E’ successo ancora. Dopo le due sparatorie avvenute negli Stati Uniti a inizio mese, il presidente Donald Trump ha di nuovo puntato il dito contro social media, internet e videogame. Che “The Donald” avesse inviso i media elettronici era noto. Già un anno fa il Tycoon aveva imputato ai videogiochi la responsabilità di traviare le menti dei giovani inducendoli a compiere atti di inaudita violenza. Ma è davvero colpa dei videogiochi?
Non secondo le ricerche condotte negli ultimi anni da diverse università.
Come spesso accade, i primi a salire sul banco degli imputati sono i cosiddetti videogame “violenti” responsabili, secondo una parte dell’opinione pubblica, di plagiare le menti dei giovani. Una prima smentita in merito arriva dall’Università di Oxford. Uno studio condotto da Andrew Przybylski e Netta Weinstein su un campione di circa 1000 adolescenti si è concluso con la piena assoluzione dei videogame. Secondo Przybylski “non esiste alcuna correlazione tra l’utilizzo di videogame ritenuti violenti e comportamenti aggressivi”.
Stesse conclusioni per i ricercatori delle università Villanova e Rochester.
Lo studio, pubblicato nel 2014, si è mosso in più direzioni simultanee. Analizzando sia l’andamento annuale dei crimini violenti sia le vendite – sempre su base annua – di videogiochi “maturi” dal 1978 al 2011 (e su base mensile a partire dal 2007). Il risultato? All’aumentare della diffusione di videogame corrispondeva una diminuzione di crimini. Incredibile vero?
Ancora un caso di studi, questa volta proveniente dall’università di York.
Anche stavolta l’obiettivo era dimostrare l’esistenza o meno di correlazione tra l’uso di videogame violenti e comportamento aggressivo. Due diversi esperimenti condotti su un campione di quasi 3000 persone non hanno fatto registrare un aumento di aggressività nei soggetti sottoposti all’utilizzo di giochi come GTA V o Sniper Elite 3.
L’ultimo esempio arriva dall’università di Stetson.
In uno studio pubblicato sul Journal of Comunication nel 2014 Christopher Ferguson ha confrontato la quantità di contenuti di natura violenta in film e videogame e il loro effetto sul pubblico giovanile. È risultato che, nonostante trame e gameplay si siano fatti via via sempre più “crudi“, i casi di violenza sono diminuiti gradualmente nel tempo.
La comunità scientifica sembra quindi concordare di fronte a questo problema. Le dimostrazioni arrivano copiose e continue. Un video riassuntivo di questo tema è stato realizzato dal canale Four To Play con l’aggiunta di alcuni dati riguardanti la diffusione di armi negli States. Lo linkiamo in calce. Nel frattempo, giù le mani dal Joypad.
http://www.youtube.com/watch?v=0Cw9Lmvanxo&t=556s