti – per evitare che vada in decadimento assieme al nostro castello. Come potete immaginare, ogni volta che si fa l’upgrade, per raggiungere il livello successivo saranno richiesti materiali sempre più potenti e difficili da trovare, reperibili soltanto in zone avanzate del gioco, il che ci impedisce di farlo salire subito fino al livello massimo.
Riguardo al castello, dobbiamo anche stare attenti all’opzione scelta all’inizio del gioco. Se stiamo giocando in una sessione online, altri giocatori potrebbero usare chiavi particolari per reclamare il nostro castello, col rischio di perdere tutto quanto. Conviene quindi valutare bene se giocare online ed accettare la sfida, cercando di rubare le proprietà degli altri difendendo il nostro castello, oppure in una sessione privata dove non corriamo pericoli e possiamo concentrarci su esplorazione, crafting e combattimenti.
Le meccaniche di costruzione sono ben solide, e richiedono di costruire prima il pavimento, sopra il quale andranno poi le mura il cui perimetro, una volta completato, crea automaticamente il tetto del castello. Chiudere il perimetro delle mura è essenziale poichè, senza tetto, non potremmo ripararci dal Sole. In quanto vampiri, il Sole è uno dei nostri punti deboli, e l’esposizione ad esso ci ustiona. Se non troviamo riparo, inizieremo a perdere energia vitale rapidamente e moriremo in pochissimi secondi.
Per fortuna ci vengono incontro diversi aiuti. Il primo è il ciclo giorno-notte, che ci permette di studiare bene le tempistiche di gioco per costruire e fare altre cose all’interno del castello durante il giorno, e craftare e combattere all’esterno di notte. Ci sono tantissimi elementi naturali come alberi, rocce, case ed altre cose che di giorno ci permettono di ripararci alla loro ombra, essenziale soprattutto quando percorriamo lunghi tratti abbagliati dal Sole. Ci sono anche molte zone d’ombra in movimento, create da nuvole passeggere, il cui avanzamento può essere sfruttato per spostarsi senza essere colpiti dalla luce solare.
Altra cosa molto utile sono i poteri di trasformazione, che otteniamo pian piano nel gioco. Dopo aver sconfitto determinati boss, potremo trasformarci in lupo per spostarci più velocemente e schivare i nemici, in orso per combattere pur diventando lentissimi, in topo, in rospo ed altre creature. Assieme al lupo, ritengo che la trasformazione più utile del gioco sia quella in essere umano, che ci permette in entrare incolumi in villaggi, città ed accampamenti vari senza essere riconosciuti. Purtroppo questo potere non è infallibile, e i nemici più forti ci riconosceranno e ci attaccheranno all’istante.
Mondo di gioco, combattimenti, boss, viaggio rapido
Il mondo di gioco è suddiviso in zone molto ampie e diverse tra di loro, ciascuna delle quali possiede diverse tipi di microaree in cui possiamo esplorare, craftare materie prime ed oggetti di vario genere. Una cosa che salta all’occhio subito è la grande interattività con le location stesse, in cui possiamo distruggere tanti elementi sulla scena tra cui casse di legno, tavoli, armadi, rocce, pali della luce e tantissime altre cose.
Capiamo presto che, in un certo senso, siamo di fronte ad un titolo con chiari elementi metroidvania. Fatta eccezione per poche zone accessibili soltanto più avanti, potremmo anche inoltrarci nel viaggio e raggiungere subito la stragrande maggioranza delle aree della mappa. Ma oltre ad essere altamente probabile che ci uccidano per strada, sarebbe inutile inoltrarsi in una zona di mappa inesplorata senza aver raggiunto un certo Gear – il livello del protagonista – adeguato a tale zona.
Quindi, una volta costruito il castello, dobbiamo esplorare con calma le aree circostanti della prima zona del gioco, craftare i materiali necessari per costruire i primi macchinari ed altri elementi, per ottenere le prime armi ed armature del gioco e salire di qualche livello. Quest’ultimo, indicato sopra la testa del giocatore, è la somma di armi ed armature visibili nel menù di gioco tramite il pulsante Options. Le armature sono composte da un busto, pantaloni, guanti e stivali. Possiamo anche indossare un medaglione. Infine c’è la nostra arma. Sommando la potenza di ciascuno, ecco che il totale indica il nostro livello, il nostro Gear.
Parliamo dei combattimenti. Possiamo scegliere quali armi portare con noi ed usare tra cui spada, spadone, frusta, asce ed altre tra cui addirittura le pistole. Con R2 possiamo attaccare normalmente, ma le possibilità in combattimento sono davvero tante, grazie ad attacchi secondari – che variano a seconda dell’arma in mano – e soprattutto agli attacchi magici. Le magie sono suddivise in diverse tipologie, ad esempio quelle di sangue, di ghiaccio, di tuono, di illusione ed altre ancora.
Possiamo assegnarne una a L1 ed una a R1, della stessa tipologia o di tipologie diverse. Premendo L1 ed R1 insieme attiviamo l’attacco magico più potente, che richiede però ben 120 secondi per ricaricarsi, mentre le magie normali e gli attacchi secondari con l’arma richiedono soltanto pochi secondi. Abbiamo anche la corsa che, oltre a schivare i nemici, in alternativa può essere usata per corrergli addosso ed infliggere danni, se abbiamo assegnato ad essa un attacco magico.
A causa dei tempi di ricarica, è importante ricordare a quali pulsanti è stato assegnato ogni attacco, in modo da alternarli al meglio in base alla situazione in combattimento e in attesa dei tempi di ricarica degli attacchi più potenti.
I primi macchinari che possiamo costruire sono piuttosto basilari, e permettono di creare armi ed armature di livello piuttosto basso. Per crearne di più potenti, dobbiamo prima progredire nel gioco ed affrontare i boss V Blood, visibili in un menù dedicato. Ciascuno di questi boss, una volta sconfitto, permette di ottenere un nuovo potere, oppure sblocca la possibilità di creare un nuovo macchinario per costruire materiali più avanzati o, ancora, sblocca la possibilità di crearne alcuni particolari nei macchinari che stavamo già usando.
Questa è forse la parte più importante del gioco poichè, finchè non sconfiggiamo un determinato boss V Blood, non possiamo costruire quel macchinario o creare un certo materiale che ci è indispensabile per salire di livello.
I boss V Blood sono suddivisi in quattro atti di gioco, in ciascuno dei quali vi sono diversi boss elencati in ordine di livello. Prima di iniziare ad affrontarli, conviene imparare bene le meccaniche di gioco e salire di diversi livelli, poichè il primo boss, il lupo bianco Alpha, è già di livello 16 e si fa anche aiutare da altri lupi nei paraggi. I boss V Blood sono molto vari, sia come tipologia – sono di sesso maschile e femminile e vi sono arcieri, maghi e stregoni, esseri non morti, animali giganteschi, potenti creature vampiresche e così via – che come posizione nella mappa.
Quando ne visualizziamo uno, vediamo le cose che sbloccheremmo in caso di vittoria tra cui punti magia, nuovi macchinari e/o nuovi materiali. Premendo X, tracciamo quel boss e nel gioco continueremo a vederne la scia di sangue che ci indica la direzione per raggiungerlo, oltre ad una frase che ne indica approssimativamente la distanza: molto lontano, lontano, nelle vicinanze, vicino, molto vicino, imminente.
Naturalmente i primi boss non sono molto lontani, mentre più avanti nel gioco dovremo usare il teletrasporto per raggiungere il boss di turno. Possiamo costruire un teletrasporto nel nostro castello, per poter raggiungere qualsiasi altro teletrasporto sparso nella mappa. Ogni teletrasporto è indicato da un puntino verde, ed è posizionato su una zona rialzata della mappa, inaccessibile ai nemici. Ogni volta che siamo lontani e vogliamo tornare al castello, possiamo raggiungere il teletrasporto più vicino ed usare così il viaggio rapido.
Purtroppo – e questo, secondo me, è una meccanica evitabile che ci complica inutilmente la vita – non possiamo teletrasportarci se portiamo con noi la stragrande maggioranza di oggetti e materiali che abbiamo trovato. È il teletrasporto stesso a dirci che abbiamo qualcosa che non può essere teletrasportato. Difatti, aprendo l’inventario, scopriamo che alcuni materiali indicano chiaramente che non possono essere teletrasportati.
A questo punto abbiamo due opzioni: la prima è di aprire la mappa e fissare l’itinerario, seguendone la linea rossa tracciata fino al nostro castello, per tornare a piedi con tutto ciò che abbiamo trovato; oppure droppare gli oggetti non teletrasportabili, abbandonandoli lì, per poter usare il viaggio rapido.
Come avrete capito, non ho apprezzato molto questa scelta degli sviluppatori, poichè mi ha obbligato centinaia e centinaia di volte a craftare in zone lontane per poi perdere ogni volta anche 10-15 minuti per tornare sano e salvo al castello, e poterli conservare negli appositi contenitori. Il tutto, ovviamente, col rischio di essere uccisi dai nemici durante il tragitto e perdere il loot intero, per fortuna recuperabile entro un certo periodo di tempo dopo il nostro respawn, che possiamo fare in un punto di teletrasporto a nostra scelta, comodo per essere il più vicini possibile al loot da recuperare.
Posso non condividere questa scelta, ma ne capisco i motivi. Gli sviluppatori non hanno voluto impedirci di craftare oggetti anche in zone lontane e fuori portata dal nostro livello ancora basso ma, impedendoci di usare il viaggio rapido con questo loot troppo avanzato per noi, hanno voluto renderci la vita difficile nel viaggio di ritorno a piedi. Quindi sta a noi tener presente che, ogni volta che cerchiamo un certo oggetto o materiale in un’area lontana dal castello, dovremo poi farcela a piedi al ritorno.
Succhiare il sangue
Un breve capitolo serve per parlare di un’altra meccanica importante: il sangue. Il nostro vampiro, in quanto tale, deve sempre avere una riserva sufficiente di sangue, indicata in un’ampolla sferica in basso a sinistra dello schermo. Questa ampolla può essere riempita succhiando il sangue di un qualsiasi nemico che, una volta indebolito abbastanza, mostra sopra la testa la scritta Feed ed un valore in percentuale che indica la qualità del suo sangue.
Premendo X da distanza ridotta, gli saltiamo addosso all’istante per succhiargli il sangue (anche se siamo comunque vulnerabili agli attacchi nemici), riempendo così l’ampolla col sangue del nemico. Più la percentuale indicata dal nemico è alta, più la qualità del suo sangue è buona. A livello visivo, nell’ampolla potremmo vedere il sangue rosso assieme a diverse sfumature più scure, ad indicarne la scarsa qualità; al contrario, in caso fosse buono, sarebbe di un rosso intenso.
La qualità del sangue succhiato serve ad aumentare diversi nostri attributi, e viene classificata in cinque fasce diverse: mentre la prima ci fornisce solo un piccolo potenziamento, la quarta e la quinta fascia ci danno potenziamenti migliori. Questo ci porta a voler catturare gli umani con miglior qualità di sangue, mettendoli in cella per succhiare loro il sangue quando ce ne rimanga poco, evitando però che essi muoiano: per tenerli in vita, possiamo dargli da mangiare del pesce o altre cose, addirittura carne di topo.
Il crafting
V Rising unisce diverse meccaniche di gioco, tra cui il crafting che possiamo senza dubbio mettere al primo posto come importanza. Come già detto, siamo costretti subito a craftare i primi materiali per costruire il nostro castello il quale – e questa è una possibilità davvero utile – potrà essere spostato successivamente grazie ad un preciso oggetto a nostra disposizione, per essere posizionato in una zona di mappa più vicina alle aree di gioco che ci interessano in quel preciso momento.
Per spostarlo, però, non basterà usare tale oggetto: il gioco ci dirà cos’abbiamo “in valigia”, e dovremo riposizionare una ad una le cose che avevamo già costruito in precedenza come pavimento, muri, macchinari e qualsiasi altro elemento. Anche questa è una scelta che ci complica la vita inutilmente, poichè basterebbe avere un’area di gioco abbastanza ampia per poter ricreare il castello già fatto in precedenza, senza perdere ore intere a rimettere muri e pavimenti oltre a tutto il resto.
Per poter costruire qualsiasi cosa servono i materiali, i quali possono essere trovati in natura, ottenuti grazie ad appositi macchinari che costruiamo nel castello, oppure droppati dai nemici. Alcuni di questi possono essere ottenuti in più di un modo, ad esempio possiamo crearli unendo due o più materie grezze oppure vengono droppati dai nemici sconfitti. Altri, molto rari, possono essere ottenuti soltanto in un modo e a gioco molto avanzato. Tramite un apposito macchinario, possiamo addirittura dar vita ad alcuni mostri (ad esempio topi o ragni) per ottenerne i materiali che lasciano una volta sconfitti.
Possiamo anche creare un’apposita scrivania per analizzare i libri trovati e sbloccare la possibilità di creare armi, armature e pozioni varie, grazie alle conoscenze acquisite dai libri stessi. Esistono tre tipi di postazioni come questa, e solo sbloccando la terza ed ultima si possono sbloccare le cose più potenti, com’è ovvio.
Le tipologie di materiali si dividono in tante categorie diverse. Vi sono i materiali veri e propri tra cui legno, pietra, ossa; alcuni di questi sono allo stato grezzo come il ferro, lo zolfo o l’argento, e vanno lavorati in una fornace per crearne il materiale vero e proprio. Altri possono essere ottenuti con macchinari per lavorare tessuti (ad esempio, con tanta pelle o cotone, possiamo creare diversi tipi di armature), altri che lavorano il metallo per creare lingotti di varie tipologie, altri ancora per creare armi, armature e così via.
Molti di questi possono essere usati anche per creare pozioni ed oggetti consumabili utili per resistere per un certo periodo di tempo al Sole o al fuoco, per aumentare la forza fisica o quella magica, la resistenza all’aglio – presente soprattutto nelle fattorie – o all’elemento sacro, ed altre possibilità. Molti di questi sono essenziali per poter entrare in alcune precise aree di gioco, oppure usate per potenziarci per circa un’ora di gioco giusto prima di affrontare un boss particolarmente forte.
Più avanti nel gioco possiamo trovare oggetti molto potenti, ed usarli per crearne altri più complessi ed irreperibili altrove. Ad esempio, per ottenere un Power Core, dobbiamo craftare delle batterie scariche e ricaricarle in un’area precisa del gioco, in cui vi sono dei macchinari dedicati alla ricarica. Questa zona è però pattugliata da nemici, tra cui potenti e giganteschi ragni meccanici, che ci attaccherebbero con raffiche di colpi ed attacchi infuocati ed elettrici se dovessero vederci.
Rift Incursions e Stygian Shards
Le Rift Incursions sono eventi a tempo che appaiono continuamente nella zona est del gioco, quella innevata ed abitata principalmente da creature vampiresche, alcune delle quali molto potenti. All’inizio c’è un countdown con la parola Starting, che ci indica tra quanto inizierà quella Rift Incursions.
Trascorso questo tempo, l’evento inizia e in quella zona appaiono delle piccole aree con un numero 1 in romano (la “I”) ad indicare il livello di difficoltà – nonchè la qualità del loot – di quell’evento, oltre al tempo limite per questa sessione di Rift Incursions entro il quale, volendo ed essendo abbastanza forti, potremmo anche completarne diverse in una sola sessione.
L’obiettivo delle Rift Incursions è di farmare più Stygian Shards possibili, importanti oggetti di gioco simili a scaglie rosse che possono essere usate in svariati modi, ad esempio come moneta per comprare potenti potenziamenti di armi oppure oggetti molto rari da alcuni mercanti presenti lì vicino, oppure per sbloccare dei potenziamenti dal nostro castello. Per potenziare, potremmo dover usare gli Stygian Shards normali oppure, inserendoli in un apposito macchinario, usarli per creare i Greater Stygian Shards, più grandi e potenti, che servono per sbloccare dei potenziamenti molto avanzati.
Quando inizia una Rift Incursion, dal nostro castello ci teletrasportiamo nella zona innevata ad est e, impostando il nostro “navigatore” nella mappa, seguiamo la linea rossa fino alla fortezza, spesso ben difesa da due potenti guardie vampiresche. Una volta entrati e raggiunto il centro in cui pulsa il cuore della fortezza, da quest’ultimo parte una specie di tela nera verso una direzione che ci indica di andare in altri punti vicini per distruggere i cuori più piccoli – dopo aver combattuto e sudato sette camicie contro decine di mostri e vampiri – per poter finalmente affrontare la boss fight che protegge il cuore centrale della fortezza.
Quest’ultimo è forse il boss più bello del gioco, perchè ogni volta assume la voce e gli stessi attacchi fisici e magici di un boss V Blood già affrontato nel gioco. Dobbiamo quindi muoverci velocemente per questo piazzale per evitare i tanti nemici che ci attaccano, oltre a ricordare e prevedere gli attacchi di quel particolare boss che, pur avendolo già sconfitto in precedenza, è comunque ostico da affrontare a causa dei tanti nemici aggiuntivi che ci vengono addosso. In caso di morte, perdiamo ovviamente il loot ma possiamo tornare lì non solo per recuperarlo, ma anche per completare la boss fight che riprenderà col boss con la stessa energia vitale di prima, semplificandoci un po’ le cose.
Mi sono accorto che spesso, dopo essere morto ed essere tornato lì per finire la boss fight, il tempo dell’evento era scaduto ma ho comunque potuto completare la boss fight, uccidendo il boss e facendo esplodere il cuore centrale della fortezza in tanti Stygian Shards da raccogliere. Non mi è chiaro se si tratti di un errore, oppure di un aiuto voluto dai programmatori per permetterci di finire una boss fight iniziata quando il tempo non era ancora scaduto.
Una volta scaduto il tempo della Rift Incursion di livello I, inizia una sessione con varie fortezze di livello II in cui i mostri sono molto più forti ma dove, in cambio, possiamo farmare direttamente i Greater Stygian Shards anzichè quelli standard. I modi migliori per usarli sono due, e sta a noi dare la giusta priorità a come utilizzarli, tenendo conto che ci vogliono ben 12 Stygian Shards normali per crearne uno Greater.
Sono ottimi per comprare dei rari potenziamenti per le nostre armi, ottimi quando portiamo più armi con noi. È infatti possibile avere, nel nostro inventario, fino a 4 armi interscambiabili all’istante con le frecce direzionali (con un semplice tocco in quella direzione) e fino a 4 oggetti consumabili utilizzabili (tenendo premuta quella direzione per circa un secondo). Un altro ottimo utilizzo è di comprare un apposito macchinario “vampiresco” ed usarli per sbloccare poteri ed abilità passive, che vengono applicate a seconda del livello del gioiello che indossiamo in quel momento.
In alternativa, possiamo andare in una piccola fortezza lì vicino – sempre pattugliata da tantissimi vampiri – e distruggere dei piccoli cuori rossi per ottenere molti Stygian Shards, anche se standard (non certo i Greater) e comunque in numero nettamente minore rispetto alle Rift Incursions. Possiamo considerare questa come un’area appositamente creata sia per farmare gli Shards tra un evento Rift e l’altro, oppure come allenamento ad inizio gioco per chi non è ancora abbastanza forte nè bravo per affrontare questi eventi di livello avanzato.
Ci siamo accorti che spesso le fortezze dei vampiri vengono attaccate da gruppi di umani, arrivati lì dopo una lunga spedizione o provenienti da accampamenti vicini al confine col loro territorio. Quando entriamo in una fortezza durante un evento Rift e vediamo umani e vampiri combattere tra di loro, conviene sfruttare la situazione a nostro vantaggio ed ignorarli, lasciando che si facciano del male tra di loro per poi intervenire al momento giusto per terminare i pochi sopravvissuti, ormai allo stremo delle forze. Approfittare degli scontri tra fazioni opposte ci permette di affrontare nemici particolarmente potenti, che hanno già perso molta energia vitale dopo lo scontro contro la fazione nemica, dandoci un vantaggio.
I servi
Una delle cose più importanti, una volta ottenuto il relativo potere, è la possibilità di poter sottomettere gli esseri umani come servi e mandarli in missione per noi. Questa meccanica ci ricorda molto alcuni Assassin’s Creed, in cui potevamo mandare i nostri assassini in missione. Per farlo, dobbiamo prima creare un trono, sul quale ci siederemo ogni volta che vogliamo mandare uno o più servi in missione per craftare. Poi servono delle celle in cui rinchiudere i potenziali servi, ed infine delle bare di cui parliamo tra poco.
Quando indeboliamo un nemico, possiamo lanciargli un fascio per renderlo docile nel giro di pochi secondi (ma attenzione a non morire prima!), portarlo al nostro castello (a piedi, oppure con un oggetto di gioco dedicato che troveremo più avanti, a patto di avere una cella libera per lui) ed inizializzarlo come servo in una bara a lui dedicata – cosa che richiede circa 40 minuti – per poi dargli un nome e fornirgli tutto ciò che gli serve per salire di livello, come un’arma ed armature appropriate.
Quando scegliamo il servo e la zona in cui mandarlo, questa attività viene gestita dai server di gioco online. Ciò significa che possiamo tranquillamente spegnere la console e riaccenderla tra qualche ora o domani, mentre i nostri servi compiono la loro missione col tempo che passa comunque.
Ad esempio, se stiamo per andare a letto, ne mandiamo in missione uno per 8 ore in modo che, al nostro risveglio, potremo riaccendere la console trovando il servo che cammina nel castello con un simbolo sulla testa, ad indicare che ha del loot per noi. Purtroppo, a differenza dei servi, i macchinari creano i materiali soltanto mentre la console è accesa; quindi, spegnendo la console, ciascuno di essi riprenderà la creazione dal punto in cui si era interrotta.
Una cosa importante, che purtroppo non avevo capito subito, è che ogni umano sia bravo a farmare soltanto nella sua area di competenza. Quindi, se rendiamo schiavo un nemico trovato nella prima zona della mappa in basso e lo mandiamo in missione in quella stessa area, ovviamente con armi ed armature di buon livello, avrà una percentuale molto alta di compiere con successo la missione e tornare con tanti materiali trovati in giro, che potremo prendere ed usare a nostro piacimento. Se invece lo mandiamo in un’area di gioco molto lontana da quella di sua competenza, le possibilità che compia la missione saranno pari a zero.
Questo ci obbliga a prendere uno o due schiavi da ogni zona della mappa, mandandoli in missione quasi esclusivamente nella stessa zona in cui li abbiamo incontrati. Per fortuna, potenziandoli e mandandoli spesso in missione nelle stesse zone, pian piano diventano più esperti e le possibilità di successo aumentano. Queste sono indicate, per ciascun servo, da una percentuale che varia a seconda di diversi fattori, che è importante tener presente prima di scegliere chi mandare in ogni area di gioco per farmare un certo tipo di materiale.
Tra queste variabili vi sono la zona di competenza del servo, il suo livello grazie ad armi ed armature che indossa, le sue competenze specifiche (alcuni sono bravi ad esplorare, altri possiedono tattiche militari, altri hanno una forza incredibile, e via dicendo), e quante ore lo mandiamo in missione (selezionabile tra 2,4, 8, 16 o 23). Più ore lo mandiamo in missione, più alta sarà la sua percentuale di successo e maggiore la quantità di materiali ottenuti. In alcune aree particolarmente grandi è possibile mandare anche due servi insieme che in alcuni casi, una volta aggiunti entrambi alla missione, aumenteranno la percentuale di successo.
Qualche extra nelle edizioni speciali, anche se…
Gli sviluppatori hanno collaborato con Konami per includere nel gioco qualche piccola chicca presa direttamente dalla saga di Castlevania, di cui V Rising potrebbe tranquillamente essere considerato come uno spin-off spirituale. Tra le armature disponibili troviamo qualche indumento di Alucard, leggendario protagonista di Castlevania: Symphony of the Night, che è possibile indossare per assomigliare a quest’ultimo. Purtroppo, come indicato dal gioco stesso, i suoi abiti non portano nessun potenziamento al nostro personaggio, riducendosi alla sola soddisfazione estetica.
Un elemento più bello, e davvero di sostanza, è la presenza nel gioco di Simon Belmont, che si aggira per il mondo di gioco armato della sua frusta e di diversi armi secondarie, come nei Castlevania classici. Simon è uno dei boss più potenti di tutto il gioco – e potevamo aspettarcelo – ed è presente nella lista dei boss V Blood, nonostante in tale menù non venga indicato il suo livello, comunque quantificabile attorno all’80, trovandosi tra i boss a 77 ed i successivi a 83.
Simon si aggira per la mappa incappucciato e con una camminata molto lenta, ma non esiterà ad attaccarci se dovessimo incontrarlo, pronunciando anche una frase eroica e facendo partire una soundtrack di boss fight a lui dedicata. Mentre scrivo questa recensione l’ho affrontato una sola volta, perdendo piuttosto male, quindi non so dire se una sua sconfitta possa influire a livello di trama oppure se si tratti semplicemente di un’aggiunta al gioco molto gradita ma comunque fine a sè stessa, cioè inutile a parte il piacere di affrontare un personaggio così iconico. Detto questo, se anche lo avessi sconfitto, non svelerei nulla per evitarvi inutili spoiler: meglio comprare il gioco e scoprirlo da sè!
Purtroppo, almeno apparentemente, i frutti della collaborazione con Konami si riducono a cose di poco conto, tra cui il vestiti e la boss fight – forse fine a sè stessa – contro Simon Belmont. Sarebbe stato bello poter sbloccare lui oppure Alucard ed usarli in una seconda run del gioco, ammesso che non si possa davvero fare (ma ho dei seri dubbi a riguardo).
La verità è che le affinità con Castlevania fanno già parte del gioco base, in cui combattiamo come vampiri contro esseri umani ed altri vampiri, quindi in un contesto simile a quello della storica saga. E chi sarà mai il boss finale? Probabilmente noi lo abbiamo già scoperto, e non era neanche così difficile indovinare, ma anche qui vi evitiamo un inutile spoiler.
Oltre al dlc di Castlevania, ve ne sono altri disponibili che sbloccano nuovi pack di oggetti, nuove skin e nuove possibilità di customizzazione degli ambienti .Ad esempio per creare un immenso laboratorio chimico, o per rendere il castello davvero bello da vedere e degno di questo nome, estendendo così l’esperienza per chi si dovesse appassionare al gioco in modo intenso.
Difetti?
Molte fasi di combattimento sono spesso piene di nemici, quindi dinamiche ma anche anarchiche in cui, a causa dei tanti proiettili, di incendi causati da frecce infuocate o di poteri lanciati verso di noi, non capiamo molto dove ci troviamo esattamente nè quanti nemici stiano effettivamente morendo. Questo però va anche a nostro vantaggio poichè, pur essendo circondati, possiamo lanciare una magia che colpisca i nemici attorno a noi, uccidendoli all’istante. Quindi non un difetto vero e proprio, bensì una dinamica che rende gli scontri molto più belli e soprattutto vari.
Anche se sporadicamente, siamo incappati in qualche piccolo rallentamento durante l’esplorazione (dovuto sicuramente ai tanti elementi sullo schermo) ma soprattutto ad un paio di freeze totali: il primo ha congelato lo schermo di gioco per circa 10 secondi prima di tornare a funzionare, mentre il secondo ha fatto crashare il gioco. Specifico che sono stati due freeze in circa un mese di gioco, quindi qualcosa di molto sporadico, ma è comunque giusto segnalarlo.
Il crafting è sviluppato in modo eccezionale, ma penso che abbiano esagerato. Va bene creare diversi macchinari per gli oggetti ma, col passare dei giorni, il numero di materie prime e materiali richiesti ha raggiunto cifre assurde. Ad oltre un mese di gioco, più che in un castello, sembra di trovarci in un capannone pieno zeppo di macchinari industriali, ciascuno dei quali serve a creare diversi tipi di materiali o ad immagazzinarli. Ciò può rendere l’esperienza di gioco molto varia e profonda, ma finisce anche per renderla inevitabilmente complicata e macchinosa.
Il difetto più grande, che ci ha fatto perdere davvero tante ore di gioco per niente, è il divieto di usare il viaggio rapido con i punti di teletrasporto portando con noi diversi oggetti o materiali. Se da un lato posso capire gli sviluppatori, che non vogliono che il giocatore possa craftare troppo presto nel gioco dei materiali troppo avanzati, dall’altro non vedo il motivo di questa scelta.
Anche ottenendo certi materiali ancora troppo proibitivi, non ho comunque il macchinario adatto per poterli lavorare (ottenibile solo sconfiggendo i boss V Blood ad essi correlati), quindi perchè impedirmi di portarli con me col viaggio rapido?
Ci sono alcuni carri a quattro ruote, trainati da buoi, che possiamo incrociare nelle vie del gioco. Questi carri portano spesso un paio di forzieri con contenuti interessanti, ma sono anche ben protetti da diversi nemici che ci attaccano a vista. Una volta sconfitti, possiamo ottenere il loot dei forzieri. Purtroppo però, in alcuni casi, pur avendo distrutto le ruote del carro ed allontanato o ucciso l’animale che lo trainava, soltanto uno dei due forzieri è accessibile mentre l’altro, forse il migliore dei due, sembra “buggato” e se aperto mostra di essere vuoto. Forse una piccola svista correggibile con una patch, niente di grave.
Impressioni finali
Senza giri di parole, V Rising è uno dei titoli più belli del panorama videoludico degli ultimi anni. Il pregio più grande è la componente crafting, sviluppata in modo incredibile, con tantissime cose che si possono creare – forse anche troppe – e diventa presto una droga trovare i materiali A e B per creare C, usare A e C per creare D, e via dicendo. Il voto è per forza di cose alto, dato che il gioco mi ha tenuto incollato allo schermo per tantissimo tempo, spesso diverse ore al giorno. Qualche difettuccio c’è e ne ho già parlato, soprattutto il grande limite del viaggio rapido, a causa del quale mi sento di dover togliere mezzo punto al voto finale.
Il mondo di gioco è semplicemente fantastico, con tante aree in cui poter farmare tra cui accampamenti nemici, miniere, grotte, fortezze, cimiteri e molto altro. Per fortuna ci sono tantissimi alberi e rocce di cui sfruttare l’ombra, permettendoci di muoverci anche di giorno, per evitare un potenziale limite imposto dalla frustrazione di finire arrostiti sotto il Sole cocente, grazie anche alle tante zone in penombra create dalle nuvole, grazie alle quali possiamo percorrere diversi tratti molto lunghi senza essere cotti a puntino.
Uno dei punti forti è la varietà dei boss, che sono tanti e molto diversi tra di loro, benchè secondo me avrebbero dovuto essere livellati meglio: alcuni di loro, infatti, sono più forti e frustranti da affrontare rispetto ad altri di livello più alto. Interessante affrontare i boss delle Rift Incursions in cui, in modo del tutto casuale, ciascuno di essi interpreta gli attacchi di un qualsiasi boss già affrontato; questo, assieme alla posizione casuale ad ogni partita di molti forzieri sparsi per dungeons e città, aggiunge un qualcosa di roguelike.
Un altro punto forte è la varietà delle diverse aree di gioco. Si parte con le prime aree di gioco piene di sentieri, alberi e rocce, assieme a cimiteri, grotte, miniere, accampamenti nemici ben difesi, zone popolate da lupi, altre piene di creature non morte. Poi c’è la già citata area innevata piena di vampiri. C’è un’area tecnologica piena di fulmini e scariche elettriche, possenti nemici in metallo, creature mutanti che escono da enormi pozze gialle, un mercante che ci vende gli oggetti più rari del gioco. Ci sono anche città piene di guardie armate di spada, una foresta maledetta da una visibilità limitata, popolata da fantasmi e mostri potenti.
Per gli amanti delle sfide, il gioco online offre la possibilità di reclamare i castelli altrui ed organizzarsi per proteggere il proprio. Tale scelta, però, rischia di mandare a monte le tante ore passate a creare qualcosa che poi vi viene rubato. Personalmente ho preferito di gran lunga giocare in sessione privata e godermi l’esplorazione, il crafting ed i combattimenti, cose che mi hanno gratificato a dismisura senza bisogno del gioco in PvP.
Tra le lingue disponibili in V Rising non c’è l’Italiano, è possibile giocarci in Inglese ma è importante conoscere almeno una base di Inglese per capire a cosa servano i macchinari e i materiali. Per chi non masticasse minimamente la lingua sarebbe un po’ proibitivo giocarci, facendo fatica già a seguire le brevi frasi del tutorial per salire di livello.
Dopo aver ampiamente superato le 5000 parole in una sola recensione, per me (e forse non solo) record assoluto, ringrazio chi fosse arrivato fin qui leggendo tutto con l’unico consiglio possibile: comprate V Rising, armatevi di una pazienza iniziale per imparare e capire come funziona, dopodichè non vi staccherete più da gioco per molto, molto tempo.
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