Western Stars è la trasposizione cinematografica dell’ultimo album di Bruce Springsteen, presentato alla Festa del Cinema di Roma. Il Boss ha voluto, grazie anche all’aiuto di Thom Zimney, ripercorrere l’album interamente, esibendosi in tutte e 13 le canzoni che lo compongono. È la prima volta per Springsteen dietro la cinepresa e non a caso ha scelto di fare un documentario su un album che prende ispirazione dal mondo cinematografico. Un lungo viaggio sia interiore che esteriore.
Un film che non vuole mostrare un concerto quanto una nuda e cruda interpretazione della musica di Springsteen. Girato in un set appositamente creato in un fienile di sua proprietà, che vuole riportare l’artista e lo spettatore alle origini di questo genere di musica e lo fa in maniera semplice, pura. Springsteen ha voluto con sé la sua band e si è fatto accompagnare anche da un’orchestra: 30 elementi in tutto che, insieme, hanno dato vita ad una musica suggestiva che fa riflettere. Il film invita l’ascoltatore a meditare, sulla propria vita passata e anche futura. Tratta temi come l’amore, la spiritualità, la libertà. Le performance musicali sono intervallate da pensieri del Boss che ben spiegano ciò che si andrà a sentire oltre a far vedere paesaggi del vecchio west. I luoghi sono una chiave fondamentale nel film, posti che rimandano ad una profondità dell’animo umano e che ricordano un tipo di cinema a cui l’America deve molto. Ricordiamoci sempre che il Boss è “Born in the USA”. Nel film siamo lontani da una musica di quel genere. I brani eseguiti, meno energici, riportano in mente suggestioni quasi primitive.
Springsteen è l’unico narratore. Racconta la sua visione della vita, grazie anche al supporto di immagini d’archivio, sia private che non, e riprese create appositamente.
Sul palco insieme a lui e quasi co-protagonista Patti Scialfa, la moglie, a cui dedica un’intera sezione di racconto. Sua compagna di vita da molto tempo, è presente in quasi tutte le inquadrature mentre suona e canta insieme al marito. Spalla del Boss che cattura però l’attenzione grazie all’enorme sintonia che creano.
Un film- documentario unico nel suo genere, con una sceneggiatura ben precisa che però risulta del tutto naturale e quasi necessaria. Molte delle esibizioni mostrano un primo piano di Springsteen che si trova a narrare veramente in prima persona ciò che vuol dire, senza filtri e senza spettacolarizzazioni. Una storia, la sua, raccontata in maniera diretta. Lo spettatore non può far altro che ascoltare. Crea un legame con ciò che sta dicendo ben saldo.
Si resta ammaliati da queste ballate romantiche, anche se non si è fan del genere o, più semplicemente, non si conosce. Ci si lascia trasportare facilmente dalle note senza accorgersene, capendo esattamente dove l’artista ti vuol far arrivare. Bisogna ascoltare, cosa a cui ormai siamo poco abituati. Il film è fatto anche di attimi di silenzio, di tranquillità con immagini di luoghi lontani dal nostro quotidiano che aiutano però a ritrovare una pace interiore.
C’è bisogno, nella vita di tutti, di un momento di riflessione e un ritorno alle origini e il film, o meglio l’album Western Stars, invita a lasciarsi andare non dimenticandoci mai di come siamo arrivati ad essere quello che siamo.
Bruce Springsteen si è cimentato in questa nuova impresa e lo ha fatto raccontando ciò che conosce meglio di chiunque altro: la sua musica, che da decenni incanta un larghissimo pubblico.
Western Stars, distribuito da Warner Bros. Picture, esce nelle sale italiane il 2 e il 3 dicembre 2019.
Data di uscita: 2 e 3 dicembre
Durata: 83 minuti
Distribuito da: Warner Bros. Picture
Scritto diretto e interpretato da Bruce Springsteen, Special Guest Patti Scialfa.
Prodotto da: Thom Zimny, Jon Landau, Barbara Carr e George Travis
Fotografia: Joe DeSalvo
