Arriva l’edizione 2018 del gioco WWE sviluppato da Yuke’s Visual Concepts e pubblicato da 2K Sports. Un’edizione che migliora in tutto quanto di buono fatto negli ultimi anni, proponendo un roster a dir poco numeroso ed un realismo di altissima fattura. Vediamo da vicino com’è questo WWE 2K18!
Un po’ di storia per i non-fans
Negli ultimi decenni, il wrestling è diventato uno degli sports più seguìti del mondo. Il merito svaria dall’avvento di canali tv e tecnologie sempre più numerose e di qualità, ai mitici cartoni animati dell’Uomo Tigre o alla mentalità di Vince McMahon di creare numerose gimmick riempendo l’allora WWF (oggi WWE) di elementi “entertainment” per aprirlo al grande pubblico; ma soprattutto, i meriti più grandi vanno ai campioni di ogni generazione che sono saliti sul ring.
Se in oriente ricorderanno per sempre alcune leggende come Antonio Inoki o Giant Baba, è inevitabile che in America (ma anche qui in Europa) i vecchi fans ricordino più facilmente gente come The Ultimate Warrior, “Macho Man” Randy Savage, Ric Flair, Kurt Angle, John Cena, The Rock, Stone Cold Steve Austin, Bret Hart, Sting, Eddie Guerrero, Shawn Michaels, The Undertaker o Brock Lesnar, oltre all’immortale Hulk Hogan e in particolare il suo match a Wrestlemania 3 contro il compianto Andrè the Giant: dopo aver sofferto per gran parte del match, l’Hulkster si riprese all’improvviso e sollevò il gigante francese per l’euforia del pubblico del Madison Square Garden, lanciandolo a terra con una body slam per poi finirlo con la sua solita Hogan’s Legdrop annessa al pin vincente. Per gran parte dei fans occidentali di wrestling, questo resta ancora oggi l’episodio che iniziò a trasformare il wrestling puramente lottato in quello pieno di storylines e scene extra-ring che conosciamo oggi.
Negli anni abbiamo poi avuto nuovi campioni, e gran parte di essi li ritroviamo qui. WWE 2K18 farà contenti sia i nuovi che i vecchi fans, grazie ad una realizzazione tecnica impeccabile ed un roster smisurato in cui sono presenti anche molte leggende del passato, la maggior parte delle quali sbloccabili durante il gioco.
Modalità di gioco, gameplay e comparto tecnico – Quando qualità e quantità convivono al meglio
La potenza delle attuali consoles permette ormai di concentrarsi non solo sul match vero e proprio, ma anche tutto ciò che gli sta attorno a cominciare dagli ingressi nelle arene, dal pubblico presente e tanto altro. Come già detto, gli amanti di wrestling vogliono avere non solo un ottimo gameplay durante il match, ma anche godersi lo show sia prima che dopo il match stesso. Il risultato è garantito da un comparto tecnico che sfiora l’eccellenza e ad un gameplay che fa il suo, se non fosse per qualche piccola cosa ancora da limare di cui parleremo più avanti.
Le modalità di gioco disponibili sono tante: si va dalla singola Esibizione per provare mosse e personaggi, al WWE Universe in cui facciamo partecipiamo o guardiamo gli show con diversi match a settimana, alla modalità Creazione in cui creiamo da zero il nostro atleta preferito (ammettiamolo, più spesso creiamo noi stessi o qualche nostro amico, con parametri fuori dal normale), la modalità Online in cui possiamo sfidare i gamers di tutto il mondo e Creazioni Community.
Ci soffermiamo su quest’ultima, in cui possiamo scaricare nuove arene e wrestlers creati dai possessori del gioco grazie ad un’interfaccia intuitiva in cui spendere la moneta virtuale per comprare le varie Superstars. Sarà facile esultare ogni volta che troveremo qualcuno che abbiamo visto anni fa per poi sparire dalle scene causa età avanzata o aver lasciato la WWE per andare in altre federazioni. Vi mancano Hulk Hogan, Jeff Hardy, CM Punk, AJ Lee, Trish Stratus o Mickie James? Nessun problema, potete scaricare loro e molti altri, guardandone anteprima e dettagli per assicurarvi di non sbagliare e cercare la versione che più vi piaccia di quel lottatore… Eh sì, i lottatori più famosi sono stati creati e caricati da diversi utenti, c’è solo l’imbarazzo della scelta! Come esempio, abbiamo riportato alcuni screens con qualche nostro “dream match”.

Un dream match che, causa generazioni diverse, non sarebbe mai potuto avvenire. Ma è soprattutto un omaggio al grande Bobby “The Brain” Heenan, noto manager degli anni ’80 e ’90, recentemente scomparso.
Superstars e Divas sono riprodotti egregiamente per fisico, volti, movenze e comportamento dentro e fuori dal ring. Anche i volti fanno grandi progressi, con movimenti delle labbra ben fatti (specie i manager che parlano all’atleta che accompagnano). Abbiamo simulato alcuni grandi match del presente e del passato di questo sport, grazie anche alle numerose leggende sbloccabili e quelle scaricabili dalla community. Il risultato è stato incredibilmente fedele all’originale, con una regia di telecamere ed una grafica fotorealistica che a più riprese si avvicina più alla realtà che ad un videogame. A questo si aggiunge un comparto audio praticamente perfetto: oltre alle musiche d’ingresso di ogni membro del roster, molti di essi (soprattutto le annunciatrici in-ring) hanno concesso la loro voce per annunciare gli atleti al momento della scelta o per gli ingressi nell’arena degli stessi.
Gli effetti sonori non sono da meno, con pugni e calci ben riprodotti sul ring e rumore di oggetti (sedie, tavoli etc) molto vicini alla realtà. Anche le movenze dei wrestlers sono ben riprodotte, grazie anche ai lavori di motion capture realizzati da alcuni di loro; uno su tutti Shane McMahon, i cui movimenti sul ring e la sua tipica entrata con corsa all’indietro e gioco di piedi annesso è sempre gradita da chi ama lo spettacolo oltre al wrestling lottato.
A livello di gameplay, una piccola nota negativa potremmo farla ai minigiochi che compaiono in fasi particolari del gioco. Citiamo ad esempio un match “Money in the Bank”, in cui per vincere bisogna salire su una scala a centro ring e prendere la valigetta appesa in alto. Qui scatta un minigioco in cui dobbiamo ruotare lo stick analogico per far cadere la pallina e colpire diversi segmenti nel cerchio, facendoli diventare verdi; sicuramente alcuni di voi avranno già preso la mano e lo troveranno semplice ed intuitivo, ma ci mancano i tempi in cui ci si divertiva a premere il più velocemente possibile i tasti pur di staccarla prima che l’avversario salisse sulla scala e ci buttasse giù, come se premendo velocemente riempissimo una barra invisibile.
Un minigioco simile compare anche durante il pin: se veniamo schienati, dobbiamo premere un tasto mentre un colore ruota velocemente e passa sull’altro, questione di decimi se non centesimi di secondo per beccarci il conto di 3 e perdere l’incontro. Cosa che non rispecchia la realtà e fa rabbia, ad esempio, quando gliele abbiamo date di santa ragione all’avversario fino a pochi secondi prima, per poi beccarci un paio di pugni ed essere schienati senza riuscire ad uscirne a causa del minigioco. Nella realtà ci si rialzerebbe senza neanche arrivare a 2… pazienza, un po’ di allenamento e si migliorerà sicuramente.
Non solo wrestling
Parliamo del realismo che possiamo ammirare non solo dentro, ma anche fuori dal ring. WWE 2K18 presta attenzione a tutti i dettagli, per offrire una regia al pari dei PPV che la WWE trasmette su scala mondiale. Troviamo così tantissime chicche degne di un match WWE, che ne aumentano esponenzialmente il realismo.
Ad esempio, nei match titolati vengono annunciati sia lo sfidante al titolo che il campione in carica, con tanto di arbitro che mostra la cintura alle telecamere per ufficializzare il tutto. Un manager “heel” (prendiamo il più famoso attualmente, Paul Heyman) può distrarre l’avversario sul ring affinchè il suo assistito lo attacchi alle spalle, o distrarre l’arbitro per impedirgli di contare lo schienamento del suo assistito o, ancora, prendere una sedia da sotto il ring e lanciarla al suo interno mentre l’arbitro non guarda, distraendo quest’ultimo mentre il suo assistito prende la sedia e colpisce l’avversario senza essere visto.
Durante le lotte nel backstage, possiamo lanciare l’avversario contro una porta e questi la sfonderà entrando nella stanza annessa, ad esempio uno spogliatoio. E ancora, alcuni personaggi (citiamo ad esempio The Undertaker o Kurt Angle, quest’ultimo presente come extra se avevate prenotato il gioco) si abbassano la canotta per dare il massimo nel finale del match, mostrando i pettorali scolpiti. Durante un tag team match, un atleta sfinito si trascina verso l’angolo tuffandosi con un ultimo sforzo per dare il cambio al compagno. E ce ne sono molte altre che scoprirete da soli.
Creazioni – Personalizziamo il nostro wrestler e creiamo l’arena dei nostri sogni
WWE 2K18 possiede uno degli editor più completi mai visti in qualunque videogame. Possiamo creare il nostro personaggio partendo dalla scelta tra uomo e donna, per poi scendere nei dettagli: fisico, viso, capelli, abbigliamento delle diverse parti del corpo, baffi, barba, tatuaggi e molto altro. Possiamo addirittura aggiungere e disegnare a mano delle cuciture e, soprattutto, importare immagini personalizzate per volti, loghi ed altro. Oltre ai personaggi possiamo creare la nostra arena, scegliendo alcuni modelli preimpostati e personalizzandoli a nostro piacimento, senza contare che ce ne sono molte scaricabili già create dagli appassionati.
Il bello di tutto questo è che, oltre a poterle usare nei nostri match, possiamo condividere le nostre creazioni con gli utenti in rete. In Creazioni Community troviamo infatti una miriade di arene ma soprattutto Superstars e Divas non inclusi ufficialmente nel gioco dalla WWE, oltre che versioni diverse di wrestlers presenti (ad esempio la stable The Shield). Ne citiamo alcuni: CM Punk, Jeff Hardy, Trish Stratus, Hulk Hogan, Hawk, Animal, Cody Rhodes, The Great Khali, Rey Mysterio, Chris Benoit, Umaga, Lana, Sabu, John Morrison, Melina, Chyna, The Hurricane, Alberto Del Rio, “Rowdy” Roddy Piper, Batista, Carlito, Dean Malenko, X-Pac, Owen Hart, AJ Lee, e addirittura Donald Trump (il quale, per chi non lo sapesse, è entrato nella WWE Hall of Fame dopo aver partecipato come manager ad un match a Wrestlemania). Se cerchiamo un wrestler particolare, e per non rovinarci gli occhi scorrendo tutta la lista, possiamo usare gli hashtag per mettere filtri alla ricerca: possiamo ad esempio cercare i wrestlers italiani (troveremo il leggendario Bruno Sammartino), quelli di altre federazioni e così via.
A questi si aggiungono altri personaggi inventati dalla community che nulla hanno a che fare col wrestling ma, essendo i download limitati a 20 al giorno, sarebbe più saggio usarli per scaricare uno dei vostri wrestler preferiti piuttosto che Batman, Joker o le Tartarughe Ninja.
La perfezione si avvicina, ma c’è ancora strada da fare
Come ogni videogioco che si rispetti ci teniamo sempre a parlare degli aspetti positivi, e WWE 2K18 ne è pieno. Ma per la sua stessa natura di videogioco, e come tutti i grandi titoli usciti sul mercato, non è esente da difetti o piccoli dettagli da migliorare.
Ci teniamo a parlarne per dovere d’informazione, ricordando a tutti che siamo di fronte ad un titolo ben fatto e migliorato su tanti aspetti rispetto al passato. WWE, ecco cosa potreste migliorare nel prossimo WWE 2K19:
- A volte, un atleta si riprende troppo velocemente dopo una mossa speciale dell’avversario; difficile pensare che qualcuno si rialzi subito dopo aver subìto una chokeslam, una powerbomb o essere stato scaraventato contro il tavolo di commento. Senza contare gli atleti che un’istante prima erano stesi a terra inermi, e nel giro di mezzo secondo scattano in avanti con una capriola velocissima schivando un nostro calcio.
- Chi segue il wrestling sa che, mentre un atleta esegue una presa, l’arbitro deve chiedere all’altro se vuole cedere. Nel gioco, l’atleta che la subisce può ovviamente cedere battendo una mano, ma a volte l’arbitro non si sogna neppure di avvicinarsi a chiedergli cosa voglia fare.
- Ogni tanto, con l’avversario a terra, qualche atleta resta imbambolato a guardarlo anzichè avvicinarsi ed attaccarlo. Probabilmente qualche script mal collegato ad altri.
- Creazioni Community potrebbe essere visionata dagli sviluppatori, permettendo di condividere soltanto veri wrestlers (di qualsiasi federazione del mondo) ma non personaggi di fumetti/cartoni o del tutto inventati. Benchè non sia colpa della WWE né degli stessi sviluppatori, un gioco di wrestling in cui io possa scaricare Pennywise (il pagliaccio di IT), Freddy Krueger, Superman e colleghi supereroi annessi non mi dà l’idea di un prodotto esattamente realistico.
- Alcune mosse speciali sono riprodotte in modo imperfetto; ad esempio, Roman Reigns esegue una Spear pur essendo attaccato all’avversario e senza poter prendere rincorsa. O ad essere pignoli, The Undertaker fa la sua Tombstone Piledriver anche vicino alle corde o agli angoli, quando nella realtà si è sempre piazzato a centro ring per essere ben visto dal pubblico e perché l’avversario non poggi un piede sulle corde annullando il conteggio.
- Abbiamo notato qualche freeze nelle transizioni dei replay, quando il logo dell’evento compare tra una scena e l’altra.
- E’ stato fatto un passo in avanti con alcuni personaggi che si abbassano la canotta o si tolgono il cappello in tempo reale (ad esempio John Cena che lo lancia dopo il suo ingresso sul ring, oltre ai già citati Kurt Angle e The Undertaker), ma ancora niente da fare per le scene d’entrata di alcuni wrestlers, i cui vestiti spariscono in un lampo mentre viene inquadrato il pubblico per un solo secondo.
- Un’altra grande differenza con i veri show WWE è il ritmo con cui si susseguono le diverse fasi del match. Mancano quelle lunghe pause dopo una mossa particolarmente potente, dopo aver scagliato un lottatore contro una scala/tavolo oppure, ad esempio, quando un lottatore reagisce prima del conto di 3 dopo la mossa finale avversaria e chi l’ha eseguita resta sbalordito (ricordate Shawn Michaels che esce dalla prima Tombstone del becchino?). Nella realtà, dopo questi eventi, gli atleti si riposano per diversi secondi se non minuti interi in casi particolari (vedi i tuffi di Shane McMahon dalla cima della gabbia, o Mick Foley lanciato da The Undertaker sul tavolo di commento), durante i quali vengono riproposti più volte dei replay; nel gioco, invece, l’azione riprende praticamente subito senza pause così lunghe, certamente per non spezzare il ritmo col rischio di annoiare o far arrabbiare il giocatore. Siamo convinti che le pause lunghe si potrebbero aggiungere come opzione a discrezione di chi gioca.