L’arrivo su PC di Yakuza 6: The Song of Life è l’ultima tappa di un viaggio” che ha portato le avventure di Kazuma Kiryu anche oltre le piattaforme su cui sono nate. Infatti, in questa generazione grazie a sequel, prequel, remastered e perfino remake l’epopea del famoso “yakuza” ha abbandonato l’esclusività delle piattaforme Sony per sbarcare anche su dispositivi Microsoft. Inoltre, va segnalato che gli utenti della casa di Redmond dispongono sia della possibilità di acquistarlo che quella di giocare quest’ultimo capitolo tramite Xbox Game Pass, visto la presenza di tutti i capitoli legati alla storia del “Drago di Dojima” sia nel catalogo console che in quello pc.
Narrazione
Come mostra una cutscene iniziale, una volta vinto per il rotto della cuffia lo scontro finale del precedente titolo, Kazuma Kiryu, il “Drago di Dojima”, tenta ancora una volta di allontanarsi dai suoi legami con la mafia di Tokio. Per questo motivo decide di costituirsi per i reati commessi nel gioco, passando così tre anni in prigione, mentre la figlia del suo primo amore, Haruka decide di lasciare la carriera da idol precedentemente intrapresa. Tuttavia, i fantasmi del passato continuano a tormentare Haruka, oggetto dell’indignazione dell’opinione pubblica proprio a causa dei suoi legami con il protagonista. Di conseguenza la ragazza decide di sparire per ricominciare una nuova vita, ma Kiryu è intenzionato a ritrovarla. Così, una volta uscito di galera, torna a Kamurocho, “storico” quartiere di fantasia della città di Tokyo, in cerca di indizi. Qui verrà a sapere che la sua figlia adottiva, rimasta coinvolta in un incidente, è diventata madre del piccolo Haruto. Per impedire che il bambino finisca in orfanotrofio, Kazuma decide di prenderlo con sé, iniziando un viaggio alla ricerca del padre e della verità sull’incidente della madre.
Come già anticipato, ci troviamo tra le mani l’ultimo videogioco della serie con Kazama Kiryu come protagonista. Di conseguenza, va specificato che, sebbene ci siano dei personaggi e degli elementi ricorrenti, in ogni gioco vi è un diverso antagonista e una storia quasi a sé. Questa caratteristica deriva probabilmente dalla volontà degli sviluppatori di consentire anche ai non fan della serie di poter avvicinarsi ad un singolo titolo, non avendo giocato i precedenti capitoli. Chiaramente chi ha già vissuto le passate gesta del “Drago di Dojima” sarà maggiormente coinvolto dalla narrazione degli eventi, che comunque scorre abbastanza agilmente tra una lunga cutscene e l’altra. In effetti, ancora una volta la storia non delude anche se gli eventi di altri capitoli possono risultare più coinvolgenti ed intriganti. D’altronde è sempre presente lo “stile yakuza” che mescolan sia scene più “serie” o “emozionanti” che altre al limite dell’ironico-demenziale.
Gameplay
La struttura ludica di questo Yakuza rimane la stessa proposta in passato proprio dai suoi predecessori. In particolare, l’esplorazione delle due ambientazioni, Kamurocho e Onomichi, i combattimenti adrenalinici e le molte attività secondarie proposte si affianco al comparto narrativo sopracitato. Insomma sulla carta tale struttura risulta tutt’altro che originale, ma ad onor del vero Yakuza 6:The Song of Life si discosta in parte dagli altri videogiochi della serie. In effetti, a stupire è il numero delle suddette attività extra, che risultano maggiormenti presenti a Kamurocho e spaziano dagli iconici Club SEGA fino ad arrivare alla pesca subacquea tramite un minigioco con tanto di punteggio. Il tutto senza dimenticare una serie di side-quest che presentano delle piccole storie parallele che trattano senza prendersi troppo sul serio delle tematiche come l’importanza dell’amore o la differenza tra la vita umana e quella “artificiale”.
Tra una cutscene e l’altra ci si può imbattere in personaggi dal “grilleto facile” da rimettere in riga a suon di pugni e calci. Il sistema di combattimento, presente sia nelle missioni principali che negli extra, risulta solido, dal sapore action e immediato, riuscendo ad appagare il giocatore grazie a spettacolari mosse speciali e combo semplici ma devastanti. Inoltre va sottolineato che il sistema di combattimento di Yakuza 6: The Song affianca ad elementi più “standard” degli altri presenti in Yakuza 0 e nel primo Kiwami, senza però arrivare alla flessibilità offerta dal combat system di tali titoli. Ad ogni modo, realizzando specifiche azioni, si otterranno dei punti abilità, associati a cinque caratteristiche(Health, Attack, Defence, Evasion, Heat Gauge), da spendere in diversi “rami” tramite l’apposito menù consultabile tramite il proprio cellulare. Infine, per offrire maggiore varietà, gli sviluppatori hanno introdotto scontri dal sapore più strategico nei quali il giocatore sfiderà i JUSTIS, un gruppo di ex vigilanti ormai “corrotti”.
Scenari in movimento
All’atto pratico il passaggio di Yakuza 6 da console a pc ha comportato che il gioco si adeguasse a quella prassi per la quale le versioni pc dei titoli multipiattaforma permettono una maggiore personalizzazione delle impostazioni grafiche delle loro controparti console. In particolare mi riferisco ad elementi come texture, ombre, riflessi, motion blur, occlusione ambientale avanzata e antialiasing. Di conseguenza è possibile che un “pittore” riesca a dipingere scenari più sfaccettati e dal colpo d’occhio maggiore proprio grazie ad un maggior numero di sfumature di colori. D’altro canto, quando si parla di videogiochi pc e della grafica dei suddetti, uno dei fattori da considerare è anche la “tela” a disposizione del pittore. Nello specifico il videogioco targato Sega non presenta requisiti pc troppo esosi, soprattutto se si fa riferimenti ai minimi, e ciò permette a molti di poter godere di questa buona prova del Dragon Engine.
Eppure, nonostante delle buone basi tecniche il gioco non si può dire “perfetto”. In primis, come in parte è stato anticipato, le due mappe si differenziano per la loro realizzazione e Kamurocho, seppur assai simile alle sue “versioni” precedenti, appare come un quartiere vivo e affascinante. Di contro, Onomichi appare come una realtà più piccola e tranquilla e ciò trova una spiegazione sia dal punto di vista narrativo che nella volontà di trasporre la controparte reale in maniera abbastanza fedele. Tuttavia, dal punto di vista ludico il divario è un po’ forte dato che nei confini della cittadina, delimitati da non proprio apprezzabili muri invisibili, le attività sono inferiori così come le attività commerciali visitabili e i consumabili che possono essere comprati. Infine, qualche sbavatura è presente anche nel comparto tecnico, come animazioni a tratti statiche soprattutto nel caso di personaggi più secondari.
Conclusioni
In sostanza Yakuza 6: The Song of Life si rivela ancora una volta un capitolo solido con le caratteristiche che hanno contraddistinto ogni capitolo della serie: un comparto narrativo convincente, un sistema di combattimento appagante, una grande quantità di attività collaterali, l’alternanza di tematiche serie e profonde con situazioni al limite del demenziale. Di conseguenza, non si può non gioire dell’arrivo di un tale titolo, nonché dei precedenti titoli della serie, su altri lidi oltre quelli delle piattaforme a marchio Sony. Infine, il fatto che sia incluso addirittura nel catalogo pc e console del gamepass, lo rende sicuramente un must have.