Siamo arrivati anche noi con la recensione di Vampyr, ultimo titolo dei ragazzi di Dontnod. Senza considerare Captain Spirit (disponibile da ieri sugli store di PC, PS4 e Xbox one gratuitamente) questo è l’ultimo videogioco sfornato dai talentuosi creatori di Life is Strange. Chiariamo subito che Vampyr è un action GDR dove i giocatori impersonificheranno Jonathan Reid, un dottore trasformato in vampiro. Nel corso dell’intera avventura, della durata media di 15/20 ore, saremo noi a decidere se continuare a professare il nostro lavoro da medico o seminare il terrore a Londra, città invasa da una strana epidemia. Andiamo, quindi, a scoprire pregi e difetti di uno dei titoli più attesi di questa prima metà dell’anno.
Un dottore vampiro, che controsenso
Come già detto i giocatori dovranno controllare le azioni del dottor Reid, appena tornato a Londra dalla guerra (siamo nel 1918) e subito dopo essersi risvegliato tra una pila di cadaveri. Infatti il nostro (anti)eroe è stato tramutato in un Ekon, una forma rara di vampiro che solamente un Antico può creare. Ripresa un po’ di consapevolezza saremo così affamati da mordere ed uccidere la nostra amata sorella e, successivamente, scappare a gambe levate da un gruppo di cacciatori di vampiri. Scampati al pericolo, in piena notte, ci ritroveremo in una taverna intenti a cercare il nostro Creatore. Qui faremo la conoscenza del dottor Swansea, primario del Pembroke Hospital, del quale diventeremo assistente. Passata la prima ora per capire i comandi e tutte le possibilità di movimento che ha un succhiasangue, saremo liberi di girare per i quattro quartieri disponibili, ma capiremo subito come Vampyr non sia un open world ma un ampio story driven. Tra quest principale, incarichi secondari e le varie scelte disponibili nei dialoghi ci sembrerà di avere il mondo tra le mani ma in realtà saremo abbastanza legati nel seguire il filone narrativo. Se decideremo di salvaguardare la salute di tutti i cittadini avremo la possibilità di compiere diverse fetch quest, ma che, a differenza del “mangiare” gli NPC, risulteranno meno remunerative in fatto di EXP. E’ proprio per questo che, all’inizio del gioco, si avvisa come non uccidere nessuno renderà il gioco molto più difficile. Attenzione, non ci troveremo mai di fronte al “Dark Souls dei giochi action” (a meno che non si vada in luoghi palesemente fuori portata), ma il livello di sfida sarà un po’ più elevato.
Per quanto riguarda la trama principale, rigorosamente senza fare spoiler, ci troveremo davanti ad un bell’intrigo iniziale che, via via, diverrà sempre più telefonato. Mai banale, fortunatamente, ma chi è un appassionato di storie di vampiri capirà già verso metà del plot dove si vorrà andare a parare. Non saranno solo presenti i dialoghi per capire il filone narrativo di Vampyr (moltissimi e, a volte, unici solo se si dà una determinata risposta) ma sono presenti anche diversi collezionabili che amplieranno e approfondiranno il tutto. Insomma, non siamo di fronte ad una rivoluzione delle storie sulle “sanguisughe”, ma sicuramente porta con sé diversi spunti interessanti.
Dontnod un consiglio: la prossima volta chiedi a Platinum
Sotto il profilo del gameplay, purtroppo, non siamo dinanzi ad un buon risultato. Inizialmente il signor Jonathan avrà a disposizione un’arma ed un paletto. Con un tasto si potrà attaccare, con un altro schivare e con un terzo utilizzare quello che risulterà essere un oggetto per poter fare dei critici. In seguito sbloccheremo armi da fuoco, utili per fare ingenti danni o per stordire, ed armi a due mani, le uniche con le quali sarà possibile fare i famosi parry. Non sto neanche qui a dirvelo che, da amante dei Souls, ho giocato Vampyr interamente con quest’ultima possibilità. In aggiunta potremo sbloccare più o meno abilità vampiresche, che si dividono in difensive ed offensive. Sbloccheremo obbligatoriamente la facoltà di rigenerare un po’ di vita morsicandoci, ma poi potremo scegliere tra “barriere di sangue” per difenderci o “lance di sangue duro” per attaccare a distanza. Avendo deciso di fare la prima run senza uccidere nessuno, non ho acquistato moltissime abilità, preferendo migliorare le skill passive come la vitalità, la stamina, il sangue disponibile per l’attivazione delle doti vampiresche e così via. Almeno da questo punto di vista saremo veramente liberi di scegliere i potenziamenti da usare e da migliorare.
Peccato però che il tutto sfoci in un combat system legnoso e monotono. Tutti gli avversari (pochi a dir la verità in fatto di diversificazione) potranno essere battuti con lo stesso metodo. O si schiva e poi si attacca oppure si va avanti di parry per poter azzannare il collo degli avversari, riguadagnare punti sangue, e poi utilizzare le abilità. Praticamente tutto il titolo si baserà su questo, rendendolo troppo monotono e banalizzandolo. A me non è mai capitato di stancarmi nemmeno al centesimo combattimento, ma non metto in dubbio il fatto che possa stuccare. Per esempio un mio amico che ha provato il titolo per neanche un’ora ha da subito mollato per la legnosità delle animazioni e per gli scontri troppo simili tra loro. Sia che voi affrontiate un altro Ekon, una Bestia od una guardia umana il pattern da utilizzare per avere la meglio sarà, pressocché, lo stesso. Un vero peccato perché la buona volontà c’era tutta. Si possono anche migliorare le armi con i giusti componenti, ma il moveset sarà sempre quello.
L’interazione con i vari NPC aumenterà trovando degli indizi utili sia per migliorare la qualità del sangue, per incrementare l’esperienza ottenuta nel caso in cui decideremo di cibarcene, sia per conoscere il loro background. Il problema è che se un giocatore decide di svolgere la “pacifist run” non avrà alcun bonus a scoprire tutti i segreti dei cittadini. Sono tutte belle trovate ma nessuna è ben sfruttata. Non sono presenti i viaggi rapidi, rendendo obbligatorio l’esplorazione. Fortunatamente la Londra proposta è stata ben architettata. Piena di shortcut e di passaggi per velocizzare gli spostamenti. L’IA non è delle migliori ma fa il suo lavoro discretamente mettendo in difficoltà il giocatore accerchiandolo e, il più delle volte, attaccandolo contemporaneamente. Con le nostre scelte cambieremo lo stato dei quartieri, il quale influenzerà sul numero di malati e sugli affari, aumentando od abbassando i prezzi dai mercanti. Il motivo per cui una bottega sia aperta in piena notte durante un’epidemia non è ben specificato, ma possiamo chiudere un occhio.
Cosa avete combinato sotto il profilo tecnico?
Parlando del comparto tecnico ci troviamo di fronte quasi ad un Caporetto. Per chi non conoscesse la metafora vuol dire che abbiamo tra le mani una disfatta. Io ho una PS4 PRO e con nessun altro titolo ho avuto così tanti mini freeze che su Vampyr. Credo che i ragazzi di Dontnod abbiano sbagliato qualcosa in fase di sviluppo, perché un disastro simile non l’ho mai visto. Se si è troppo veloci nel passare da una zona all’altra della città verremo fermati da caricamenti improvvisi. Nel corso dell’esplorazione sarà facile notare diversi freeze di pochissimi istanti che però si fanno sentire in fase di combattimento. Un frame rate che, su PS4 standard, fatica a raggiungere i 30 frame. Non ci siamo, in fase di ottimizzazione dev’essere andato storto qualcosa. Gli stessi caricamenti sulla PRO risultano lunghi e quasi ingiustificabili di fronte ad una grafica che non grida al miracolo. Essendo l’intero gioco ambientato di notte non c’è nemmeno bisogno di calcolare tante luci ed ombre, ma alcune texture saranno quasi inguardabili, animazioni legnose non proprio bellissime. Di certo non chiedevamo di avere un nuovo God of War, ma nemmeno un comparto tecnico di pochissimo superiore a quello del primo Life is Strange. Certo, sono migliorate le luci e la realizzazione degli ambienti ma non basta. Anche per quanto riguarda il lavoro di traduzione sembra essere stato fatto a metà. La maggior parte ben scritto e tradotto ma non mancheranno svarioni grammaticali quasi da carcere. Lo stesso vale per le musiche, poche ed alcune veramente evocative, ma nessuna che ti rimane in testa. Un buon lavoro è stato fatto, invece, per quanto riguarda la differenziazione dei personaggi. Tutti con storie interessanti e retroscena da scoprire.
In conclusione Vampyr è un buon titolo ma, dopo il magnifico Life is Strange, ci si aspettava molto di più. Sarà perché i Dontnod sono al lavoro anche su LiS 2, Twin Mirror e sull’appena uscito Captain Spirit (seppur brevissimo), ma un mezzo passo falso del genere è un vero peccato.
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