Last but not least
Xenoblade Chronicles 2, JRPG pubblicato da Nintendo, arriva su Switch alla fine di un anno videoludico eccezionale. Restando in campo della console ibrida, parliamo di titoli come Breath of the Wild e Super Mario Odyssey. Non è semplice quindi per la creatura di Monolith Software mantenere alta l’asticella dell’interesse dei giocatori. Eppure il peso dell’annata, le aspettative, i confronti con i capolavori sopracitati, scompaiono improvvisamente non appena ci si immerge nel mondo di Alrest.
Ma andiamo con ordine, e cerchiamo di analizzare meglio gli aspetti di quello che si può definire, senza riserve, un sontuoso e bellissimo RPG di stampo giapponese.
Un mare di nuvole
No, non è una metafora. Nell’immediato inizio della storia, ci troveremo immersi in un mare. Non un mare qualsiasi però: si tratta del mare di nuvole che sommerge la terra di Alrest da tempo immemore. Gli esseri umani si ritrovano a vivere su enormi creature, i titani, che seguono a navigare su questo mare, in circolo attorno al cosiddetto Albero del Mondo. Un enorme albero che pone le sue radici nelle profondità del mare e si innalza fino al cielo, senza che se ne veda la fine. Le leggende narrano che al suo apice si trovi l’Elysium, una terra mitica e lussureggiante dove l’umanità potrebbe vivere in armonia e senza più preoccuparsi della possibile fine della vita dei titani che la ospitano.
Alrest è popolata da diverse nazioni, ognuna delle quali ospitata da un titano. La verde terra di Gormott, la diffidente Uraya, il desertico impero Ardainiano, il timoroso Tantal, l’arcipelago Leftheriano e altre zone minori. Gli esseri umani vivono su questi esseri enormi, in una forma di simbiosi, che però sembra avvicinarsi sempre di più ad un rapporto parassitario. Infatti il mondo è in una situazione critica: i titani mano a mano stanno morendo, e di questo passo il rischio è che non resti più superficie abitabile.
Il mondo di Alrest tuttavia non è abitato solo da titani ed esseri umani. Oltre naturalmente agli animali, un altra particolare forma di vita si affianca a quella umana. I Gladius. Si tratta di entità combattenti che si risvegliano da dei particolari cristalli quando vanno in “risonanza” con un essere umano, che diviene così il loro Ductor. Non tutti però possono diventarlo.
Da queste premesse, prende l’avvio l’avventura del protagonista, Rex, con cui iniziamo a fare conoscenza. Rex è un giovane recuperatore: una sorta di esperto “subacqueo” che si occupa di recuperare oggetti vari immergendosi nel mare di nuvole. Per queste sue capacità, e non solo, verrà coinvolto in qualcosa che si rivelerà molto più grande del previsto, finendo per riguardare la stessa salvezza del mondo.
La trama fa forse un po’ di fatica a decollare, ma per un gioco che richiede per completarlo almeno 50 ore, è comprensibile. In ogni caso, dopo qualche ora, vi troverete immersi completamente in una storia matura, avvincente ed emozionante che non vedrete l’ora di portare avanti.
Un (complesso) gioco di squadra
Come ogni JRPG che si rispetti, Xenoblade Chronicles 2 ci metterà alla guida di una squadra di tre elementi (a parte qualche rara eccezione). Potremo scegliere quale controllare, senza essere limitati al protagonista. Il sistema di combattimento non è dei più semplici da comprendere e padroneggiare, tuttavia se non vi scoraggerete subito non ci vorrà molto per familiarizzare almeno con le meccaniche di base. Tuttavia il bello viene proprio dopo, quando si inizia ad avere la possibilità di sfruttare gli attributi elementali dei Gladius, causando danni sempre più ingenti ai nemici tramite le combo Gladius e gli attacchi di gruppo. Qualche nota dolente nei controlli in battaglia riguarda alcuni comandi che sembrano avere qualche problemino, come il lock dei nemici che non funziona proprio alla perfezione.
Il sistema di progressione è abbastanza approfondito e prevede, come da tradizione, l’accumulo di punti esperienza (tramite combattimenti e missioni secondarie) per salire di livello e di punti abilità per migliorare gli attributi dei personaggi (dai PV agli attributi come Forza e Destrezza). Inoltre anche i Gladius stessi (potremo assegnarne al massimo tre per personaggio, e si potrà passare da uno all’altro durante i combattimenti) progrediranno mano a mano che sconfiggeremo nemici, compieremo le missioni e aumenteremo la “fiducia” del legame con loro. Per alcune progressioni inoltre, sarà necessario compiere delle missioni secondarie specifiche.
Una forse piccola nota in negativo può essere ascritta al sistema di miglioramento delle armi, che potranno essere modificate con dei frammenti acquistabili dai negozianti e niente di più. Tuttavia tutto il sistema di progressione risulta appagante e ben studiato.
Un legame inscindibile
Veniamo a parlare più approfonditamente dei Gladius. Si tratta appunto di esseri viventi a tutti gli effetti, che però prendono vita solo nel momento in cui un essere umano entra in risonanza con loro. Come già detto, non tutti sono in grado di fare ciò. Si tratta di un talento particolare, che permetterà a chi risveglia un Gladius di diventare il suo Ductor e di averne il supporto in battaglia. I Gladius possono avere diversi aspetti, da quello più animalesco a quello umano. Inoltre avranno sempre degli attributi elementali (fuoco, acqua, ghiaccio, terra, oscurità, vento, elettricità e luce). Oltre a questi, ognuno avrà delle caratteristiche peculiari, che ci saranno utili per sbloccare alcuni tesori oppure per superare degli ostacoli. Ad esempio la padronanza degli elementi, oppure attributi come Botanica (che ci permetterà di ottenere più collezionatili di quella categoria), Balzo, Investigazione e così via.
Troveremo molti cristalli nelle nostre peregrinazioni e i personaggi avranno la possibilità di entrare in risonanza con essi. Attenzione però: una volta entrato in risonanza con un Gladius, questo potrà essere assegnato solamente al suo Ductor e non ad altri. C’è un oggetto che rende possibile lo scambio, ma è molto raro e difficile da trovare. Inoltre esistono Gladius di diverso tipo, dai più comuni ai più rari. Dai Cristalli comuni sarà più difficile trovarne uno raro, che invece sarà più probabile con un Cristallo inusuale o leggendario.
Aumentando la fiducia tra Ductor e Gladius (compiendo missioni secondarie e combattendo fianco a fianco) questi ultimi sbloccheranno mano a mano le voci di un diagramma, le quali aumenteranno gli attributi e le capacità dei nostri compagni di lotta.
C’è da aggiungere, infine, che alcuni Gladius rari saranno ottenibili solo tramite lo svolgimento di specifiche missioni secondarie.
Un lungo viaggio
Una delle note più positive che si possono ascrivere a questo titolo, insieme a molte altre, è la longevità. Chi sta scrivendo si accinge a fare la recensione dopo circa 70 ore di gioco, senza naturalmente aver completato tutte le missioni secondarie. Queste sono davvero un’infinità e potranno essere svolte in qualsiasi momento. Naturalmente ce ne sono alcune che richiedono un livello più elevato di altre, ma ve ne accorgerete quando vi troverete davanti un sauro a livello 91 mentre voi siete al 25…
La longevità comunque non concerne solo i contenuti extra, ma anche la missione principale stessa. Per completare solo quella vi ci vorranno decine di ore. Il livello di difficoltà e abbastanza ben calibrato, anche se tuttavia se ci si trova in difficoltà davanti ad un boss basta livellare un po’ e l’ostacolo si supera senza grossi problemi.
Bestiario, ambienti e resa grafica
Il bestiario è immenso, con una quantità di creature stupefacente, ed ogni area con le sue peculiarità di flora, fauna e clima. La bellezza del design dei vari ambienti è notevole, nonostante un livello grafico non stratosferico. Sicuramente, in ogni caso, vi verrà spesso voglia di fermarvi e scattare una bella istantanea dello schermo. Il gioco dà ovviamente il meglio in modalità dock. Se voleste passare alla modalità portatile, la differenza sarà evidente, con un calo grafico notevole.
Insomma, in soldoni, si tratta di un titolo da giocare a casa seduti sul divano. Anche se di certo la qualità grafica eccelsa, giustamente, non è l’elemento su cui questo gioco punta. E, sinceramente, non se ne sente particolarmente la mancanza.
Oltre il gioco…
Tutto questo ben di dio necessita di un contorno con i fiocchi. Ebbene, il maestro Yasunori Matsuda ha compiuto l’impresa, componendo una colonna sonora straordinaria. Dal brano della schermata iniziale, alle musiche di battaglia, a quelle più commoventi che accompagnano i momenti più cruciali della storia. Un capolavoro musicale che ha pochi pari, senza alcun dubbio.